𝟕 - 𝐒𝐨𝐫𝐩𝐫𝐞𝐬𝐞 🔴


Non amava ballare.
Non aveva un ottimo istinto da ballerino. Albus lo prendeva più volte in giro per via del tronco di legno che era in quelle situazioni. Ma la verità è che il suo amico non sapeva quanto fosse bravo a muoversi con la persona giusta.

Scorpius si diresse al buffet, prese uno dei primi bicchieri che vide e ne bevve il contenuto senza chiedersi cosa ci fosse al suo interno. Si guardò nuovamente attorno, in cerca di un qualsiasi sguardo interessante ma si rese conto ben presto che non c'era neppure una che fosse del suo calibro.
Nel frattempo, due ragazze lo salutarono da lontano ammiccando un sorriso provocatorio, Scorpius si disse che sarebbe stata l'unica possibilità per sentirsi più leggero, e ricambiando si fece strada per raggiungere le due Tassorosso.

«Scoy!» Lo chiamarono entrambe all'unisono. «Sei diventanti ancora più alto!» Gli toccarono le braccia, salendo poco a poco verso la sua nuca.
Una finì per arrotolare sul dito una ciocca bionda del ragazzo, l'altra per piantare le mani curiose sul suo petto.

Erano già sue. Completamente sue. Doveva solo condurle di sopra per far scattare in ogni ragazza presente invidia e gelosia.
«Scoy, bevi!» Una delle due lo incitò pesantemente.
Qualsiasi bottiglia avesse a disposizione la disponeva dinanzi al ragazzo. Scorpius non era abituato a tutto quell'alcol ma le due si divertirono troppo a vederlo sempre più maldestro.

Ad un tratto, egli capì di star esagerando, voleva salire di sopra. Lasciare tutti e rifugiarsi nella sua tranquillità. Non era fatte per lui quelle feste, era tutto fin troppo tossico. E lui mai avrebbe immaginato di oltrepassare i suoi limiti.

Iniziò a tornare quello che era. Non stava più al gioco delle Tassorosso, a ogni loro domanda, interrompeva con pause di esitazioni e mugolii pur di non continuare la conversazione. Il suo viso poco a poco assunse un'espressione contratta e preoccupata. Sospirava frequente
mente e tutto ciò che voleva vedere in quel momento era solo il suo amico.

Le mani iniziarono a sudare freddo. Saettava lo sguardo da destra a sinistra in cerca solo di quella figura. Stringeva forte tra le sue mani l'ultimo bicchiere da cui aveva sorseggiato qualcosa che per un attimo lo aveva di nuovo portato a sentirsi mancare il respiro.
Ma si era ripromesso di divertirsi quella notte e, senza sentirsi più in colpa continuò a ballare, a bere e a fumare fino all'estremo.
«Amico! Cazzo ma come ti sei ridotto!?» Albus lo afferrò in tempo dalle spalle. Stava barcollando e per poco finiva per cadere sul tavolo da biliardo.
Albus rideva e dentro di se era felice di vederlo spensierato. Gli era mancato da morire quello Scorpius ma il buon senso gli disse che era arrivato il momento di finirla lì. Scoy aveva le pupille dilatate, sorrideva come un ebete da mezz'ora e i suoi sensi erano a dir poco limitati.

«Scoy per stanotte è finita, okay? Sei troppo ubriaco per continuare.» Albus lo condusse in camera. Lo aiutò a disporsi sul letto e lo raccomandò di non presentarsi in sala. Non poteva andare oltre. Non in quelle condizioni.

«Si... si» rispose il ragazzo sventolando il braccio. Era più morto che vivo.

«Ci conto... » Albus chiuse la porta spegnendogli la luce, e Scoy per un momento si sentì sprofondare.
Tutto attorno a se si muoveva incessantemente e non aveva le forze per far sì che tutto si bloccasse. Il senso di nausea era sempre più vicino. I capogiri sempre più intensi e la testa che pesava più di tutto il resto. Non sapeva come fermare quelle orribili manifestazioni, e così disperato fece pressare più forte sulle tempie con i lati del cuscino che con le mani tratteneva sulla testa.

Restò in quella posizione per lungo tempo, fino a quando a riaprendo gli occhi, totalmente confuso e disorientato vide nel letto di fianco una penombra femminile.
Fece per stirarsi gli occhi, proprio non riusciva a vederci chiaramente. Non sapeva dire chi fosse, ma i lunghi capelli che scendevano oltre le lenzuola erano ben evidenti.

Scorpius pensò che la sbronza gli stesse giocando brutti scherzi, e per un momento desiderò di cadere in un sonno profondo, ma non poteva starsene zitto.
«Chi sei?» tentò di parlare, mentre aiutandosi con i gomiti cercava di alzarsi. Non aveva emesso un bel suono di voce e se ne rese conto poco tempo dopo. «Chi sei?» ripetette un po' spaventato.

La ragazza non rispose, si volse di poco, e Scorpius giurò di non aver mai visto occhi così belli.
Alla loro vista, i suoi non gli permettevano ancora di mettere a fuoco, ma quegli occhi così luminosi e profondi lo fecero tremare dentro. Seppur fossero al buio, loro riuscivano a farsi notare.

La ragazza non perse tempo, si buttò giù dal letto, emise suoni indecifrabili con quella sua voce angelica, era evidentemente ubriaca anche lei, e con un'atteggiamento un po ridicolo lo raggiunse gattonando. Poco dopo essere arrivata, senza neppure avere una minima confidenza, iniziò ad accarezzargli il braccio.
«Che fai?» Disse lui scansandosi, in un primo momento sconvolto, prima di cambiare totalmente cambiando umore, ridendo a crepapelle. «Mi fai il solletico!» Continuò sbellicandosi.

«Bred... » Disse lei d'un tratto con un tono di voce più inebriante. «Mi vuoi Bred?»
La ragazza non riusciva a reggersi in piedi, sentiva di avere le ginocchia molli, e stanca fece per cadere sul corpo ben definito del ragazzo.

In un primo momento Scorpius ne rimase pietrificato. Non sapeva che fare, non sapeva se fosse tutto reale o solo una sua semplice immaginazione, non sapeva chi fosse quel Bred e ne se la ragazza lo stesse solo prendendo in giro, sapeva solo che tutta quella situazione, però, gli trasmetteva eccitazione.

La ragazza iniziò a mostrarsi più provocante leccandosi le labbra, continuava a chiamarlo col nome di Bred e atteggiandosi ancora in uno stato poco sobrio iniziò strisciare verso il suo viso.
«Ti piace?» La sua voce era calda. In un attimo Scorpius si ritrovò il lobo del suo orecchio tra i denti della ragazza, che con delicatezza lo mordeva con fare provocante. «Dimmi che ti piace»

Scorpius si sentì in colpa fin da subito. Aveva capito, quella ragazza era fin troppo ubriaca per capire chi ci fosse al posto di "Bred" e lui non era sudicio come tutti gli altri. «Ehi, no. Ferma.» Le afferrò il braccio prima che la ragazza gli sfiorasse la sua intimità, e la portò vicino al suo viso.
«Non sono chi credi che io sia ma non sono Bred» cercò di dirle. La voce gli tremava troppo per essere sicuro di ciò che stesse dicendo.

«Smettila... » Soggiunse lei pianissimo, avvicinandosi alle labbra di Scorpius che in quel momento si fecero più violacee e voluminose.
«No» disse lui fermandola di nuovo. Reprimendosi invece un'improvvisa e irrazionale voglia di sfogarsi dopo tanto tempo, dentro di lei.

«Che succede Bred?» La ragazza strisciò sul suo corpo. Lui senza accorgersene aveva allentato la presa. Lei si era liberata e ora era a stretto contatto con la sua pelle. Petto contro petto, potevano sentire
le differenze delle loro pelli. Lui fresco, anzi freddo, lei calda ed eccessivamente infervorata. «Fallo.» Era come se lei potesse leggergli dentro. Scorpius stava bramando lussuria, e lei lo istigava attimo dopo attimo. «Fallo.» ripetette lei portando la mano di lui su una sua natica. «Stringi.»

Era ancora sotto shock, non voleva approfittarsi di lei, non era quel tipo di uomo. Ma non avrebbe nemmeno mai allontanato in modo brusco una ragazza, seppure si trattasse di un errore, facendola sentire sporca. Non era più in grado di reagire, eppure quando lei parlò di nuovo quei pensieri morirono all'istante. «Ora Bred. Ora possiamo» La voce calda e calorosa della ragazza fece risvegliare la virilità in lui, che non lasciando che lei fosse ancora stesa su di lui, con entrambe le mani ben salde alla sua vita se la mise a cavalcioni proprio sopra la sua iniziale erezione.

Lei non perse altro tempo, cominciò a muovere il bacino in avanti e indietro, provocando sempre di più quella erezione che la sembrava la facesse impazzire, e lo si vedeva dai flebili gemiti che emetteva mentre con estrema femminilità tentava di liberarsi da quelle vesti che ancora le comprimevano quel corpo meraviglioso che poco a poco lui iniziò ad esplorare.

In poco tempo, la ragazza si abbassò nuovamente su di lui, ora il naso di Scorpius era sepolto nel solco in mezzo ai seni di lei, e quella intimità lo fece per un attimo andare fuori di se: afferrò più saldamente le natiche della ragazza, si rese conto che indossava non dei pantaloncini ma una gonna, e senza pensarci troppo vagò ancora nel buio e con il corpo che sotto effetto alcool lo facevano disperdere sempre più, fino alle mutandine per sentirne l'umidità. «Sei bagnata.» disse lui adesso nel incavo del collo di quella giovane così focosa e profumata di fiori d'arancio. «Solo per te» rispose lei, aprendo di più le gambe. «Va bene così» disse lui prima di avvicinarsi il suo viso, mordendole le labbra.

«Che aspetti?» Sembrava che si divertisse a provocarlo e dopo essersi leccata le labbra per il morso quasi violento e passionato di lui, prese a baciargli il petto fino ad arrivare all'altezza dello stomaco, dove lui tremante sentì l'erezione ormai avvincente premere contro le mutande e i pantaloni.

Lei rise di gusto, la sua mano aveva lasciato il suo collo robusto e stava scivolando verso quei pettorali così tanto impetuosi.
«Scendi» gli ordinò subito dopo lui stringendo il suo interno coscia. «Scendi e prendilo » ripetette, sentendo poco dopo le labbra di lei essere nuovamente vicine al suo orecchio. «Prima tu» la ragazza sapeva come muoversi, sapeva come gestire i tempi e le provocazioni, fino a quando senza farselo ripetere Scorpius cedette alle sue richieste. Le spostò con veemenza le mutandine da un lato lasciando libera l'intimità della ragazza. Prese ad accarezzare i punti più sensibili e a muoversi intorno a quello che pareva darle più piacere. Lei si contorceva dall'appartamento fino a emettere gemiti più intensi, che la costringevano a buttare la testa all'indietro. Continuarono così per altri pochi minuti, quando ad un tratto ragazzo si fermò lasciandole un altro gemito morente in gola. «Però... non vale così... Ora tocca a te.»
Scorpius non poteva più attendere.
Non voleva. Vederla agitarsi piacevolmente in quel modo lo faceva morire dalla voglia di essere ricambiato. E senza pensarci più di tanto, sentendosi avvampare, l'afferrò dalla parte posteriore del collo conducendola verso il basso. Dove ogni confine di pudore cessa di esistere.

A quel punto, la sentì lamentarsi di voler provare ancora piacere. Era stato favoloso per lei esser guidata da lui, ma ragazza sentiva solo di voler le sue mani ancora una volta sulla sua vagina. Era letteralmente inumidita e non vedeva l'ora di essere toccata di nuovo. Ma in fondo, anche lei voleva ricambiare. Sentiva sotto le sue cosce il pene di lui pulsare sempre più frequentemente fino a quando le mani del ragazzo non si richiusero sulla testa e sul collo di lei.
«Vai giù.» non se lo fece ripetere due volte, era completamente presa da quella voce così soave e stravolgente, che con tutta la spudoratezza gli slacciò i pantaloni afferrando da sopra le mutande quell' essere così dotato che le faceva sentire le farfalle nello stomaco.

«Prendilo»
Le sue parole arrivarono dritte al suo stomaco, che in poco si chiuse in una stretta che la fece eccitare ancora di più. La sua mano, poco a poco, muovendosi lentamente, scivolò sotto l'elastico delle mutande di lui. Era grosso e pulsava ininterrottamente, e convinta fece per uscirlo e avvicinarlo alle sue labbra, che al solo tocco per un momento si sentì sussultare. Poi però, confusa e del tutto consapevole di non essere in se, fece per cercare i suoi occhi. Non era mai stata così tanto sfacciata eppure sicura del suo Bred, fece per chiuderselo tra le sue labbra, leccandolo e passandoselo tra l'interno delle guance.

«Non fermarti» Lui la spingeva a ritmo.
Scorpius si sentì esplodere dentro. Mai labbra così dolci e impetuose al tempo stesso avevano sfiorato la sua fonte di assoluto piacere. «Ti piace?» Lei sembrava amasse donargli quelle emozioni. E più andava avanti, più Scorpius le spingeva la testa affondandola.

Lei si prolungò in quella fellatio anche più di tanto, fino a quando il ragazzo alzandole il viso con due dita dal mento la avvicinò a se. «Vuoi baciarmi lo stesso?» chiese lei imbarazzata. Lui provò a guardarla oltre quella oscurità che celavano i loro volti. Riuscì ad intravederci nuovamente i suoi occhi così tanto belli e senza dirle niente e senza pensare a ciò che gli aveva appena fatto, posò le sue labbra su quelle carnose della ragazza non desiderando altro di accarezzarle con la sua lingua. Scorpius nel frattempo richiuse le sue mani intorno la vita stretta della giovanissima donna, la sollevò e se la mise ancora una volta a cavalcioni su di lui. Poi preso dal quel momento, prese a stringere in una mano un seno di lei, sentendo proprio sotto il suo palmo il capezzolo morbido e turgido. Con l'altra invece, si riavvicinò alle sue natiche, dove, dopo averle schiaffeggiate più di una volta, prese a stringerle più forti di quanto poteva.

«Entra... Entra » supplicò lei avvertendo un subbuglio di emozioni che le procuravano bruciore allo stomaco e formicolio nell'utero. Ma lui questo non voleva farlo. Non ancora, non in quelle condizioni. Perciò, decise di farle altro. Unì il suo medio e il suo indice abbassando tutte le altre dita e, in un'unica e veloce movenza fece entrarle dentro la vagina.
In un primo momento, la ragazza gridò dal dolore, poi subito dopo divenne tutto più sopportabile e piacevole. Ma prima che potesse esplodere di soddisfazione anche lei, iniziò a compiacerlo stringendo il pene nella sua mano calda. Poi muovendosi su e giù, non troppo lentamente e ne troppo velocemente, Scorpius cominciò a gemerle nelle bocca.

E, lei anche, con ancora le lingue che si assaporavano, ricominciò a gemere più forte e più profondamente più di quanto avesse mai fatto.
In seguito, per aiutarsi a sentire di più, prese a muoversi su e giù fino a quando il ragazzo non fece per unire alle due dita anche l'anulare.
Ora erano in tre dentro la sua vagina e lei piagnucolava di godimento e dolore più forte di prima arrivando dopo tempo ad inumidirsi una volta per tutte bagnando completamente la mano di Scorpius.

Il suo respiro subito dopo, si fece più corto ma non smise di dare piacere al ragazzo, che dopo altro tempo, come lei, esplose appagato.

I due dopo, terribilmente estranei, si disposero uno al fianco dell'altro scoppiando in una risata debole e maliziosa. I loro petti si sollevavano e si abbassavano contemporaneamente. Erano estremamente stanchi ma rapiti dalla quella forte emozione che ancora lì faceva sussultare.

Lei voleva ancora sentire le labbra di lui. Voleva accarezzarlo, dirgli che l'aveva portata all'appagamento più assoluto ma non sentiva più la voce espandersi in gola, e ne la forza per avvicinarsi al suo orecchio, che distrutta, successivamente cadde in un sonno profondo.
D'altra parte per lui, fu lo stesso, anche se non voleva dirle niente avrebbe voluto girarsi e guardala con più attenzione ma i suoi sensi altamente fiacchi e deboli fecero per portarlo in poco tempo in uno stato dormiveglia che lo segnò a sua insaputa, per il resto della sua vita.

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