Il nemico tra di noi
❝ E tutte le vite avevano
esattamente la stessa durata,
sia quelle molto brevi che
quelle molto lunghe.❞
𝓣𝓮𝓻𝓻𝔂 𝓟𝓻𝓪𝓽𝓬𝓱𝓮𝓽𝓽
personaggi presenti: Hercule, César, Ambroise, Cornélie, Théa, Adrienne, Daniel
personaggi nominati: Elodie, Herman
n.b. perdonatemi se inserisco solo il primo nome, ma alcuni oc hanno nomi lunghissimi e mi veniva male
Mattina del 1 aprile 1885
-Interrogatorio numero ventisette...-
-Trentadue, ispettore.-
Un pesante sospiro si levò all'interno del vecchio ufficio, l'aria era tetra quanto gli animi delle due persone presenti all'interno di quella stanza, sfinite dai numerosi interrogatori che si susseguivano da tutta la giornata. Il direttore dell'Opera aveva messo a disposizione il proprio ufficio per permettere all'ispettore di svolgere gli interrogatori nella maggior intimità possibile senza venir disturbati da terze parti. Sicuramente questa idea aveva funzionato fin troppo bene, da circa tre ore l'ispettore Hercule Pierre Dubois e il vice ispettore César Noel Ophelys sedevano su comode poltrone ponendo scomode domande a uomini e donne agitati o sconfortati, spaventati o irati.
-Bene, César, facciamo il punto della situazione, cosa sappiamo fin ora?- domandò il più anziano dei due, mentre con due dita si sfregava gli occhi provati da una notte frenetica e da una giornata ancora peggiore che sarebbe stata solo il preludio di lunghe e dure indagini.
César invece, seduto sul bordo della scrivania di lucido mogano, mordicchiava distrattamente una stilografica ripercorrendo con gli scuri occhi gli appunti presi, il pensiero rivolto alle persone appena interrogate e parallelamente alla povera Elodie Legrant, vittima di un crimine così violento e particolare da risultare difficile pensare frutto di un caso.
-Per ora nulla di che.- fu la risposta data in tono meno avvilito, ma decisamente frustrato. -Gli impiegati sentiti fino ad adesso non la conoscevano oppure la osservavano ballare sul palco, niente degno di nota. Tranne che per la guardia, quel Herman Léo Lefevre, l'uomo che ha trovato il cadavere per primo.- aggiunse. -Non per questo é un sospettato, ma spesso gli assassini fingono di ritrovare il cadavere per sviare le immagini da loro stessi oppure per uno strano senso sadico di piacere nel rivedere il luogo dell'omicidio.-
L'ispettore sospirò leggermente, conosceva quel giovane e lo sapeva essere un bravo ragazzo, ma cosa avrebbe valso la sua testimonianza soggettiva? Ogni pista andava abbracciata e, anche se avrebbe voluto affermare il contrario, César aveva ragione.
-Lo faremo tener d'occhio per un po'.- rispose Hercule, la mano a sfiorare i folti baffi con aria pensosa. - È un peccato che al ritrovamento del cadavere tutti si siano ammassati lì intorno, se ci fossero state le impronte dell'assassino sarebbero risultate inutilizzabili.-
Hercule si poteva dire una persona dolce, comprensiva ed abbastanza gentile, ma se c'era una cosa che non sopportava era quando le persone iniziavano a far di testa loro di fronte ad un problema non di loro competenza, probabilmente questo era il suo lato più comune con César, che bisogno impellente avrà dovuto esserci di intervenire per spingere decine di persone ad avvicinarsi ad una ragazza palesemente morta? Anche il più ignorante degli esseri viventi avrebbe capito che con una tassa toracica sfondata e una pozza di sangue sgorgante da essa é impossibile sopravvivere. Hercule dischiuse le labbra, soffiando fuori un poco di aria mentre riprendeva la calma, cercando di dimenticarsi di come sarebbe stato vantaggioso poter studiare il luogo del delitto senza che quello fosse stato contaminato da decine di dipendenti a quanto pare accecati sin dalla prima mattina dallo smog parigino.
-Come si chiamava la ballerina di cui il signor Fournier ci ha parlato come grande amica della ragazza, quella che a sua detta è una persona problematica...- continuò Hercule, le sopracciglia leggermente aggrottate in un'espressione concentrata. -Ecco, Adrienne Florette Rothschild, dovremmo interpellarla subito, se conosceva Mademoiselle Legrant potrebbe dirci qualcosa.-
Un silenzio improvviso cadde nella stanza, un silenzio senza risposte. Il vice ispettore continuò ad osservare il proprio taccuino, lo sguardo più cupo rispetto a prima, a lasciar intravedere pensieri oscuri e tormenti irrisolti, mentre i ricordi scivolavano lontano e indietro nel tempo a momenti persi fino a pochi giorni primi, se César non aveva mai creduto nelle coincidenze in quei tempi recenti aveva imparato a ricredersi con un poco di sgomento. Un cadavere, un nome, una donna, un insabbiamento. La storia si ripeteva?
-César?- fu il richiamo che provenne dalle labbra arricciate in una smorfia contrita di Hercule, se c'era una cosa che sapeva bene era che lasciar perdere l'amico nei propri pensieri e congetture sarebbe stato come chiuderlo ad altri discorsi per lungo tempo, per quanto quei momenti di riflessione spesso potessero risultare brillanti e cruciali per le indagini in quel momento c'era ancora fin troppo da fare prima di mettersi a fare congetture, lui stesso stava trattenendo la propria mente dal viaggiare verso scenari ed ipotesi affrettate.
Anche César lo sapeva bene e fu veloce a riscuotersi, nascondendo al proprio collega che il motivo di quel suo silenzio non era legato direttamente all'omicidio. Almeno non a quello attuale.
-Buona idea.- fu il commento che si limitò a fare mentre si alzava volgendo lo sguardo all'ispettore che trovò non più vicino alla finestra, ma verso porta con un sorrisetto furbo sotto ai grigi baffi e un'espressione divertita nei vispi occhi.
-Indovina? Ho un'aggiunta per renderla ancora più interessante. -
-Non vorrei mai dubitare dei vostri metodi.- fu il secco commento di Ambroise, le parole condite da una pesante ironia che chiaramente traspariva dal tono quasi insolente dell'uomo. -Ma penso che questa sia un'idea alquanto discutibile.-
Tre figure avanzavano a passo svelto nei grandi e luminosi corridoi dell'Opera, l'aria smossa dai loro movimenti faceva tremare le fiamme sulla candida cera, mentre occhi indiscreti osservavano i loro passi e i più coraggiosi degli impiegati mormoravano al loro passaggio.
-Se posso permettermi di chiedere, perché lo pensa?- ribatté Hercule in tono molto più rilassato e con espressione affabile, intenzionato a non rispondere a tono al direttore, almeno per quel momento, iniziare una discussione sarebbe stato inutile e gli avrebbe fatto solo perdere tempo. Dal canto suo César, accanto all'ispettore, si limitò a lanciare un'occhiataccia all'uomo che stava facendo strada davanti a loro, mantenendo il silenzio più assoluto nonostante tutto negli occhi scuri dicessero quanto il direttore non gli piacesse per niente. Non era da lui fare supposizioni sulle persone che incontrava fin da subito, ciò poteva portare a grandi errori nel suo lavoro, ma l'aria pomposa e superba del direttore dell'Opera gli ispirava tutto tranne che fiducia, probabilmente era quel genere di uomo che per il successo sarebbe stato pronto a fare di tutto, anche a scatenare uno scandalo.
-Oh, niente di personale, anzi, penso sarà alquanto divertente.- rispose Ambroise, un sorrisetto sghembo dipinto sul volto, non divertito, ma vagamente presuntuoso. -Ma ci terrei a non avere altri incidenti inutili, quindi fate attenzione.-
I due uomini che lo seguivano si limitarono a lanciarsi uno sguardo incuriosito e un poco preoccupato, quelle parole non erano per niente rassicuranti per nessuno dei due, ma prima che potessero aprir bocca per fare altre domande furono costretti a fermarsi, delle parole e un battere ritmico giungeva alle loro orecchie insieme ad un delicato frusciare.
-Suvvia, mia nonna artritica era più aggraziata!- fu l'esclamazione severa che accolse i tre uomini appena essi vaecarono le porte del Foyer di danza. Davanti ai loro occhi si trovavano una ventina di ballerini disposti ordinatamente per la grande stanza luminosa in uno schieramento a scacchiera, veloci erano i loro movimenti in un volteggiare di gonne e in leggeri scricchiolii del lucido parquet.
-Daniel segui il ritmo, non sei nel mondo dei sogni.-
Le esclamazione dettate in tono severo ed autoritario provenivano da una donna che con passo lento camminava da un lato all'altro della stanza, girando intorno al gruppo e osservando con occhi assottigliati le movenze dei ballerini. I suoi passi, lenti ma regolari, venivano accompagnati dal costante battere di un nero e lungo bastone che stretto nel pugno della donna dava alla sua figura un'aria ancora più temibile.
Non ci volle molto perché i tre nuovi arrivati, incantati per qualche secondo dai movimenti aggraziati ed armoniosi del corpo di ballo, attirassero l'attenzione della dama dai rossi capelli che, dopo un cenno di Ambroise, diede istruzione ai ballerini di continuare con gli stessi ritmici movimenti per poi avanzare verso i tre uomini a passo più svelto con una cadenza leggermente zoppicante.
-Monsieur Dubois e Monsieur Ophelys vi presento Mademoiselle Leclerc, maestra di balletto.- la presentò Ambroise che in quella situazione fu il primo a parlare porgendo una mano alla donna.
Ella vi posò la propria con un gesto delicato prima di fare un piccolo inchino elegante che produsse un leggero fruscio della lunga gonna bianca, solo da quel movimento elegante e dalla postura quasi rigida si sarebbe potuto capire che ella in passato era stata una ballerina, simili riverenze erano quotidiane su un palco. Gli occhi vispi della donna si posarono immediatamente sui due sconosciuti, nonostante molte volte sui giornali parigini era sicura di aver scorto il volto del più anziano, lasciando che le iridi chiare si riflettessero con assoluta calma e freddezza nelle loro, nulla del resto aveva da temere.
-Onorato di conoscervi, Mademoiselle, non ci siamo mai incontrati in passato ma ricordo di aver assistito a diversi dei vostri spettacoli.- disse Hercule, prendendo la parola con un sorriso gentile e cordiale che avrebbe potuto sciogliere anche il più duro degli animi, per poi prendere la mano della donna e posarle un galante bacio sul dorso candido. -Incantevole, non avete perso la vostra grazia.-
Un piccolo sorriso si dipinse sulle labbra della donna, un sorriso di cortesia più che altro, nonostante quel complimento le avesse fatto piacere, era sempre bello ricordare i vecchi bei tempi. Un leggero tremolio le attraversò la gamba, la ferita nell'orgoglio più che quella al muscoli vibrò nel suo animo, portandola a raddrizzarsi meglio per nascondere quel fremito.
-Onore mio, ispettore.- mormorò ella con la candida voce, prima di rivolgere lo sguardo al terzo uomo. Dal canto suo César non si espresse in particolari espressioni galanti o di ammirazione, limitandosi ad un cenno del capo come saluto, cordiale ma non caloroso come quello dell'ispettore.
-A cosa devo la vostra presenza?- domandò quindi la donna, notando che lo sguardo dell'ispettore era perso tra i ballerini e che Monsieur Ophelys non sembrava intenzionato a parlare ma solo a squadrarla fermamente, come a memorizzare ogni dettaglio della sua persona.
Ambroise fece un leggero sospiro prima di lanciare alla maestra di ballo uno sguardo che valeva più di mille parole, parole di muto dissenso.
Lei inarcò un poco un sopracciglio mentre il vice ispettore rispondeva.
-Vorremmo parlare con i ballerini, immediatamente.- disse César, niente mezzi termini e parole dirette, non aveva voglia di girare intorno alla conversazione. -Vi saremo grati se poteste interrompere le prove.-
Il rosso sopracciglio si inarcò ancora di più a quelle parole, un'aria vagamente perplessa sugli incantevoli lineamenti.
-Tutti insieme?- domandò la donna in tono leggermente più basso rispetto a prima, lanciando al direttore uno sguardo molto simile a quello che lui pochi istanti prima aveva donato a lei, la stessa espressione contrariata sul volto che ricevette solo una leggera scrollata di spalle come risposta.
-Sì.- fu la nuova diretta e secca risposta del vice ispettore che non fece altro che far corrucciare di più la donna.
-Potremmo definirlo un metodo per restringere il campo.- aggiunse Hercule, le mani raccolte dietro alla schiena. César era un abile investigatore, ma a volte i suoi metodi erano molti diretti, non tutte le persone li accettavano di buon grado. -Studiare le reazioni dei sospettati può essere molto importante.-
L'espressione sul volto di Cornélie si addolcì un poco nonostante si potesse capire che non fosse del tutto convinta, si limitò a lanciare uno sguardo poco convinto al proprio superiore, come alla ricerca di una conferma. Ambroise dal canto suo sembrava quasi aver perso interesse alla conversazione, limitandosi ad osservare un punto non precisato alle spalle della donna, quando però si accorse che lo sguardo di lei era sul suo volto si limitò a fare un veloce cenno di assenso.
-E così sia.- fu il mormorio poco convinto della maestra di ballo che, dopo un leggero sospiro, batté con forza il nero bastone sul terreno.
Impressionante fu il risultato di quel semplice gesto, di quel suono che rimbombò per tutta la stanza: nel giro di pochi secondi i ballerini si disposero in due file ordinate alle sue spalle, rigidi come statue, gli sguardi attenti e la postura simile a quella di tanti soldatini.
-Impressionante.- fu il commento di Hercule, lo sguardo a passare da un volto all'altro, studiandoli sin dall'inizio, il più piccolo gesto e la più piccola espressione potevano essere cruciali.
-Questa, signori, si chiama disciplina.- furono le morbide parole di Cornélie che si scostò di lato, lasciando ai due uomini la piena visione sui ballerini.
Tensione e ansia si poteva leggere nei loro volti, paura in alcuni sguardi, nonostante le loro posizioni non tradissero stati d'animo particolari. Del resto saper controllare il proprio corpo fa parte dell'arte della danza.
-Signori e signore, prego, sedetevi.- fu l'ordine fermo di Hercule al quale nessuno ribatté, solo qualche vaga espressione stupita prima che con un gesto quasi coordinato, tutti i ballerini si sedettero. Quell'ordine, per quanto strano, fu dato per dare ad Hercule e a César la possibilità di studiare i volti di tutti i presenti, da una posizione più elevata ciò sarebbe stato più facile.
Davvero impressionante l'educazione e il rispetto agli ordini di quei giovani, chissà se la donna aveva anche dovuto picchiarli con quel bastone per impartire tanta disciplina, fu il pensiero di César mentre si allontanava dall'ispettore, appostandosi alla destra del gruppo.
-Abbiamo saputo che Mademoiselle Elodie Legrant era davvero molto brava.- disse Hercule, passeggiando lentamente davanti al gruppo, non facendo percepire che nessuno in realtà aveva detto loro niente al riguardo e quello era solo un pretesto.
Silenzio.
-Forse in lizza per diventare la nuova prima ballerina.-
Silenzio.
Il volto di Cornélie ebbe un fremito appena indistinto, ella non aveva parlato con nessuno delle capacità di Elodie e sicuramente non aveva mai detto che la ragazza avrebbe potuto diventare prima ballerina. Cosa stava dicendo quell'uomo?
-In soli due anni è diventata una delle migliori ballerine, sapete è molto strano che proprio così vicina al successo sia stata eliminata.-
Silenzio.
Cosa stava insinuando quell'uomo, che strano metodo stava utilizzando e soprattutto a dove voleva parare? Per Cornélie sarebbe stato impossibile concepire che un altro dei suoi alunni avrebbe potuto andar perso, in galera o per un omicidio. Strinse più forte il pomello del bastone, tanto forte da far sbiancare ancor di più le nocche pallide, questo gesto non sfuggì a César che, purtroppo, non sapendo leggere nelle menti pensò a motivazioni tutt'altro che innocenti per quel gesto e le sue intuizioni totalmente diverse da quelle reali della donna.
-Pensiamo che l'assassino si possa trovare tra di voi e che sempre tra di voi si trovino le sue future vittime, pronto a tutto pur di tutto per raggiungere il successo potrebbe colpire in ogni momento.-
Silenzio, la tensione e la paura dei presenti era più palpabile e anche i giovani iniziavano chiaramente ad agitarsi, muovendosi sul posto e sospirando ansiosamente, per questo sembrò quasi che l'aria si frantumò in mille pezzi quando una risata cristallina si infranse nell'aria, spezzando quel clima teso e facendo perdere a tutti i presenti un battito.
-Oh, vi prego, é la teoria più infondata mai sentita.- fu il commento di una ragazza in seconda fila. Subito tutti gli sguardi furono puntati su di lei che non fece neanche la minima piega, neanche quando la maestra di ballo sembrò incenerirla con le iridi chiare.
-Perché dite questo, Mademoiselle...- iniziò Hercule, lasciando la frase in sospeso, non avendo la minima idea di chi fosse quella ragazza.
-Théa.- rispose la giovane, gli occhi dal taglio ferino chiaramente divertiti. -Insomma, chiunque vi abbia detto che Elodie era un'ottima ballerina deve essere cieco oppure non aver mai visto qualcuno di davvero talentuoso. Le sue movenze erano più simili a quelle di un vitello che a quelle di una ragazza.-
-Théa!- esclamò Cornélie, il tono contrito e lo sguardo furioso. -Porta un po' di rispetto.-
-Sto solo dicendo la verità, tutti si sono sempre chiesti perché sia stata ammessa nel corpo di ballo quando non sembrava conoscere un minimo di grazia.- ribatté ella ricambiando lo sguardo della tutrice senza paura, i chiari occhi taglienti tanto quanto le severe parole. -Se qualcuno avesse voluto eliminare la concorrenza di certo non sarebbe partito da lei.-
-Dimmi, sarebbe partito da te?- fu la fredda risposta data da una ragazza seduta nella fila indietro, gli scuri occhi calmi puntati sulla bionda, nonostante i presenti avrebbero potuto notare un certo fremito nelle sue spalle.
Mentre tutti sembrarono trattenere il respiro Hercule e César si scambiarono uno sguardo, una muta domanda negli occhi: dovevano intervenire? No, quella era la strada su cui volevano viaggiare ed in quel momento dovevano solo attendere.
-Perlomeno io non ho bisogno di un'incapace come amica per far risaltare le mie capacità e diventare prima ballerina.- mormorò Théa senza degnarla di uno sguardo, intenta a studiarsi le unghie con aria annoiata.
Silenzio regnava di nuovo tra gli altri ballerini che sembravano osservare quasi intimoriti quello scambio di battute, César ci avrebbe scommesso un patrimonio che la metà di loro avrebbe pagato volentieri per andarsene a gambe levate.
-Adrienne, Théa, penso possa bastare...- furono le parole di Cornélie, decise a riportare la calma, ma che in realtà scatenarono la tempesta. Fu un secondo il tempo che ci volle alla prima ballerina per scattare in avanti e mettersi faccia a faccia con Théa, gli occhi due pozzi di fuoco.
-Ripetilo.- sibilò stringendo i pugni ed avvicinandosi alla ragazza.
Con altrettanta rapidità la seconda giovane si alzò fronteggiando l'altra e superandola in altezza di qualche centimetro.
-Ti dirò di più, forse non è solo stata un'amica incapace, magari anche soldi mandati da mammina e papino o chissà, la capacità di aprire le braccia a...- finire la frase per la bionda fu impossibile, nessuno avrebbe immaginato che Adrienne, così gracile di aspetto, sarebbe stata tanto veloce nel caricare un braccio per tirare un pugno in pieno viso alla ragazza, causando degli urletti sorpresi e un indietreggiare tra gli altri ballerini.
-Adrianne!- esclamò la maestra di ballo facendo qualche passo avanti ma venendo fermata da Ambroise che le impedì di avanzare ponendo un braccio davanti ad ella.
-Io vi avevo avvertito.- fu il semplice commento del direttore dell'Opera che, vagamente divertito, che osservava la scena di fianco ad Hercule con le braccia incrociate ed un'espressione annoiata sul volto. Non sembrava sorpreso, quasi più seccato, nonostante anche quel tipo di emozione fosse appena accennata negli occhi smeraldini.
Il resto fu alquanto veloce: Théa, con il naso grondante sangue ad imbrattare il roseo completo, barcollò indietro per qualche secondo, prima di scattare di nuovo in avanti e dare uno spintone ad Adrienne che incespicò sulle gambe di un ballerino alle sue spalle e cadde malamente con un piccolo gemito di dolore. Sotto agli allibiti sguardi dei presenti la ballerina si rialzò, avanzando di nuovo verso l'altra con uno slancio zoppicante, questa volta però alcuni dei presenri non restarono a guardare: un ragazzo si parò davanti ad Adrianne, fermandola nonostante ella si dimenasse come un gatto intrappolato, cercando di scivolare via dalla solida presa. Théa invece venne bloccata da César che si limitò a postarle una mano sulla spalla, mentre due ballerine si avvicinavano con un panno a porgerglielo per fermare il sangue che affluiva dal setto nasale.
-Sei solo una serpe invidiosa!- urlò la mora ballerina con voce incrinata, sempre tenuta ferma dal ragazzo che cercava di calmarla con parole inudibili agli altri presenti. -Avresti dovuto esserci tu al suo posto! -
Théa dal canto suo si limitò ad uno sguardo velenoso che perforò sia la persona di Adrianne che quella del giovane che la reggeva, le mani a tener fermo il bianco panno già tinto di rosso scarlatto nella parte più vicina al viso.
Hercule e César si scambiarono uno sguardo d'intesa mentre Cornélie avanzava verso la ballerina dal naso sanguinante e il resto del corpo di ballo si allontanava, per quel giorno non ci sarebbero state più prove.
-Daniel, porta Adrienne nei camerini e faccela restare finché non si calmerà, manderò qualcuno a dare un'occhiata a quella caviglia.- esclamò la donna dai rossi capelli, uno sguardo di pietra sul volto a non lasciar intravedere un minimo pensiero o una misera emozione mentre ordinava ai suoi allievi come comportarsi.
Il ragazzo annuì, gli occhi chiaramente dispiaciuti e un'espressione mortificata sul volto mentre la giovane tra le sue braccia sostava ormai accasciata, lo sguardo in tralice perso nel vuoto e un pallore mortale sul viso.
-Mi dispiace, sono sicuro nessuna delle due volesse fare una scenata simile.- mormorò Daniel, in tono di scuse, nonostante egli non fosse coinvolto in quel piccolo scontro sembrava più demoralizzato e dispiaciuto delle due protagoniste della zuffa messe insieme. Théa fece un verso di dissenso a quelle parole, mentre girando i tacchi si allontanò a passo svelto.
Cornélie sospirò, ma fu Hercule a prendere la parola mentre César usciva a passo svelto dal Foyer di danza, pronto a seguire le prime linee di un piano che avevano vagamente delineato.
-Portala via, giovanotto.- fu il commento dell'ispettore che lasciò vagare lo sguardo sulle due ragazze, quella che si stava allontanando chiaramente infuriata e l'altra quasi in estasi, l'aspetto abbandonato più simile a quello di un cadavere. -Non é successo niente di irrimediabile.-
Il ragazzo annuì mentre, sussurrando ancora qualche parola alla ragazza, si avviava verso un'uscita secondaria, il volto ancora dall'espressione avvilita.
L' ispettore sospirò mentre la maestra di ballo gli lanciava un'occhiata poco amichevole, la polizia era lì per aiutare o per creare ulteriore scompiglio?
-Questa signori e signore é l'Opera Garnier.- esclamò Ambroise facendo sobbalzare tutti, le braccia in un rapido gesto verso al cielo, come se stesse presentando un circo più che un rispettabile teatro. -Dove menzogne e dolore si spargono fin oltre ai confini della recitazione, benvenuti nello spettacolo.-
Poi, girando i tacchi l'uomo se ne andò, non permettendo ai presenti di studiare la sua espressione e lasciandosi dietro due paia di occhi confusi e incuriositi, le frasi appena pronunciate velate di un mistero incomprensibile.
Non sono quel tipo di persona che dice "il mio lavoro fa schifo" per farsi elogiare quindi non pensatelo, sappiate che però questo capitolo mi ha davvero delusa, pensavo sarebbe stato migliore, non so come, ma migliore. Quindi siate liberi di criticare, dare consigli e punti in cui secondo voi dovrei prestare più attenzione, insultatemi anche se ho interpretato male i vostri oc. No okay su quest'ultima cosa scherzo, però ditemi se ho stravolto qualcosa o se secondo voi ho esagerato in qualche aspetto. E giuro che quello che è successo ha un senso, su questo siate fiduciosi ahah
Inoltre all'inizio di ogni capitolo, come avrete visto, ho segnato i personaggi che ci sono e quelli che sono nominati, é una cosa che mi aiuterà anche a capire con quanta frequenza metto un personaggio e chi devo far apparire per non trascurarli, quindi non preoccupatevi se il vostro oc potrebbe non comparire per qualche capitolo, ho in mente parti uguali per tutti, solo che non posso gestire venti oc in ogni capitolo i uscirebbe una roba di ventimila parole-
Però vi invito caldamente a leggere i capitoli in cui non ci sono i vostri oc, so già che lo farete perché siete fantasticosi ma la me paranoica vuole dirlo, perché tutto è collegato.
Ultimissima cosa che mi sono dimenticata di chiedervi: i vostri oc sfrutteranno gli appartamenti messi a disposizione dall'opera per i suoi dipendenti oppure hanno una residenza al di fuori del teatro?
Mi sono dimenticata di chiedervelo negli scorsi capitoli, pardon.
Fatemi sapere cosa ne pensate e alla prossima ❤️
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