CAPITOLO 27

LUNA P.O.V

Sono andata in camera mia, ma ero curiosa di quello che John e Cynthia si sarebbero detti.
Vinta dalla troppa curiosità aprii piano la porta e scesi alcune scale, sedendomi su una di esse. Lì era il posto perfetto per ascoltare la conversazione.

“John”.

“Dimmi Cyn”.

“Io...”, la sua voce si spezzò, “... Ecco John, sono incinta”.

“Di... di chi?.

“È... è questo il problema. Senti John, io adesso sono fidanzata... Con Michael, e... Devo fare il test per vedere di chi è effettivamente... Il padre...”.

“Ok... Quando lo saprai dimmelo. Ma adesso devo andare, ciao”, disse mentre faceva uscire Cynthia e di conseguenza anche lui chiudendo la porta.

Io ero rimasta senza parole, ero un po' stranita... John potrebbe diventare padre!

E con Paul? Come sarebbe andata avanti la loro relazione?

Poi lo squillo del telefono mi distolse dai pensieri.

“Pronto?”.

“Ciao Luna, sono George”.

“Ciao George!”.

“Ti senti bene?”.

“Perché?”.

“Ieri... Ecco... Mi sono comportato come uno sciocco. E anche se mi sono già scusato lo voglio fare ancora. Scusa per essere stato così tanto... Geloso”.

“Oh, George! Non ti devi preoccupare per quello, ormai è tutto passato...”.

“Grazie Luna, adesso mi fai sentire meglio. Avevo questo peso al cuore... Indescrivibile. Ma... Ecco... Ehm... Ti va di venire a Strawberry Fields sabato, tra due giorni... con me?”.

“Certo George, mi farebbe molto piacere!”, dissi sorridendo.

“Allora a sabato”.

“Si, ciao piccolo Georgie”.

“Ciao piccola Luna”, rispose lui ridendo.

E chiusi la chiamata.

Feci un grande sorriso e corsi per tutta la casa saltellando per la felicità. Mi piaceva così tanto uscire con George!

“Luna, stai rompendo il pavimento!”, gridò John tra un misto di risate dal piano di sotto.

“Scusa John, la smetto”, ridacchiai pure io.

Poi sentii dei passi e la porta della mia camera si aprì. Entrò John e si sedette sul letto.

“Cos'è tutta questa felicità, eh?”, chiese.

“Niente, niente”, dissi ridendo ancora.

“Non ti credo, e guarda che sennò passo alle maniere forti...”, minacciò lui.

“Fai pure, allora”, lo guardai con un sorriso di sfida.

“L'hai voluto tu, ora ne prenderai le conseguenze...”, rispose lui alzandosi di scatto dal letto e venendomi incontro, “... Te ne pentirai amaramente, ne sono sicuro”.

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