Epilogo — LETTERS

Guardavo e toccavo il mio dito come se l'anello fosse ancora lì. Lo sfioravo e toccavo la pelle come se potessi rigirarmelo, come un'abitudine che non riesci a lasciare andare. Non mi ero pentita di quello che avevo fatto, ma nonostante tutto io mi aspettavo una risposta.

Non erano delle aspettative perché non ne avevo più, non credevo che in quel modo le cose sarebbero cambiate, perché mi ero rassegnata da tempo, però una risposta la volevo.

Accadde un giorno in cui mi decisi a scrivergli. Non avevamo smesso di farlo, di parlarci, ma ogni volta che tornavamo dall'altro era chiaro il modo in cui lo facevamo; era di circostanza, ci stavamo lasciando andare lentamente anche se l'avevamo già fatto.

Come stai? Mi domandò da rituale, ed entrambi rispondevamo allo stesso modo: Bene.

Con Camille era finita, me lo disse così, velocemente e senza troppi giri di parole, io gli risposi soltanto che mi dispiaceva.

Ti ho scritto una cosa, gli dissi poi io. Avevo bisogno di quella risposta ed era passato troppo tempo.

Cosa intendi?

Te l'ho spedita, in realtà è più di una cosa. Il suo indirizzo me l'aveva scritto lui tempo prima, quando volle calcolare la distanza che ci divideva. Era tanta, forse troppa.

All'inizio non ero sicura di volerlo fare, avevo inciso tutto su carta per me stessa, per ricordare e per aggrapparmi a quel poco e a quel tanto che mi aveva lasciato. Poi però decisi che era giusto così, che io per prima avevo bisogno che lui avesse tutto. Volevo che mi ricordasse così, che non mi dimenticasse.

Cos'hai fatto?

Non ti è arrivato niente?

Vado a controllare.

Io continuai ad aspettare, con il cuore che sembrava tornare a battermi così forte dopo troppo. Aspettai ancora, e ancora, sfiorando la pelle sulle mie dita e sentendo la mancanza dell'anello che adesso era in quella busta insieme a tutte quelle lettere che raccontavano quello che eravamo stati.

Poi mi rispose. Sono arrivate. Dammi del tempo, lascia che ti riscriva io.

E io gliene diedi, perché sapevo che ne avrebbe avuto bisogno. L'avevo fatto anche perché avevo bisogno di continuare a credere al nonostante tutto.

Allora aspettai ancora, fino al momento in cui lui mi diede la risposta che meritavo.