CAPITOLO 22
Agosto 1962
LUNA P.O.V
Erano passati quattro anni dalla morte di mia madre, ed erano successe veramente tante cose.
La prima, è che John, Paul, George, Pete e Stuart avevano formato una band chiamata “The Beatles”, e andavano alla grande!
Sono andati ad Amburgo a suonare nei club, ma li hanno cacciati perché George era troppo giovane (aveva 17 anni, non era maggiorenne!), e anche per un altro fatto divertente ma allo stesso tempo un po' imbarazzante.
Poi Stuart ha deciso di rimanere in Germania perché ha incontrato l’amore della sua vita, Astrid Kirchherr. Purtroppo, è morto. Mi dispiace molto, anche John era molto triste quando ha saputo la notizia.
Comunque, nel frattempo, i Beatles si sono “rinnovati”: hanno detto a Pete che non volevano fosse il batterista (e non ho capito il perché) e ne stanno cercato uno nuovo.
Proprio oggi John mi ha detto che andavano a fare il provino con un ragazzo. E mi ha informato che potrò andare con loro!
~ • ~ • ~ • ~ • ~
“Hey Luna, sei pronta?”, mi chiese John.
“Quasi Johnny, mi devo finire di vestire!”, risposi io.
Mi misi un abito giallo a pois lungo fino alle ginocchia, delle calze bianche come le scarpe. Mi legai i capelli con un elastico, anch'esso giallo, e mi sono avviata verso John.
“Eccomi!”, esclamai.
“Cucciola... non è un po’ corta quella gonna?”.
“John, ho 18 anni… potrò mettermi ciò che mi piace?”.
“Si”, sospirò, “hai ragione… saluta Mimi, io ti aspetto in macchina”.
Io vivevo ancora con Mimi. Ma non potevo andare da nessun’altra parte! Poi non mi trovo male, la aiutavo quando c’era bisogno.
John ormai non vive più qui, e a volte mi sento un po’ sola, ma per fortuna viene a casa più di due volte a settimana se può, e mi fa molto piacere.
Anche con George mi trovo spesso. Credo che io e lui abbiamo legato molto in questi anni.
Ma, non so perché, quando sto con lui mi sento… bene. Non so come spiegarlo, ma credo... Credo che inizi a piacermi…
“Ciao Mimi!”, dissi.
“Ciao Luna, fai la brava”.
“Certo, come sempre”, pensai scherzosamente.
Sono uscita e mi sono avviata verso la macchina di John. Sono salita e siamo partiti.
“Come si chiama, John?”, chiesi.
“Chi?”.
“Il batterista che incontrate oggi”.
“Se non sbaglio… Richard Starkey…non mi ricordo bene. Prova a chiedere dopo a George o a Paul, o magari direttamente a lui!”, scherzò.
“E come lo avete incontrato?”.
“Lo abbiamo incontrato ad Amburgo, a volte ha suonato anche al posto di Pete”.
“Allora è bravo!”.
“Vedremo, però... Beh si, era bravo”, rise.
“Te l'avevo detto io”, sorrisi e accendendo la radio. E così il viaggio, bensì corto, andò avanti, fino alla casa del ragazzo.
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