ᰍ 𝐓𝐇𝐄 𝐊𝐈𝐍𝐆𝐒𝐋𝐀𝐘𝐄𝐑: « 𝐒𝐞𝐩𝐡𝐭𝐢𝐬 𝐇𝐨𝐫𝐚𝐧𝐠 𝐁𝐚𝐥𝐲𝐚𝐧 »
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➤ 𝙽𝙰𝙼𝙴: 𝚜𝚎𝚙𝚑𝚝𝚒𝚜 𝚑𝚘𝚛𝚊𝚗𝚐 𝚊𝚕-𝚢𝚊𝚑𝚛𝚊𝚖 𝚋𝚊𝚕𝚢𝚊𝚗
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➤ 𝙺𝙴𝚈 𝚆𝙾𝚁𝙳: 𝙼𝙾𝙽𝚂𝚃𝙴𝚁
ꗃ Nome:
✦ Sephtis Horang "Al-Yahram"
— Il nome Sephtis è di origine persiana, solitamente attribuito al sesso maschile, e il significato è quello di "morte eterna".
Sephtis vorrebbe poter sorridere e sospirare compiaciuto alla domanda sul motivo per cui i suoi genitori abbiano scelto tale nome per lui, ma ha appreso come, invece, non vi sia alcuna storia piacevole da raccontare a riguardo. Non è stata una dolce madre a dargli un nome, o almeno, in realtà la donna aveva sussurrato il modo in cui avrebbe voluto chiamare il figlio, aveva già a lungo riflettuto sulla scelta, anche rendendo partecipe il marito, Lord Balyan: Sephtis per lungo tempo ha desiderato riuscire a sapere la decisione della madre, poter conoscere le speranze che lei aveva avuto per lui, o sentire l'affetto della donna attraverso un semplice e solo nome. Ma la vita non è generosa con tutti, possiamo dire che non lo sia stata in particolar modo per lui stesso, che si è ritrovato un nome scelto dal padre, ignorando quelle che furono le ultime volontà della donna, si sua moglie, ma agendo mosso dal disprezzo, dall'ira. A quel tempo Sephtis era a malapena nato, non si sapeva nemmeno se sarebbe sopravvissuto, perciò non aveva avuto alcuna voce a riguardo e anche anni dopo, quando ebbe la possibilità di discutere del proprio nome con suo padre, non ne ha più avuto il coraggio. Non sa quale fosse il nome che la madre avrebbe voluto dargli, suo padre non ne parla mai e alla domanda risponde che non se lo ricorda o che non lo sa, e ovviamente Sephtis è costretto ad accettare tale risposta, perché non gli conviene andar contro alle parole dell'uomo, soprattutto su argomenti che hanno correlazioni con la figura di Damaya, la moglie di Rashne Balyan.
Ma quindi, perché gli è stato dato il nome di Sephtis? Rashne ha fin da subito visto suo figlio come portatore di sventura, come la causa di grandi mali e sofferenze, accusandolo ingiustamente di aver commesso cose che non sarebbe stato nemmeno capace di fare da appena nato. Disprezzo, rabbia, odio, fu questo che spinse Lord Balyan a decidere che il nome adatto a suo figlio sarebbe stato "Sephtis": i nomi che riguardano la violenza o la morte sono generalmente poco comuni, soprattutto perché si credeva portassero sfortuna e decidere di chiamare un proprio figlio in questo modo fu qualcosa che non parve apprezzabile a molti, tanto che non furono pochi a cercare di far cambiare idea a Lord Balyan, a smuoverlo dalla sua irragionevole posizione di voler augurare a suo figlio una vita di miserie e sventura. Alla fine, ovviamente, Lord Balyan rimase fisso sulla sua posizione e le persone iniziarono a comprendere che sarebbe stato tempo perso quello usato per smuoverlo dalla sua decisione, e fu così che Sephtis fu costretto a tenersi un nome dal significato oscuro.
Per carità, ad essere onesto ora come ora non gli dispiace nemmeno, sarà che sono ventidue anni che si sente chiamare in tal modo e che sono relativamente poche le persone che si accorgono del significato del nome, o lo sanno, perciò non ha più quel disprezzo verso il suo nome forte quanto lo aveva prima, ormai lo accetta come proprio ed è sicuro di non poter cambiare. ironicamente non può nemmeno usare il proprio secondo nome dato che il significato, in realtà, è ancora peggio. Se al piccolo Sephtis non faceva piacere sentire il proprio nome per intero, poiché era un ricordo di tutto il male che aveva portato all sua famiglia, dell'odio del padre nei suoi confronti, il Sephtis dei giorni d'oggi è totalmente indifferente all'argomento, in fin dei conti si è abituato al proprio padre, alle sue parole e a quella strana relazione padre-figlio che si è sviluppata negli anni, che a lui va anche bene, almeno l'uomo gli rivolge la parola più spesso senza necessariamente prenderlo a schiaffi, anche se una persona normale che vede la loro relazione in quanto persona esterna probabilmente chiamerebbe i servizi sociali in meno di mezzo secondo.
Per quanto riguarda il suo nome, sì, è a conoscenza del significato, glielo è stato rivelato dalla donna che da piccolo si prendeva cura di lui, la sua nutrice, che tutt'ora cerca di essere una figura di conforto per il ragazzo, lo ascolta e prova ad aiutarlo per come le è possible, cercando di occupare un po' il posto ormai vuoto della figura materna, che purtroppo non è mai stata particolarmente forte nella sua vita: sua madre è morta quando è nato e l'unica persona che lo ha trattato come un figlio è stata sua zia, Ayse Balyan. Tornando a noi, Sephtis al giorno d'oggi ritiene che il nome che suo padre ha deciso per lui è sorprendentemente adatto a lui: un nome che è presagio di sventura per una persona che di buono ha proprio poco, per una persona che viene vista persino dalla sua famiglia stretta come un peso, come un male.
Sephtis non trova particolarmente fondamentale avere un nome dal significato positivo, in fin dei conti al contrario delle popolari superstizioni fino ad ora la cosa peggiore che gli sia capitata legata alla sfortuna è stata inciampare e cadere di faccia rompendosi il naso su uno scalino, ma sono passati ormai svariati anni, tra l'altro può essere un fatto di distrazione più che sfortuna, quindi per lui queste superstizioni non sono particolarmente realistiche.
Tornando al nome di persé, Sephtis non ha preferenze sul modo in cui vuole essere chiamato dagli altri, anche se ogni tanto corregge coloro che gli si rivolgono come "Lord Balyan", in fin dei conti suo padre è il Lord, lui è semplicemente Lord Sephtis, per ora non ha motivo di venir chiamato per cognome. Tra l'altro quelle pochissime persone che hanno un rapporto di vicinanza con lui hanno il permesso di chiamarlo "Seph" senza il rischio di trovarsi senza lingua. Non è un tipo da soprannomi, lo ha sempre dichiarato.
— Il nome Horang, interpretato come di origine persiana, è un riferimento diretto ad una variante con lievi modifiche del nome Ahriman. Il significato è quindi quello di "colui che porta sfortuna alla civiltà".
Un altro nome piacevole, che ne dite? Ovviamente anche questa è opera di Lord Balyan, suo padre, che ha deciso che non bastava un nome dal significato tutt'altro che piacevole, anzi, bisognava infierire e decidere di trovarne uno ancora peggio, per certi versi. Se il primo nome, Sephtis, semplicemente è un'eterna condanna a ricordarsi di aver ucciso sua madre, questo è la decisione di Balyan di ricordare a tutti gli altri che questo bambino, che sarebbe cresciuto e diventato un adulto, non avrebbe portato altro che problemi. Si tratta forse di preveggenza? Di visione del futuro? In realtà no, Rashne non è in grado di usare quel tipo di magia, o qualsiasi magia in generale, semplicemente il suo obbiettivo era quello di ricordare un po' a chiunque e avvisare gli altri di tenersi alla larga dal ragazzo, poiché stargli accanto non avrebbe portato altro che dolore, come era accaduto per lui.
E ancora una volta Sephtis è costretto a portare un nome che non gli piace, anzi, se il primo ha imparato ad accettarlo e utilizzarlo quotidianamente, Horang è per lui un'etichetta troppo stretta, qualcosa che gli dà anche solo fastidio utilizzare; Sephtis prova ogni volta che si presenta ad omettere il proprio secondo nome, che a sua modesta opinione è fin troppo disturbante, persino per lui.
Ci sono un sacco di nomi che avrebbe preferito a questo, ma nella vita non si può avere tutto, soprattutto quando non c'è nessuno a difenderti dall'odio di tuo padre.
In conclusione Sephtis non utilizza Horang nemmeno nelle presentazioni, molte volte chiede anche che in situazioni officiali venga omesso, proprio per evitarsi ulteriori sguardi di disprezzo e allo stesso tempo per rifiutare quello che il padre aveva in mente per lui, quindi renderlo un vero e proprio simbolo del suo odio. Infatti il fatto che Sephtis si fosse rifiutato di far uso del nome scelto dal padre ha causato non poco scompiglio all'interno delle sue mura domestiche, causando un vero e proprio litigio tra un Sephtis ormai quasi adulto e un Rashne adirato per la mancanza di rispetto. Per fortuna sono intervenute le guardie, ancora una volta, per evitare che uno dei due finisse per uccidere l'altro, ma la tensione si prolungò per altri svariati mesi.
— Il soprannome "Al-Yahram" non è altro che il titolo che gli è stato attribuito da coloro che lo hanno visto in azione o semplicemente hanno avuto la sfortuna di scoprire sulla propria pelle che tipo di personalità abbia. Significa "lo spietato" o "il crudele" o ancora "il feroce", tre aggettivi che descrivono perfettamente il suo carattere, tanto che le persone hanno iniziato ad associare tale soprannome al suo nome quando aveva sedici anni, di certo non per motivi particolarmente brillanti.
Di certo può stranire sapere che Sephtis trova estremamente piacevole il proprio soprannome, sia perché se lo è guadagnato, sia perché dimostra come la gente lo tema. È un'ulteriore dimostrazione di come lentamente il suo punto di vista sia cambiato, abbandonando quell'infantile desiderio di essere apprezzato e compreso, spostandosi definitamente verso il presentare Sephtis, che è generalmente visto con diffidenza, timore.
Il soprannome, tra l'altro, non è altro che qualcosa che rafforza l'idea del mostro che la gente è del tutto convinta che lui sia, non che Sephtis abbia mai provato a dimostrare il contrario anzi, ad una certa si è rassegnato e ha iniziato a gustare le occhiate di preoccupazione, paura che gli erano rivolte.
Se dovesse essere onesto, però, un minimo ha sempre preso in considerazione l'opinione pubblica nei suoi confronti, all'inizio perché cercava approvazione in qualcuno, aiuto a cercare di rendere suo padre fiero di lui, in seguito semplicemente per puro divertimento, godendosi lo spettacolo delle persone che si spostano spaventate quando lui cammina per strada, non tanto perché sia un Lord e vada rispettato, ma perché la spada che pende dal suo fianco si è più volte sporcata dal sangue di comuni cittadini che si sono rifiutati di spostarsi dalla sua strada. No, Sephtis odia quando qualcuno gli si mette davanti, quando il proprio passo è costretto a rallentare e il suo soprannome gli è stato dato esattamente per il modo in cui Sephtis tende a risolvere quelli che lui definisce "torti": con la violenza e senza alcuna pietà.
Girano molte voci sul perché Sephtis sia considerato "lo spietato" o su cosa lo spinga ad esserlo: alcuni ritengono che sia soltanto la dimostrazione di come i nobili si credano superiori a chiunque e trattino i cittadini come animali da macello, altri sostengono che in realtà stia cercando di vendicarsi di qualcuno in particolare, altri ancora che in realtà sia solo un pazzo. Chi ha ragione? Un misto di tutte e tre le ipotesi formulate, con ovviamente svariate altre motivazioni sullo sfondo, che non tirerebbe fuori nemmeno sotto tortura.
Tornando al soprannome, Al-Yahram è raramente usato in sua presenza, di solito viene sussurrato quando si cita il suo nome o ci si riferisce a lui senza che si trovi lì, infatti è generale credenza quella che al nobile non piaccia che si usino altri modi per riferirsi a lui, cosa che in realtà non è propriamente vera. Certo, non gli piace che sconosciuti lo chiamino Seph, ma non ha alcun problema a sentirsi definire "Al-Yahram", anzi si diverte a sentire le voci tremolanti di coloro che lo pronunciano, e seppur lui non sia una persona che passa inosservata, sia per il colore dei capelli che per la benda sull'occhio, gli è capitato di aggirarsi tra le vie delle città con un mantello e un cappuccio addosso, lì ne ha sentite di tutti i colori e deve ammettere di essersi anche fatto due risate sentendo le voci che circolavano su Osman.
ꗃ Cognome:
✦ Balyan
Un cognome ben noto, appartenente ad alcuni personaggi in vista all'interno della stessa politica del regno: inutile citare la regina consorte Ayse Layla Balayan oltre che lo stesso Lord Rashne Balyan, un grandissimo condottiero, noto per le sue ambiziose e vittoriose imprese belliche, oltre alle sue pretenziose mire, a cui è stato costretto a rinunciare a causa della morte del padre, il precedente Lord Balyan.
Il cognome che Sephtis porta non è per lui simbolo di vanto o di onore, a lui interessano ben poco queste futili credenze tipiche dell'alta società, come se fosse l'onore e la fama a permettere ad un uomo di assumere il potere; no, Sephtis non associa il proprio cognome a niente se non pericolo, diffidenza e intrighi, perché come sappiamo le famiglie nobili più importanti di qualsiasi regno puntano sempre a qualcosa in più, e cosa vi è di più importante di spropositate ricchezze e gloria? Ovviamente quella corona aurea che viene posta sul capo di chi siede sul trono di un regno. E se non interessa direttamente la corona, allora l'obbiettivo è con certezza quello di imporre il proprio controllo sul futuro re, o chiunque esso sia, sfruttando la propria influenza, la propria persuasione e soprattuto le vane promesse di arricchimento e fortuna.
Queste sono tutte cose che potrebbero ammaliare chiunque, ma non Sephtis, lui non ha interesse per le monete d'oro, per la gloria e la fortuna, è convinto di non meritarsi niente di tutto ciò, nessuno dei suoi obbiettivi è correlato alla voglia di poter controllare il fantoccio che si siederà sul trono, il potere non lo entusiasma, tantomeno avere a che fare con intrighi di corte.
La sua è senza dubbio una famiglia ricca, una delle più influenti e potenti nel regno intero, ma a lui non importa quale sia il compito di suo padre o sua zia, per lui "Balyan" non è altro che un semplice cognome, una parola che non possiede significato e tantomeno valenza oggettiva, ma solo simbolica, cosa che è chiaramente inutile nella vita di tutti i giorni. Forse il popolo sentendo il nome di un nobile tende a portare rispetto, spostandosi dalla strada o persino urlando esclamazioni positive, ma Sephtis è perfettamente consapevole di come questa non sia soltanto che una facciata: chi potrebbe mai veramente apprezzare persone che vivono le loro giornate nel lusso e nella ricchezza, quando tutti gli altri muoiono di stenti?
Per questo Sephtis ritiene che gli ideali che la nobiltà tenta ed è convinta di rappresentare non siano altro che sciocche finzioni, non che a lui interessi della salvezza e salute di qualcuno, dopotutto le persone che hanno fatto lo stesso per lui si contano sulle dita di una mano, escludendo il parente a lui più e stretto, considerato che è proprio lui la causa dei suoi mali.
Non bisogna lasciarsi ingannare dalle apparenze, questa è la credenza di Sephtis: il fatto che una persona nasca con un cognome famoso e rispettato non significa che questa veramente sia degna del proprio ruolo o conosca le strade giuste da percorrere. Inoltre le persone tendono a scegliere per comodità, tradendo querelli che fino a poco prima erano i suoi amici per convenienza.
Per Sephtis la famiglia Balyan può rappresentare quello che si vuole, coraggio, onore ecc. ma la verità è che ognuno ha sempre secondi fini e soprattutto in famiglia sua si ha la brutta abitudine a buttar via ciò che non è più ritenuto inutile. Non ha mai trovato alcun sentimento che lo legasse a tale cognome, non dopo tutti gli anni trascorsi a vedere sè stesso come un peso per la propria famiglia, per suo padre, o un presagio di sventura per le persone che gli stavano accanto, alla fine Sephtis ha iniziato a credere sul serio che per lui il cognome sia qualcosa di totalmente extra, di cui farebbe anche a meno. Non ha mai, però, voluto rinnegare la sua appartenenza alla famiglia Balyan, non vorrebbe rinunciare al suo rapporto con sua zia, o comunque a tutte le possibilità che la sua posizione nell'aristocrazia gli permettono di avere.
Anni fa, quando era più piccolo, ha avuto un improvviso interesse nello scoprire di più sulla famiglia Balyan, sulle sue caratteristiche e abitudini, in generale sull'albero genealogico; in fin dei conti sappiamo che Sephtis è un giovane estremamente colto e interessato a tradizioni e nozioni, perciò non bisogna stupirsi se ha a lungo vagato all'interno di archivi per poter informarsi di più sulla propria storia.
Ha scoperto che i Balyan sono una famiglia antichissima, composta da numerosissime generazioni, tutte caratterizzate dal tratto distintivo degli occhi chiari e, per la maggior parte, dai capelli chiari. Può sembrare strano che una famiglia nel regno di Minos possa avere una carnagione chiara e capelli altrettanto chiari, ma i Balyan hanno sempre portato queste caratteristiche, perciò alla fine nessuno tende a stupirsi più di tanto, forse perché le loro prime origini sono straniere, non si può sapere. I membri della famiglia coi capelli scuri tendono ad essere frutto di matrimoni svolti per motivi politici, quindi con persone che non hanno legami con la famiglia e che non posseggono anche come geni recessivi il colore bianco dei capelli. Una cosa che gli è sempre piaciuta dei Balyan era proprio questa: il particolare colore dei loro capelli, che era discretamente raro da ritrovare tra la popolazione di Minos, o ingenerale, è un colore raro e guardando allo specchio i propri capelli biondi si sentiva, per un'insignificante ragionbe, un po' una persona unica, con una qualità affascinante oltre a tutti quei tratti che credeva spaventassero le persone, le spingessero a stargli lontano.
Da piccolo era confuso del motivo per cui sua zia avesse i capelli scuri mentre suo padre li avesse chiari (noi sappiamo che il motivo è che lei era figlia di Harwin Strong lol), gli piaceva toccarli, osservarli e ridacchiare commentando quanto fossero diversi ma belli; Sephtis era onestamente affascinato da tutte le informazioni sulla storia del casato Balyan, dei vari condottieri che portavano il suo stesso cognome, di tutte le persone importanti che avevano reso la casata famosa e degna d'onore. Solo crescendo Sephtis si è accorto di essere sempre stato profondamente illuso, di non essersi mai accorto di come oltre ai disegni dei suoi antenati e i loro nomi nell'albero genealogico comparissero persone che di onorevole avevano avuto assolutamente niente.
Il cognome di sua madre, la donna che ha sposato Rashne Balyan, è guarda caso Balyan. Damaya Balyan era la cugina di Rashne, figlia del terzo fratello del padre dell'attuale Lord Balyan, nonché un ramo cadetto della famiglia, a sua volta caratterizzato dai capelli chiari e gli occhi di un'altrettanta brillantezza. Damaya e Rashne si erano sposati per amore e ai loro parenti questo non era dispiaciuto, tanto che avevano accettato immediatamente la loro relazione, ignorando il fatto che fosse tra cugini, in fin dei conti capita spesso che all'interno delle famiglie nobili vi siano matrimoni per preservare qualche particolare tipo di caratteristica. Sephtis, ad essere onesto, non ha ben capito cosa la gente trovi di piacevole nello sposare propri parenti di primo grado, ma alla fine dei conti non cambia molto finché nascono figli e crescono sani. Inoltre Sephtis non può dire molto sulla padre, anzi, non può dire quasi niente, dato che non ha ricordi di lei, ha solo in mente ritratti che suo padre ha fatto appendere in casa, per non dimenticare mai la sua amata.
ꗃ Età:
23 anni
Forse la sua nascita è stata uno scherzo del destino, una per niente divertente battuta che gli Dei hanno voluto fare, prendendosi gioco della famiglia Balyan per qualche assurdo motivo: ventitré anni fa nasceva Sephtis, in una calda giornata, un clima tipico della regione di Manyssa, in un contesto che di piacevole ebbe veramente poco. Ogni giorno che passa, ogni mese e ogni anno, Sephtis si sente sempre più in colpa, seppur il solo fatto che nei suoi polmoni vi sia aria e nei suoi occhi vita è qualcosa che non molti si sarebbero aspettati. Alla sua nascita probabilmente i medici avrebbero tirato una moneta per scommettere dopo quanto tempo il piccolo Sephtis sarebbe morto, come gli altri figli di Damaya e Rashne, eppure dopo di lui Lord Balyan non avrebbe più avuto figli con la donna che aveva sempre amato, poiché ella era morta: la vita del bambino in cambio di quella della donna, questo era quello che era successo e che avrebbe segnato l'intera vita di Sephtis.
Ogni giorno si ricorda di come i suoi ventitré anni non siano altro che un altro generoso regalo della madre, che ha lasciato questo mondo a causa sua, ma non è nemmeno certo che siano un regalo, ormai sono più un peso e una tortura, poiché la sua esistenza fino a quel momento non era stata altro che tormentata, come se chiunque volesse ricordargli di come tutti sarebbero più contenti se seduta al suo posto, a cena, vi fosse Damaya.
Non ha mai ringraziato il padre per essere nato, nemmeno per avergli concesso di crescere e arrivare a questo giorno, non ha bisogno di sprecare parole per qualcosa che a nessuno sarebbe importato, perciò si è sempre limitato a sopportare le giornate in silenzio, qualsiasi cosa succeda.
Sephtis è un giovane uomo di ventitré anni e tutti sono perfettamente consci della sua età, soprattutto in famiglia, poiché come sappiamo Lord Balyan non è l'unico che conta attentamente i giorni trascorsi dalla morte della moglie. Ogni anno non è il compleanno di Sephtis, ma l'anniversario della morte di Damaya: il ragazzo non ha mai avuto la possibilità di festeggiare un compleanno, nessuno gli ha mai fatto gli auguri, né per i quattordici anni né per i diciotto..
E ogni volta che per strada sente parlare di compleanni, genitori che sorridono ai propri figli parlando dei loro anni, a lui si stringe il cuore, perché nemmeno nei suoi sogni riesce ad immaginare una famiglia che lo tratta come una persona degna di interesse. Si stupisce del fatto che non lo abbiano ancora cacciato dalla famiglia, ma probabilmente la soluzione a questa domanda è che è l'unico figlio di Lord Balyan, il suo compito è quello di portare avanti la famiglia, questo è l'unico motivo per cui gli è stato concesso di vivere.
Tornando a noi, fisicamente Sephtis è un giovane uomo e non si può negare ciò: basta guardarlo in faccia e si capisce che più di venticinque anni non può averli, seppur i lunghi capelli biondi rendano difficile capire, per chi non è a conoscenza della sua identità, se veramente non sia semplicemente qualcuno che sta invecchiando o un Balyan, ecco, la risposta giusta è la seconda. Seppur non paia come una persona che fisicamente sia capace di compiere grandi sforzi o sollevare grandi pesi, Sephtis non è di certo un uomo debole, che sfrutta molto la propria agilità e i propri riflessi, che con gli anni si sono affinati con straordinaria precisione. È raro che venga scambiato per qualcuno di più grande o più giovane e a lui, onestamente, non dispiace il fatto che la sua età fisica rifletta la propria reale età, così rischiano di esserci meno incomprensioni. Non gli piacciono le incomprensioni... ma a lui non piacciono molte cose.
Dal punto di vista mentale, però, il discorso è un altro. È difficile capire se Sephtis sia una persona che anche mentalmente sia coerente con la propria età fisica e biologica o meno: a volte sembra essere sorprendentemente più grande, altre volte pare un ragazzino ed è complicato riuscire a prevedere questi improvvisi cambiamenti nella sua mentalità, sopratutto perché non sono dovuti ad ipotetici alter della sua persona, ma perché sono proprio parte della sua personalità, sono particolari punti in cui la sua mente trova delle carenze e cerca di colmarle con comportamenti o conoscenze che la sua "versione adulta" non ha. Sephtis di suo è un giovane molto maturo, oltre che estremamente indipendente: non ha bisogno che si venga detto di fare qualcosa per farla, sa badare a sé stesso e ha grandissime conoscenze, che gli permettono di risolvere un sacco di problemi. Oltre a questo Sephtis è un ragazzo che sa quando conviene fare qualcosa piuttosto che aspettare o evitare, le sue idee e le sue opinioni-seppur solitamente ignorate- invece si basano su un'attenta analisi e logica, formulate dopo una lunga riflessione, in fin dei conti stiamo parlando di una persona che è dovuta crescere prevalentemente da sola e in fretta, per riuscire a non venir lasciato indietro, a mancare certe conoscenze o comportamenti, e per riuscire a rimanere al passo con quello che gli veniva richiesto, Sephtis ha dovuto sacrificare altre parti.
Se è una persona colta, abile e che si districa facilmente all'interno della politica del regno- seppur non lo entusiasmi-, Sephtis non è in grado di intrattenere relazioni sociali senza risultare "troppo". Troppo cosa? Tutto. Non sa quando certi comportamenti sono inadatti per un adulto perché nessuno glielo ha mai spiegato, si è trovato a dover osservare gli altri per capire come certe cose funzionano, per questo motivo tende ad avere certe relazioni che sembrano più quelle che un bambino avrebbe, comunque caratterizzate dalla sua particolare personalità: possessività, incapacità di condivisione... Sephtis per certi versi è davvero infantile, cosa che non ammetterebbe mai, ma rimane comunque evidente. Ci sta provando a migliorare questi tratti, soprattutto perché è consapevole che possano dare fastidio a quelle poche persone che non lo disprezzano, ma non è in grado di riuscire ad apportare serie modifiche se anche su questo aspetto è stato lasciato a sé stesso. Non c'è nessuno che abbia tempo di sedersi con lui e spiegargli come crescere sotto certi punti di vista, perciò queste cose le sta facendo lui, coi suoi tempi, e conoscendolo i cambiamenti potrebbero non avvenire mai. Bisogna, però, riconoscere che ci stia provando.
ꗃ Aspetto fisico:
✦ Ewan Mitchell- House of the Dragon
✦ Altezza: 177 cm
La prima reazione che hai incontrando Sephtis per strada non è di attrazione, ma di turbamento, come se la sua sola presenza ti mettesse in soggezione: è un tipo abbastanza alto, non bisogna negarlo, e tra l'altro è ha pure un portamento che non urla leggiadria ed eleganza, oltre a quel particolare della benda sull'occhio che turba,
Solo fermandosi ad osservare i suoi lineamenti, immaginandosi l'assenza della benda, si può iniziare a riflettere sulla sua oggettiva attrattività: fisicamente, Sephtis non è male, probabilmente sarebbe anche apprezzato se le persone non avessero troppa paura anche solo di guardarlo per troppo tempo, intimorite da tutte quelle cose che sono state raccontate dell'unico figlio di Lord Balyan. Se non lo si conoscesse, però, si potrebbe ritenere che sia una persona anche abbastanza tranquilla, non particolarmente preoccupante, e ci si potrebbe soffermare un po' di più sul suo volto, sul suo fisico.
Sephtis è senza dubbio un uomo che può essere definito come bello, non il più bello di tutti, ma ha un suo fascino: il suo sguardo, quei lunghi capelli chiari e la benda... gli conferiscono un'aria particolare, che può essere sia attraente che inquietante allo stesso tempo, non che a lui dispiaccia, sopratutto la seconda parte. In tutta la sua vita non ha ricevuto molti complimenti sul suo aspetto fisico, raramente qualcuno perdeva tempo a commentare i suoi capelli, i suoi occhi chiari o il suo corpo in generale- anche se ci sono state delle particolari situazioni in cui questo avveniva, ma lui preferirebbe non parlarne, non sono alcuni tra i suoi migliori ricordi, deve ammetterlo. Non gli interessano commenti, e di solito non è con le dolci parole che si riesce a convincere il ragazzo a fare qualcosa, tantomeno con complimenti; non è abituato, questo è chiaro, ma non è che cerchi approvazione da parte degli altri, lui ha poche persone che non vuole deludere e sono solo queste poche persone che riescono ad influenzare i suoi comportamenti, sono loro che hanno delle opinioni che contano. Di solito tende a rifiutare i complimenti, sostenendo che uno come lui è nato sotto una cattiva luce, che non ha niente di bello e che le belle parole con lui sono sprecate, perciò non bisogna prendere queste sue risposte come maleducazione, semplicemente è veramente convinto di non valere niente.
Tornando a noi, Sephtis ha un fisico slanciato e magro, da non confondere con un copro fragile e debole: Sephtis è l'esatto opposto, è capace di sopportare molto più di quanto solitamente la gente crede solo poiché è erroneamente ritenuto che una persona snella sia svantaggiata per forza bruta. Questo è di certo vero, non è capace di sollevare grandi pesi o sopportare sforzi esagerati, ma il suo corpo è davvero molto resistente, oltre che agile: i suoi movimenti, seppur non particolarmente eleganti e aggraziati sono caratterizzati da un passo felino, leggero, oltre che da una fluidità e rapidità che spesso passa inosservata, soprattutto da coloro che scambiano tale rapidità per fretta. No, lui non è mai di fretta, tende ad essere sempre all'erta e a reagire prontamente a qualsiasi cosa. I suoi movimenti veloci, il suo passo silenzioso e i suoi buoni riflessi gli permettono di essere molto più pericoloso di un gigante, soprattutto perché la sua tecnica è impeccabile, le sue conoscenze sono eccellenti e le sua strategie sono sempre vincenti. Il suo corpo è allenato, cosa che la gente di solito non nota a causa dei vari strati di abiti che indossa e che toglie quasi mai, in fin dei conti è un tipo a cui piace avere privacy. No, non si vergogna dello sguardo altrui, ma ritiene che a certe persone possa dar fastidio la vista di una pelle segnata da graffi, ferite, tagli che si sovrappongono di continuo, si coprono a vicenda e che spesso sono anche ben visibili, in certi casi più recenti di quanto ci si aspetterebbe.
Ma non parliamone ora: il fisico di Sephtis è discretamente muscoloso seppur rimanga comunque snello; egli tende ad allenarsi abbastanza spesso, sia con armi che semplicemente con attività fisica. Non gli interessa avere un corpo sano, in realtà: a lui interessa essere capace di eliminare i propri bersagli, essere in grado di uccidere chi se lo merita. Il suo corpo è generalmente coperto da tre strati di vestiti, qualsiasi sia la temperatura: una maglia abbastanza stretta, con una leggera scollatura a V, con dei lacci per poterla chiudere, cosa che succede quasi sempre, inoltre di solito predilige un colore scuro; sopra alla maglia indossa una giacca a maniche lunghe, come la maglia per l'appunto, di un tessuto resistente, questa giacca gli copre bene dai polsi al collo, è di solito abbinata come colore coi pantaloni, lunghi. Sopra alla giacca alterna una sorta di seconda giacca dalla lunghezza variabile: a volte ne indossa una che gli arriva al ginocchio, chiusa con un centurino, altre volte gli arriva a metà della coscia, a sua volta chiusa col cinturino. Predilige colori scuri, oltre che stivali alti, dato che odia quando i granelli di sabbia gli entrano nelle scarpe.
Il volto di Sephtis è caratterizzato da una forma allungata, zigomi marcati e tratti squadrati; le labbra sono allungate, con una forma un po' ondeggiata, ma non è questo che attira l'attenzione. Prima di tutto, però, sono i capelli ad avere un grande ruolo sull'impatto visivo: lunghi capelli chiari, biondi platino, che gli arrivano fino al petto e metà della schiena, tirati indietro in modo che non gli ricadano sul volto, e le ciocche che sono tirate indietro sono solitamente legate in una coda che viene lasciata ricadere assieme al resto dei capelli sulla sua schiena. Sono lisci, stranamente sono sempre ben pettinati e al tocco sono morbidi, ma sofortunatamente se li lascia toccare molto raramente, dato che qualora senta una mano lungo i propri capelli reagisce con un sobbalzo improvviso e allontana la persona con una spinta. Una sola persona può toccargli i capelli senza avvisare, e questa è la donna che si è sempre occupata di lui, faceva parte della servitù di casa Balyan e ora tende ad accompagnarlo un po' ovunque, proprio per il fatto di averlo visto crescere e averlo aiutato, lui si fida di lei. È lei che gli pettina i capelli, che glieli lega e glieli lava.
I suoi occhi sono chiari, o almeno, erano chiari: ora di occhio visibile ne rimane soltanto uno, il secondo è spesso coperto da una benda di cuoio scuro, in tinta coi vestiti, che copre anche parzialmente una lunga ferita ormai cicatrizzata ma evidente che gli percorre il lato sinistro del volto verticalmente. È passato davvero un sacco di tempo dall'ultima volta che la gente ha visto Sephtis senza la benda, in fin dei conti ormai non ha senso per lui mostrare il secondo occhio, che è coperto per evitare di fare impressione: se si toglie la benda si potrà vedere una palpebra solitamente chiusa, ma con chiari segni di graffi. Egli può aprire la palpebra, ma preferisce non farlo, in fin dei conti guardare una cavità oculare priva del bulbo non sempre è piacevole. Esattamente: sotto alla benda non vi è più nemmeno l'occhio di Sephtis, che ad essere onesto lui conserva ancora da qualche parte in casa sua, in modo assolutamente non inquietante.
Sephtis non parla quasi mai di cosa sia successo per perdere del tutto un occhio e sono poche le persone che conoscono la vera versione della storia e non quello che Sephtis racconta per nascondere la verità. Ayse, Rashne, Sia Shah e la sua ex guardia del corpo Kaveh.
Oltre alla benda, però, vi sono altri segni indelebili del suo passato: ferite, graffi, cicatrici.. ne ha di tutti i tipi, di tutte le forme e lunghezze, in qualsiasi parte del corpo. Digli una parte del corpo e sì, lui probabilmente ha una qualche cicatrice anche lì. La vita di Sephtis non è stata piacevole, non è stata facile e nessuno ha fatto in modo di rendergliela tale, perciò è cresciuto venendo abituato al dolore, apprezzandolo e persino auto-infliggendoselo, gli piace vedere il proprio sangue scorrere sulla sua pelle, sapere di star subendo la giusta punizione per i propri crimini.
Molte delle ferite non sono opera sua, lui tende a limitarsi a certe particolari aree del suo corpo, come la schiena o le braccia, perciò ciò che non si trova lì non è opera sua.
ꗃ Carattere:
✦ MBTI: ENTP
✦ Allineamento: Chaotic Evil
Essere parte di una famiglia nobile non necessariamente comporta i soliti vantaggi che le persone credono di vedere nell'alta società, non sempre i figli dei nobili, che siano più o meno importanti, vivono vite tranquille e agite, ma esattamente come tutti possono essere coinvolti in meccaniche familiari che noi etichetteremmo come disumane, inaccettabili e orrende. Eppure, prima bisognerebbe riuscire a voler guardare al di là dell'apparenza, ed esattamente come succede per Sephtis, non sono molte le persone che hanno veramente il coraggio o il desiderio di capire, di scoprire cosa stia veramente succedendo e di provare ad aiutare, per come è possibile, soprattutto quando la persona che si vuole supportare non è disposta, per un motivo o un pe run altro, ad aprirsi ad uno sconociuto e parlare dei propri problemi, o semplicemente a chiedere aiuto. Molte volte non ci si accorge nemmeno se una persona vive in un contesto di quotidiana violenza e abusi, spesso ci si limita a definire le conseguenze sul suo carattere o sulla sua psiche come qualcosa che c'è sempre stato o che è spuntato così, all'improvviso, perché aprire gli occhi per vedere oltre l'apparenza è stancante, spesso non conveniente, perciò non fa piacere a nessuno farsi gli affari altrui, abbandonando queste persone a situazioni di sempre maggior sconforto. Non bisogna stupirsi se quest'ultime crescono con l'idea di vivere in un mondo in cui ognuno fa soltanto in bene per sé stesso, quindi ignorando le necessità altrui per poter vivere meglio, e non troppo sorprendentemente diventano simili a quei mostri che hanno segnato e rovinato la loro vita, inevitabilmente direi anche.
Purtroppo non sono state molte le persone che nella vita di Sephtis hanno trovato il tempo e la voglia di notare che qualcosa non andasse e non fosse perché il ragazzo aveva una pessima personalità, ma per motivi più profondi. Tutt'ora alla gente viene più facile e comodo credere che Sephtis Balyan non sia altro che il tipico nobile cresciuto in mezzo ai vizi e al lusso e che, a causa di questa sua sregolata crescita, sia diventato completamente sprezzante per chiunque non faccia parte dell'alta classe, da qui derivano i suoi comportamenti violenti verso gli altri. Ecco, questo è un grandissimo errore, perché Sephtis non prova alcun sentimento particolarmente positivo per la nobiltà, esattamente come non lo prova per il popolo: lui disprezza tutti allo stesso modo, nessuno si merita la sua attenzione, esattamente come lui non si meritava e non si merita tutt'ora quella degli altri. È un po' vendicativo, ma possiamo capire che la sua personalità non sia tutta rose e fiori, e che tenda a non apprezzare quando qualcuno gli reca un qualche affronto, in qualsiasi modo; non è che si prenda le cose particolarmente sul personale, anzi di solito non lo irrita nemmeno, semplicemente ritiene che per venir temuto e rispettato sia il metodo più efficace: incutere paura, terrorizzare e allontanare, dissuadere dal rifare ancora una volta qualcosa che possa dargli fastidio. In fin dei conti il suo motto è: se qualcuno è fastidioso, la cosa migliore da fare è schiacciarlo come una mosca. Simpatico il ragazzo, no?
Non è, però, solo questa una delle caratteristiche che la gente nomina appena detto il suo nome: aggressivo è una delle prime cose che viene in mente. Non ha mai fatto niente per trattenersi nei momenti di ira o di fastidio, e seppur alzi veramente raramente la voce- non ne ha bisogno, se vuole essere ascoltato riesce a farlo- il suo intero linguaggio corporeo diventa incalzante, dinamico, le sue parole diventano minacciose, iniziando a non voler più sentire l'opinione altrui, assumendo una posizione che facilmente può intimidire l'interlocutore. Sephtis ha un atteggiamento simile quasi costantemente, è un po' il suo meccanismo di difesa, che permette al ragazzo di allontanare gli altri e allo stesso tempo tutelarsi, inoltre bisogna ricordarsi del fatto che è estremamente eloquente, sa calcolare il peso delle parole e sa comprendere le differenze di significato, riuscendo ad imporsi anche dal punto di vista discorsivo, spingendo gli altri su posizioni difensive o persino passive. Anche avere una normale conversazione con lui implica la possibilità di venir aggrediti verbalmente senza alcun apparente motivo, ma lui ha iniziato a regnare in questo modo per prevenire danni alla sua persona, perciò appena si sente minacciato in qualsiasi modo inizia ad avere un approccio più aggressivo. Di suo, Sephtis non è una persona così tanto guerrafondaia, spinta all'aggressione verbale, ma purtroppo non ha avuto nella sua vita degli esempi particolarmente brillanti, perciò è genuinamente cresciuto credendo che fosse normale il comportamento di suo padre, che fosse giusto così e che dovesse abituarsi, modificare la propria personalità per assomigliare di più a quella di suo padre. Ed è così, che per superare uno dei più grandi traumi che ha subito, ha iniziato ad assumere atteggiamenti che possono sfociare nella violenza, e allo stesso modo Sephtis pare una persona senza alcuna pietà, capace di uccidere e rispondere con tanta violenza quanto grande il torto subito. È un tipo che viene definito come violento e spietato, in fin dei conti il suo soprannome esiste per un motivo: non tende ad andarci piano su qualcuno perché "è una donna" o "non ha fatto niente" oppure ancora "stava facendo la cosa giusta", se Sephtis crede di dover estrarre la propria spada dal fodero, significa che lo sta facendo per uccidere e tutti sono uguali davanti alla morte, non vi sono eccezioni. È consapevole di essere diventato un mostro, di non provare pietà per nessuno e non trattenersi mai, ma se gli altri hanno il permesso di alzare le mani su di lui, allora lui ha il permesso di infilare una spada di metallo nel loro corpo. Non è un tipo a cui piace giocare pulito, soprattutto se in gioco c'è qualcosa di importante: è consapevole che l'onore sia soltanto un grande freno, che di certo vada usato quando serve e a proprio vantaggio, ma che di persé è qualcosa di ormai vecchio e tranquillamente igbnorabile. Sephtis, quindi, è un tipo sleale, a cui il gioco sporco diverte, esattamente come quasi ogni forma di violenza, le trova divertenti, piacevoli, e seppur sia molto giovane, soli ventitré anni, è perfettamente consapevole di come funzioni il mondo, come sopravvivere all'interno dei giochi di politica dei nobili. Molti non si accorgono di quanto sia effettivamente difficile riuscire a gestire abilmente le relazioni tra casati, riducendo questo a qualcosa di semplice: no, non lo è per niente, e bisogna stare attenti a cosa si dice o il rischio di lasciarci la pelle è sempre presente. Fattostà che Sephtis tende a preferire prevedere i piani altrui, essere sempre un passo avanti, egli analizza molto le altre persone, vuole capire cosa pensano, cosa vogliono fare, perché così diventa più facile immedesimarsi nella loro mentalità. Forse non si associerebbe il termine calcolatore e manipolatore a qualcuno come Sephtis, che è visibilmente qualcuno che bisognerebbe tenere alla larga solo per la sua personalità irruenta; ma in realtà Sephtis risulta essere molto abile nell'alternare la propria facciata da "mostro" a quella di erede di Lord Balyan: le sue sono parole tentatrici, che insinuano il dubbio negli altri, che spingono a seguire ragionamenti indirizzati dove desidera lui. Sephtis tende a saper quando fare commenti che insinuino incertezza, o commenti che possano avere il risultato opposto, e in fin dei conti non ascoltarlo molte volte sarebbe scemo: è un ragazzo estremamente colto, con una serie di conoscenze che farebbero impallidire anche i più accaniti studiosi. Non è una novità che Sephtis sia un giovane dalla brillante mente, con sempre una risposta pronta e un commento intelligente da fare, qualsiasi sia il contesto o l'argomento; alla gente non viene, però, naturale associare il nome del ragazzo ad una figura che sa molto di più di quello che sembra, perciò spesso ci si sorprende quando si viene a sapere di come in realtà il Balyan abbia molti più assi nella manica di quando non ci si aspetterebbe. Effettivamente gli farebbe piacere che le persone lo considerassero un po' più di quello che si mostra, ma alla fine è una caratteristica importante della sua personalità il suo essere finto, che tende a mettere un po' in guardia coloro che lo circondano, poichè giustamente temono di poter venir traditi o pugnalati alle spalle, cioè è un ragionamento sensato se si ha qualcosa che a Sephtis farebbe comodo avere, ma conoscendolo non gli serve quasi niente, ma c'è qualcuno che dovrebbe guardarsi le spalle (No, Suleyman non sto guardando te, sta volta). Sephtis ha iniziato a comportarsi come le persone parlavano di lui, iniziando a rendere veritiere tutte quelle storie che circolavano, creandosi una sorta di falsa personalità apposta per il mostro che tutti temevano. All'inizio non avrebbe mai pensato di fare una cosa del genere, ma ora che ci pensa è qualcosa, forse, conseguente a quanto avvenuto ai suoi dieci anni circa, che lo ha spinto a prendere provvedimenti per auto-tutelarsi, quindi cercando in ogni modo di allontanare chiunque possa mostrarsi un pericolo, o in generale provando a farlo con chiunque, poi quei pochi che gli rimangono a fianco e comprendono la sua condizione sono dei santi, ma sono per l'appunto pochi. Sephtis tende a comportarsi con una personalità che non è la sua, ma che è diventato veramente difficile da distinguere da quella originale, per il fatto che si sia mischiata sorprendentemente bene con la prima, arrivando persino a sostituirla, in certi punti. Seppur non abbia intenzione di tornare sui suoi passi, non che ne sia capace, Sephtis si trova a proprio agio con questo suo carattere che lo rende estremamente imprevedibile, difficile da leggere e pericoloso. Caratteristiche di questo suo atteggiamento sono le risposte acide, scettiche, spesso ironiche e particolarmente ciniche, che lo rendono veramente fastidioso, a volte, accompagnato dal fatto che i suoi sorrisi finti non sono altro che ghigni divertirti, come se volesse dire in faccia alla persona che la sta prendendo in giro, a allo stesso tempo non sta facendo uscire alcuna parola a riguardo dalle sue labbra, contorte in quel malizioso sorrisetto beffardo. È inoltre consapevole di come la gente lo reputi una persona di cui diffidare non perché non sia capace di gestire quanto chiesto, ma perché ha un modo di fare caotico (seppur vi sia metodo nel suo chaos) e particolarmente volto al guadagno personale, tanto che viene definito non erroneamente come una persona egoista, che fa solo il bene proprio; lui non ha mai negato di avere piani per sé e che quando si mette di buona volontà ad aiutare qualcuno la gran parte delle volte vuol dire che ha qualche schema già pronto da tirare fuori per manipolare meglio. Sephtis non pensa agli altri, ha smesso di farlo da un sacco di tempo, perciò non trova la necessità di essere disponibile, risultando estremamente incentrato su sé stesso e i vantaggi per la propria persona, non che gli servano veramente.
Andiamo oltre, il comportamento non proprio amichevole del ragazzo lo rende qualcuno difficile con cui interagire, soprattutto perché si è chiuso e ha lasciato fuori tutti, permettendo a pochissime persone di entrare nella sua mente, di capirlo; non ha mai trovato fastidioso il fatto di non aver amici- significa meno tempo perso a far niente- esattamente come trova piacevole il fatto di avere poiché ma buone conoscenze. Sì, ad essere onesto forse si sente un po' solo, ignorato e abbandonato da tutti, ma ha barattato la possibilità di intrattenere relazioni sociali senza aggredire fisicamente e psicologicamente una persona quando ha deciso di tirar su un sistema di difesa personale, che gli permetta di difendersi dagli altri, nonché la sua apparente serietà e imperturbabilità, che lo distinguono come una persona che raramente scherza, cosa non vero, non è che non abbia il senso dell'umorismo, solo che tende ad averlo molto cupo, quindi si tiene le battute per sé, non volendo mettere in posizioni particolarmente difficili la propria vita sociale che già è estremamente limitata. È un tipo solitario, non per volontà sua, ma perché la gente non sente il bisogno di avvicinarsi a qualcuno di tanto imprevedibile, spietato, violento... ed ecco che si spiega perché Sephtis trascorra gran parte delle proprie giornate da solo, apprezzando il silenzio o il tempo trascorso con sè stesso. Non è che non gli farebbe piacere avere amici, semplicemente non c'è nessuno che si meriti veramente di poter essere considerato degno della sua attenzione o meno ipocrita del resto del mondo. Non è che ci voglia un granché a guardare nell'anima di una persona, il problema è la determinazione nel farlo: solo chi ne è veramente convinto si prenderà la briga di comprendere meglio una persona, sennò si rimarrà ad uno stato di superficialità che non porterà a niente. Sephtis è quindi un ragazzo chiuso in sé stesso, che non cerca aiuto, che non vuole riceverlo: ha smesso di guardare gli altri con la speranza di qualcosa da molto tempo, ormai inizia ad innervosirsi quando qualcuno prova a comprenderlo, prova ad aiutarlo. Gli dà fastidio che qualcuno critichi le sue scelte di vita, per quanto pessime e orrende siano, semplicemente non ritiene che a questo mondo vi debba essere qualcuno che abbia il permesso di criticare in questo mondo un'altra persona: prima bisogna guardare sé stessi, poi gli altri. Inoltre il fatto di essere cresciuto in un ambiente di violenza e mancanza di affetto, ha spinto Sephtis a crescere come una persona anaffettiva, che non cerca contatto fisico e affetto dagli altri, anzi, molte volte si ritrae non appena nota che qualcuno può toccarlo, anche involontariamente. Il suo corpo si è abituato al fatto che i movimenti improvvisi fatti vicino al suo corpo di solito erano volti al ferire, al danneggiare, e per quanto a lui non dispiaccia, è diventato un riflesso ritrarsi o spingere gli altri via, per evitare di dover subire nuovamente quello che gli è successo- e continua a succedere. Bisognerebbe cercare di segnalare un proprio movimento e la propria intenzione nel toccarlo delicatamente, o lui rischierebbe di allontanare le persone bruscamente, anche con violenza. Eppure ci sono persone che ha imparato essere "buone", che non lo hanno mai colpito e che probabilmente non lo faranno mai e di queste persone Sephtis è estremamente geloso: le custodisce come se fossero dei tesori, le controlla e fa in modo che non possa succedere loro niente, si improvvisa un po' il cane da guardia, capace di estrarre un' arma se necessario e vibrare colpi letali se queste persone vengono minacciate seriamente. Non vuole assolutamente perdere quelle poche persone che non lo odiano, perciò tende ad essere un po' iperprotettivo nei loro confronti, oltre a disprezzare le persone che possono distogliere la preoccupazione di queste dai suoi confronti, perciò si sente in grande competizione con questi (sì, Suleyman sto parlando di te sta volta) e di conseguenza si sente minacciato, per questo motivo tende ad approcciarsi con fare nemmeno troppo amichevole.
Prima di concludere è necessario ricordare come Sephtis sia molto attento ai dettagli e a qualunque cosa, seppur gli manchi un occhio egli riesce sempre a tenere sotto controllo la situazione, come se avesse la necessità di sapere cosa sta succedendo, sempre. Inoltre Sephtis prova grandissima vergogna nel fatto che non è in grado di reagire alla violenza che subisce, per quanto sia un abile combattente non riesce a difendersi, è completamente terrorizzato da suo padre, dalle sue parole, dal suo comportamento, tanto che è l'unica persona con cui Sephtis ha un atteggiamento sottomesso, l'unico con cui Sephtis non discute e a cui non risponde sfacciatamente. Si tratta di una fobia specifica, una paura marcata nei confronti di un elemento specifico ( in questo caso suo padre) sproporzionata, sempre presente e spesso irrazionale rispetto alle paure comuni; questa paura è una conseguenza dei ripetuti abusi e si nota quando è in presenza di suo padre, ci si rende conto della sua paura e della tensione che compare nello sguardo di Sephtis. Il ragazzo è totalmente terrorizzato dal padre e non sa come superare la cosa.
Ma ora parliamo di cose serie, perché è il momento di citare alcune caratteristiche della personalità che hanno segnato Sephtis e lo stanno facendo tutt'ora: si sta parlando di autolesionismo, prevalentemente, e tracce di masochismo.
L'autolesionismo è tristemente noto al giorno d'oggi per essere qualcosa che viene trattato con leggerezza, molte volte ignorato, e immaginate come potesse essere in un mondo medievale in cui non esisteva comunque l'attenzione alla persona come vi è ai giorni d'oggi. Con autolesionismo si intende l'atto di procurarsi danni alla propria persona, e in questo caso non i tratta di danni psichici o astratti, ma di cose concrete, che si possono vedere e toccare:; l'autolesionismo è un disturbo che si associa solitamente a traumi, depressione, PTSD, violenza subita e altri disturbi, come schizofrenia. È molto comune nelle persone che, per l'appunto, hanno subito violenza in giovane età, per questo non bisognerebbe sorprendersi se si ritrova questo disturbo all'interno del carattere di Sephtis. L'autolesionismo e Sephtis hanno, però, un rapporto particolare: il ragazzo non si procura danni fisici perché gli piace, perché punta al suicidio, non è lo fa per motivi religiosi o per stress. Seppur non lo faccia per disturbi psicologici- che per carità, ci sono, non mi metto a diasgnosticargli qualsiasi cosa ma depressione e PTSD direi che sono sicuramente parte del suo bagaglio- Sephtis fa pratica di atti auto-danneggianti: tagli, a volte più o meno profondi sulle braccia, sulle gambe, raramente in altri punti del corpo, ma si adatta a qualsiasi cosa trovi in giro, se non ha armi da taglio non ha problemi a colpirsi con la propria cintura. Ci si chiederebbe perché.. Sephtis si sente in dovere di punirsi, di rendersi la vita un inferno per il solo fatto di essere vivo: lui respira, vive, mentre sua madre no. Lui si è macchiato di omicidio alla nascita, si merita ogni dolore e punizione corporea che possa esistere, ne è fortemente convinto. I sensi di colpa sono davvero tanti, e sono strettamente correlati anche al fatto per cui disdegna la propria tendenza masochista. È complicato analizzare una mentalità così contorta, ma Sephtis non può ammettere di provare piacere nel dolore fisico, non vuole farlo, perché oltre ad etichettarlo come un qualche errore della natura, sarebbe un'ulteriore mancanza di rispetto a sua madre: tutto il male che si infligge non è per divertimento, se dovesse ammettere che gli piace, che ne è profondamente attratto, sarebbe come vanificare gli anni di punizione, dovrebbe tagliare più a fondo, dovrebbe rischiare di più. No, non vuole ammetterlo, non può farlo. Per questo motivo Sephtis tende a sfociare questi suoi piaceri repressi nella violenza verso gli altri, per questo è capace di torturare la gente e mettersi a ridere, non tanto perché la tortura altrui lo entusiasmi, ma perché la vede come una valvola di sfogo.
ꗃ Ruolo:
✦ Erede dei Balyan
✦ Acquile Nere
Sephtis è l'unico figlio Lord Rashne Balyan, nonché l'unico erede al titolo di Lord di uno dei più grandi casati nobili di Minos, ma ad essere onesto a lui non è mai interessata la posizione di suo padre, non ha mai guardato all'uomo pensando che un giorno sarà come lui, che in quella famiglia tutti rispetteranno le sue decisioni e le sue parole, ma è sempre stato consapevole di come la sua sola presenza all'interno di quella famiglia non sia particolarmente apprezzata.
La sua nascita ha causato la morte di Lady Balyan e poco dopo anche suo padre, che era stato a lungo occupato con imprese belliche e militari si è trovato a ricoprire il ruolo di Lord, in seguito alla morte del precedente Lord Balyan. Da quando Sephtis ha avuto la possibilità di capire cosa stesse succedendo attorno a lui, quindi poter osservare e capire quelli che gli altri dicessero, si è subito accorto di come in realtà nessuno sia veramente particolarmente propenso a considerarlo qualcuno di affidabile: Rashne in ventitré anni è riuscito a rendere Sephtis esattamente il mostro che diceva che fosse, e tutti sono consapevoli del fatto che la sua non sia una personalità particolarmente diplomatica. Eppure, per quanto ci si possa lamentare, Sephtis è l'unico figlio di Rashne, quindi automaticamente l'erede al titolo di Lord, e per infastidire maggiormente coloro che ruotano attorno alla famiglia, Sephtis è un giovane sveglio, che più volte ha fatto commenti che lasciassero intendere di come in realtà fosse a conoscenza delle opinioni degli altri su certi argomenti, non sono stati pochi i casi in cui ha manipolato riunioni di famiglia in modo da riuscire a spingere i partecipanti a litigare l'uno con l'altro, persino davanti a Rashne, mentre lui rimaneva del tutto estraneo alla discussione, impossibile da accusare. Per il dispiacere di molti, infatti, Sephtis si destreggia fin troppo abilmente all'interno delle dinamiche politiche del regno, cosa che non ci si aspetterebbe da una persona che dichiara tranquillamente di non aver particolari manie di grandezza, anzi, che non è per niente interessata a migliorare la propria posizione all'interno del regno.
Eppure, ancora una volta, Sephtis si dimostra essere qualcosa di più di quello che dice: il fatto che non abbia mire politiche non significhi che non si possa intromettere nei giochi di potere altrui, solo per puro divertimento, in fin dei conti non si può definire "divertente" qualcosa se non vi è un po' di effetto sorpresa, e lui adora rovinare i piani degli altri solo per farsi due risate- sempre che quei versi divertiti possano essere diefiniti risate.
Una cosa per cui viene genuinamente apprezzato all'interno della famiglia, forse, è esattamente questo: ha una mente brillante, è estremamente erudito e conosce una grandissima quantità di informazioni, e non è raro che gli venga chiesto, con diffidenza, quali siano i suoi consigli. Purtroppo è costretto a dire la verità in questi casi, o sarebbe sicuro che suo padre non la prenderebbe particolarmente bene; gli farebbe piacere mentire e vedere le persone finire nei guai per colpa sua, probabilmente sarebbe un'ottima punizione, ma per quanto come cosa lo ispiri, non ha il coraggio di dire di no a suo padre.
Il ruolo di erede, però, non gli ha mai pesato, in fin dei conti non sono molti quelli che hanno L'oggettivo coraggio di andarlo a criticare direttamente di persona, sia perché è stato ben dimostrato cosa succede, sia perché ucciderlo è più difficile di quanto sembri, perciò il rischio che Rashne muoia e lui prend ail potere è alto, spaventosamente alto, e non sono pochi quelli che non vogliono inimicarsi più di troppo una persona che tende a mantenere le promesse, soprattutto se sono di morte.
Tornando a noi, lo schieramento politico di Sephtis dovrebbe essere quello delle Aquile Nere, nonché quello di Ayse e di Suleyman, il figlio secondogenito del re. E fin qui tutto bene, ma ora vi starete chiedendo perché "dovrebbe essere", no? In fin dei conti lui è un diretto cugino di primo grado del principe secondogenito e della principessa, perché mai dovrebbe essere abbastanza indeciso a riguardo? Innanzitutto bisogna premettere che la sua non è indecisione, semplicemente non vede motivo di schierarsi con nessuna delle due parti: certo, Suleyman è suo cugino e Ayse è sua zia, quasi sua madre, ma non ha mai avuto una buona relazione né col principe secondogenito né con la principessa, non lo hanno mai capito, o non hanno mai voluto andare oltre alle apparenze e conoscere meglio quello che dovrebbe essere loro cugino, che se per caso dovesse morire Lord Balyan gestirebbe il casato all suo posto. L'unico tra i figli di Osman ad avergli seriamente rivolto la parola oltre che per pura cortesia è, quindi il principe primogenito; si può dire che Sephtis simpatizzi un po' più per quest'ultimo, sia perché hanno delle personalità più affini rispetto a lui e Suleyman, sia perché il principe non si sente minacciato dalla sua presenza, non lo allontana e non lo guarda come un appestato da rinchiudere da qualche parte.
Ovviamente questa sua simpatia nei confronti del principe ereditario non è qualcosa di propriamente pubblico, soprattutto perché Sephtis non vuole deludere sua zia e avrebbe il terrore che se suo padre lo venisse a sapere a morire sarebbe lui.
ꗃ Storia:
✦ A love marriage
La storia di Sephtis comincia ben prima della sua effettiva nascita, ma con il matrimonio tra Rashne Balyan e sua cugina Damaya Balyan: si tratta di un matrimonio avvenuto per amore, seppur facesse comodo ad entrambi i rami della famiglia, essendo lei figlia del fratello del vecchio Lord Balyan, il padre di Rashne. Sicuramente può sembrare strano-o no- che il matrimonio tra due cugini di primo grado fosse stato accettato con tanta tranquillità e naturalezza all'interno dell'alta classe, ma è noto il fatto che la famiglia Balyan abbia certe evidenti caratteristiche da dover mantenere, quali i capelli biondi platino, bianco latte, e gli occhi chiari. I Balyan sono sempre stati caratterizzati da questo colore dei capelli, che si tramandano da generazioni, attenti ad avere discendenti che potessero vantare questa caratteristica, per questo gli incesti erano e sono comuni in quella famiglia- poi ci chiediamo perché Sephtis abbia tanti problemi, in realtà è quasi sicuro che il fatto che fosse figlio d'incesto abbia fatto la sua parte-.
Rashne, il fratello dell'attuale regina Ayse, riuscì ad ottenere l'approvazione di suo padre e suo zio per sposare la splendida Damaya, e il loro fu un piacevolissimo matrimonio, pieno d'amore e d'affetto: seppur Rashne fosse un grande condottiero, spesso occupato in manovre e spedizioni militari, questo non significava che non cercasse di spendere il maggior tempo possibile con la moglie, che amava profondamente. Damaya, a sua volta, era una donna splendida, ammirata da molti per i suoi bellissimi capelli bianco latte e i suoi occhi chiari, intonati ad un'affascinante carnagione rosea: molti nel popolo la vedevano come un modello di bellezza e di femminilità, si aspettava solamente la nascita di un figlio.
Qui sorsero i problemi, con i figli: la regione in cui abitavano, Manyssa, fu vittima di grandi e letali epidemie, che colpirono indistintamente ricchi e poveri, cittadini comuni e nobili. La famiglia Balyan non fu esonerata da queste grandi perdite tanto che il primo figlio, che aveva nemmeno un anno, morì di tale epidemia, spezzando il cuore della madre. Damaya non si diede per vita, però, decidendo che in memoria del figliolo, chiamato Arian, avrebbe provato ad avere altri figli. Così fece e per seconda acque una bambina, Jamileh, ma poco dopo la nascita morì, non si capì se per l'epidemia o una malattia genetica- sempre causata dall'incesto, probabilmente. Provarono ad avere un'altro figlio, ma la donna ebbe un aborto spontaneo e persero, così, il terzo figlio.
Rashne non riusciva a confortare la moglie, che in seguito a quelle tre tragedie era distrutta, e decise che per qualche tempo avrebbe voluto prendersi una pausa, riflettere, e forse in seguito avrebbe provato ancora, aspettando la fine dell'epidemia.
La sua quarta gravidanza fu inaspettata: né lei né il marito avevano provato ad avere figli, ma questo non significa che lei la prese come un segno del destino, e tornò a sorridere dopo tanto tempo, pensando alla possibiliutà che finalmente avrebbe potuto abbracciare suo figlio, o figlia. Fu una gravidanza abbastanza tranquilla, trascorsa prevalentemente da sola, poichè il marito si trovava con l'esercito, ma Rashne tornò in tempo per trascorrere con lei l'ultimo mese.
Tutto procedeva sorprendentemente bene, fino a quando, però, arrivò il parto.
Furono ore di atroci sofferenze, ma soprattutto grande preoccupazione: la donna negli ultimi giorni non era stata molto bene, e le sue dame temevano che lo sforzo avrebbe potuto essere molto pericoloso. Avevano ragione: Damaya Balyan, decisa ad avere un figlio, sarebbe morta di parto, ma nel momento in cui il suo bambino aveva aperto gli occhi, sembrò quasi che lo spirito della donna gli si avvolse attorno, con tutto l'affetto che una madre potesse dare.
✦ The one who brings misfortune
La nascita di Sephtis non fu piacevole, considerato che Rashne e Damaya erano stati una coppia molto affiatata, si erano amati profondamente ed è comprensibile il dolore nel vedere la propria amata morire. Rashne si ritrovò davanti solo il figlio, che era l'unica cosa che gli rimaneva della moglie e l'unica cosa, che tra l'altro, aveva causato al sua dipartita: all'inizio non riuscì a capire se fosse vivo, poiché non stava piangendo come di solito i bambini fanno, ma quando vide i suoi occhi chiari guardarlo con curiosità potè essere certo di avere in mano una creatura viva. Un mostro, non un bambino, che gli aveva portato via l'unica persona amata, che per venire al mondo aveva commesso un atroce delitto. Lo affidò a Kiana, la più fidata delle ancelle di sua moglie, che sarebbe diventata la nutrice di Sephtis, lo avrebbe cresciuto al posto della madre.
Così Rashne in un impeto di irrazionale rabbia scelse i nomi di Sephtis e Horang per il figlio, litigando persino con la stessa Kiana, che fermamente sosteneva che quei nomi non sarebbero andati bene, sarebbero stati di male auspicio per l'intera famiglia, ma l'uomo, nella sua ceca ira, non volle sentir lamentele, in fin dei conti sperò, per qualche tempo, che il figlio sarebbe morto, come il primo, per lasciarlo solo nel suo lutto.
Rashne per i primi tempi non tornò a casa, continuando con i suoi incarichi militari, attendendo la notizia della morte del figlio, come era successo per tutti gli altri, il problema, però, fu che non la ricevette mai. La sua attesa da settimane divenne mesi, ed infine un anno, poi due.
Nel mentre il piccolo Sephtis, con delicati capelli bianchi e occhi chiari, si divertiva a giocare e passare il tempo con sua zia, Ayse, che giocava con lui, o gli faceva compagnia. Al bambino piaceva giocare con i capelli della donna, perché erano così diversi dai suoi, così scuri, e gli piacevano, gli sembravano belli, affascinanti. Forse la ragazza non apprezzava un granché il fatto che il nipote giocasse coi suoi capelli, ma puoi davvero dire di no ad un bambino così carino e coccoloso? Fattostà che i primi due anni di vita trascorsero senza intoppi, più per la vita di Sephtis che altro, dato che il padre non si presentò nemmeno una volta, e seppur gli dispiacesse non vedere suo padre, si fidava delle parole di Kiana, che ogni volta che citava l'uomo sembrava sempre voler commettere un omicidio, cosa che lo divertiva parecchio.
E come tutto era iniziato, però, finì: morì la prima moglie di Osman, il re, e questo decise che avrebbe sposato Ayse, seppur ella non fosser per nulla d'accordo e contenta della cosa. Ovviamente, seppur avesse due/tre anni, Sephtis non la prese bene: quel vecchio voleva portargli via l'unica figura genitoriale oltre a Kiana che aveva mai avuto, no, a lui non sarebbe piaciuto nona vere più Ayse a giocare con lui. Una visione un po' egoista, ma rimane un bambino di un paio d'anni, non ci si deve aspettare chissà cosa.
Fattostà che il matrimonio lo trascorse con il broncio, in braccio a Kiana, che a sua volta sembrava non proprio contenta di trovarsi lì, a corte, seppur molti avrebbero ucciso per prendere il suo posto. Il matrimonio di Ayse diede l'inizio al periodo in cui fu Rashne a prendersi "cura" del figlio, seppur spesso fosse ancora occupato con le sue imprese militari.
✦ The childhood that never happened
A Manyssa, in questo periodo, il Lord Balyan era ancora il padre di Ayse e Rashne, perciò il padre di Sephtis aveva la possibilità di continuare con la sua carriera da comandante militare. E allora voi penserete: se Rashne era occupato, Sephtis sarà rimasto a casa con Kiana, quindi perché mai hai chiamato il paragrafo "l'infanzia che non è mai avvenuta"?
La risposta è semplice: Sephtis alternava la propria vita tra il tempo trascorso con suo padre e le lezioni e gli studi a casa. Ormai Rashne aveva compreso che quel demone di suo figlio sarebbe sopravvissuto e che i suoi tentativi di attendere senza prendere in mano la situazione si erano rivelati fallimentari; ora che Ayse non avrebbe più avuto la possibilità o il tempo di badare a Sephtis, non si fidava a lasciare un simile mostro nelle mani di persone innocenti, soprattuto perché non si sapeva cosa sarebbe diventato crescendo. Kiana lo seguiì comunque, andando ovunque il padre si portasse dietro il figlio, guardando in silenzio e iniziando a disprezzare sempre di più il marito della sua cara amica Damaya: se c'era un mostro tra Sephtis e Rashne, di certo non era il bambino. Eppure l'uomo doveva essere impazzito, doveva essere scattato qualcosa, e si era convinto che fosse il contrario: ogni qual volta Sephtis provasse a fare qualcosa che poteva anche sembrare carino o gentile, lui gli ribatteva contro che non doveva permettersi a cercare di ingannarlo, per poi provare ad uccidere anche lui, esattamente come aveva fatto con la moglie. Sephtis, però, dopo questi commenti sembrava andarsene sconfitto, ma tornava, dopo un po', cercando di dimostrare al padre che lui era sincero nel suo volere il suo apprezzamento, che non sapeva cosa fosse successo a Damaya e che avrebbe provato, nel caso, a capire.
Sephtis, a quel tempo, aveva tra i tre e i dieci anni, e voleva a tutti i costi farsi guardare dal padre come vedeva i genitori di bambini amare i figli per strada, voleva anche lui una famiglia che non lo cercasse di allontanare, non lo odiasse, ma Rashne non sembrava voler stare a sentirlo, accecato dalla sua follia e ira. Kiana, probabilmente, avrà consolato il bambino tante di quelle volte da aver dimenticato il numero: le piangeva il cuore ogni volta che vedeva quel bambino dai lunghi capelli bianchi latte legati talora in una coda alta, altre volte sciolti, tornare da lei cercando conforto, balbettando di come suo padre lo avesse allontanato, ancora una volta.
E suo padre non faceva niente per migliorare la situazione anzi, più gli anni passavano e più gli veniva facile colpire il bambino, tirargli uno spintone, uno schiaffo e via di lì. Ogni persona con cui Rashne parlava, a fine conversazione, iniziava a farsi l'idea che Sephtis fosse veramente un mostro, un demone sotto le spoglie di un umano, che cercava morte e sangue, ma non vi erano prove, Sephtis era un normale bambino, sempre più stanco di sentirsi ripetere le solite cose, che si iniziava sempre di più a convincere di aver fatto qualcosa nella sua vita.
Suo padre non voleva che lui si mettesse a giocare con gli altri bambini, se all'inizio diceva che era per salvaguardare loro, man mano che Sephtis cresceva iniziò a cambiare idea, dicendo che non fosse il caso che una persona dell'alta società di abbassasse tanto a quei livelli, poiché siamo onesti, a Rashne non è mai fregato niente del popolo e Sephtis lo aveva capito. Era un bambino sveglio e intelligente, per questo suo nonno convinse suo padre ad assegnargli abili insegnanti: Sephtis, qualora si trovasse a casa, studiava quasi tutto il giorno e per carità, gli piaceva, adorava leggere libri di storia o apprendere informazioni sui più svariati argomenti; mentre quando si trovava col padre questo si riprometteva di insegnargli a combattere, anche se alla fine lo fece un cavaliere al posto suo, quando Kiana prese posizione sostenendo che un allenamento dovrebbe insegnare qualcosa a qualcuno, non ammazzare di fatica o di botte. Alla fine Sephtis fece amicizia con un cavaliere, Ser Maziar, che con lo sguardo giudicante di un po' tutti gli faceva compagnia, gli insegnava veramente qualcosa e provava genuinamente ad aiutarlo ad impressionare suo padre.
Sephtis aveva circa sette/otto anni quando morì suo nonno, Lord Balyan, e Rashne fu costretto ad abbandonare l'esercito per tornare a Manyssa e sostituirlo come Lord: da lì la situazione iniziò a peggiorare velocemente. Se prima Rashne si limitava a spintoni, farlo cadere, un paio di schiaffi, ora l'uomo sembrava invece veramente impazzito.
✦ The One-Eyed Monster
Sephtis, intanto, era riuscito a convincere suo padre a portarlo a salutare Ayse, sua zia, e aveva sei anni quando finalmente poté riabbracciare le gambe della donna, perché era ancora troppo basso per poterlo fare propriamente. Il soggiorno a palazzo fu, come dire, interessante: Sephtis venne a sapere della nascita di Suleyman e per un po' non si riuscì a capire se stesse osservando il bambino perché interessato o perché stesse programmando il suo omicidio. Anche Rashne, per la prima volta, si accorse di come suo figlio guardasse il bambino: era diverso il suo sguardo, difficile da interpretare.
Alla fine si scoprì che voleva solo giocarci, o provare a prenderlo in braccio, poiché era seriamente interessato dal fenomeno della nascita dei bambini piccoli. Certo, continuava a fissare Suleyman come se gli avesse appena mangiato l'ultima fetta di torta, ma si sarebbe capito dopo che si sentiva minacciato, si sentiva in pericolo, poiché aveva il timore che Ayse iniziasse a preferire lui e si dimenticasse di Sephtis. Però non provò ad uccidere il cugino, anzi si mostrò molto attento, poiché stava ancora cercando di dimostrare al padre di non essere il mostro che pensava essere.
Tornati a Manyssa, però, la situazione iniziò a peggiorare lentamente: Rashne soffriva chiaramente di qualche disturbo mentale, solo che nessuno poteva identificare quale dato che non esisteva ancora la psicologia, e sfogava la sua frustrazione sul figlio, che ogni qual volta vedeva attraversare il corridoio improvvisamente diventava il suo bersaglio di insulti, violenze...
Sephtis iniziò ad aver paura di uscire dalla propria stanza o di scendere al piano di sotto, nascondendosi ogni volta che sentiva dei passi: non voleva andare in giro con lividi, segni di schiaffi, graffi per essere caduto, no non voleva, faceva male e lui stava cercando di essere normale, di mischiarsi con gli altri, di non venir escluso. Ci stava riuscendo, doveva ammetterlo, gli altri bambini della zona ogni tanto lo invitavano a giocare a nascondino con loro e lui, con un sorriso, accettava, divertendosi per quelle poche volte che riusciva a farlo senza farsi scoprire dal padre. In quel periodo iniziò a farsi crescere i capelli, non più fino alle spalle, ma fino a metà della schiena. Se volete sapere perchè, la verità è che uno dei bambini con cui aveva iniziato a giocare gli aveva fatto i complimenti sui suoi capelli, dicendo che se fossero stati più lunghi sarebbero stati veramente belli. Sephtis non aveva mai ricevuto complimenti, ne era rimasto sorpreso, davvero, e per questo aveva deciso di accontentare quel bambino, che lo aveva sempre difeso, anche quando finiva per litigare con gli altri a causa di lievi reazioni esagerate, che però non gli costarono l'amicizia di nessuno, anzi, gli altri bambini lo trovavano anche simpatico, perché seppur fosse un Balyan giocava con loro senza problemi, senza pregiudizi, e spesso si portava dietro delle mele e le mangiavano per merenda- ringraziamo santa Kiana che ha sempre supportato il bambino.
Però tutto andava davvero troppo bene, a parte le violenze quotidiane che Sephtis doveva subirsi, a volte diventavano davvero troppo. Kiana stessa ad una certa aveva pensato di contattare la sorella di Rashne per cercare di risolvere la cosa, perché vedere Sephtis sedere per terra in camera sua piangendo e nascondendo un occhio nero, un labbro spaccato o il sangue che colava dal naso non era qualcosa che era normale da vedere. Però Rashne continuava a dirle di non immischiarsi, che il bambino se le andava a cercare, che era colpa sua se i Balyan avevano dei problemi, e che se si fosse azzardata a contattare Ayse i provvedimenti sarebbero stati severissimi, sia per lei, che per Sephtis, perché secondo lui era stato il bambino a convincere la donna a cercare l'aiuto di Ayse. Alla fine Kiana non reagì, per paura che Rashne potesse veramente spingersi troppo in là. Peccato che sarebbe comunque accaduto, in un modo o nell'altro, ciò che avrebbe cambiato totalmente non solo il carattere del figlio, che fino a quel momento aveva provato di tutto per farsi accettare, ma anche la sua intera filosofia.
Aveva dieci anni, compiuti da poco, e stava sgattaiolando per casa, intento ad uscire per poter raggiungere i suoi nuovi amici e giocare con loro, alla fine era qualcosa che succedeva abbastanza spesso, cioè che evitasse come la peste suo padre, nascondendosi un po' dappertutto, dietro alle persone, dentro gli armadi ecc. Quando Kiana era presenta finiva per farsi accompagnare da lei fino alla porta di casa, o a parlare con suo padre quando era necessario, poiché ancora era determinato a mostrare a suo padre la verità, cioè che lui non fosse un mostro, che evidentemente Rashne aveva sbagliato. Sephtis aveva atteso dieci anni, sopportando in silenzio le parole del padre, gli insulti e le aggressioni, convinto che se non avesse reagito forse l'uomo avrebbe compreso di avere a che fare con suo figlio, non un chissà quale mostro. Voleva a tutti i costi essere visto per quello che era, non per ciò che suo padre diceva che fosse, poiché feriva i suoi sentimenti sapere di essere visto in tal modo dal suo unico genitore, di essere maltrattato e odiato. In fin dei conti qualsiasi bambino che cresce privo di affetto può giustamente sentire la necessità di cercare di adattarsi ed essere apprezzato, ma anche quando faceva del suo meglio per essere come il padre voleva, quello lo spingeva via, lo accusava di un omicidio che non aveva mai commesso.
La giornata, quindi, era iniziata come molte altre: Rashne si era chiuso nel suo ufficio, ammonendo il figlio di non farsi vedere, perché era impegnato e non aveva tempo per star dietro alle sue assurde scenette, perciò, una volta finiti i compiti assegnatigli dai suoi insegnanti, Sephtis sgusciò per la casa in direzione dell'uscita, per non far tardi all'appuntamento con i suoi amici. Non era mai stato così felice prima d'ora: se da una parte suo padre ogni volta che lo vedeva finiva per tirargli uno schiaffo, ora al di fuori di casa aveva ben sei amici! Era molto più di quanto avrebbe desiderato, inoltre il bambino che aveva suggerito a Sephtis di farsi crescere i capelli più lunghi si divertiva un sacco a fargli le treccine, facendo a gara per chi le faceva meglio con una delle bambine del gruppetto. A Sephtis piaceva, si sentiva apprezzato, e ogni tanto tornava a casa con una treccia unica, oppure con un paio di treccine nascoste tra i capelli sciolti e Kiana se ne accorgeva, gli sorrideva e gli faceva i complimenti.
Quel giorno, però, camminando silenziosamente per casa in direzione delle cucine, per andare ad avvisare Kiana che sarebbe uscito, incontrò suo padre, che doveva essere andato a prendere qualcosa. Lì Kiana non c'era, doveva essere appena uscita, e Sephtis non lo ammetterebbe mai, ma ebbe seriamente paura. I servitori tendevano a non trovarsi nella stessa stanza di Rashne, soprattutto quando questo si trovava ai picchi delle sue crisi, qualsiasi fosse il suo problema. L'uomo non sembrava star particolarmente bene: sembrava stanco, come se non avesse dormito per due giorni, e pallido, senza contare il fatto che quello che era venuto a prendere era qualcosa con cui accompagnare le erbe che usava come antidolorifici, probabilmente per alleviare le fitte di mal di testa o qualsiasi cosa lo affliggesse. Sephtis improvvisamente fece per nascondersi dietro la prima cosa che poteva essere usata come protezione, cioè l'isola al centro della stanza, sui cui erano appoggiate stoviglie pronte per preparare la cena. Il bambino stava iniziando ad avere veramente paura del padre, di come lo trattava, dei colpi che gli dava, di come minacciasse di ucciderlo, di come i suoi occhi chiari scrutassero il bambino con uno sguardo che lasciava intendere che quelle minacce non erano propriamente infondate. Più volte Rashne lo aveva spinto contro oggetti spigolosi, più volte Sephtis aveva sbattuto la testa, ferendosi, ma fortunatamente l'aveva sempre scampata con bernoccoli, taglietti, ma niente di seriamente grave, anche se ogni tanto il sangue sporcava i suoi capelli chiari, e Kiana ogni volta perdeva vent'anni di vita vedendo il colore rosso contrastare col bianco.
Rashne non sembrava essere tanto cosciente e consapevole dei suoi dintorni, doveva aver già preso le erbe, e all'iniziò non notò il bambino, che silenziosamente si era accovacciato lontano dalla vista del padre. Vide il figlio solo mentre si avvicinava all'uscita della stanza e rimase lì, a fissarlo, come se avesse visto un fantasma. Effettivamente Rashne, in quel momento, ebbe l'impressione di vedere la moglie e cugina nel figlio, per questo per poco ebbe quasi l'istinto di avvicinarsi e abbracciarlo, ma non si mosse, rimase immobile, fino a quando, ancora convinto di avere a che fare con Damaya non gli disse di avvicinarsi, di non nascondersi. Sephtis non aveva mai sentito un tono tanto affettuoso uscire dalle labbra del padre, mai in tutta la sua vita, e rimase spiazzato. Forse era ancora piccolo per capire che il padre non fosse in sé, forse se ne accorse ma volle approfittare dell'unico momento in cui l'uomo sembrava volergli dimostrare affetto, che lentamente uscì dal suo nascondiglio, avvicinandosi all'uomo.
Fu la prima volta in cui la mano del padre gli toccò la guancia senza colpirlo, e Sephtis si trovò ad abbandonarsi a quel tocco, che mai aveva ricevuto prima d'ora, quasi come un gatto dopo che ha deciso che la tua mano non è un pericolo e ti si struscia contro.
Quello che successe dopo fu improvviso, talmente tanto che i riflessi del bambino non bastarono: Rashne, da un momento all'altro, sembrò riprendere lucidità- anche se da quello che fa sembra che l'abbia persa ancora, subito dopo- e rivedere la moglie nel figlio gli procurò non poca ira: quel mostro di suo figlio non solo aveva ucciso la moglie, ma ora le assomigliava anche? No, Rashne non poteva assolutamente permettere a quel demone di continuare su quella strada: avrebbe risolto il problema una volta per tutte. Spinse il bambino all'indietro, facendolo sbattere contro uno dei banchi della cucina, e mentre Sephtis si rimetteva in piedi, pronto a scappare più velocemente che poteva, Lord Balyan afferrò il coltello appoggiato su un tagliere di legno, senza nemmeno pensarci due volte si lanciò contro il figlio.
Quando Kiana entrò in cucina, accompagnata da Ser Maziar, la scena che le si parò davanti la fece quasi svenire, ma fortunatamente il cavaliere ebbe il sangue abbastanza freddo da scagliarsi in direzione del Lord, fermandogli il braccio prima che potesse nuovamente abbassarlo, colpendo Sephtis, che era semi seduto per terra, piangendo in modo talmente straziante che il cavaliere e la donna ebbero seriamente paura, considerato il sangue che stava colando per terra, che aveva sporcato tutti i capelli del bambino e i suoi vestiti. Sephtis si stava tenendo il volto con le mani, ormai sporche di liquido cremisi, mentre tremava, emettendo gemiti tra un singhiozzo e l'altro. Il cavaliere fu abbastanza sveglio da disarmare il Lord e trascinarlo fuori dalla stanza, mentre questo continuava ad urlare di come ordinava loro di non impedirgli di uccidere una volta per tutte quel demone che aveva assunto le sembianze di suo figlio.
Kiana si stupì che il bambino non fosse svenuto per lo shock, anche se le condizioni in cui lo aveva trovato non si poteva dire fossero tanto migliori: seppur lo chiamasse, lui non rispondeva, continuava a stringere le proprie mani sul volto, singhiozzando e chiedendo perché, che cosa avesse fatto per meritarsi "quello". Con quello, Kiana scoprì che intendeva non tanto il taglio verticale che dalla fronte gli scendeva lungo una guancia, ma l'occhio, ridotto talmente male che sembrava sul punto di cadergli fuori dal cranio. La donna faticò a trattenere la nausea alla vista di come era ridotto il bambino e in quel momento decise che Lord Balyan aveva superato il limite, quasi uccidendo il bambino. Gli altri servitori erano presto accorsi, sentendo le grida, e chiamarono subito il medico di famiglia, alcuni si occuparono di trattenere il Lord in camera sua, e altri di aiutare lo stesso Sephtis a fermare momentaneamente il sangue e a sedersi per bene.
Sfortunatamente l'occhio del ragazzo era in condizioni disastrose, perciò il medico non provò nemmeno a rassicurare il bambino riguardo al riottenere la vita, ma lasciò intendere che sarebbe stato meglio, a questo punto, estrarlo proprio sarebbe stata la soluzione migliore, per evitare che si infettasse e peggiorasse soltanto le condizioni.
✦ And then he changed
Kiana decise che non era il caso di permettere a Rashne di portare a termine quello che aveva iniziato, tra l'altro il medico di famiglia vietò al Lord di fare uso di sostanza antidolorifiche a base di oppiacei proprio per evitare che si ripetesse una simile situazione.
Ser Maziar, però, propose alla donna di tener lontano il bambino dal padre, per evitare che la situazione rischiasse di degenerare e peggiorare: Kiana, così, contattò la regina Ayse, chiedendole se non fosse per lei un disturbo tenere Sephtis a palazzo per qualche tempo, giusto per evitare che il bambino finisse seriamente ammazzato. E poco dopo, senza avvisare Rashne, Kiana e Maziar partirono per la capitale del regno.
Sephtis non era mai stato così silenzioso durante un viaggio: continuava a guardare per terra, con l'unico occhio che gli era rimasto, mentre bende bianche gli coprivano parte del capo. Ogni tanto non riusciva ad afferrare le cose che aveva davanti, faceva fatica a camminare dritto: continuava a guardarsi le mani, a toccarsi una guancia e a piangere, in silenzio, ogni tanto fitte di dolore lo costringevano a smettere coi singhiozzi, interrompersi e prendere profondi respiri, appoggiare il capo contro qualcosa e chiudere gli occhi, stanco. Faceva fatica a dormire, ma Kiana sospettava non avesse iniziato ad avere questo problema in seguito all'avvenimento, secondo lei era solo peggiorato. Non sorrideva più, nemmeno si sforzava, ma il suo sguardo era stanco, cupo, infelice. Kiana non avrebbe più rivisto il gentile e sorridente Sephtis, poiché qualcosa era cambiato nel bambino e non sarebbe più stato lo stesso: non avrebbe più provando a farsi apprezzare, non avrebbe più cercato amici, avrebbe iniziato a respingere tutti, a comportarsi come suo padre era convinto avesse sempre fatto, a diventare sempre più un mostro, più che una persona. Kiana avrebbe assistito alla lenta discesa in una sorta di insana follia del bambino che aveva cresciuto, e la cosa l'avrebbe addolorata tantissimo.
A palazzo la prima cosa che Sephtis fece fu abbracciare la zia, deciso a non staccarsi più, cercando in lei conforto e un nascondiglio dal padre, che non sapeva nemmeno che il figlio si trovasse lì, a palazzo.
Rimase lì un anno intero e in quel periodo iniziò a sviluppare la propria passione per gli animali, trovando il suo primo primo gatto, che purtroppo sarebbe morto qualche anno dopo, con grande dispiacere del ragazzo. Aveva undici anni quando iniziò a guardare con sospetto Suleyman e sua sorella Amira, vedendoli davvero come minacce, non come i bambini che anni prima aveva conosciuto e, in fin dei conti, apprezzato. Il suo sguardo, in questo periodo, assunse una certa ostilità: non lasciava avvicinare nessuno, solo Ayse e Kiana potevano toccarlo, chiunque altro ci avesse provato sarebbe stato ripreso e respinto; Sephtis incominciò ad avere comportamenti aggressivi, ma non alzò mai le mani contro i cugini, ogni sua minaccia si limitava ad uno sguardo truce e irritato, per poi tornarsene a leggere i propri libri, a cercare di adattarsi ad una vita senza un occhio. In tutto ciò era particolarmente soddisfatto di non incontrare Osman, il re, che saggiamente aveva deciso che era il caso di stargli alla larga dopo aver provato ad accarezzargli i capelli ed essersi ritrovato con un morso. Osman non lo aveva di certo apprezzato, ma Ayse si era lasciata sfuggire un sorriso compiaciuto, questo Sephtis se lo sarebbe ricordato.
A palazzo conobbe molte delle persone che poi avrebbe reincontrato col tempo: Samael, il principe primogenito, ma anche Sia Shah, Lord Zain Ladik- che in quel momento era una guardia reale-, Ser Khalid, Lord Bahri quando andava a trovare il sovrano.
Fu un periodo interessante quello a palazzo, e in questi tempi si sviluppò quella personalità che ora è quella che la gente associa al suo nome, quella che si è guadagnata il titolo di "Al-Yahram", il crudele.
✦ "Al-Yahram", the cruel
Infine Rashne riuscì a scoprire che fine avesse fatto il figlio, come se improvvisamente si fosse ricordato della sua esistenza, e un giorno si presentò a palazzo, dopo un viaggetto non da poco, con l'intento di riportarselo a casa.
Intanto Sephtis aveva attentamente osservato il funzionamento della vita a corte, il pericolo stesso di farne parte, e aveva deciso di essere troppo piccolo per potersi infilare all'interno di affari non suoi, per quello avrebbe dovuto aspettare qualche anno. Ayse, che aveva tenuto d'occhio il nipote e aveva tutta l'intenzione di evitare che il fratello lo ammazzasse, accettò la richiesta di Kiana di permettere a Rashne di riavere il figlio solo se almeno una volta ogni anno, come massimo due anni, lo avesse fatto tornare a palazzo a salutare la zia e i cugini, e purché avesse una guardia sempre in zona, per evitare che si ripetesse quella spiacevole situazione.
In quell'anno lontano da casa Sephtis aveva riflettuto e aveva capito di non voler dimostrare niente a nessuno, ma di voler vendetta per il suo occhio, voleva che anche suo padre soffrisse come aveva sofferto lui, peccato che avrebbe di lì a poco scoperto che l'uomo lo terrorizzava a morte e avrebbe continuato a farlo ancora per un po'.
Così Rashne tornò a casa sì col figlio, ma anche con una guardia del corpo per lui, un certo Kaveh, un mercenario, che Sephtis avrebbe preso in simpatia, per questo lo avrebbe trattato bene, per quanto Sephtis possa trattare bene qualcuno che non sia Kiana e sua zia.
In questo periodo Sephtis tornò a palazzo una volta ogni due anni, mentre tutto il resto dell'anno si limitava a continuare coi propri studi e coi propri allenamenti.
Rashne iniziò a considerarlo un po' di più, rivolgendogli la parola, forse perché si sentiva un minimo in colpa per quello che aveva fatto e guardare quella benda nera contrastare tanto con i capelli e la carnagione chiara del figlio lo aveva fatto riflettere.
Gli anni passarono ed ecco che si sviluppava sempre di più il Sephtis che conosciamo ora: iniziò a credere sul serio di essere stato lui ad uccidere sua madre, se ne convinse in seguito ad una litigata col padre, l'ennesima, e così decise di prendere provvedimenti: così iniziò quello che lui definisce la giusta punizione per la morte della madre. Rashne non venne mai a sapere di questa cosa, per lui Sephtis continuava a rimanere un mostro, ma aveva accettato che fosse il mostro nato da sua moglie, perciò si era sforzato per capirlo un po', insegnargli gli affari di politica, prepararlo al titolo di Lord, poiché non aveva altri figli la scelta era solo una.
Aveva sedici anni quando per la prima volta dimostò il suo totale disprezzo verso le altre persone, in cui la sua evidente instabilità mentale aveva raggiunto un livello da cui sarebbe stato impossibile tornare indietro. Non aveva amici, aveva allontanato persino quei sei ragazzi che da piccolo giocavano con lui, tra l'altro anche quello che era stata la sua prima e vera crush, ma si era ripetuto di averlo fatto per il loro bene. Le uniche persone che gli stavano attorno erano un gruppetto di ragazzi poco più grandi di lui, a molti sarebbero sembrati mercenari, ma in realtà non erano altro che giovani che si ritrovavano in quello strambo ma violento e aggressivo Sephtis Balyan, lo vedevano come un tipo da avere come "alleato" e per questo lo seguivano, e lo continuano a fare tutt'ora. Sephtis ha creato un vero e proprio gruppo, a cui lui è a capo, che comprende in tutto una quarantina di giovani, sia ragazzi che ragazzze, di qualsiasi estrazione sociale, che si rivedono in lui e che credono che la sua visione del mondo sia più che giusta: accettato la violenza apparentemente ingiustificata, il disprezzo nei confronti altrui, la sfiducia nell'umanità e poi lui offre spesso loro da mangiare, uscendo con loro a bere. Tutt'ora i suoi più fidati compagni sono otto, di cui solo due sono ragazze: il primo si chiama Nasreen, ha quattro anni in più di Sephtis e lo ha conosciuto ad un mercato; il secondo per età si chiama Rashid, ha due anni più di lui; poi per età viene Rimah, ha tre mesi più di Sephtis, e in realtà era una di quei sei bambini che giocavano con Sephtis, quella che gli faceva le treccine; poi c'è Ladan, ha un anno meno di Sephtis, l'ha conosciuta ad una festa; un altro è Jeiran, ha un anno e mezzo meno di lui, esattamente come Farnoush. Gli ultimi due sono Chayan e Hamid, che hanno due settimane di distanza e tre anni meno di Sephtis.
Tornando a noi, in questo periodo, intorno ai sedici anni, aveva iniziato a farsi seguire da Nasreen e Rimah, perciò possiamo dire che qualche "amico" lo avesse; Kaveh quel giorno non si era sentito particolarmente bene e aveva affidato il ragazzo, che in realtà era perfettamente in grado di difendersi da solo, a Nasreen, che era comunque un tipo affidabile. Fattostà che Kaveh aveva il compito di evitare che Rashne lo uccidesse, poi si era preso l'incarico di evitare che Sephtis si uccidesse a sua volta da solo, perciò lasciarlo andare in giro da solo non era un problema. Forse, però, avrebbe dovuto trovarsi lì con lui.
Quello fu il giorno in cui Sephtis si guadagnò ufficialmente il titolo di Al-Yahram, il crudele: fu un'azione davvero sciocca, forse esagerata, fattostà che Sephtis si trovò davanti un uomo che non voleva farlo passare per strada, se quell'uomo non avesse fatto certi commenti sul ragazzo forse ora respirerebbe ancora: Nasreen a sentire quei commenti non fece altro che fare una proposta, un semplice "tagliali la lingua", ma noi conosciamo Sephtis, non si sarebbe divertito abbastanza, perciò decise di movimentare un po' il tutto, e limitarsi a far scivolare la lama che teneva nascosta nella manica della giacca, per poi afferrarla e conficcarla dritta in gola all'uomo. Sephtis non è un tipo a cui piacciono le critiche, ammettiamolo, soprattutto se viene tirata in mezzo sua madre. Il fatto che Sephtis avesse ucciso una persona perché lo aveva infastidito e non si era spostato dalla strada, mentre i suoi "amici" lo incitavano a fare altrimenti, sembrò turbare un po' tutti coloro che si erano presi cura di lui fino a quel momento, in particolare Kaveh, che tra tutti rimase più scioccato e schifato, decidendo qualche tempo dopo di licenziarsi, porgendo i propri saluti alla famiglia e andandosene.
Se Sephtis sapesse il motivo dell'improvvisa partenza della sua guardia del corpo, non lo diede a vedere, preferendo limitarsi a continuare sulla sua strada, dando sempre maggiori motivi per definirlo un mostro, esattamente come suo padre aveva sempre detto che fosse. Sephtis non ha difficoltà nell'uccidere la gente, se questi hanno anche commesso atti che lo irritano c'è la possibilità di trovare, la mattina dopo, una serie di picche con conficcate delle teste, ogni tanto succede, ma è furbo, abile, non ci sono mai prove del fatto che sia stato lui, a parte l'omicidio davanti a mezza città, ma si può solo presupporre che la lama che abbia mietuto vittime fosse la sua.
✦ A cold heart, but still a heart
Il fatto che Sephtis abbia vissuto una vita priva di affetto paterno, senza una madre, cercando di racimolare apprezzamento da Kiana, Ser Maziar e Ayse, probabilmente ha influito non poco sul modo in cui il ragazzo ha iniziato a relazionarsi con gli altri: è diventato freddo, cinico, molte volte aggressivo e quando non gli sembra il caso di estrarre dal fodero la spada, anche provocatorio. Ha a lungo creduto di non essere capace di amare, che l'unica cosa che potesse provare fosse una sorta di attaccamento, ma niente che potesse veramente destabilizzarlo, anche se ovviamente il suo attaccamento è molto vicino ad essere più un'ossessione che altro.
In tutto ciò, suo padre continuava a ripetergli le sue solite scemate, di come fosse in mostro, che che disgustava chiunque ecc; Rashne non aveva comunque smesso di picchiarlo, ma ora i loro confronti passavano più su un piano di argomenti che fisico, perciò gran parte delle volte la scampava con un paio di urlate contro e un ceffone, niente più aggressioni. Questo non significava che suo padre lo ascoltasse, molte volte le sue opinioni erano considerate tanto quanto quelle di uno schiavo, ma altre volte la gente lo ascoltava, di solito nelle occasioni ufficiali, o quando la presenza di Sephtis iniziava veramente a minacciare gli altri e incutere timore. Gli piaceva avere una reputazione terrificante, ormai si era abituato e convinto ad esserlo veramente. Questo non significa che non gli piaccia essere sempre solo, incompreso e odiato, circondato da quei suoi "amici", che ormai sembrano più soldati che altro, con cui nemmeno parla più di tanto, se non per deridere altri, pianificare i divertimenti per la settimana o svolgere incarichi più pratici.
Non ha mai nemmeno avuto impulsi che lo spingessero a dire che qualcuno gli piacesse, sia dal punto di vista romantico che fisico; per carità, ogni tanto lo hanno trascinato fuori la sera, in giro per qualche bordello, costretto a star lì e far finta di divertirsi, perché no, a lui non ha mai divertito l'intrattenere relazioni fisiche con altri, è già tanto se qualcuno è disposto a parlargli. Inoltre non gli piace sentire sulla sua pelle un tocco di uno sconosciuto, per questo, seppur abbia fatto le sue buone esperienze, non ritenga di considerarle davvero utili. Stava bene anche prima, doveva ammetterlo.
Ma noi sappiamo che Sephtis ora come ora, durante la storia, ha due obbiettivi: divertirsi in questa situazione di conflitto e riuscire ad avere una relazione dichiarata con Lady Sia Shah, che casualmente fa parte della famiglia con la quale la sua non va per niente d'accordo.
Fattostà che Sephtis si è innamorato, perso anche, e per un po' ha creduto di essersi preso una qualche malattia poiché non aveva mai davvero sentito di voler stare con qualcuno quanto gli è successo con la ragazza. Il problema? Rashne non accetterebbe la relazione, la famiglia di lei nemmeno, e seppur i due siano entrambi consapevoli dei sentimenti che hanno l'uno per l'altro sono costretti a tenerli per loro, nei pochi momenti in cui riescono ad essere semplicemente Sephtis e Sia. Lei non lo ha mai giudicato, era stata una sua amica d'infanzia, conosciuta anni prima a corte, e seppur lo avesse visto cambiare e diventare quello che era ora, non lo aveva giudicato come un disgustoso mosto, ma lo aveva accettato, aveva provato a capirlo, e gli aveva mostrato affetto, vero affetto.
Oh, Sia è probabilmente l'unica persona che Sephtis ama davvero, per questo negli ultimi tempi è così di buon umore quando si trova in sua presenza, seppur ogni tanto sembri più un cane da guardia che un ipotetico amante; amante perché? Perché lei dovrebbe sposarsi con un altro uomo e questo non piace né e lei né a Sephtis. Dobbiamo ammetterlo... sono entrambi d'accordo che se al suo futuro marito dovesse succedere qualcosa, un tragico incidente, nessuno ne sarebbe troppo rattristito.
ꗃ Abilità:
" ⌗ Combattimento con la spada.
Non credo sia necessario dilungarsi particolarmente troppo su questo campo: Sephtis è bastato addestrato nel combattimento con armi da taglio e seppur preferisca la spada perché permette un altanarsi di combattimento leggermente distanziato e un corpo a corpo, egli eccelle anche nell'uso di daghe e pugnali, purché non serva lanciarli, un conto è la precisione nel colpo e nell'affondo, un altro conto è quella da lancio. Sephtis non si ritiene un campione, non gli piace partecipare ai tornei o sfoggiare le proprie abilità, anche se ogni tanto gli capita di dare dimostrazione di cosa significhi "venir presi a bastonate da un ragazzo incazzato". La sua strategia di combattimento si basa su una solida tecnica, appresa con fatica e dedizione, e su rapidità di movimento e riflessione. Sephtis tende ad avere uno stile che alterna momenti molto eleganti, tanto che sembra una vera e propria danza mortale, altri in cui è la violenza a comandare il duello, le parate sono forti, le lame si scontrano con pesantezza.
Ha dato più volte dimostrazione della sua abilità anche semplicemente nell'usare la spada con estrema precisione: è in grado di eseguire perfetti tagli netti, di colpire esattamente dove è necessario farlo, e si vanta della propria abilità nel riuscire a tranciare ossa senza particolare difficoltà.
Ma perché ha voluto impegnarsi tanto nell'arte della spada? Da più piccolo puntava a divenire una guardia reale, ma dopo aver perso l'occhio ha ritenuto che non fosse più una grande idea, non era nemmeno sicuro lo avrebbero accettato, perciò ha continuato per sé stesso, anche per poter avere una maggior sicurezza, per difendersi. Non va mai in giro senza la propria spada al fianco, o le due daghe, o i pugnali, è una questione di vita o di morte per lui, se non è armato a momenti si rifiuta anche si alzarsi dal letto la mattina (nota tecnica: sì, tiene un pugnale sotto al cuscino, per sicurezza).
" ⌗ Arte argomentitiva/oratoria.
Sephtis è un giovane di grandissima cultura, durante tutta la sua vita ha avuto parecchio tempo per imparare, leggere, scrivere e persino allenarsi con quei tipici dialoghi/dibattiti che si fanno a fini pedagogici. Con gli anni ha perfezionato prevalentemente l'arte dell'oratoria, che ha scoperto essere estremamente utile in gran parte dei casi e seppur lui non sia il tipo di persona a cui si dà la propria fiducia a prima vista, gli viene comodo essere in grado di convincere a parole gli altri ad ascoltarlo. Se Sephtis era pericoloso prima, il fatto che sappia pesare le parole, abbia una lingua tagliente e sia estremamente eloquente lo rende ancora più pericoloso, sul piano politico soprattutto. Non gli piace, però, non vantarsi di questa sua abilità in momenti in cui non è necessario farne uso, preferendo di gran lunga limitare l'uso dell'oratoria a quando serva, ma è perfettamente capace di convincere un mercante a fargli un grandissimo sconto senza apparente ragione, ha perso una sfida una volta e ha dovuto farlo, alla fine non ha nemmeno dovuto pagare. In fin dei conti, a volte, la parola è più forte della spada e seppur lui non sia per natura un tipo diplomatico, non ha difficoltà nel sembrarlo usando la sua abilità di retorica.
" ⌗ Memoria visiva.
Poiché siamo molto ironici dobbiamo notare il fatto che egli abbia un'ottima memoria visiva, ma gli manchi un occhio. Sephtis ha sempre avuto questa dote, riusciva a cogliere dettagli con semplici sguardi, era capace di ricordare perfettamente ciò che gli veniva mostrato e seppur da piccolo non avesse un granché voglia di imparare a memoria, alla fine questa sua abilità lo ha aiutato notevolmente. Si ricorda un sacco di informazioni, si sorprende anche lui a volte, ma non gli dispiace avere qualche abilità che gli rende la vita più facile. Tende a prestare relativa attenzione al mondo che lo circonda, gli basa una rapida occhiata e già riesce a capire molto più di quanto servirebbe e la cosa gli torna estremamente utile. Non parla molto di questa sua capacità, oggettivamente a nessuno interessa chiederglielo, eppure si nota che si ricordi sempre tutto come se stesse guardando in quel preciso istante ciò a cui sta pensando, non ha nemmeno bisogno di sforzarsi particolarmente, gli viene naturale.
" ⌗ Gestire gli animali.
Questa abilità è legata più ad una sorta di approccio alle relazioni con gli animali che altro: Sephtis tende ad entrare rapidamente nelle simpatie degli animali, sarà per i suoi passi felini che non preannunciano il suo arrivo, o i suoi comportamenti che a volte seriamente ricordano quelli di un gatto... Sephtis è portato per gestire gli animali, non per questo ha sei gatti.
È una caratteristica naturale quella di farsi ascoltare, quasi capire, da questi animali, inoltre anche quelli più aggressivi nei confronti delle persone tendono a calmarsi in sua presenza. No, Sephtis non alza mai un dito sugli animali, si rifiuta di far loro del male, ritenendo che al contrario delle persone non hanno colpe: è un grande animalista, lo ammetterebbe se sapesse cosa significa.
ꗃ Curiosità:
" ⌗ I gatti.
Una curiosità non da poco di Sephtis è la sua sfrenata passione per i gatti, che tra tutti gli animali predilige e ritiene essere i più adatti alla sua personalità: sono indipendenti, quindi hanno bisogno di relative poche cure, e sono anche dei grandi approfittatori, oltre che amanti delle coccole se fatte dal loro padrone. I suoi sei gatti sono molto selettivi in termine di affetti e vedono in Sephtis la figura del padrone, dato che è stato lui a prendersi cura di loro per la prima volta. Sephtis, quindi, ha sei gatti, di età diverse e persino anche di sesso diverso, tanto che un paio dei gatti che ha sono figli di altri due gatti, è complicato l'albero genealogico dei suoi animali domestici.
Tutti i suoi sei gatti sono chiamati con nomi di demoni della religione zoroastriana, seguaci di Ahriman, tanto per restare in tema dato che Horang, il suo secondo nome, ha legami con tale religione.
Il suo primo gatto è stato Akoman ("cattivi pensieri"), che è di colore nero, caratterizzato da brillanti occhi verdi e due macchie bianche una sul mento e una sulla pancia, è un maschio; il secondo gatto è Indar ("ira"), una gatta dal pelo color cenere, con strisce un po' più scure e occhi giallastri; il terzo gatto è Sawar ("oppressione") ed è il primo cucciolo di Akoman e Indar, caratterizzato da un manto grigio scuro e occhi verdi, al contrario della seconda cucciola, Nanghait ("malcontento"), che invece ha il pelo nero come la pece e occhi giallastri. Poi vi sono Tauriz ("distruzione"), riconoscibile dal pelo bianco e due cerchi neri attorno agli occhi, sempre verdi, ed infine Zairz ("veleno") che è il più piccolo tra tutti, trovato da poco, e dal manto rossiccio a strisce un po' più scure, occhi sempre verdi. Tutti i suoi gatti tendono ad andare d'accordo tra loro su tutto tranne su chi si deve sedere sulle gambe del padrone, tanto che quando Sephtis si siede da qualche parte tra i gatti parte la rissa per chi arriva primo, rissa che di solito vince Akoman oppure Tauriz, ma Sephtis apprezza un sacco i propri animali domestici, tanto che non si offende quando anche in più di uno gli si siedono addosso, o gli si accoccolano sulla spalla contro lo schienale della poltrona, sui suoi capelli. I primi due gatti li ha trovati per strada, Akoman aveva una zampetta ferita, lo ha curato, mentre il secondo semplicemente lo ha raccolto per evitare che venisse investito da un carro. Infine gli ultimi due, uno gli è stato dato dalla sua domestica poiché lei lo aveva trovato tornando dal mercato e poiché lei non si poteva permettere un gatto aveva deciso di lasciarlo al ragazzo, ed infine il sesto gli è stato regalato.
" ⌗ Misantropia.
Partendo dal presupposto che è molto rara la misantropia nei giovani, Sephtis ormai è chiaramente qualcuno fuori dal normale. La misantropia è un sentimento e un conseguente atteggiamento d'odio, disprezzo e mancanza di fiducia nel genere umano, caratterizzato talvolta da isolamento materiale o morale.
Sephtis probabilmente non ha mai pensato di definirsi misantropo, anzi, probabilmente è solo convinto di odiare a morte l'intero genere umano e che sia totalmente normale in realtà il suo modo di pensare suggerisce che c'è di più: non solo egli disprezza le persone, ma le trova anche gli esseri più infimi di questo mondo, parassiti egoisti e approfittatori. Nessuno lo ha mai voluto aiutare, non ha mai dimenticato questa cosa, e perciò ha iniziato a sviluppare un suo pensiero che sotto certi versi può essere considerato parte della sua filosofia. Sephtis è deluso dalle persone, le ritiene una sorta di massa che segue cecamente ciò che chi è capo dice, singoli individui che in realtà non sono altro che un prolungamento dell'uno a capo, persone individualiste che preferiscono occuparsi a sgomberare il cammino davanti a sé piuttosto che provare a farlo con qualcun altro, aiutando, poiché un po' di fatica in più è considerata come qualcosa di negativo, quindi inaccettabile. A lui fa schifo la gente, cerca di starci in mezzo il meno possibile, che sia alta società o bassa non gli interessa: sono tutte persone disgustose, differenziate dai soldi e dai titoli nobiliari.
" ⌗ Oppiacei.
Sephtis fa uso di sostanze oppiacee, diluite in alcol e stemperate nel miele, in modo da ottenere un effetto "curativo", ma a cosa gli serve l'oppio? In realtà la risposta è abbastanza semplice: Sephtis tende ad utilizzarlo come antidolorifico e sonnifero, poiché tende a soffrire di lieve insonnia; gli è stato prescritto dal proprio medico di fiducia, con cui ha parlato delle fitte di dolori al cranio, probabilmente causate da qualche danneggiamento al sistema nervoso quando suo padre lo ha aggredito per ucciderlo e gli ha cavato l'occhio. Inoltre le sue condizioni fisiche non sono mai al massimo, considerato che si ferisce spesso e volontariamente, non provando sempre a disinfettare le ferite e curarsi. Non prende grandi dosi, gli basta poco, più che altro perché un minimo di dolore vuole sentirlo, ma comunque accenni di dipendenza ci sono, seppur non particolarmente gravi ed evidenti.
" ⌗ Disturbo Borderline della personalità.
Ovviamente Sephtis non può ricevere diagnosi del proprio disturbo, eppure noi che lo guardiamo dall'esterno possiamo notare certe caratteristiche che sono tipiche di coloro che hanno questo disturbo.
Con disturbo "borderline" di personalità si parla di un disturbo di personalità le cui caratteristiche essenziali includono la paura di un reale o immaginario abbandono, l'instabilità nelle relazioni, l'instabilità dell'immagine di sé e dell'umore, e una marcata impulsività.
Le relazioni interpersonali di coloro che soffrono di questo disturbo sono infatti caratterizzate dall'alternanza tra gli estremi dell'iperidealizzazione e della svalutazione. Questa stessa oscillazione si riscontra anche nel senso di identità o immagine di sé e nell'instabilità affettiva. In riferimento all'instabilità affettiva, e quindi alla marcata reattività dell'umore, bisogna sottolineare come questi stati (per es. disforia, irritabilità o ansia) tendano a durare solitamente poche ore e soltanto raramente più di pochi giorni. Il pattern del disturbo include inoltre sentimenti cronici di vuoto, ricorrenti comportamenti, gesti o minacce suicidari, o comportamento auto-mutilanti. Possono inoltre essere presenti rabbia inappropriata o difficoltà a controllare la rabbia (per es., frequenti accessi di ira spesso per ragioni che gli altri hanno difficoltà a comprendere o considerano futili), depressione e, più raramente, mania. Le persone che soffrono di questo disturbo sono spesso impegnate nell'idealizzazione e/o svalutazione degli altri, ovvero nell'alternanza tra un'alta considerazione positiva ed una netta svalutazione, sia di sé stessi che delle persone con cui si relazionano (partner, amici, etc.). Sono frequenti pratiche di autolesionismo, ideazioni suicidiarie, abuso di sostanze tossicodipendenti, disordini sessuali e altri comportamenti impulsivi potenzialmente dannosi per il soggetto.
Penso abbiate notato tutti le chiare somiglianze tra svariati comportamenti di Sephtis con quelli presentati qui sopra, dopotutto egli ha tratti che riportano a questo disturbo, mascherandoli per qualcosa che lui dice di controllare e di usare per la sua facciata, ma che ormai non è nemmeno più sicuro siano imitate e finzione, quanto sembrano sempre più essere reali. Sephtis, oggettivamente, ha delle evidenti incapacità nello sviluppare relazioni che non siano intermezzate da alti e bassi, o non siano proprio tossiche; inoltre i suoi scatti d'ira e di aggressività sono molto brevi, spesso sembra che spariscano improvvisamente, esattamente come sono comparse. Inoltre in Sephtis vediamo tutti gli elementi autolesionisti, il sentimento di vuotezza e accenni alla depressione, seppur molto molto accennata. L'abbandono gioca la sua buona parte, non dobbiamo dimenticare che Sephtis stesso teme di perdere l'attenzione di quei due gatti che gli vogliono un minimo di bene.
" ⌗ Paura: Eisoptrofobia.
Sephtis negli anni ha sviluppato la eisoptofobia, nonché la fobia degli specchi o della propria riflessione in essi. Può sembrare un po' una scemata, è consapevole che sia qualcosa di irrazionale, ma non riesce a guardarsi in faccia e riconoscersi, ogni volta che si specchia gli sembra di vedere uno sconosciuto, o un mostro con la sua faccia, e per questo ha paura di riflettere la propria immagine sulle superfici di vetro, ha paura che quel mostro poi diventi vero, lo perseguiti più di quanto fa già. In camera sua non ci sono specchi, cerca di non guardarli quando passa davanti ad uno, e quando soggiorna al di fuori di casa propria e nella stanza vi è uno specchio lo copre con una coperta.
ꗃ Punti di Forza:
" ⌗ Masochismo e resistenza al dolore.
Non so se si possa considerare un vero e proprio punto di forza, ma sotto una certa ottica lo è, quindi non ci dispiace: il fatto che a Septhis piaccia il dolore, lo vada anche a ricercare ogni tanto, e che durante il corso dell'intera sua vita abbia dovuto sopportare abusi e violenza, rende il ragazzo estremamente resistente al dolore stesso. Tende a non scomporsi nemmeno per le ferite, continuando come se niente fosse e ignorandole, perché ha imparato a farlo, a concentrare la sua mente su altro. La tortura su di lui non ha molto effetto, ha dimostrato più e più volte di come per lui il normale livello di insopportabile dolore non sia un granché: gli è stato cavato un occhio e lui l'unico motivo per cui piangeva era perché gli era stato tolto, e seppur facesse male, nemmeno troppo, così ha definito quella spiacevole esperienza. I tagli, le ferite o qualsiasi cosa che gli viene inflitta in un combattimento tendono a non dargli nemmeno fastidio, a volte nemmeno se ne accorge tanto è concentrato sullo scontro.
" ⌗ Agilità e riflessi.
Sephtis ha sviluppato un'intero stile di combattimento sulla sua agilità e sui suoi riflessi fulminei, non bisogna sorprendersi che sia un punto di forza. Sephtis non ha mai avuto particolare forza fisica anzi, è sempre stato scattante e sgusciante, difficile da acchiappare persino giocando a giuardia e ladro. I suoi riflessi lo rendono un bersaglio difficile da colpire, inoltre riesce a fare movimenti che molti non sarebbero capaci di pensare, per la sua straordinaria agilità. Non c'è molto da dire, semplicemente Sephtis non è un avversario che non ha assi nelle maniche- in realtà non ha assi, ha pugnali, ma dettagli.
" ⌗ Ampie conoscenze.
Abbiamo messo in chiaro il fatto che Sephtis sia una persona colta, davvero un sacco, con solo l'incapacità di gestire le proprie relazioni sociali. Il Balyan è stato istruito da abilissimi precettori, ha sempre trovato interessante leggere rimanzi, libri di storia, poesie ecc; dopo anni e anni di studi può ufficialmente affermare di far davvero invidia anche ai letterati e agli studiosi, perché seppur non gli piaccia comporre in prima persona, è capace di scrivere poesie (lo fa, ma o le tiene per sé a casa sua o le regala ad una e una persona soltanto), è capace di commentare testi, di criticarli, di riflettere su questioni filosofiche e di sviluppare ragionamenti propri. Conosce una grandissima varietà di informazioni: politiche, strategiche, tattiche, geografiche, stroriche ecc.
Si può dire che le sue conoscenze generali siano estremamente ampie e non rinuncia mai a colmarle sempre di più. Ritiene che una supremazia dal punto di vista intellettuale possa essere, molte volte, più utile che quella ottenuta per mezzo della violenza- strano no? Eppure Sephtis è consapevole che la risposta a tutto non sia necessariamente la forza, nonostante ciò preferisce farne uso, dato che a suo parere le persone che oggettivamente capiterebbero anche solo la metà di quello che direbbe se si mettesse a disquisire di gnoseologia o filosofia politica. Il popolo rozzo e analfabeta comprende la forza, le minacce e la violenza, ma tristemente non la cultura. Però nel dubbio Sephtis è esperto di entrambe le cose.
" ⌗ Sangue freddo.
Un punto di forza non da poco è il fatto di essere capace di mantenere la calma in situazioni complicate, difficili e stressanti: Sephtis tende a rimanere imperturbabile, con uno sguardo serio e freddo, che come massimo diventa divertito o irritato, quasi mai si capisce se il suo volto esprime altre emozioni, è difficile riuscire a leggere le sue sensazioni e i suoi pensieri, per questo risulta essere una persona difficile da comprendere e imprevedibile. Prova generalmentre poco stress e ansia, in qualsiasi situazione, perciò gli viene facile rimanere razionale sempre, o quasi, ci sono dei momenti in cui va in panico, ma quelli riguardano principalmente la relazione con suo padre.
ꗃ Punti deboli:
" ⌗ Precisione.
Il problema della preicisione è qualcosa se Sephtis si tira dietro da ormai troppi anni per i suoi gusti: prima di perdere l'occhio e la terza dimensione, Sephtis non era male con il lancio dei coltelli o qualsiasi cosa richiedesse una mira precisa, ma dal giorno in cui ha perso il suo occhio per lui le cose sono cambiate. Seppur siano passati tredici anni, ancora ha difficoltà nella mira, nel indirizzare precisamente il coltello dove vuole. Ci ha provato a ricominciare ad usare armi da lancio, ma non è migliorato niente, fa ancora fatica a centrare i bersagli nel punto in cui gli serve colpire. Ha deciso di smettere, per evitare di rischiare di uccidere qualcuno durante gli allenamenti- non perché gli desse fastidio uccidere, ma perché poi avrebbe dovuto tenere lì un cadavere.
Ha preferito optare, quindi, per le armi bianche, almeno quelle non ha bisogno di lanciarle.
" ⌗ Relazioni sociali.
A sua discolpa, bisogna premettere che la colpa è degli altri, che poi sia diventata una debolezza sua è un altro discorso. Sephtis ha difficoltà a stabilire legami che non si basino sul terrore o sul disprezzo, avendo poche persone che non lo vogliono morto, il più lontano possibile da loro o arrestato e onestamente comprende il perché: la sua è una personalità fin troppo tagliente, difficile da comprendere se non si è attenti e disposti a voler capire, e soprattutto brusca. Sephtis, per quanto sia estroverso, non riesce a farsi apprezzare, poiché anche involontariamente decide di barricarsi in sé stesso, mettendo l'autopilota e abbandonando il controllo sul proprio corpo. Non ha molti amici e la gente non si fida di lui, questo è quanto.
" ⌗ Forza fisica.
Sephtis ha molte qualità, su questo non c'è dubbio, ma tra queste non vi è la forza fisica, di cui è sempre stato particolarmente carente. Fin da piccolo non ha mai avuto in fisico particolarmente forte, non è in grado di fare pesanti sforzi, date condizioni del suo fisico che non glielo permettono. Ha a lungo provato ad allenarsi per compensare questa carenza, ma evidentemente la sua genetica è fatta in modo tale non permetterglielo. Poco cambia: non può sollevare grandi pesi, non è un grande avversario in sfide di forza muscolare (braccio di ferro o cose simili), per questo predilige far uso dell'agilità.
" ⌗ Divertimento.
Sephtis ha, dobbiamo ammetterlo, difficoltà nel capire quando è il caso di smetterla con l'agire per soddisfare la propria necessità di divertimento. Questo è sempre stato qualcosa che lo ha distinto dagli altri: come spiegato nel carattere egli tende ad agire sì, quando serve, su base razionale e logica, ma di solito tende a muoversi solo per intrattenersi con qualcosa. La situazione del conflitto tra i due principi, per lui, è entusiasmante: vuole ridere, vuole divertirsi e partecipa solo per quello. Un suo punto debole è questo: non sa quando smettere, non riesce a distinguere quando una situazione richiede davvero di smetterla e di fare le persone serie, per lui tutto è frutto di divertimento e deve essere visto come tale. A volte non si rende nemmeno conto che gli avvenimenti siano seri, che le persone muoiano veramente, che non sia un gioco, ma non ha mai espresso preoccupazione o tristezza se qualcosa nei suoi "giochi" va storto, anzi tende a scrollare le spalle.
ꗃ Conoscenze:
Work in progress, non avevo voglia di pubblicare la scheda dopo altri sei mesi, le aggiungerò più tardi.
ꗃ Opinioni:
" ⌗ Cosa ne pensa del conflitto?
Ribadiamo ancora una volta come Sephtis, per essere coinvolto direttamente nella questione in quanto cugino del principe secondogenito e amico (circa?) del primogenito è sorprendentemente neutrale, o almeno, lui così crede. Ma non è questo il momento di parlare della sua posizione a riguardo del conflitto, infatti per quello c'è sempre la prima domanda. Sephtis, tornando a noi, ritiene che l'unica motivazione per cui sta al gioco è il puro divertimento: egli vuole vedere cosa succederà, e poiché nessuno dei due principi si tirerà indietro tanto vale godersi lo spettacolo. Questo non significa che sia un pazzo, attenzione, semplicemente dato che tirarsi indietro non è concepito all'interno delle clausole del personaggio e voler il potere non è qualcosa che lo riguarda, tanto vale divertirsi e trascorrere bene il proprio tempo.
Se dovesse dare una risposta a qualcuno, però, probabilmente si metterebbe a spiegare con paroloni- che probabilmente capirebbero in tutto 20 persone nell'intero regno- che le guerre non siano vantaggiose all'economia statale, perciò quelle civili andrebbero evitate ancora di più, considerato che il territorio di scontro sarebbe esattamente il regno. Probabilmente inizierebbe a sproloquiare sui danni all'economia, alle entrate e uscite, alla stabilità politica interna, al mancontento della popolazione, alle carestie, ai rischi di rivolte ecc, esattamente come farebbe se dovesse disquisire di politica con qualcuno. Eppure a Sephtis non frega assolutamente niente dei casini che si creeranno: lui ne approfitterà per farsi due risate, seduto in poltrona con i suoi sei gatti appollaiatigli attorno o acciambellati sulle sue gambe. Sephtis, però, dopo questa scheda ormai lo conosciamo: è un po' l'avvocato del diavolo, si muove solo verso ciò che gli interessa, parla se deve convincere... probabilmente non perderebbe l'occasione di partecipare al gioco puramente per divertimento, null'altro, niente pretese di potere, niente interesse verso il trono e la corona... solo come passatempo.
" ⌗ Chi secondo lui ha ragione?
Una domanda in realtà molto semplice: per legge ha ragione Samael, il principe primogenito, ed è quindi colpa di Suleyman e Ayse se il conflitto è sorto, poichè loro non avevano alcun diritto di cercare di salire al trono. Ovviamente Sephtis è ben consapevole che vi siano grandi differenze tra Suleyman e Samael, alcune di queste che potrebbero influenzare in modo non da poco la gestione del regno, ma non è lui che decide chi deve sedersi dove, dovrebbe farlo la legge. Questa, forse, è un a delle uniche volte in cui vedrete Sephtis che cita la legge, poiché di solito- seppur le sappia tutte a memoria- la ignora a tal punto da trovarla fastidiosa. Il vero punto è che non ha voglia di trovare serie motivazioni per schierarsi da una parte piuttosto che un'altra: certo, i Balyan sono palesemente propensi a supportare Ayse e suo figlio, eppure Septhis e Suleyman non sono in buoni rapporti, Samael, invece, è più qualcuno che si potrebbe considerare un amico, quindi non è particolarmente disposto a fermarsi a riflettere seriamente, soprattutto se in mezzo c'è sua zia. Per ora supporterà Suleyman, ma è consapevole che il cugino si trovi dalla parte del torto, per quanto possa essere un re più giusto rispetto al fratellastro. Nel dubbio è disponibile a farsi corrompere (scherzo... o forse no).
" ⌗ Cosa ne pensa della famiglia reale?
Considerato che la sua persona preferita è stata sposata con il re, Sephtis dovrebbe avere una qualche opinione positiva: mi duole deludervi che no, Sephtis non sopporta niente di ciò che riguarda la figura di Osman. Per carità, i figli non li vede come copie del padre, eppure sono per la maggior parte del tempo fastidiosi, soprattutto i cugini. Senza divagare più di troppo, Sephtis ritiene che Osman fosse una delle peggiori persone che abitavano su questo mondo, soprattutto perché gli ha rubato la zia, sposandola e allontanandola da lui, diciamo che seppur avesse tre anni l'ha presa particolarmente male e sul personale. Sephtis tende a non dimenticare.
Comunque, non ha troppo a che fare con la famiglia reale, seppur si potrebbe ribattere che è il cugino di primo grado di un possibile futuro re, Sephtis non vuole farsi coinvolgere nelle trame di palazzo, sostenendo di avere di meglio da fare.
Ritiene, però, che sia interessante studiare la storia della famiglia Yilmaz, i sovrani, le loro opere e le conseguenze portate dai loro regni, questo non può negarlo.
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« 𝐌𝐀𝐑𝐈𝐍𝐄𝐅𝐎𝐑𝐃»
𝐨𝐜'𝐬 𝐛𝐨𝐨𝐤...
... 𝐄𝐭𝐭𝐲'𝐬 𝐬𝐩𝐚𝐜𝐞:
𖦹 Eccoci arrivati alla conclusione di questa scheda che è stata più un parto che altro- ancora peggio del precedente oc, devo ammetterlo.
𖦹 L'oc presentato in questa scheda è stato creato per la storia ad oc "The kingslayer" di Corvy_Ilcorvetto.
𖦹 Spero vada bene, dimmi pure se ci sono cose da correggere o da precisare meglio, dopotutto ho tempo per sistemare.
È stato un trauma scrivere sto OC (Law non uccidermi, è venuta fuori una scheda davvero troppo come la divina commedia ops ops)
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