2 - l'arrivo
Le emozioni mi stanno sovrastando drasticamente.
Con la mia mente percorro, ininterrottamente, ogni possibilità che potrebbe venire a verificarsi una volta giunta a destinazione.
Susciterò antipatia?
Sarò in grado di stringere amicizia con qualcuno?
La mia introversione mi ha sempre frenato nella vita, e sta veramente diventando insostenibile.
Ogni volta che provo ad approcciarmi a qualche nuovo conoscente, balbetto, pronuncio a stento qualche periodo di senso logico e assumo un colorito rosso vermiglio.
Spero con tutta me stessa che le brutte esperienze passate, vissute all'interno del mio distretto, non si ripetano come un antico disco rotto, incapace di riprendere una nuova melodia.
Sarebbe angosciante.
Sto viaggiando troppo con la mente, me ne rendo conto, ma non riesco a fermarmi.
Dovrei calmarmi.
Spero manchi poco, in caso dovessi ritrovarmi a dover passare ancora molto tempo a bordo di questa carrozza, temo che impazzirei.
Nel tentativo di poter ottenere informazioni, provo a chiedere all'uomo alla guida del carro, sperando in una qualche risposta; poiché, essendo la mia prima volta in queste enormi foreste, all'apparenza tanto simili da sembrare gemelle, non sono ancora in grado di ambientarmi o affidarmi al mio buon senso dell'orientamento.
«Mi scusi, saprebbe dirmi quanto manca a destinazione?» domandò educatamente.
L'uomo alla guida del carro, senza proferire parola, mi indica verso la sua sinistra, tendendo il braccio teso, verso un luogo che di primo impatto non mi sembra esistente.
Dopo qualche minuto riesco a scorgere un castello ergersi maestoso su di noi. Al suo cospetto pariamo dei piccoli esseri spaventati.
Il cinguettio degli uccelli prende ti nella foresta di fa sempre più forte, e mi accompagna ad ogni passo che percorro nel tentativo di giungere all'enorme portone quale è l'ingresso.
Sono sempre più vicina.
La costruzione è imponente, costruita in mattoncini di pietra bianchi, che conferiscono una certa particolarità al complesso della rocca.
Possiede un vastissimo giardino, verde come uno smeraldo, che alla luce del sole da l'impressione di luccicare; un percorso sterrato si fa strada verso quella che dovrebbe essere l'entrata, sorpassando un piccolo pozzo posto alla sua destra e una modesta scuderia più lontana sulla sinistra.
Mi sento così minuta e insignificante.
I brividi mi percorrono ogni parte del mio corpo non appena sento delle voci farsi sempre più decise, dall'altra parte della parete. lungo tutta la schiena.
Le persone con le quali passerò probabilmente il resto della mia vita, sono esattamente qui, dietro a queste enormi assi di legno.
Mi decido a bussare, nel tentavo di rendere tangibile la mia presenza, e in poco tempo, di tutta risposta, riesco a seguire una breve conversazione svilupparsi appena davanti all'entrata.
«Ragazzi penso sia arrivata la nuova recluta!»
Silenzio.
«Ragazzi! »
Comincio a udire dietro al portone una moltitudine di passi indistinti.
La porta comincia a scricchiolare, ma si ferma di colpo.
«Mikasa, vai a chiamare Levi ed Erwin. Di' loro che è arrivata la matricola»
«Signor sí!» risponde una voce femminile.
Il passaggio riprende ad aprirsi.
Percepisco le gambe cedere, penso di essere prossima ad uno svenimento.
Finalmente l'ingresso è aperto.
Una donna si presenta subito sull'uscio, posta davanti ad una fila di ragazzi e ragazze in divisa, proprio come me; deduco che saranno i miei compagni.
La ragazza prende a parlare di tutto punto.
«Ehi piacere, benvenuta! Sono un caporale dell'armata ricognitiva e mi chiamo Hanji Zoe. Qual è il tuo nome?»
Sono un po' intimidita da tutta questa allegria e energia, non ne sono abituata.
Non ho mai ricevuto tutto questo riguardo nei miei confronti.
«Mi chiamo y/n» provo a replicare intimidita.
Dopo aver risposto, noto che tutti mi stanno guardando con aria dubbiosa.
Penso di aver parlato a voce troppo bassa; arrossisco per l'imbarazzo e decido di riprovarci.
«Mi chiamo y/n, e sono onorata di essere parte del corpo di Levi!»
Per aggiungere enfasi e sicurezza, mentre pronuncio questa affermazione, posiziono le mie braccia in modo tale da formare il saluto dell'attenti.
Sul luogo cala il silenzio, che subito si spezza.
«Già mi piaci! Vieni, ti porto a mostrarti il castello» ribatte Hanji, con fare gioioso.
NOTA AUTRICE
Ciao a tutti!🤍
Sono contenta che abbiate deciso di darmi una possibilità, continuando a leggere la mia storia fino a qui!☺️
Vorrei scusarmi se per il momento non riuscirò a riseguire le persone, a commentare o semplicemente votare altre storie, poiché ho dei problemi con l'account, tra email e tutto quanto!🌻
(Si sono sbadata e avevo inserito una mail che ora non ho più e non avendo la password, non saprei davvero come fare a recuperare in modo sicuro, il completo controllo di questo account; se qualcuno sapesse dirmi come fare, gliene sarei pienamente grata)🦋
Sto lavorando a questo capitolo da più di una settimana, per cui spero vi sia piaciuto! :)
Se questo paragrafo, come i precedenti, vi è sembrato carino, vi chiedo di lasciare un voto, in modo che io possa continuare a scrivere!🌸
Inoltre vi chiedo un ultimo favore... se avete il tempo di scrivermi qualche commento con qualche consiglio o pensiero che avete, su come pensate si svilupperà la storia, come vorreste si sviluppasse, se ritenete ogni sezione troppo corta/lunga; o anche vostri pareri personali sulla serie tv, sarei curiosissima di leggerli (senza spoiler ovviamente!☀️)
Per oggi è tutto ci vediamo alla prossima!
Ciaoo🌺
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top