ᰍ 𝐘𝐔𝐔𝐆𝐄𝐍, 𝐛𝐬𝐝: « 𝐊𝐚𝐫𝐥 𝐁𝐫𝐮𝐜𝐤𝐧𝐞𝐫 »
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➤ 𝙽𝙰𝙼𝙴: 𝚔𝚊𝚛𝚕 𝚋𝚛𝚞𝚌𝚔𝚗𝚎𝚛
➤ 𝙰𝙵𝙵𝙸𝙻𝙸𝙰𝚃𝙸𝙾𝙽: 𝚛𝚊𝚝𝚜 𝚒𝚗 𝚝𝚑𝚎 𝚑𝚘𝚞𝚜𝚎 𝚘𝚏 𝚝𝚑𝚎 𝚍𝚎𝚊𝚍
➤ 𝙾𝙲𝙲𝚄𝙿𝙰𝚃𝙸𝙾𝙽: 𝚖𝚎𝚖𝚋𝚎𝚛
➤ 𝙰𝙱𝙸𝙻𝙸𝚃𝚈: 𝚒𝚕 𝚐𝚛𝚊𝚗 𝚜𝚘𝚕𝚎 𝚍𝚒 𝚑𝚒𝚛𝚘𝚜𝚑𝚒𝚖𝚊
➤ 𝙺𝙴𝚈 𝚆𝙾𝚁𝙳: 𝙴𝚇𝙿𝙻𝙾𝚂𝙸𝙾𝙽
ꗃ Nome:
𐑺 Karl.
Il nome Karl e una delle varianti del nome Carlo, che deriva dal germanico “karl”, che significa “uomo libero”.
La variante Karl del nome è utilizzata prevalentemente nel nord Europa senza troppi cambiamenti, tanto che in Russia è un nome anche abbastanza comune.
A scegliere il nome per il ragazzo non è stata la madre, che era purtroppo morta prima di poter vedere con i propri occhi il figlio, ma l’uomo a cui Karl è stato affidato appena nato, dato che non aveva più genitori e i parenti della donna erano irrintracciabili. Karl non ha mai avuto genitori, l’unica persona nella sua vita che ricopriva il ruolo lasciato vuoto dalla madre era un ex militare dell’esercito russo, uomo a cui non era rimasto nulla e che era coinvolto in alcune faccende non proprio legali. Ad essere onesto la gente con cui ha vissuto per gran parte della sua vita non lo chiamava quasi mai per nome, tanto che ha rischiato di iniziare a credere che il proprio nome fosse “parshivets” ( in cirillico: паршивец), che significa “moccioso”; seppur non fosse un modo tanto affettuoso di rivolgersi a lui, Karl ha sempre creduto che lo facessero amichevolmente, cosa che gli è stata pure confermata da tutti gli abbracci e le pacche che si prendeva.
Come nome non gli dispiace anzi, lo ritiene estremamente internazionale e comodo, soprattutto se deve fingersi qualcun altro e non ha voglia di prestare attenzione, basta che cambi la pronuncia e da Karl diventi Charles e il gioco è fatto!
Tornando al significato, di certo Karl si adatta allo spirito libero e incontrollabile del ragazzo, che in tutta la sua breve vita non ha mai avuto alcun obbligo o dovere, persino la scuola per lui era qualcosa di “extra”, qualcosa che era accettabile fin quando rimaneva divertente, non c’era da stupirsi se il suo numero di assenza arrivava quasi sempre al massimo, se non per uno o due giorni. Karl è un “uomo libero”, si è sempre definito così e non ha mai accettato che l’autorità altrui gli impedisse di fare una cosa o un’altra, ha sempre cercato di raggiungere una condizione in cui nessuno avrebbe potuto impedirgli di decidere per sé, ora può dire di aver completato il primo passo verso il suo grande sogno. A Karl non è mai piaciuto rimanere in un posto per troppo tempo, non ha mai avuto profondi legami con città o compagni di scuola, non ha mai avuto amici al di fuori di quella che era la sua strana ma funzionale “famiglia”, che comunque lo seguiva fedelmente ovunque volesse andare. I governi mondiali non gli piacciono, le leggi per lui sono superflue: si definirebbe un anarchico se volesse veramente perdere tempo a parlare di politica, ma a lui non interessa, a lui basta sapere di poter arrivare al giorno successivo, poter vedere un altro tramonto, poter ridere ancora mentre alle sue spalle qualcosa prende fuoco o esplode, l’importante rimane lasciare il segno, nulla ha un valore maggiore delle memorie che si lasciano alle proprie spalle. A Karl non interessa se ciò che fa sia illegale o meno, non ha mai badato a tali sottigliezze, l’importante era non farsi beccare. Mano a mano che gli anni passavano, però, Karl ha iniziato a diventare più accorto e attento, arrivando alla conclusione di desiderare un mondo in cui si possa vivere in libertà, una libertà vera. Ma dov’era la libertà tanto sognata da Karl? Sicuro non in un mondo in cui vi sono organizzazioni che dicono di mantenere la pace, ma che in realtà fanno solamente i propri comodi. Questo è il motivo per cui ha deciso di impiegare il proprio tempo per una giusta causa: partendo dalla distruzione di Yokohama l’organizzazione che aveva deciso di servire avrebbe permesso la nascita di un mondo veramente libero- secondo l’opinione di Karl.
ꗃ Cognome:
𐑺 Bruckner-Niktov.
Il cognome Bruckner è noto per essere appartenuto all’autore austriaco Karl Bruckner (1906-1985) che fu un convinto sostenitore della pace, del dialogo internazionale e della giustizia sociale. È noto per aver composto alcune opere molto famose, tra cui “Il Gran Sole di Hiroshima”, che è il suo lavoro più famoso.
• Il cognome deriva dal tedesco ed è di tipo topografico, dato che il suo significato puà essere “qualcuno che vive vicino a un ponte”; un’altra interpretazione del cognome può essere fatta risalire ad una professione quale quella dell’esattore di pedaggi del ponte, che è quindi una variante di “Bruck” con l'aggiunta del suffisso “-ner”.
Se si facesse risalire il cognome ad un’origine ebraica, invece, si avrebbe un riferimento ad un nome professionale composto da “yiddish bruk” il cui significato è 'marciapiede' in aggiunta del suffisso “-ner”; in conclusione questo cognome si rifarebbe a coloro che mettevano le pietre per la costruzione dei marciapiedi.
Come è possibile vedere, il primo cognome di Karl non ha niente di “russo”, anzi è riconducibile alle nazioni germaniche quali, appunto, la Germania e l’Austria. Bruckner era il cognome dell’uomo con cui sua madre si sarebbe dovuta sposare, matrimonio che non ebbe mai luogo a causa dell’uccisione dell’uomo, affossata dalle aurorità russe come qualcosa che non era mai accaduto. Per questo motivo, qualsiasi cosa riguardasse Jakob Bruckner fu fatta sparire: Karl utilizza il cognome del padre biologico proprio perché è irrintracciabile, in questo modo l’identità di “Karl Bruckner” risulta inesistente e ha il permesso di agire indisturbato, dato che anche se lo rintraccessero non sarebbero comunque in grado di ricollegarlo a nessuno, soprattutto alla madre, la quale è morta prima di poter partorire, o almeno questa è la versione ufficiale che è stata trasmessa alle autorità. Karl è quindi un fantasma, non dovrebbe esistere, eppure cammina su questo mondo come se nulla fosse. Karl è venuto a conoscenza dell’identità del padre grazie all’aiuto di una sua conoscenza che lavora per il governo: ci è voluto parecchio per arrivare a scoprire chi fosse Jakob Bruckner, ma alla fine Karl ha scoperto l’identità dei propri genitori biologici, non che gli interessasse saperla per andare a cercare dei parenti, semplicemente pura curiosità.
• Il cognome Niktov ( scritto “никтов” in cirillico) significa “Nessuno” ed è un palese riferimento al fatto che Karl effettivamente non esista per il governo, che la sua vera identità non compaia in alcun registro ufficiale se non in quelli che riguardano numerose indagini sulla criminalità organizzata.
Ora come ora si fa chiamare Karl Niktov per quanto riguarda i documenti dato che avere il passaporto e la carta d’identità gli fa comodo: si è fatto registrare nei registri della nazione russa da una sua conoscenza, la quale ha furbamente falsificato tutto ciò che era possibile falsificare, persino l’impronta digitale, che ha preso da qualcuno totalmente a caso.
Il nome “Karl Bruckner” è solitamente associato alla figura di un criminale noto per essere stato coinvolto in numerose esplosioni di palazzine: non vi è mai alcuna chiara fotografia associata a questo nome, se non alcune immagini sfocate di una persona dall’aspetto maschile con un cappello in testa e un lungo cappotto nero, ma a parte questo le autorità non hanno altre informazioni dato che ovunque egli vada non rimane altro che “cenere e distruzione” (testuali parole del telegiornale russo).
ꗃ Soprannome:
𐑺 “Marx” & “Nitro”.
• “Marx”
Il soprannome di “Marx” se lo è guadagnato più come presa in giro che altro, non tanto per le ideologie o l’aspetto fisico quanto per il proprio nome. Sentendo il nome Karl è plausibile che venga in mente la figura di Karl Marx, un importantissimo pensatore ottocentesco. Solamente i propri compagni, i membri dell’organizzazione “rats in the house of the dead” conoscono questo divertente modo con cui viene chiamato, essendo stati loro a coniarlo. Ad essere onesti a lui non fa impazzire, soprattutto per il fatto che in questo modo venga associato al concetto di comunismo e marxismo, e ad essere onesto lui non ha proprio niente a che fare con questi filoni politici, lui è un anarchico a cui non interessa nulla di nessuno, gli basta essere libero di fare ciò che desidera. Non c’è molto da dire sulla nascita di questo soprannome, hanno iniziato ad usarlo da un momento all’altro, soprattutto quando Karl fa qualche commento intelligente si sente rispondere “ecco il nostro Karl Marx” con tanto di pacca sulla spalla, come se avesse bisogno di un incoraggiamento ogni volta che dice qualcosa di minimanmete utile. Sa benissimo che i suoi colleghi e compagni scherzano solo, ma come soprannome non lo entusiasma, preferisce di gran lunga un semplice “Karletto”, almeno non è imbarazzante. La prima persona ad usare il soprannome di Marx, però, è stata Michail Lermontov (DemiGod_06), che ha dato il via alla stramba moda di chiamarlo come il pensatore ottocentesco.
• “Nitro” (нитро)
Questo è un soprannome che non gli è stato affibbiato dai propri compagni o dai propri amici ma dai giornali e telegiornali russi, i quali non avendo alcuna informazione sulla sua identità hanno dovuto iniziare ad usare uno pseudonimo, che mano a mano è diventato sempre più famoso nella grande nazione russa, per sfortuna dei suoi abitanti. Il soprannome può essere fatto derivare dal nome dei composti del Nitro o dall’abbreviazione della Nitroglcerina, in entrambi i casi si parla di sostanze altamente esplosive. Il soprannome è comparso sui titoli dei giornali per la prima volta quando Karl aveva sedici anni e dopo quel giorno ad ogni esplosione tornava l’interrogativo di un possibile coinvolgimento dell’uomo in nero, accompagnato da cenere e distruzione. A lui non dispiace il soprannome, se è necessario lo utilizza anche come nome in codice, soprattutto per quanto riguarda le missioni sul campo. Il soprannome, però, non è nato come riferimento ad una sostanza ritrovata sui luoghi delle esplosioni, dato che queste non sono generate da niente se non la propria abilità, la quale non sfrutta sostanze chimiche altamente esplosive, essendo già Karl di suo una mina vagante. Il soprannome è stato utilizzato perché all’inizio sul cappello che indossava la volta in cui delle telecamere di sicurezza erano riuscite a riprendere erano appoggiati un paio di occhiali dalla forma rotonda, che richiamavano quelli di uno scienziato da laboratorio: da qui il soprannome “Nitro”.
ꗃ Età e Data di Nascita:
𐑺 22 anni.
𐑺 9 gennaio.
Il giorno in cui è nato è sicuramente il nove gennaio dell’anno duemila, ne è certo, dopotutto è una delle poche certezze sulla sua vita privata. Il giorno in cui è nato non era particolarmente bello, per quanto riguarda il clima e il tempo, anche se si trattava di una giornata festiva in Russia, dato che come sappiamo si festeggia il natale ortodosso, che cade il 7 gennaio. Per essere un periodo festivo, Karl non ha mai trovato alcun motivo per festeggiare il suo compleanno, soprattutto perché il ragazzo lo considera più come il giorno della morte della madre che come il suo compleanno. Seppur non abbia mai conosciuto la madre, Karl ha sempre rispettato e onorato la sua memoria, dato che è certo che se non fosse morta lo avrebbe cresciuto con tutto l’amore possibile, o almeno questo è quello che gli è stato detto da quei pochi conoscenti della donna con cui ha ancora a che fare.
È strano che non festeggi il proprio compleanno, dopotutto Karl è un giovane che cerca sempre un motivo per far festa e rallegrare gli animi delle persone che gli stanno accanto, per questo motivo di solito sono le persone a lui attorno che si occupano di organizzare una “festa”, per quanto bere davanti ad un falò sia considerabile una festa.
Il suo segno zodiacale è il capricorno, uno dei segni dell’elemento terra. I capricorno vengono descritti come persone riflessive e prudenti, dotate di una perseveranza e una determinazione davvero notevoli. Un Capricorno non si dà mai per vinto e si applica giorno dopo giorno per raggiungere i suoi obiettivi. Nei confronti degli altri, è inizialmente chiuso e riservato. Non è facile entrare nel suo cerchio d'amicizie perché tende a mostrare una facciata distaccata. Tuttavia, una volta conquistata la sua fiducia si rivela un amico affettuoso e leale, però rischia di essere troppo materialista e testardo. Inoltre, l'estrema riservatezza lo porta spesso a chiudersi in modo eccessivo al mondo esterno e di presentare un certo pessimismo che lo può allontanare dalle altre persone. Nei Capricorno si riscontra un forte attaccamento alla famiglia e agli amici, però, non è semplice conquistare la fiducia un nativo di questo segno; infatti, bisogna avere pazienza ed essere in grado di abbattere le sue barriere iniziali per dargli modo di fidarsi completamente e di aprirsi spontaneamente. Il distacco e la riservatezza di queste persone si spiegano con la loro paura innata di soffrire e di perdere la persona amata. Una volta che viene superato questo blocco, il Capricorno risulta premuroso e attento, sempre pronto ad aiutare o a soddisfare qualsiasi richiesta. A differenza di quanto si possa pensare si dimostra anche molto affettuoso e passionale. I suoi capisaldi per una relazione sono sicuramente lealtà e fedeltà: se viene tradito, non perdona. Quando si perde la sua fiducia, è per sempre.
Il tutto è molto ironico considerato che Karl non è il genere di persona che si potrebbe definire come “prudente” anzi, è una di quelle persone a cui il rischio piace, anche a costo di finire nei guai. Eppure il suo disinteresse nella prudenza non gli impedisce di pianificare attentamente i propri colpi, dopotutto si parla di un esperto nell’ambito, non del primo sprovveduto che si incontra per strada. Karl è, inoltre, il tipo che come stile di vita ha “work smarter not harder”, infatti la sua determinazione si ferma ad un certo punto, al punto in cui Karl è sicuro ditrovare una strada secondaria che gli permetta di ottenere lo stesso risultato senza faticare inutilmente a lungo. Per essere precisi, Karl non è una persona che si fida degli altri e che stringe legami facilmente, è vero, ma è anche estremamente solare e amichevole con chiunque, quindi è difficile comprendere la sua diffidenza, nascosta da un ampio e allegro sorriso. È una persona affettuosa e leale, è vero, ma non va confuso il suo interesse per possessività, semplicemente è una persona appiccicosa e a cui piace il contatto fisico, nulla di più.
ꗃ Prestavolto:
𐑺 Portgas D. Ace, One Piece
Karl è un giovane che salta subito all’occhio, non tanto per qualche caratteristica particolare come capelli tinti o occhi di colori strani, quanto più per il suo modo di vestire, ma prima di parlare di questo è meglio presentare la figura di Karl. È una persona dal fisico maschile, per quanto non si identifichi in tal genere, ben scolpito e allenato, come se non facesse altro che stare in palestra, anche se non ci va proprio. Questa caratteristica del suo fisco è qualcosa che si nota subito, soprattutto perché tende a non apprezzare i vestiti stretti e attillati, indossando quasi esclusivamente camicie, che per un motivo o per un altro finiscono sempre per rimanere del tutto slacciate, mostrando a tutti coloro che trovano interesse nei suoi addominali la carnagione chiara, non pallida ma non cadaverica, che per quanto sembri perfetta nasconde non poche particolarità, come per esempio le numerose lentiggini sulle sue guance, oppure i tatuaggi, perché non se li è mai fatti mancare: ne ha uno che gli percorre tutta la schiena e le braccia, arrivando fino ai polsi. Ha sempre trovato affascinante l’arte dei tatuaggi, quando era più piccolo andava a sedersi davanti al negozio del tatuatore della zona in cui viveva lui, aspettando di vedere le persone uscire per poi chiedere loro di mostrargli il tatuaggio, se per loro non era un problema. È un tatuaggio quasi floreale, elegante e raffinato, qualcosa che non ci si aspetterebbe di vedere su un giovane che va in giro con la camicia sbottonata, un cappello in testa e uno sguardo beffardo, eppure Karl ha una personalità molto più fine di quanto non ci aspetti, anche se poi il suo comportamento sembra quello di uno scaricatore di porto- cosa che lui di base non è, ma ha una reputazione da mantenere. La caratteristica di questo grande tatuaggio, che non si espande poi sul petto, lasciando la parte frontale del suo busto intatta, è il colore: rosso, un rosso che al buio diventa fluorescente e si illumina, dando quasi l’impressione che sulla sua schiena e sulle sue braccia il tatuaggio stia prendendo fuoco. Come gli sia venuto in mente di fare un tatuaggio fluorescente è tutta un’altra storia, ma apprezza molto il risultato dell’opera del suo tatuatore di fiducia, tanto che non ha mai smesso di ringraziarlo.
Ignorando il tatuaggio, che salta immediatamente all’occhio quando si guarda la sua carnagione chiara, è meglio passare a qualche altra caratteristica del suo aspetto fisico. Il suo volto ha una forma abbastanza arrotondata, i suoi lineamenti sono ben marcati e piacevoli da vedere, soprattutto accostati con il suo taglio di capelli: un taglio quasi impreciso, come se se li fosse tagliati da solo, ma allo stesso tempo gli stanno decisamente bene, lasciando quindi il dubbio se sia fatto apposta o sia venuto in questo modo per puro caso. La fronte rimane quasi del tutto scoperta mentre due ciocche corvine gli ricadono lungo i bordi del viso, nascondendo parzialmente le orecchie, il resto dei capelli gli ricadono lungo il collo, arrivando fino alla fine di esso, ma non raggiungendo mai le spalle. Il colore scuro dei capelli si intona perfettamente con i suoi occhi scuri, spesso nascosti nell’ombra del suo cappello o da un paio di occhiali dalle lenti colorateo scure.
ꗃ Storia:
𐑺 Childhood: The boy who doesn't exist
Il giorno in cui è nato, il 9 gennaio, non era una belòla giornata: il cielo era grigio, soffiava un gelido vento e in strada si congelava, la temperatura era sorprendentemente bassa, e se lo dicono dei russi dobbiamo fidarci. Karl non sa quasi niente di quel giorno, non gli hanno mai voluto raccontare cosa sia veramente successo, ma non può biasimare Sergei, che è stata l’unica figura paterna che abbia mai avuto, l’unico che si è preso cura di lui, sapendo che Karl non avrebbe mai avuto una madre e nemmeno un vero padre. Karl è nato per miracolo, è stato salvato da un medico della zona, che abitava poco lontano dalla casa di sua madre Karolina, che è morta qualche ora prima di dare alla luce il figlio. Se non fosse stato per il Dottor Ivanov, Karl non sarebbe mai sopravvissuto: non ebbero tempo di portare la donna in ospedale, Ivanov prese la decisione di svolgere il parto nella sua clinica, che si trovava dall’altra parte della strada.
Il quartiere in cui Karolina viveva era considerato uno dei posti meno sicuri di tutta la città, noto per essere frequentato da persone poco raccomandabili, ma allo stesso tempo si trovava sotto la “protezione” di un gruppo criminale emergente. Ivanov era il loro medico di fiducia, non aveva problemi a svolgere lavori illegali se necessario, questo è il motivo per cui Karl, appena nato, fu affidato alle cure di Sergei e non consegnato ai sevizi sociali. Ivanov, su richiesta dell’uomo, non dichiarò mai la nascita del bambino, dichiarando la morte di Karolina e del suo bambino. Karl Bruckner era appena nato e già era un fantasma: non aveva un nome, non aveva una famiglia, non esisteva per nessuno fuorché quei pochi che lo avevano visto gattonare, fare i primi passi e dire le prime parole. La sua infanzia non fu quella che noi diremmo essere stata proprio normale: trascorreva più tempo per strada di quanto non lo facesse in casa, non che ne avesse una vera e propria, dato che l’unico posto che ricopnosceva come “casa” era l’abitazione di Sergei, il quale aveva chiaramente esplicitato più volte come quella non fosse casa sua e come lui non fosse suo padre, ma solo un tutore momentaneo. All’inizio Sergei sembrava deciso a darlo in adozione o affidamento, andando a registrarlo, dato che iniziava a ritenere che la promessa fatta a Karolina non fosse altro che un modo per mettere a rischio il bambino, essendo lui coinvolto in una sorta di associazione criminale emergente. Quello non era un ambiente adatto ad un bambino e seppur Sergei cercasse di spiegare al piccolo Karl di tenersi il più lontano possibile da quelle persone, finiva sempre per trovarlo seduto sulle gambe di quello che era il braccio destro del “capo” di quell’organizzazione, un certo Pavel: a Karl non sembrava qualcosa di pericoloso sedersi e osservare Pavel giocare a poker con i suoi amici e colleghi, Sergei non la pensava allo stesso modo ovviamente. A quel tempo non frequentava la scuola materna, non aveva nemmeno frequentato l’asilo, non tanto perché a Sergei non interessasse quanto perché dovevano ancora risolvere il problema dei documenti, cosa che avrebbero risolto poco prima dell’iscrizione alla scuola primaria di primo grado, le elementari. Fino a quel momento trascorreva le giornate scorrazzando per il quartiere in cui era nato, accompagnato dai suoi amici Davyd e Filipp, coi quali di divertiva ad imitare i personaggi dei film che guardavano.
Sergei riuscì a contattare una sua conoscenza che lavorava per il governo e gli bastò poco per convincerlo ad inserire l’identità di Karl Niktov nei database, falsificando tutto il resto. Facendo così Karl potè tranquillamente frequentare la scuola elementare della zona e anche se non aveva frequentato la materna aveva sempre trovato interessante leggere qualcosina e scrivere, perciò non ebbe eccessive difficoltà ad ambientarsi. In classe con lui c’era che Filipp, il suo amico con cui era cresciuto, e ben presto al loro piccolo trio si aggiunsero sempre più bambini, arrivando a formare una vera e propria “gang”, così li chiamava Pavel ridendo, dicendo che se si fossero impegnati da grandi sarebbero diventati dei loro rivali. Davyd aveva preso seriamente quest’affermazione di Pavel, e così fu fondato il loro strano ma divertente gruppo, composto da non pochi bambini. Erano piccoli, sì, ma scatenati ed entusiasti, difficili da controllare per chiunque e vere e proprie pesti: scorrazzavano per le strade urlando e ridendo, facendo scherzi qua e là, imitando Pavel e i suoi colleghi, per quanto dei bambini di sei/sette anni potessero fingersi gangster. All’inizio il capo del gruppo era Davyd, che era sempre stato un tipo particolarmente carismatico, per essere un bambino ovviamente, e aveva sempre avuto una personalità da leader, ma quando Karl scoprì la propria abilità tutto cambiò: i bambini de gruppo decisero che il loro capo sarebbe dovuto essere forte, imbattibile, così all’unanimità si decise che il nuovo capo del gruppo sarebbe stato Karl. Davyd non la prese male, anzi sembrava fiero del suo amico, lo ammirava per possedere un’abilità tanto favolosa e pericolosa! Sergei non fu contento per niente di scoprire dell’abilità del bambino, non tanto perché fosse un pericolo pubblico ambulante, quanto perché sarebbe finito sicuramente nel mirino dei suoi colleghi e di Pavel, che non si sarebbero lasciati scappare la possibilità di aver tra di loro un utilizzatore di abilità soprannaturali, dato che si credeva fossero tutti scomparsi. Pavel, decise, quindi, che Karl sarebbe diventato uno di loro, persino il capo sembrava d’accordo, anzi si offrì pure di adottarlo, ma Karl rifiutò, dicendo che avrebbe trovato prima o poi il suo posto del mondo e che non voleva che una relazione di tipo famigliare gli impedisse di essere chi voleva diventare. Per aver sette anni, Karl era un vero e proprio portento.
Le maestre non potevano essere della stessa opinione dei membri del gruppo criminale, infatti sostenevano che ci fosse qualcosa che influenzasse negativamente Karl: certo, i suoi voti erano ottimi, ma si comportava in modo particolarmente ingestibile. Lui e i suoi amici diventavano sempre più spericolati, insubordinati tanto che vennero definiti dei veri e propri teppisti persino dalla preside della scuola.
Più gli anni passavano e più Karl e i suoi amici crescevano e finivano coinvolti in quell’organizzazione da cui Sergei aveva tanto cercato di tenerli lontani: in un modo o nell’altro si ritrovarono a fare consegne di tanto in tanto, ad aspettare compratori agli angoli delle strade, minacciare chi veniva detto loro di minacciare. Per quanto fossero semplici ragazzini, nessuno voleva ingaggiare uno scontro a fuoco contro lo “Zar”, era il soprannome ceh Karl si era guadagnato all’interno dell’organizzazione, non tanto per aver un ruolo importante, innfatti era un riferimento alla Bomba Zar creata dall’unione sovietica. A Karl non dispiaceva come soprannome, ma smise di usarlo quando i media gli attribuirono quello di “Nitro”, gli piaceva di più, rendeva meglio il concetto, dato che Zar poteva essere frainteso, come era già successo. Venendo chiamato “Zar” non pochi lo scambiavano per il figlio del capo, cosa che a nessuno nell’organizzazione dava fastidio dato che consideravano Karl e i suoi amici parte della famiglia, a Karl invece non piaceva proprio per niente venir considerato figlio di qualcuno che non fosse suo padre, quello biologico, che scoprì a quindici anni essere stato assassinato poco prima che sua madre gli rivelasse di essere incinta di Karl.
𐑺 Nitro: Unconventional Hero or Criminal?
I suoi voti rimanevano ottimi, i docenti erano sempre più preoccupati e Karl e i suoi amici diventavano sempre più simili a dei gangster, venendo temuti persino nelle altre scuole. Tutti conoscevano il suo gruppo, erano ragazzi che apparivano non troppo pericolosi, dopotutto il loro “capo” sembrava tutto fuorché una sorta di affiliato della mafia, ed invece eccolo lì, Karl. La grande svolta nella sua vita fu a sedici anni, quando decise di usare per la prima volta i propri poteri per dare una lezione ad un gruppo rivale del suo- cioè degli avversari di Pavel e del suo capo: fece saltare in aria la loro “base” mentre tutti erano dentro. Aveva già usato qualche volta la propria abilità per fare cose simili, ma che sembravano più incidenti che altro: quello venne riconosciuto come un atto volontario, dopotutto la sua figura vestita con un cappotto nero e un cappello che gli copriva parte del volto era stata vista sul posto, immortalata persino dalle telecamere dei telegiornali. Inutile dire che non lo hanno mai nemmeno preso, si era vestito in modo che il cappello gli coprisse il volto al punto da poter essere irriconoscibile. Il fatto che il luogo che aveva fatto esplodere fosse stato un covo mafioso divise l’opinione pubblica in due: un criminale o un giustiziere? Inutile dire che esistevano perosne che credevano in “Nitro”, guardandolo come un eroe che cercava di ripulire la Russia dai criminali, poveri illusi. Eppure Karl non diede mai mostra di cause vittime civili, se non in un solo caso, in cui ha dovuto scegliere se salvarsi la pelle facendosi esplodere e uccidere nel frattempo la donna che era tenuta prigionera dalle persone che stava affrontando oppure lasciarci penne. Inutile dire che ha scelto la prima, dopotutto lui si considera una persona egoista al punto da saper sacrificare delle vite se gli può permettere di raggiungere il suo sogno. Comunque, dal giorno in cui “Nitro” divenne un personaggio pubblico, ricercato sì, ma pubblico, le volte in cui esplosioni scuotevano e terrorizzavano i cittadini russi divennero sempre di più. Karl non agiva solo nella città in cui era nato e cresciuto, Kaliningrad, ma anche nel resto della Repubblica Russa, seguendo gli ordini di Pavel, accompagnato dal suo gruppo di amici, che erano diventati più dei fratelli che altro.
𐑺 Memento Mori: The Boy cried
Il giorno in cui decise che aveva finito di fare il cagnolino dei mafiosi fu il giorno in cui vide con i suoi occhi l’uomo che inconsciamente aveva classificato come “padre” venir ucciso dal quelli che erano stati fino a poco prima i suoi compagni. Tradimento. Si sentii tradito da quelli che aveva sempre considerato membri della sua famiglia, ma il tradimento non fu l’unica cosa che sentì quel giorno: rabbia, mai era stata tanto forte, disperazione e orrore. Karl, quando vide il corpo dell’uomo che aveva amato come un padre immobilizzarsi per terra dopo un sonoro “bang” rimase scioccato. A quanto pare Sergei era sempre stato un agente del governo sotto copertura, ma questo non importava a Karl: Sergei avrebbe potuto consegnarlo alle autorità in qualsiasi momento, avrebbe potuto dichiarare la sua identità alla polizia e farlo uccidere o arrestare, ma non lo aveva mai fatto anzi, aveva sempre cercato di proteggerlo e spingerlo a lasciar perdere quella vita sregolata e illegale che stava conducendo. Karl se ne rese contro troppo tardi, quando già aveva le mani sporche del sangue di suo padre, dell’unico vero padre che aveva mai avuto, non si era nemmeno accorto di essere corso da lui, non si era nemmeno accorto di star piangendo. Quella fu l’unica volta in cui non controllò la potenza dell’esplosione: distrusse completamente quel luogo, chiunque vi fosse dentro. La base del suo gruppo si trovava in un magazzino, abbastanza lontano dalle case, che comunque non furono risparmiate dall’onda d’urto e dalla potenza dell’esplosione. Niente rimase in piedi di quel quartiere, nulla, se non un innaturale cratere al cui centro si trovava in ginocchio un ragazzo fin troppo sconvolto per poter rendersi conto di aver appena completamente annientato qualsiasi cosa vi fosse stata nel in quella zona. Quando le autorità raggiunsero quel luogo, di cui non rimanevano altro che detriti, corpi carbonizzati, sangue e case crollate, Karl se ne era già andato portando con sé qual minimo indispensabile: il suo cappello, che misticamente era rimasto sotto ai detriti di casa sua, quindi si era conservato, sporco ma c’era, e qualche foto, estratte dalle cornici, che anch’esse si erano completamente distrutte per l’esplosione. Da quel momento Karl non si fece più vedere in quella città, trasferendosi a Mosca, dove entrò a contatto con l’organizzazione di cui fa parte ora, mentre frequentava l’università. Scoprì tempo dopo che Davyd era sopravvissuto, dato che quel giorno si trovava dall’altra parte della città con la sua ragazza: Karl ne fu felice, ma decise di non incontrarlo.
ꗃ Affiliazione:
𐑺 Rats in the House of the Dead, membro.
Un’affiliazione interessante, ad essere onesti. Karl non è mai stato un tipo a cui piace prendere ordini, non apprezzava nemmeno che gli dicessero di fare i compiti quando andava a scuola, ma è quasi surreale pensare che egli abbia deciso di unirsi ad un gruppo tanto pericoloso, in cui vige una ferrea gerarchia alla cui cima is trova ovviamente il capo. Fa parte di questa organizzazione da qualche anno, ha accettato di farne parte perché gli faceva comodo avere un po’ di aiuto in più nel suo voler abbattere ogni forma di oppressione e lasciare un segno nella storia. Quale modo migliore c’era di unirsi ad un’organizzazione criminale? Ovviamente fin troppi altri metodi, ma Karl non ha mai trovato interessante il seguire la legge, troppo noiosa e soffocante a suo modesto parere.
Inoltre nell’organizzazione avrebbe fatto comodo qualcuno esperto in esplosivi, non si sà mai.
Seppur tenda a non apprezzare ricevere ordini, Karl tende a non lamentarsi più di troppo quando ha a che fare con le direttive del capo, infatti ritiene che siano necessarie per raggiungere il loro obbiettivo, che quindi coincide col suo. Un piccolo sacrificio che è disposto a fare per poter essere finalmente una persona libera.
ꗃ Abilità:
𐑺 Il Gran Sole di Hiroshima.
L’abilità di Karl riprende il titolo di una delle opere più famose di Bruckner, nonché l’omonimo libro “Il Gran Sole di Hiroshima”, pubblicata nel 1961. L’abilità di Karl riprende appunto l’evento centrale a cui ruota attorno tutta la storia narrata nel libro: l’esplosione della prima bomba atomica su Hiroshima; un evento catastrofico, un vero e proprio massacro, che si è poi verificato nuovamente a Nagasaki, qualche tempo dopo. Ad essere onesto Karl è abbastanza scettico su ciò che riguarda l’atomico in generale, comprende benissimo i rischi che questo possa procurare alla popolazione, alla terra stessa e a qualsiasi elemento naturale: è abbastanza ironico come Karl disdegni particolarmente la sola esistenza delle bombe atomiche, anche se la sua abilità è strettamente correlata con queste.
L’abilità di Karl, quindi, consiste nel generare potentissime esplosioni dal proprio corpo, caratterizzate dalla presenza di un fungo atomico ogni volta che si verificano: in pratica il suo corpo funziona esattamente come una bomba atomica, anche se non è necessario che l’esplosione sia una sola, ma è in grado di modificarne la potenza, la gittata e la pericolosità- dopotutto non è molto conveniente distruggere tutto ogni santa volta, ma la precisione è fondamentale nel suo lavoro. Karl paragona la potenza massima delle sue esplosioni a quella teorizzata per la Bomba Zar, ma è sempre attento a ricordare e precisare che le radiazioni emesse dal proprio corpo quando usa la propria abilità non sono dannose anzi, sono talmente poche che è come se non ci fossero nemmeno.
Ciò che rende Karl estremamente pericoloso, oltre all’esplosione in sé, è l’irraggiamento termico: l’irraggiamento consiste nel trasferimento di energia tra due corpi attraverso onde elettromagnetiche. L’esplosione, piccola o grande che sia, emette un’onda di calore talmente elevato che anche ad una potenza particolarmente bassa è comunque in grado di bruciare la pelle al punto di procurare gravi ustioni di terzo grado, anche se Karl è molto attento a usare le esplosioni con una potenza minima, dato che già l’onda d’urto è dannosa di suo: il calore minimo che riesce a generare comunque delle ustioni di secondo grado lievi, non riesce a limitare più calore di così o rischierebbe di subire lui stesso i danni che la temperatura dovrebbe generare agli altri, dato che quando controlla il calore emesso non fa altro che disperderlo nel proprio corpo, che di base è quasi del tutto immune alle ustioni generate dalle proprie esplosioni, ma anche lui è perfettamente in grado di rimanere danneggiato dalla propri abilità se cercasse di limitarla troppo.
Questo ovviamente se si parla di una vera e propria esplosione, se invece Karl fa uso delle sue “mini esplosioni”, che al posto di generarsi da tutto il corpo lo fanno solamente da precisi punti scelti al momento. Le mini esplosioni sono meno potenti e distruttive, non hanno un’onda d’urto particolarmente elevata, esattamente come la temperatura, che in questo caso sì provoca ustioni di primo grado, gravi o no dipende dalla forza della mini esplosione.
La più grande esplosione che abbia mai generato ha completamente distrutto un quartiere, una volta, ma Karl è abbastanza certo che se volesse radere al suolo una città potrebbe farlo, dovrebbe semplicemente buttarsi da un’aereo col paracadute in modo che l’esplosione avvenga in aria e abbia una maggior possibilità di danneggiare fortemente il bersaglio. Ovviamente non ha mai provato, dopotutto è il primo a dire che come abilità la sua sia estremamente pericolosa.
ꗃ Carattere:
𐑺 MBTI: ENFP
La personalità di Karl è sempre stata particolarmente vivace, ha sempre avuto quel profondo desiderio di andare contro ciò che gli veniva imposto, anche se facendo così avrebbe rischiato di irritare le persone che avevano a che fare con lui, oppure chiunque dovesse cercare di mantenere un minimo di ordine nella società, non che a lui sia mai interessato: non ha mai trovato degno di attenzione ogni codice civile, ha sempre ritenuto che gli Stati fossero troppo soffocanti e limitassero la libertà del cittadino molto più di quanto non vogliano ammettere. Karl è sempre stato uno spirito libero, ha cercato così di superare i grandi vuoti nella sua vita: non c’era nessuno che gli dicesse cosa non fare e cosa fare, come comportarsi… Karl è cresciuto senza regole, motivo per cui non sopporta averne ora come ora, che è un adulto. È cresciuto in un ambiente quasi di autogestione, raramente gli adulti si facevano i fatti dei bambini, lasciandoli al loro destino per la maggior parte del giorno: a scuola non è mai stato un alunno modello, non tanto per i voti che sono sempre stati ottimi quanto per il comportamento, dato che non sopportava che le maestre gli dicessero cosa fare ed esigessero che lui rispettasse i loro comandi; alla fine ha dovuto imparare a regolarsi, stando attento al proprio comportamento e alle proprie parole, anche se questo è qualcosa che ha iniziato a fare solamente all’università, solo per fare una buona impressione ai professori, nulla di più.
Ha sempre avuto una personalità piuttosto fuori luogo: troppo energico, solare, ribelle e anticonformista, la gente si interessava a lui per le sue strane idee e per la sua personalità estroversa, dopotutto ha sempre cercato di fare amicizia con gli altri, anche se non è che gli interessasse più di troppo, giusto per poter dire di avere “amici” in classe o fuori da scuola, questioni puramente formali che servivano solamente a crearsi una reputazione, un qualche tipo di personalità particolare che le persone riconoscessero e ricordassero, dopotutto non sarebbe andato a dire in giro di essere figlio di due persone morte, di essere cresciuto con persone non proprio affidabili. Karl ha sentito la necessità di integrarsi, di provare a farlo, e di nascondersi tra le persone per risultare inafferrabile, non interessandosi più di troppo a quello che questi pensavano, a come lo guardavano, ai loro problemi; eppure ha finto interesse per anni, ha provato ad essere un grande amico per chi ne volesse uno, sapendo in cuor suo di star solo recitando una parte. Non ha mai sentito la necessità di stringere amicizie superflue: lui aveva la sua famiglia, i ragazzi con cui era cresciuto, e non aveva bisogno di altre persone, non doveva fare affidamento su altri, ma solo sui propri “fratelli”. È un ottimo bugiardo, è sempre stato bravo a raccontare bugie, a convincere le persone con uno sguardo intenso, è sempre stato un piccolo genio dell’ inganno, anche se non ne ha fatto la sua arma più tagliente, solo perché non lo avrebbe aiutato a liberare il mondo. Le sue menzogne sono fin troppo scambiate per la verità, ma chi lo conosce abbastanza bene è restio a fidarsi della sua parola, per quanto Karl non sia una di quelle persone che ignorano i giuramenti prestati o le promesse fatte è normale che ometta informazioni che possono essere a lui vantaggiose, il tutto sembrando il più sincero possibile. Il suo caldo e solare sorriso gli fa spesso da assist per quanto riguarda l’aggirare gli altri, dopotutto è una persona estremamente amichevole, anche quando non è sua intenzione fare amicizia. Ha scelto di avere un atteggiamento espansivo e piacevole non tanto perché ne sentiva il bisogno, in realtà ha compreso come le persone provino più fiducia verso chi è ingenuo e allegro, mostrandosi quasi come un inetto, quando non lo è proprio per niente. Non bisogna lasciarsi ingannare dal suo comportamento goffo, dai suoi ampi sorrisi, dal suo sguardo allegro… Karl rimane comunque un criminale ricercato, e di certo non lo è perché sorride troppo. Quando getta la sua maschera da ragazzo innocente e ingenuo, Karl si rivela essere estremamente attento: ha sempre quello sguardo tagliente e fisso di un predatore, qualsiasi cosa su cui si poggino i suoi occhi scuri diventa automaticamente la sua preda, che possa essere una persona da infastidire o un bersaglio da eliminare a lui poco interessa. La scintilla di luce che brilla nei suoi occhi corvini, in quel momento, non è altro che qualcosa che risulta malsano, quasi inquietante, che non ci si aspetterebbe di vedere su un viso angelico come il suo. Eppure Karl non è un angioletto, è una persona con i propri pregi e propri difetti e per quanto si mostri una “brava” persona rimarrà comunque qualcuno di cui sarebbe meglio diffidare, non tanto per il rischio di essere pugnalati alle spalle, dato che è una persona leale, quanto per il suo essere estremamente inaffidabile, dato che i piani non gli vanno molto a genio; preferisce di gran lunga un piano divertente ma suicida ad uno noioso ma calcolato.
Per essere un criminale ritenuto estremamente pericoloso, non ci si aspetterebbe di scoprire che è il tipico "elefante in gioielleria", che non riesce a rimanere in silenzio per più di pochi minuti, che cammina sempre a passi pesanti e con un atteggiamento molto energico. È sbadato, rischia di sempre di urtare oggetti e romperne altri, inoltre è anche abbastanza goffo, dato che rischia di inciampare non poche volte al giorno, non tanto perché lasci le scarpe slacciate quanto perché non si accorge di ostacoli lungo i suoi percorsi. È distratto, ogni tanto sui dimentica di quello che deve fare e lascia a metà le proprie azioni, iniziandone un’altra che non aveva assolutamente a che fare con la prima, fino a quando non si rende conto di essersi dimenticato qualcosa.
Karl non è un tipo serio, preferisce di gran lunga ridere che dover mantenere un'espressione impassibile, motivo per cui le persone che lo conoscono sono ben consapevoli che per lui la serietà non si dimostra con sguardo truce e freddezza, ma con il proprio atteggiamento nei confronti di una situazione: quando si sa di avere una vittoria in pugno si è inevitabilmente più sicuri, si è più disinvolti e rilassati, mentre chi ha paura tende ad essere teso, diffidente… Karl ha appreso queste cose giocando a poker con i suoi amici, imparando a fare quella che noi chiamiamo “poker face”; è sorprendentemente abile a mantenere un’espressione impossibile da decifrare, sempre caratterizzata dal suo sguardo allegro e il suo sorriso sul volto. Ha sempre sorriso anche nelle situazioni scomode, non ha mai smesso di farlo, è un gesto che per lui significa tantissimo, per questo motivo non ha intenzione di smettere. Finché avrà vita sorriderà e cecherà di trasmettere sicurezza a chi ne ha bisogno, perché bastano pochi dettagli per rassicurare qualcuno.
Non è il tipo da isolarsi e rifiutare la socializzazione, semplicemente fa pensare che sia una persona del tutto finta, cosa non vera: apprezza genuinamente la compagnia altrui, è sempre stato una persona a cui piace sentire l'affetto che gli altri gli danno, che sia poco non gli interessa, basta che ci sia. Certo, se poi da un'amicizia riesce a trarne vantaggi che permettono dei passi avanti nei piani della sua organizzazione o riesce ad ottenere informazioni che possono tornare utile al capo allora megli così, non se ne priverebbe per alcun motivo. Una cosa che apprezza veramente è il sapere i fatti altrui, è un tipo curioso e sempre pronto ad apprendere nuove informazioni sulle persone, gli piace venire a conoscenza di particolarità, gusti, passioni, hobby ecc. delle perosne, per lui è qualcosa per cui vale la pena perdere tempo. È sempre utile ampliare i propri orizzonti, scoprire cose che non sapeva esistessero, scambiare idee e opinioni; tutto ciò pare abbastanza strano considerato il suo atteggiamento spesso sopensiearto, sciocco e ingenuo, come se davvero fosse uno sprovveduto, come se non avesse mai fatto male ad una mosca.
Ha un comportamento spesso esuberante, affettuoso e flirtante anche con persone che conosce di vista: intrattenere conversazioni è piacevole, ma lo è ancora di più se riesce ad inserire motivazioni pere rendere un dialogo avvincente. Non è il tipo di persona da andare con chiunque incontri eh, però si diverte a scambiare battute flirtanti con le persone, è entusiasmante vedere le diverse reazioni delle persone. Rimane comunque attento a non sembrare eccessivamente insistente, non vuole far la figura del molestatore, per questo motivo tende a rimanere a distanza dalle persone quando flirta, per vedere se queste si divertono o meno. Inoltre il massimo che faccia riguardo al contatto fisico con sconosciuti è una stretta di mano o una pacca sulla spalla se si tratta di amici di amici. Sa bene cosa significa essere a disagio, non vuole che le altre persone si trovino in una situazione del genere.
ꗃ Pronomi:
𐑺 They/them, he/him, she/her
ꗃ Genere:
𐑺 Agender.
Karl, per quanto non abbia cambiato nome e continui ad usare nella maggior parte dei casi i pronomi maschili, non si identifica in alcun genere: non si sente uomo, ma non si sente nemmeno donna e ad essere onesto neppure genderfluid. Con “agender” si intende qualcuno che, appunto, non si identifica in nessun genere. Karl non ha mai fatto coming out riguardo al proprio genere, semplicemente ha iniziato ad usare il più possibile il neutro, cercando di lasciar intendere alle persone a lui più vicine che per lui fosse importante usare il neutro, ma che non si sarebbe offeso per il maschile o il femminile, anche se è raro che qualcuno usi il femminile nei suoi confronti- e sarà perché va in giro con la camicia sbottonata mostrando a tutti come sia fatto il suo petto, ma nessuno ha mai usato i pronomi femminili.
ꗃ Orientamento sessuale:
𐑺 Pansessuale.
Una persona pansessuale può essere attratta da tutti i generi, senza alcuna particolare distinzione. Non è qualcosa di cui a Karl piace parlare, sarà che in Russia tutto ciò che riguarda il non essere eterosessuale è visto di malo modo o sarà che si trova a disagio, fattostà che non ha mai fatto un ufficiale coming out, nemmeno con le persone a lui più vicine. Ha preferito tenere per sé questo dettaglio sulla sua sessualità, nulla di più. Come si è reso conto di essere Pansessuale? In realtà non è qualcosa di cui si è reso conto per esperienze particolari, anche se era certo di essere bisessuale dato che ha avuto una sorta di relazione con un ragazzo, anche se entrambi sostenevano non fosse nulla di che; è stato il frutto di un’attenta analisi personale da parte di Karl, che è così giunto alla conclusione di essere non bisessuale ma pansessuale.
ꗃ Curiosità:
" ⌗ Cibo preferito: Ciambelle.
Karl ha sempre avuto una particolare predisposizione al cibo dolce, apprezzandolo molto più di quanto trovi gustosi molti altri piatti; non è raro che cerchi sempre qualche dolcetto da mangiare o qualcosa che gli lasci un buon sapore in bocca, come non è raro che vada in giro con un chupa-chupa in bocca, anche per ore. Tra tutti i cibi dolci il suo preferito, però, è estremamente banale e per nulla tradizionale: le ciambelle. Adora ogni tipo di ciambella, non importa il gusto o la grandezza, gli zuccherini o i colori, per lui è come un’abitudine mangiarsi varie ciambelle al giorno- e ringraziamo il suo metabolismo velocissimo per il fatto che riesca a mantenersi in forma- pur mangiando con una dieta imbarazzante. Ha sempre con sè un sacchetto di qualche panetteria con dentro due o tre ciambelle, le mangia ogni volta che ha tempo per uscire e comprarle, ma ciò non significa che apprezzi del cibo scadente, assolutamente. Karl è estremamente esigente per quanto riguarda il proprio cibo, dopotutto la sua filosofia di vita è “se devo mangiare male almeno voglio che il pessimo cibo che mangio sia di ottima qualità”. È particolarmente egoista quando si parla del proprio nutrimento, tanto che è seriamente una cosa rara vederlo condividere le proprie ciambelle con altri. Una volta ha fatto il test su internet “in quale cibo ti identifichi” e gli è uscito la ciambella, era contentissimo.
" ⌗ Lavoro: Barman.
Ad essere precisi, Karl starebbe cercando di decidersi a trovare un lavoro serio perché fare part-time in un bar non lo entusiasma più di troppo, soprattutto considerando che possiede una laurea in fisica nucleare e subnucleare. Dopo aver finito l’università, che con sua grandissima sorpresa è filata più o meno liscia come l’olio (è un genio incompreso, lo sappiamo tutti), ha iniziato a lavorare un po’ qua e là come barman nei locali, giusto per raccattare un po’ di soldi. È sempre stata una sua passione quella di preparare cocktail, fin da ragazzino osservava il barista del baratto in cui andava sempre a far merenda con i suoi amici, inoltre da adolescente ha sempre trovato molto più interessante sedersi al bar e osservare il barista preparare i cocktail piuttosto che ballare- almeno nei locali. È sorprendentemente bravo nel lavorare come barman, tende ad essere un po’ un esibizionista, ma ha ragione a volersi vantare leggermente delle proprie capacità dato che i suoi trick con le bottiglie sono sempre affascinanti. Ogni tanto riesce pure a guadagnarsi i numeri di telefono di ragazzi e ragazze, sarà il fascino del barista.
" ⌗ Handicap: sordità da un orecchio.
Karl non è nato con predisposizione alla sordità, i medici da cui è andato hanno concluso, infatti, che sia un problema legato all’essere stato esposto a rumori fortissimi e onde d’urto. Non hanno ben capito come sia potuta succedere una cosa simile dato che quando gli è stato diagnosticato questo aveva ancora sedici anni, ma per un motivo o per un’altro è riuscito a convincerli con qualche strana scusa. Karl, quindi, non sente dall’orecchio sinistro ed è uno svantaggio legato alla propri abilità: all’inizio era convinto di non rimanere influenzato dalla potenza delle esplosioni, ma ha compreso a sue spese che essa va regolata, perché sì egli è immune ai danni e al calore, ma fino ad un certo punto. All’inizio non voleva utilizzare l’apparecchio acustico, non tanto perché non gli piacesse quanto perchè influenzava il suo poter usare l’abilità all’improvviso, dato che costava non poco e romperlo ogni volta che si faceva esplodere non era una gran cosa. Con gli anni, però, ha compreso quanto quell’oggettino possa essere utile, e anche se dall’orecchio sinistro sente proprio il minimo indispensabile, è particolarmente grato agli sviluppi della scienza. L’apparecchio acustico, che indossa solo sull’orecchio sinistro, è spesso nascosto dai capelli scuri quindi quasi impossibile da notare, a meno che si sposti i capelli volontariamente. Una cosa che apprezza particolarmente è il fatto di poter usare la sordità come scusa per ignorare gli altri, o comunque se non ha intenzione di ascoltare la gente parlarne abbassa al minimo l’efficacia dell’apparecchio acustico, in modo da sentire i suoni e le voci più ovattate, lontane e confuse, mentre può occuparsi di altro senza problemi. Spesso consiglia alle persone, però, di camminargli accanto stando sulla sua destra.
" ⌗ Paura: Idrofobia.
Karl è idrofobico: l'idrofobia, chiamata anche aquafobia o ablutofobia (paura dei bagni), è l'avversione anomala ed ossessiva per i liquidi, in particolare l'acqua. Non va confusa con la talassofobia (paura del mare) che invece è la paura esclusiva di specchi d'acqua molto profondi (il mare, laghi o piscine) e di quello che possono nascondere al loro interno. È comune la forma moderata, che consiste nella paura di acque profonde in generale, ma anche dell'annegamento. Karl, infatti, è terrorizzato dal rischio di annegare: la sensazione che si ha quando si immerge la testa sott’acqua gli dà i brividi; la cosa strana è che Karl è perfettamente capace di nuotare, ha imparato da piccolo e non è malaccio, eppure rischiare di annegare una volta può essere molto più traumatico di quanto non si voglia ammettere. Lui nega di avere questa fobia, afferma di essere leggermente inquietato dall’acqua profonda, ma sostiene che se volesse sarebbe perfettamente capace di nuotare in mezzo al mare. Fattualmente, invece, andrebbe in panico: Karl nuota solamente dove è certo di poter toccare, come massimo nelle piscine si spinge cautamente dove l’acqua è più alta, munito di uno di quei tubi colorati che galleggiano, dicendo che gli piacciono.
" ⌗ Arma: Frusta, mitraglietta.
Bisogna partire dal presupposto che Karl non apprezzi sempre seguire le regole, di conseguenza nemmeno le leggi, quindi non bisogna sorprendersi se tra tutte le cose che possiede a casa sua si trovi una mitraglietta, che tende a non usare quasi mai seppur i proiettili di ricaricano siano ovviamente presenti, appoggiati su uno scaffale o tenuti nel suo solito zainetto. Non è particolarmente amante delle armi da fuoco, non tanto perché non gli piacciano quanto perché preferisce di gran lunga l’arma che ormai lo caratterizza- mentre le armi da fuoco sono così banali e prive di personalità, a suo modesto parere. Karl possiede una frusta, che porta sempre con sè o nel proprio zaino o- quando sa che ci può essere bisogno di combattere, al posto della cintura dei pantaloni, che comunque gli stanno anche senza la cintura, che comunque porta lo stesso, semplicemente la frusta viene sovrapposta alla cintura, in modo che la possa estrarre rapidamente e senza dover prendere lo zainetto. È abile ad usare la frusta, si è allenato non poco, ma questa passione gli è venuta guardando Indiana Jones quando era più piccolo, da quel momento- dato che il lavoro di archeologo non lo entusiasmava lo stesso- ha deciso di imitare per come poteva il suo personaggio preferito.
" ⌗ Particolarità fisica: Temperatura corporea.
La temperatura corporea di Karl è sorprendentemente alta, sempre: non è raro che la gente pensi che abbia la febbre o che stia male quando lo si tocca, dopotutto è perfettamente percepibile il calore emanato dal suo corpo, che è legato all’assorbimento di quello che rilascia quando usa la sua abilità, e poiché il suo corpo è sempre pronto ad esplodere la sua temperatura corporea normale è di quasi 40°C. Infatti Karl tende a non avere mai la febbre, anche perché poveretto rischierebbe di arrivare a 44°C di temperatura corporea e ne risentirebbe comunque anche lui (sarà che i virus nel suo corpo vengono bruciati boh). Questo è il motivo per cui cerca sempre di stare al fresco.
" ⌗ Campo di specializzazione: Esplosivi.
Karl ha sempre trovato interessanti gli esplosivi, qualsiasi sia il loro genere, e per questo motivo non ha mai smesso di informarsi, si è fatto pure spiegare da un ex artificere delle forze armate russe (non chiedete come lo abbia conosciuto) come funzionano gli esplosivi. Per quanto riguarda i composti chimici esplosivi ha semplicemente chiesto ad un suo amico che studiava chimica all’università, apprendendo tutto ciò che c’era da apprendere. Ha imparato in questo modo tutto ciò che oggi conosce: chiedendo, informandosi, osservando. Ora come ora è estremamente esperto nella creazione di esplosivi, nel loro utilizzo e nel disattivarli. Se serve far saltare in aria qualcosa o qualcuno, basta chiedere a lui.
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« 𝐌𝐀𝐑𝐈𝐍𝐄𝐅𝐎𝐑𝐃»
𝐨𝐜'𝐬 𝐛𝐨𝐨𝐤...
... 𝐄𝐭𝐭𝐲'𝐬 𝐬𝐩𝐚𝐜𝐞:
𖦹 Eccoci arrivati alla conclusione della primissima scheda di questa nuova collezione di oc.
𖦹 L'oc presentato in questa scheda è stato creato per la roleplay "Yuugen" di -scarvmochi, a tema Bungou Stray Dogs.
𖦹 Spero vada bene, dimmi pure se ci sono cose da correggere o da precisare meglio, dopotutto ho tempo per sistemare, anche se ora vado a fare il secondo OC.
𖦹 tag: DemiGod_06, -lycxris, Corvus_Lestrange27, a-arixdne, TAMVMO...
𖦹 total words: 8879
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𖦹 Etty
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