11 - limbo
Ho passato tutta la mia esistenza nell'attesa di questo momento, eppure ho paura.
Non per la mia vita, quanto più per quella degli altri. Non ho nessuno, e non ho intenzione di veder perdere la vita dei mie compagni.
Sono stata affidata alla truppa più interna, assieme ad Eren, Petra, Gunter, Eld e il Capitano Levi. Vocifera che sia il gruppo di soldati più esperti, ciò nonostante, gli imprevisti appaiono spesso e volentieri in momenti nei quali si abbassano le difese.
Eren, dal fondo della stanza, si incammina nella mia direzione.
«Così il mondo esterno eh»
«Giá...» ribatto pensierosa
«Mi sembravi una tra le soldatesse più motivate, cosa ti sta passando per la mente?» mi chiede in tono consolatorio
Non oso rispondere a questa domanda, ma aggiro la questione, scuotendo il capo con un
sorriso tirato.
«Io sono contento di poter finalmente uscire» intravedo nel suo sguardo una scintilla, una determinazione che non avevo mai notato in nessun'altro prima d'ora.
«Li sterminerò tutti... dei giganti non rimarrà neppure una traccia»
«Sai» continua «anche io, Armin e Mikasa proveniamo dal distretto di Shiganshina...» il suo tono di voce comincia ad assumere un'inesorabile tristezza «Mia madre è stata uccisa brutalmente dai quei mostri» noto il suo pugno stringersi con fervore «Io ho intenzione di vendicarla... sì, sono l'unico in grado di poterlo fare...» sentenzia, mentre si incammina verso i suoi compagni, lasciandomi sola.
Decido di passare nella mia stanza, prendere il mio quaderno e di spostarmi all'esterno per poter passare un po' di tempo in tranquillità, immersa nei miei pensieri.
Dopo aver raggiunto il giardino esterno, decido di sistemarmi in una posizione tale da poter scorgere, anche un minimo, le montagne che contornano la foresta attorno a questo tesoro nascosto, quale è questo castello.
Non fa molto caldo, ma comunque c'è una temperatura sopportabile e tira un vento lieve, piacevole, che smuove le foglie presenti sugli alberi di fronte a me.
Il prato sul quale sono seduta, sembra intrattenere un dialogo con i raggi del sole, che risplendono nel cielo a illuminare tutta la natura.
La mia matita comincia a viaggiare sulla carta, come fosse scollegata dal mio cervello, ritraendo lo spettacolo che ho l'onore di osservare.
Nonostante ci sia una pace incredibile, percepisco amarezza, sconforto molto forte nell'aria.
Perché questo mondo deve essere così bello, ma allo stesso tempo di una crudeltà inaudita?
«Stupendo, non è vero?»
Mi volto di scatto a queste parole, e scorgo Jean avvicinarsi verso di me.
«Sì...» rispondo senza distogliere lo sguardo dall'orizzonte.
«Ti piace disegnare, non è così?»
«Sì...»
«Sai anche a me è sempre piaciuto disegnare, per distrarmi intendo» dice rivolgendo lo sguardo alle sue spalle.
«Oh, lo stesso per me, trovo che sia molto rilassante» dichiaro, sollevando lo sguardo dal mio figlio di carta.
«Capitano!»
Al suono di queste parole mi giro di scatto, scoprendo la figura del capitano sotto ai portici affacciati sul giardino del castello, in lontananza.
Lo sta chiamando Armin, e dal suo passo alquanto affrettato, sembra essere portatore di notizie scoraggianti.
«Sembra che tutti siano agitati per la missione di domani...» dice Jean, ritornando a far posare lo sguardo su di me.
«Sono d'accordo, temo che tutti stiano vivendo questa giornata con particolare ansia...»
Passa qualche secondo di silenzio, fino a quando Jean non riprende a parlare.
«Il motivo per il quale ero venuto qui, era per dirti che puoi contare su di noi... intendo me, Connie e Sasha» continua «Ora, non che tu non possa farlo anche con gli altri» procede grattandosi la nuca «Solo che ricordo pienamente le sensazioni provate dopo essere stato faccia a faccia con dei giganti, al Wall Rose, a Shiganshina... Ecco, sappi che anche Sasha e Connie ti appoggeranno se avrai bisogno» conclude con fare amichevole.
Sono così contenta di sapermi amica con qualcuno. Non avevo notato tanta attenzione nei miei confronti in questo luogo, pensavo di essere considerata solo come novellina... nulla di più...
«Grazie» riesco a rispondere con gentilezza e gratitudine nella mia voce.
«Non c'è di che! Ora forse ti converrebbe riposare in vista di domani. Ti saluto!» afferma, cominciando ad allontanarsi sempre più.
Decido di seguire il suo consigli, e dopo una decina di minuti, mi dirigo verso la mia stanza, pronta a trascorrere una nottata probabilmente in bianco e in preda a mille pensieri e preoccupazioni.
NOTA AUTRICE
ehiii <3
Come va?
In questi giorni sono stata molto impegnata, e purtroppo non sono riuscita ad aggiornare i capitoli come avrei voluto...
Ma sappiate che pubblicherò anche venerdì/sabato, così da pubblicare due capitoli in questa settimana!🥰
Spero vi faccia piacere!
Non ho molte novità da raccontarvi, solo che mi sto portando avanti con la storia, e che mi sta piacendo il risvolto che sta prendendo, spero piacerà anche a voi!😊
Ci sentiamo tra qualche giorno!✨🍃
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