𝟓 - 𝐅𝐚𝐯𝐨𝐫𝐢
«Dormito bene?» Albus era già sveglio da un po'.
Si stava abbottonando la camicia e divertito osservava Scorpius rigirarsi nelle coperte.
Erano le sette del mattino e alle otto le lezioni iniziavano, essere sempre in ritardo era una caratteristica che accomunava entrambi.
«Perché mi dai forse modo di dormire la notte?» rispose Scorpius seccato lanciandogli il cuscino in pieno viso.
«Cavolo Scoy siamo solo al primo giorno e già sei di malumore, fai colazione col veleno la mattina?»
Scorpius voleva ridere, quello stronzo ci riusciva sempre ma si alzò dal letto facendosi più serio e sbadigliando raggiunse il bagno.
Albus si era ritirato tardi dopo aver trascorso la prima notte con una Tassorosso e di certo il suo rientro in camera non era stato silenzioso.
Dopo essersi preparati entrambi di corsa andarono a fare colazione e in super ritardo si precipitarono alla prima lezione della giornata.
«Oh, ma che meraviglia.» Il professore di Storia della Magia squadrò entrambi dalla testa ai piedi. «Visto ragazzi? Finalmente abbiamo le due celebrità!» Applause ai due rivolgendosi poi al resto della classe mentre Scorpius e Albus un po' imbarazzati si guardavano intorno sull'uscio della porta. «Malfoy, Potter quando vi deciderete ad accomodarvi? Devo forse accompagnarvi ai vostri banchi? Branco di decerebrati la lezione è incominciata trenta minuti fa!»
No, il professore non era affatto simpatico. Odiava quei due, era dall'inizio del primo anno che tardavano sempre alle sue lezioni e lui non perdeva mai occasione per punirli o ridicolizzarli davanti all'intera classe.
«Te l'avevo detto!» Bisbigliò Albus impacciato. «Eravamo in ritardo!»
Scorpius diede una spallata all'amico. Era stata colpa sua. Aveva insistito sul dover andare a salutare una prossima preda Grifondoro anche se di tempo non ne avevano affatto.
«Guarda che sei stato tu, e se parli ancora ti crucio!» Disse Scorpius rendendosi conto di aver alzato un po' troppo la voce.
«Oh per Godric, potrei avere anch'io un cappuccino e un cornetto alla ciliegia da li in fondo? Cosa si è formato un salotto in quella zona? Se volete continuo non appena mi date il permesso, non vorrei interrompere le vostre chiacchiere da vedove in menopausa!»
Scorpius e Albus uscirono da quella lezione per bene conciati. Erano stati interrogati e canzonati da quel vecchio pazzo e Albus non perse altro tempo per incolpare l'amico.
«Non ci voleva Scoy! Non ci voleva per Dio! Dovevo uscire con la Grifondoro e guarda con cosa mi ritrovo? Cinquecento pagine da recensire, ma che hai da ridere!?» Albus era come impazzito. Non sapeva che pesci prendere, conosceva benissimo le sue qualità da studente, faceva pena da sempre e quella punizione non lo avrebbe di certo aiutato con la sua media a dir poco terribile.
«Guarda che hai incominciato tu. E comunque sappiamo entrambi che non farai mai quei compiti.»
«Cosa? Ho incominciato io? Ma se sei tu ad aver detto che mi avresti cru-»
«Albus!» Albus non potè terminare la forse che una ragazza di media statura con la palese divisa rossa, lo richiamò alle sue spalle.
A Scorpius parve essere urgente per come l'aveva richiamato più volte e a quella insistenza sì sentì di troppo tanto da fuggire non appena la ragazzina aveva quasi raggiunto i due.
Non voleva ammetterlo ad voce alta ma odiava quando le ragazze bidonavano il suo amico solo per aver fatto conoscenza con lui. Perché si, capitava molto spesso, e per quanto sapesse di quella Grifondoro, che Al aveva conosciuto quella mattina stessa, non avrebbe mai permesso di mandare all'aria anche quell'appuntamento. Gli aveva già fin troppo causato problemi con la punizione.
Prese perciò a incamminarsi verso le scale, ma prima di poterne prendere una si sentì chiamare da dietro.
«Ehi Scoy! Scoy!» Dopo solo pochi minuti Albus lo raggiunse. Aveva la stessa espressione di prima e quel dato di fatto lo fece scombussolare di parecchio.
Albus quando era in compagnia di ragazze cambiava umore in un lampo. D'un tratto si faceva più felice, più sorridente, più provocatore, e più malizioso, niente a che vedere con quel muso con il quale lo aveva incalzato.
Aggrottò le sopracciglia, era ancora scioccato. Forse non le piaceva abbastanza? Si chiese.
«Ma perché sei scappato? Vuoi arrivare prima di me a Pozioni? Guarda che se arriviamo di nuovo in ritardo... »
«Ma che dici, no, no.»
«E allora perché sei scappato via in quel modo?»
Albus aveva ancora il fiato corto per la corsa mentre scendevano le scale per il corridoio che portava ai sotterranei dove era collocata l'aula di Pozioni.
Quanto a Scorpius quella domanda lo fece irrigidire così tanto da non riuscire più a parlare.
«Allora?» Albus lo pizzicò di nuovo.
Lo faceva innervosire quando il suo amico snobbava i suoi dubbi. «Senti razza di lampadina vuoi continuare così per tutto il giorno o vogliamo salutarci?»
Scorpius non voleva ammettergli le sue paure. Cosa avrebbe potuto dirgli?
Che gli dava fastidio quanto fossero ipocrite le sue amichette?
«Albus volevo solamente lasciarvi della privacy. Non mi andava proprio di sentire a prima mattina argomenti alquanto sconci.»
«Cosa? Ma dico, sei forse impazzito?»
Albus scoppiò a ridere. «Scoy quella era mia sorella, santo cielo! Lily! Sta frequentando il quarto anno e dovevo ridargli un suo libro che per distrazione ho preso al posto del mio.»
«Ah...» A Scorpius si fece tutto più chiaro. «Scusa io- io non ricordavo quanti anni avesse.»
Scorpius non l'aveva riconosciuta. L'ultima volta che la vide fu quando andò a casa di Albus all'età di quindici anni. In realtà non frequentavano molto casa Potter. Albus era abituato al lusso di Scorpius. Aveva tutto e di più e per giunta tutto di ultima tendenza. Aveva una stanza tutta sua a differenza di Al che doveva condividerla con suo fratello maggiore e di certo non una casa abbastanza grande da poter accogliere più di dieci persone, come poteva benissimo fare Scorpius che al posto di una casa aveva una immensa reggia.
Lily era piccolissima quando la vide per la prima volta poiché molto timida tendeva a nascondersi dietro il braccio di suo padre. L'ultima volta fu in camera di Albus presa a litigare con il fratello dispettoso James, che nel frattempo frequentava ancora il quinto anno.
«Oh tranquillo. Può sembrare più grande rispetto alla sua età, a volte anche più di me. Non che la cosa mi dispiaccia insomma.. a me piace dimostrare qualche anno in meno, pensa, da grande sembrerò ancora un bel giovincello ma a dirla tutta mi fa andare fuori di testa quando quelli del nostro anno se la scopano con gli occhi. Insomma, ha solo diciassette anni!» Albus parlò del suo punto di vista fino all'arrivo in classe. Si era nuovamente perso tra tutti quei discorsi ma Scorpius straordinariamente lo aveva seguito fino alla fine.
La lezione di Pozioni prese una brutta piega sin da subito, furono interrogati tutti e dovettero consegnare i compiti assegnati per l'estate. Inutile dire che Albus non ne avesse fatto nemmeno uno e che come sempre pensò di utilizzare la sua carta migliore: incolpare Scorpius.
Il ragazzo dai capelli platino era l'alunno più bravo del corso e non casualmente, anche il preferito del professore di Pozioni. Incolpandolo di non avergli passato i compiti da svolgere avrebbe provocato ad Al solo un paio di note, non di certo una brutta condotta per tutto l'anno o peggio ancora un'espulsione.
«Devi finirla con queste scuse.» Scorpius scosse la testa.
«Dai amico, tu sei il mio unico angelo custode, solo tu puoi aiutarmi!» L'amico fece il labbruccio e Scorpius ancora una volta si sciolse.
Alla fine della lezione parlò con il professore e Potter fu di nuovo salvo.
«Scoy chiedimi qualsiasi cosa. Qualsiasi. Sei stato un grande! Ti passo un paio di numeri? Credimi queste sono da paura ma devi stare attento ai denti, fanno un male cane, oppure se vuoi posso-»
«Ehi, ehi» Scorpius fermò quella sua parlantina. Stavano scendendo verso la prossima aula. «Sereno, respira» mimava con le mani la giusta respirazione che Albus dovesse apprendere e poi riprese seriamente a parlare «non voglio niente di simile, okay?» Scorpius rise non poteva credere alle sue orecchie. «Sei assurdo » concluse a mostrarsi un po' disgustato.
«Dico solo la verità amico, ma comunque voglio sdebitarmi in qualche modo. Davvero Scoy mi hai evitato una grandissima e lagnosa punizione anche da mia madre. Chi l'avrebbe sentita quella pazza psicopatica. Allora, chiedimi quello che vuoi, forza! »
«Al davvero non voglio niente.»
I due continuarono a camminare, l'aula da raggiungere era quella di Alchimia, una nuova materia a cui erano molto interessati oltre all'essere eccitati all'idea di poter finalmente conoscere una nuova professoressa. E sopratutto una nuova reputazione da potersi creare.
Non si sarebbero fatti riconoscere sta volta e tutta questa nuova aria positiva gli metteva di buon umore.
Scorpius si guardava intorno, per educazione ricambiò con un lieve cenno del capo tutte le ragazze che lo salutavano fingendosi sante e come sua abitudine con le mani in tasca, restava in attesa che l'amico dicesse qualcosa.
Fosse per lui, sarebbero rimasti muti anche per tutto il giorno.
«Ci ho pensato.» Ed ecco che non dovette aspettare molto invano. Albus riprese a parlare ed eccezionalmente lo fece anche con un tono di voce più seria. «Pensavo... si insomma, non sarebbe male, io potrei... »
«Sto invecchiando Al.»
«Okay, okay ci sono! Io- io potrei... insomma, vuoi il numero di mia sorella?»
A Scorpius venne una tosse improvvisa. Il nodo che gli si era formato in gola non era mai stato così tanto grande. E per un attimo pensò di aver sentito male.
«Eh? Cosa? Ma no, sei pazzo!» Scorpius raggiunse la finestra. Aveva bisogno di aria. E pensò che fosse il momento giusto per accendersi una sigaretta. Ancora una volta rimase incredulo dalle parole dell'amico.
«Ma Dio, che ti dice il cervello Al?»
«Ehi» Albus si fece d'un tratto ancora più serio. «Non guardami così. Io non vendo mia sorella. » Lo guardò con una rabbia mai vista prima.
«Non pensare che io ti stia offrendo una ragazza da quattro soldi. Io- io te l'ho chiesto perché... » Albus non riusciva a trovare le parole, rubò una sigaretta dal pacchetto di Scorpius e anche lui fece i primi due tiri come se volesse cacciar via, aspirando, quell'aria imbarazzante.
Subito dopo fece per sventolare il braccio come per fargli intendere che non aveva senso quello che stava per dire e appoggiando entrambe le mani ai lati del suo corpo, sul bordo della finestra, farneticò qualcosa «senti... lascia stare.»
Scorpius lo fissava, continuava ad aspirare quella fonte di benessere e dopo esser arrivato a metà sigaretta si rese conto che la curiosità non gli era per niente calata.
«No dai, continua. Cosa volevi dire?»
«Lascia stare.» Albus era fuori di se. Si grattava il palmo della mano e sembrò essere d'un tratto più angosciato.
«Al » chiuse stringendo di poco la mano sulla spalla dell'amico « lo vedo che sei abbastanza serio in questo momento, avanti » gli disse abbastanza sicuro «sputa il rospo.»
«No Scorpius, io non so se voglio dirtelo.» Albus gettò via la sigaretta. Per il nervoso si era quasi fumato anche il filtrino. Prese la sua sacca e se la mise in spalla, era in evidente tensione e passò a grattarsi la spalla.
«C'è qualcosa che non va?» Scorpius passò le braccia dietro la testa, appoggiando il capo su di esse. Aveva lo sguardo concentrato sul viso del suo amico e ancora le sopracciglia rialzate.
«No Scorpius va tutto bene, ed è proprio questo il problema!»
«Non ti seguo.»
«Dio» tornò a delirare e poi scoppiò d'improvviso mostrando un lato di se che Scorpius non ricordava «perché devi sempre far finta di non essere il ragazzo perfetto?»
Scorpius sollevò un angolo della bocca. Abbassò la testa e lo guardò più profondamente negli occhi. Aveva uno sguardo da, che cosa hai detto?
«Hai sentito bene.» Ripetette Albus come se avesse sentito ciò che Scorpius si chiedeva dentro di se. Anche se, pur di non incrociare i loro sguardi guardava altrove nascondendo il rossore che gli aveva colorato il viso pallido.
«Adesso questa me la spieghi.» Scorpius se la rise di gusto. Non capiva quello che volesse fargli intendere ma tutto gli suonò... strano.
«Scoy... Dio che odio! Okay, dico solo che- che sarei felice se mia sorella frequentasse uno come te. Io- io, mi preoccupo per lei. Non vorrei finisse tra le grinfie di qualcuno, ecco. Qualcuno come me! Non ci avevo mica pensato sai, a questo... »
Albus si rese conto fin troppo tardi di come trattava le ragazze. E il pensiero che sua sorella potesse ricevere lo stesso trattamento lo stava mangiavo vivo da settimane. Aveva ormai compiuto diciassette anni e le sue forme avevano dato vita a un corpo a dir poco attraente. I suoi capelli rossi, lunghi e mossi che contornavano quel visino così dolce e allo stesso tempo accattivante iniziò a far perdere la testa a tutti quelli del quarto, quinto e sesto anno. Per non parlare delle lentiggini che decoravano la sua pelle pallida e al tempo stesso rosea rendendola molto particolare. I suoi occhi erano un miscuglio tra l'ambra e il celeste, davvero non caratteristici. Il suo naso perfetto, le sue labbra carnose e procaci emanavano calore solo a guardarle. Era vero, Lily era davvero troppo bella per poter passare inosservata ma per assurdo o forse per abitudine, Scorpius non le aveva mai messo gli occhi addosso. Mai. Neanche per sbaglio.
Non poteva di certo dire che la generazione Potter fosse spiacevole, poiché James e il suo amico non erano niente male ma, lui aveva sempre visto la loro sorellina come una docile e graziosa bambina.
E no, non ci aveva mica mai pensato a lei... in quel modo.
Scorpius sbuffò. Chiuse gli occhi e passandosi una lingua all'interno guancia riafferrò ben saldamente la spalla del suo amico. «Non ci penserei neanche morto Severino. Ma se questo pensiero ti distrugge così tanto da non farti dormire la notte beh, io... si, potrei aiutarti. Magari se dovessi vedere qualcosa di sospetto con un ragazzo.. » mimò facendo le virgolette « entrerò in scena fermando il tutto, va bene?
Ti senti più tranquillo adesso?»
«Oh... grazie amico. Grazie.» Albus abbracciò Scorpius dimostrando affetto e a lui quell'abbraccio provocò un grande imbarazzo. Non si abbracciavano dal primo anno e tutto quella tenerezza lo mise un po' in difficoltà, ricambiando solamente con due colpetti sulla schiena. «Okay... Al. Possiamo anche finirla qui eh?» Entrambi risero più spensierati. Ad Albus gli era bastata la parola del suo migliore amico per calmarsi. E solo allora Scorpius rimettendo il suo pacchetto nel taschino destro cercò causalmente in giro un orologio, accorgendosi poco dopo dell'ora tarda.
A egli bastò sollevare uno sguardo preoccupato e agitato all'amico per fargli intendere del loro ennesimo ritardo che come due imbranati presero a correre il più veloce possibile verso quella unica e sola possibilità di non farsi marchiare sin da subito.
Poi da lontano si sentì ancora dire «Allora? Ci hai ripensato su quelle ragazze? Ti devo due favori adesso!»
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top