CAPITOLO 20
LUNA P.O.V
“Ciao…”, dissi io guardandola un po’ imbarazzata.
Lei mi scrutò dalla testa ai piedi e in men che non si dica mi abbracciò molto forte. È stata una strana sensazione, non l’avevo mai incontrata ed eccomi qui che l’abbracciavo.
“Mamma, lasciala entrare, deve riprendersi dallo shock”, disse John ridacchiando e mettendo la mano dietro la mia schiena, spingendomi, come se fosse un invito ad entrare.
La casa era ben arredata. Sul muro c’erano delle foto, due bambine molto più piccole sia di me che di John.
“Loro sono le figlie della mamma”, mi sussurrò John, probabilmente perché aveva visto che le stavo fissando.
“Venite, accomodatevi!”, esclamò Julia indicandoci il divano, “posso portarvi qualcosa da bere, o avete fame?”.
John mi diede un’occhiata, ma ha notato che avevo la testa tra le nuvole, quindi ha risposto per tutti e due: “Due tè vanno bene, grazie”.
Allora Julia andò in cucina e io e John siamo rimasti da soli nel salotto.
“Come ti sembra, Luna?”, mi chiese John riportandomi sulla Terra.
“Uhm, sai… è strano… ma è… è tutto meraviglioso, è una donna carina e mi sembra anche molto intelligente...”.
“Si, lo è. Ma ama anche il rock ‘n’ roll, mi ha fatto ascoltare molte canzoni che venivano persino dall’America!”.
“John?”.
“Dimmi Luna”.
“Ma come la devo chiamare?”.
Ci fu un secondo di silenzio ma poi John disse: “Puoi chiamarla mamma come puoi chiamarla Julia, l’importante è che tu ti senta a tuo agio”.
“Ok…”. Mi sono messa più vicina a John quando ho sentito dei passi che si avvicinavano.
“Eccomi!”, esclamò lei. In mano aveva tre tazze di tè.
“Grazie…”, le dissi.
“Non c’è di che… Quanto sei cresciuta Luna, adesso sei diventata una bellissima ragazza…”, si fermò e la sua faccia diventò un po' cupa, “...io non volevo farti tutto questo, non è vero John?!”.
“Si, è vero mamma…”.
“Ma perché te ne sei andata?”, le chiesi.
Mi raccontò tutta la storia, di mio padre e di zia Mimi.
“Non potevo lasciare te e John partire per la Nuova Zelanda, così vi ha preso Mimi e adesso state da lei”.
“Oh, io… non pensavo a tutto questo…”, dissi con un tono di voce un po’ più basso.
“Io vi voglio tantissimo bene, sia a te che a John…”.
Da quel giorno io e John siamo andati quasi sempre da lei.
Mi piaceva stare con lei e stavamo iniziando a conoscerci meglio.
È stato tutto veramente speciale.
Adesso avevo capito qualcosa in più di me stessa.
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