Capitolo 18. One sided love.
Sara's pov
Arrivò il fatidico giorno della nostra partenza per il tour dei ragazzi. Chiara aveva preso le ferie dal lavoro, mentre aveva deciso di prendere un anno sabbatico e non lavorare per venire in tour, cercò di non far pesare il fatto che come primo anno di lavoro intraprendere questa scelta avrebbe scaturito conseguenze e ancora una volta mise la gioia degli altri davanti alla sua.
Il primo concerto a Seoul fu bellissimo alzando ancora di più le nostre aspettative per quello di Busan e ancora una volta i ragazzi ci fecero emozionare e sentire orgogliose come non mai. Poi ancora e ancora fino a terminare il tour in Corea e imbarcarci per l'America ripiene di emozioni.
Notai però che da un po' di tempo Jimin sembrava assente, quasi a fingere durante i concerti e con noj. Lo vedevo fissare il vuoto mentre sul palco si nascondeva dietro Tae che mandava baci al pubblico, lasciare le stanze all'improvviso con scuse poco credibili, non sorridere più così spesso e forzare qualche risata quando il resto di noi faceva una battuta.
Ma finalmente capii...
Tutte queste azioni erano collegate a Tae ed Alessia. Nei concerti la persona che Tae salutava era la sua fidanzata; quando Jimin usciva da una stanza era perché puntualmente entravano loro due mano nella mano; tutti i sorrisi che mancavano in sua compagnia erano accompagnati da uno sguardo malinconico e rotto rivolto alla mia migliore amica.
Jimin's pov.
Di nuovo uscii dalla stanza, sta volta senza dire una parola. Entrai nella mia camera d'hotel e mi stesi sul letto a pancia all'aria, fissando il soffitto. Sospirai cercando con tutte le forze di non piangere per l'ennesima volta, ma per quanto io provassi una lacrima seguita da un'altra e un'altra rigò il mio viso.
Sentivo io cuore in petto farmi male, tanto male da non riuscire a respirare. Provavo a togliermi tutti questi pensieri dalla testa eppure i miei sforzi non erano mai ripagati, riuscivo solo a pensare a lei, tra le braccia della persona a cui più tengo e a cui avrei procurato solo e soltanto dolore. Era un inferno.
I miei pensierifurono interrotti dalla persona che bussò alla porta.
Mi asciugai le lacrime e andai ad aprire. Era Sara.
Entrò spingendomi sul letto e chiedendo violentemente la porta. Poi si mise davanti a me ed incrociò le braccia.
"Basta fingere Jimin, voglio sapere da quanto."
Sbiancai.
"Cosa da quanto?"
"Jimin... Da quanto tempo sei innamorato di Alessia?"
Ed eccole lì, le parole che non ho mai voluto pronunciare per non renderle reali. Quelle stesse parole che pronunciate dal mio migliore amico suonavano così bene, ma che a me facevano male e basta.
"Non sono innamorato." Dissi guardando in basso.
"La ami e basta." Disse Sara rilassando le spalle e capendo i miei silenzi.
Entrambi abbiamo sempre pensato che per essere innamorati bisogna essere in due, essere innamorati vuol dire dare e ricevere. Qui invece io non potevo né dare né ricevere nulla.
"Già..." Risposi io.
"E comunque non c'è un giorno preciso, ma ho capito di stare iniziando a provare qualcosa il giorno della tua laurea."
"Come quel giorno?" Si sedette affianco a me.
"Ero completamente ubriaco e fu lei ad occuparsi di me. Mi aiutò a mettermi a letto e rimase con me quando le chiesi di restare perché avevo paura. Ho sempre avuto paura del buio ma ovviamente non lo dico a nessuno. Mi ha tenuto da mano e ha cantato per farmi addormentare. Ero completamente andato ma non così tanto da dimenticare..."
"Non credi ti sia sentito bene per quella sera e che ti stia focalizzando troppo su quella sensazione?"
"Credi che se fosse stato così ora starei qui a piangermi addosso invece di festeggiare con i miei fratelli?! Non pensi che io ci abbia provato?!" Urlai per poi ricominciare a piangere.
Sara indietreggiò alle mie parole.
"S-scusami non intendevo urlarti contro."
Mise un braccio intorno alle mie spalle e appoggiò la mia testa nell'incavo del suo collo. La strinsi forte e piansi come non avevo mai fatto prima.
"Sh è tutto okay, risolveremo questa cosa te lo prometto." Disse accarezzando i miei capelli.
"Sono una persona orribile Sara. Non merito l'amicizia di Tae, non sono un buon amico, non merito nulla."
"Jimin guardami. Non è colpa tua. I sentimenti non si controllano, non potevi saperlo e aver indietreggiato per non pesare agli altri tenendoti tutto dentro per così tanto ti fa non onore ma di più. Non pensare così male di te stesso, sarebbe potuto capitare a chiunque anche a tae." Mi asciugò le lacrime e sorrise.
"Ma io mi sento in colpa, se tae lo venisse a scoprire probabilmente non mi parlerebbe più e poi cosa dovrei fare con Alessia?" Mi alzai di scatto passando una mano tra i capelli.
"Sono sicura che non è così. Taehyung ti vuole bene e sa che non faresti mai qualcosa per fargli del male. Sono anche sicura che apprezzerà il fatto che tu voglia dirglielo."
"Ma io non voglio dirglielo!"
"Ma non puoi continuare a tenerti tutto dentro! ti sta lacerando dall'interno questa cosa e tutti ci siamo accorti che non stai bene, è solo questione di tempo prima che Tae ti chieda cos'hai e a quel punto? Cosa farai? Mentirai ancora? Wow stupendo. Ti farai solo del male e lo sai." Sta volta alzò lei la voce.
Ero furioso con me stesso per quello che avevo causato, ero furioso con lei perché aveva ragione, con tae perché gli volevo troppo bene e infondo nell'angolo più profondo ed egoista del mio cuore con Alessia, per aver scelto lui anziché me. Per non aver capito ciò che provavo e per aver continuato a vivere la sua storia d'amore. Ero furioso con tutto e tutti perché non potevo andare né avanti né indietro. Ero bloccato.
"Senti io lo so che hai paura, ma davvero fa male vederti così e non poter cambiare le cose. Io non voglio forzarti ma credo con tutta me stessa che tu debba parlare con Tae e risolvere questa cosa."
Sara si diresse verso l'uscita e aprì la porta rivelando l'ultima persona che avrei voluto vedere il quel momento. Tae. Nell'intento di bussare.
Pregai il cielo che non avesse sentito nulla.
"Parlarmi di cosa?" Disse Tae con viso confuso.
Io e Sara ci guardammo sconvolti, poi lei tirò il moro all'interno della stanza.
"Siediti Tae è una cosa importante." Lo fece sedere sul mio letto.
"Mi fate preoccupare così." Mi guardò in cerca di risposte ma io evitai il suo sguardo.
"Jimin puoi farcela, io vi lascio soli non c'entro in tutto questo."
La bloccai prima che potesse andarsene trattenendola per un braccio.
"Resta ho bisogno di te." Sussurrai e lei annuì.
"Allora posso sapere di cosa si tratta?" Disse Tae impaziente.
Respirai profondamente e mi feci coraggio. Strinsi la mano di Sara e cominciai a parlare."
"Si tratta di me, ma anche di te."
"Sei gay e sei innamorato di me?" Disse genuinamente curioso.
"No ma cosa stai dicendo non è questo e anche se fosse mi piacerebbe Yoongi hyung non tu."
"Ouch questa ha fatto male, ma non mi stupisce. Allora sputa il rospo Jimin sai che puoi dirmi tutto." Sorrise.
"Tae io non so come sia successo e ti giuro che non è stato intenzionale, ma provo un forte sentimento per Alessia e già da un po' a dire la verità. Avevo pianificato di tenerlo dentro e non dirlo a nessuno, ma questa cosa mi sta uccidendo e non posso fare nulla se non parlare con te."
Cominciai a raccontare tutto quello che era successo e come era iniziata senza mai fermarmi e senza mai lasciare la mano della mia povera amica.
"E questo è quanto." Mi voltai verso Tae e lo vidi impassibile.
Il suo volto non aveva espressione, né rabbia, né tristezza, né confusione. Nulla.
"Tae di qualcosa ti prego." Provai ad avvicinarmi ma lui si allontanò.
"I-io... Io ho bisogno di pensare." Detto ciò aprì la porta e andò via senza dire una parola.
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Mi scuso per l'assenza. Ecco a voi il nuovo capitolo. Ho scelto di aggiungere un po' di pepe a questa storia, non solo tra la protagonista e Namjoon ma anche tra gli altri personaggi. Spero vi piaccia. Alla prossima!!!
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