𝙎𝙀𝙄
ɪ ғᴇᴇʟ ʟɪᴋᴇ ɪ'ᴍ ᴅʀᴏᴡɴɪɴɢ - ᴛᴡᴏ ғᴇᴇᴛ
0:48 ──ㅇ────── 3:08
«you're holding me down and
holding me down,
you're killing me slow»
𝕮𝗔𝗣𝗜𝗧𝗢𝗟𝗢 𝕾𝗘𝗜
In tutta la sua vita, Taehyung non aveva mai potuto dire sinceramente: "Sono ricco". Eppure, non era privo di ogni benessere e non viveva una vita così terribile; dopotutto aveva sempre avuto una bella casa e abbastanza soldi per concedersi qualche piccolo extra. Nonostante ciò, Taehyung riuscì a farsi un'idea di ciò che il denaro poteva comprare quando vide l'attico di Jeongguk.
Era spaziosissimo e Taehyung immaginò che Jeongguk dovesse pagare diverse persone per la pulizia e la manutenzione di quel posto. L'appartamento era arredato con mobili eleganti e raffinati e sembrava davvero appena uscito da un catalogo di home decor, rispetto alle condizioni in cui viveva Taehyung.
Suppongo che questa sia la vita che ci si guadagna quando si gestisce l'organizzazione criminale più importante della città.
Taehyung teneva le braccia strette al petto mentre seguiva Jeongguk, in parte perché i vestiti che l'altro gli aveva fornito erano troppo grandi e in parte perché si sentiva estremamente a disagio lì dentro.
Era troppo concentrato su ciò che lo circondava per accorgersi della porta che aveva di fronte, così la urtò leggermente. Prima che potesse rendersi conto che Jeongguk si era spostato e non era più davanti a lui, Taehyung venne sbattuto e schiacciato contro la porta. Taehyung chiuse gli occhi e lasciò andare l'aria quando sentì il braccio di Jeongguk che lo teneva fermo.
«Perché fai sempre così?»
«Perché hai l'abitudine di scappare.»
Taehyung deglutì e incontrò lo sguardo di Jeongguk. «Cosa vuoi?»
Jeongguk strinse la mascella e inclinò la testa di lato con aria curiosa. «Parliamo di ieri sera.»
«Non ho altro da dire in merito.»
Jeongguk fece un sorriso sghembo e continuò. «Tu hai fatto le tue domande. Adesso tocca a me. Non credi sia giusto?»
«Non c'è niente da chiedere» rispose Taehyung, non volendo che Jeongguk si soffermasse ulteriormente sulla questione.
«Se non c'è niente da chiedere, allora deduco che implorarmi di scoparti ieri sera sia un comportamento normale per te?»
Gli occhi di Taehyung si strinsero in due fessure e fece un'espressione infastidita. «Ero ubriaco, grazie a qualcuno, e completamente fuori di me. Tutto quello che ho detto e ho fatto non conta. Non farti illusioni perché non c'è assolutamente nulla tra noi.»
Jeongguk fece una risata di scherno e si avvicinò ancora di più. «Eppure, sei sempre tu che l'hai detto. Solo che quella è la parte vera di te, quella senza filtri che si abbandona ai propri desideri.»
Taehyung fece una risata falsa.
«Cosa diavolo vuoi che ti dica, Jeongguk? Che ti trovo attraente? Bene! Penso che tu sia attraente! Adesso sei soddisfatto?»
Jeongguk rimase in silenzio mentre Taehyung continuava a sproloquiare.
«Ma solo perché sono ubriaco e dico certe cose non significa che io ti voglia davvero. Perché una volta che la sbornia sarà sparita e sarò tornato in me, mi ricorderò che i lati negativi della tua personalità e delle tue azioni superano di gran lunga il tuo bell'aspetto! Non mi piaci in quel senso e non mi piacerai mai. Quindi lasciami in pace e trovati un'altra persona con cui scopare. Sono sicuro che non è così difficile con tutti i soldi che hai! Non capisco perché ti ostini ad avere me. Io sono una persona comune dall'aspetto comune, mentre tu sei un boss della mafia. Siamo agli antipodi praticamente su tutto nella vita. Non c'è assolutamente alcuna ragione per cui dovresti perseguitarmi, se non il fatto che vuoi solo scoparti qualcuno!»
Gli occhi di Jeongguk si fecero più scuri quando capì che Taehyung non stava raccontando tutta la verità.
«Non dovresti dimenticare l'attrazione fatale.»
Taehyung alzò gli occhi al cielo. «Attrazione fatale? Sei serio?»
«Quando due persone si odiano, quando due persone credono che non ci sia nulla al mondo che possa unirle in maniera pacifica. Eppure, esiste un legame invisibile che le terrà sempre unite. Per loro volontà o meno.»
Taehyung sospirò.
«Non mentirmi, Taehyung. È una cosa che non ti si addice. So che provi qualcosa. Vedo come tremi quando sei accanto a me, come non riesci mai ad allontanarmi veramente. Mi odi, lo so. Ma non mi odi solo per quello che ho fatto a tuo fratello. Mi odi anche per questo.»
Jeongguk si avvicinò e Taehyung si immobilizzò quando le loro labbra erano così vicine da toccarsi.
«Lo vedo che mi vuoi, per quanto la tua mente si opponga alla cosa. È per questo che mi hai baciato ieri sera. È per questo che mi hai permesso di farti un succhiotto ed è per questo che mi hai allontanato per farmi ballare con te. È per questo che mi hai chiesto di toglierti i vestiti e di scoparti ieri sera.»
Taehyung distolse lo sguardo da Jeongguk. «Non è vero...» Jeongguk però lo fermò, afferrandogli il mento e facendogli voltare la testa in modo da riallineare i loro occhi.
«Ed è per questo che ora stai disperatamente cercando di respingermi.»
Taehyung non riuscì più a leggere l'espressione sul volto di Jeongguk.
«Ho capito che sei il tipo di persona che segue il cuore.»
«Sono anche il tipo di persona che non è così sprovveduta da giocare con il fuoco.»
«È ipocrita da parte tua, Taehyung, visto che ci stai giocando proprio adesso.»
Gli occhi di Taehyung si chiusero lentamente.
«Arrenditi e basta... Sappiamo entrambi che sei già a tanto così dal farlo. Sarebbe così facile, sai. Se mollassi le redini e lasciassi che sia io a prendere il controllo.»
La voce di Jeongguk era così bassa e seducente che si abbatté su Taehyung come un'onda.
«Non pensare...»
Taehyung riusciva a percepire il respiro caldo di Jeongguk.
«...Limitati a sentire.»
Taehyung si odiò quando le labbra di Jeongguk si posarono sulle sue. Odiò il fatto che sembrasse tutto perfetto. Come i loro corpi aderissero perfettamente l'uno all'altro quando Jeongguk poggiò una mano sulla sua schiena per attirarlo più vicino.
Taehyung avrebbe voluto arrabbiarsi quando la lingua di Jeongguk si insinuò tra le sue labbra, ma non ci riuscì. Cercò di rincuorarsi quando gli sfuggì un gemito, convincendosi che fosse solo una cosa momentanea e che non significava niente.
Ma non era vero.
Tenne gli occhi chiusi quando si separarono per riprendere fiato e rimase così anche quando Jeongguk lo baciò di nuovo. Era un bacio rude, e sentì le proprie labbra inturgidirsi mentre Jeongguk gli mordeva il labbro inferiore.
Le mani scivolarono verso la curva del suo sedere e Taehyung si spinse ancora di più contro di lui quando le dita dell'altro strinsero la sua carne tenera.
È sbagliato, è sbagliato, è sbagliato, è sbagliato, è sbagliato, è bellissimo ed è sbagliato.
Nessuno aveva mai toccato Taehyung in quel modo, nessuno gli aveva fatto accartocciare lo stomaco così in fretta. Non era sicuro che fosse per questo che provava quelle cose, perché era la sua prima volta. Pregò che fosse così.
I loro corpi erano vicinissimi, e quando Jeongguk cominciò a irrigidirsi contro di lui, Taehyung riuscì a sentirlo tutto. Il calore nel suo stomaco cominciò a spostarsi verso il basso.
Ma, alla fine, un momento di lucidità travolse Taehyung quando la coscia di Jeongguk si infilò tra le sue gambe. Realizzò subito quello che stavano facendo e spinse Jeongguk lontano da sé.
Entrambi ansimavano e le labbra di Taehyung erano doloranti. Di solito Taehyung preferiva seguire il cuore piuttosto che il cervello, ma in quel momento avrebbe voluto strapparsi quel maledetto arnese dal petto e calpestarlo finché non avesse cessato di battere.
Ci fu un lunghissimo momento di silenzio prima che Jeongguk dicesse qualcosa.
«Proprio come ti dicevo. Non puoi respingermi.»
Taehyung serrò le labbra in una linea sottile ed espirò dal naso. Voleva assolutamente dimostrare a Jeongguk che si sbagliava. Voleva scappare subito e andarsene per sempre. Lasciare la città abbastanza a lungo da poter dimenticare ogni singolo dettaglio di Jeongguk.
Ma poi si ricordò perché si trovava in quella situazione. Per il momento, decise di accontentarsi.
«Possiamo andare a trovare mio fratello?» sussurrò Taehyung, vergognandosi di sé stesso.
Jeongguk all'inizio non disse nulla, volendo continuare quello che avevano appena interrotto.
«Per favore?»
Jeongguk sapeva che per il momento non poteva spingere Taehyung troppo oltre. Negli ultimi due mesi aveva lentamente fatto progressi per arrivare a quel punto. Perciò decise di assecondare Taehyung momentaneamente, sapendo che dopo quel giorno le cose sarebbero diventate molto più facili per lui, per fare suo Taehyung.
Annuì e passò davanti a Taehyung per aprire la porta. Taehyung tirò un sospiro di sollievo e lo seguì subito.
Fu una passeggiata incredibilmente imbarazzante, entrambi non volevano parlare e una pesante tensione riempiva l'aria.
Taehyung si mordicchiò le labbra già gonfie, facendo affiorare il sangue.
Cazzo.
Perché era sempre così debole davanti a lui? Avrebbe dovuto odiare quell'uomo con tutto il suo essere, non desiderare di toccarlo e trovare in lui una sorta di consolazione fisica. Aveva bisogno di distogliere la mente da lui, ma era così difficile quando Jeongguk si insinuava costantemente in qualunque frangente della sua vita. Forse se Taehyung avesse trovato un'altra persona, avrebbe finalmente superato quella patetica attrazione per lui.
Si chiese come avrebbe reagito Jeongguk se si fosse fatto toccare da un altro uomo.
(Non riusciva a comprendere appieno l'entità dell'ira di Jeongguk in quella fase iniziale.)
Dopo un paio di minuti di cammino e una discesa in ascensore persino più silenziosa, raggiunsero la hall dell'edificio.
Jeongguk lo condusse verso l'entrata principale, e quando Taehyung si guardò intorno vide un'auto che li aspettava.
Le finestre erano oscurate, perciò non poteva vedere all'interno. Taehyung fece un respiro profondo, mentre Jeongguk gli teneva aperta la porta per permettergli entrare. Sapeva chi avrebbe trovato lì dentro ad aspettarlo.
Aprì la portiera e vide un abitacolo più grande del previsto, con due sedili posti l'uno di fronte all'altro e suo fratello maggiore seduto su quello posteriore. Per un attimo Taehyung non riuscì a respirare quando vide Jeong Gyu. Ma si riscosse subito e si precipitò immediatamente accanto a lui.
Jeong Gyu sorrise quando Taehyung iniziò a piangere e lo strinse forte a sé. Sentiva già una macchia umida farsi largo sulla sua camicia.
Jeongguk si accomodò in silenzio sul sedile posto di fronte ai due fratelli, osservando la scena con uno sguardo illeggibile.
«Taehyung... va tutto bene...» sussurrò Jeong Gyu contro i capelli del fratello. Gli accarezzò la schiena, sperando di calmarlo un po'.
«Non devi piangere, ok?»
Taehyung cominciò a calmarsi, ma i suoi respiri spezzati riempivano ancora l'aria. Quando alzò lo sguardo, aveva gli occhi gonfi e le guance arrossate.
«Stai bene? Ti hanno fatto male di nuovo?» chiese Taehyung, che già stava ispezionando le mani del fratello.
«Tae, sto bene. Non devi preoccuparti per me.»
Taehyung sollevò la camicia del fratello così da poter vedere le cicatrici recentemente guarite. Il suo volto si contrasse quando vide la pelle rosa maciullata. «Come faccio a non essere preoccupato per te?»
Per qualche motivo, a Jeongguk non piaceva vedere Taehyung preoccuparsi per un'altra persona in quella maniera.
L'auto cominciò a muoversi, allontanandosi dall'edificio.
Jeong Gyu si tirò giù la camicia, notando il cambio di atteggiamento di Jeongguk. Prese le mani di Taehyung fra le sue.
«Taehyung, ascoltami. Per una volta nella tua vita, ti prego di essere egoista. So che non è nella tua natura, ma ti prego... voglio che d'ora in poi ti preoccupi solo di te stesso.»
L'auto si muoveva a tutta velocità e Taehyung iniziò a capire cosa stesse succedendo. Scosse lentamente la testa. «Perché sembra un addio?»
Jeong Gyu lanciò un'occhiata a Jeongguk e Taehyung fece lo stesso.
«Cosa sta succedendo?»
Jeongguk incrociò le braccia al petto. «Tuo fratello e io siamo giunti a un accordo.»
Taehyung tremò e Jeong Gyu gli strinse le mani per rassicurarlo.
«In cambio della tua sicurezza e del tuo benessere, tuo fratello verrà mandato a Pechino. Non potrà lasciare la città e non potrà contattarti per nessun motivo. Lì sarà costantemente sorvegliato e sarà considerato morto dal resto del mondo.»
Taehyung fissò Jeongguk. «No. Non ti permetterò di portarmelo via.»
Jeongguk sollevò un sopracciglio davanti al rifiuto di Taehyung.
«Taehyung. È meglio così. Questa è la prospettiva migliore; dovremmo essere entrambi grati nei suoi confronti.»
«Grati?» domandò Taehyung incredulo, mentre le lacrime tornavano a salire.
«Sì, Taehyung. Io starò bene. E soprattutto tu sarai al sicuro.» Jeong Gyu lanciò una breve occhiata a Jeongguk. «Lui si assicurerà che tu sia al sicuro.»
«Non mi importa di questo!» pianse Taehyung.
«Ti voglio qui con me! Voglio sapere che anche tu sarai al sicuro!»
Jeong Gyu sembrò rattristarsi un po'. «Sarò al sicuro, Taehyung. Dai, mi conosci. Dopotutto ho passato gran parte della mia infanzia a proteggerti. So badare a me stesso.»
Taehyung tirò su col naso e si asciugò le lacrime con il dorso della mano. «Non potrò vederti mai più?»
«Sarò sempre lì con te, Taehyung. Non dubitare di questo. L'amore di un fratello non svanisce mai, a prescindere dalla distanza che ci separa.»
Taehyung annuì.
Jeongguk li interruppe. «Ci siamo quasi.» Dalla voce sembrava che tutta quella situazione fosse un fastidio per lui, una perdita di tempo.
Jeong Gyu si voltò verso il suo fratellino.
«Taehyung, ascoltami molto attentamente. Voglio che tu sia sempre te stesso, qualunque cosa accada. Sii sempre gentile e trasparente come lo sei ora. Non aver paura di seguire il tuo cuore e non invalidare le tue emozioni. Sei fragile e delicato, ma questo non ti rende debole. In un certo senso, ti rende più forte. Più forte di chiunque sia seduto in questa macchina in questo momento. E sei anche intelligente. Molto intelligente e molto sveglio. Lo sei sempre stato. A volte mi chiedo come una persona perfetta come te possa essere imparentata uno come me, sai?»
Taehyung faticava a vedere attraverso le sue lacrime.
Jeong Gyu vide l'orecchino del fratello, l'emblema della mafia. Doveva avercelo messo Jeongguk lì, l'ennesima dimostrazione del suo possesso. Si sentiva così impotente, non era nemmeno in grado di proteggere il suo fratellino. Quella era la sua unica possibilità di farlo.
«Promettimelo, Taehyung. Promettimi che dopo oggi non mi cercherai più. Vai avanti con la tua vita e dimenticami.»
«Dovrei dimenticare mio fratello?»
«Non voglio farti del male più di quanto non abbia già fatto.»
«No», sussurrò disperatamente Taehyung, mentre Jeong Gyu cominciava ad allontanarsi da lui. «Non lasciarmi, non lasciarmi solo.»
Jeong Gyu osservò a lungo suo fratello minore. Doveva farlo, sarebbe stata la sua ultima volta. Guardò Taehyung e vide un bell'uomo con le mani affusolate e le gambe lunghe e un viso meraviglioso, un viso così cordiale che sembrava invitare le persone a guardarlo. I suoi occhi erano di un marrone scurissimo e la pelle aveva una tonalità dorata. Taehyung era sempre stato bellissimo, ma non ne era mai andato fiero. Non gli importava molto del suo aspetto, era umile in quel senso.
E Taehyung sapeva amare incondizionatamente. Era questo che faceva più male a Jeong Gyu. Che Taehyung continuasse ad amare suo fratello anche dopo tutto quello che aveva fatto passare a entrambi. Taehyung non lo odiava, e probabilmente non lo avrebbe odiato mai. Sarebbe stato tutto più facile per Jeong Gyu, se Taehyung lo avesse odiato almeno un po'.
Ma adesso Taehyung era bloccato in quella situazione infernale. Avrebbe dovuto vedere suo fratello torturato e picchiato, sballottato come un oggetto e, cosa peggiore, nella mani di Jeon Jeongguk. Quella notte aveva provato una sensazione terribile nel cuore, per il modo in cui Jeongguk sembrava voler mangiare suo fratello con gli occhi. La vita di Taehyung era stata, e sarebbe stata sempre, un caos dopo quel momento.
Per quanto Jeongguk fosse pericoloso, Jeong Gyu sapeva che questa situazione era diversa. Jeongguk era sempre stato freddo, svilente e violento. Ma con Taehyung era emerso un altro lato molto diverso di lui. Era ancora pericoloso come sempre e certamente altrettanto (se non di più) possessivo nei suoi confronti come con tutto ciò che possedeva. Eppure, il suo tocco era più gentile con Taehyung. Jeong Gyu aveva notato il modo in cui toccava suo fratello.
Taehyung sembrava causare una tempesta interiore in Jeongguk. Poteva solo pregare che questa fosse davvero la soluzione migliore per Taehyung.
Il respiro di suo fratello si fece affannoso quando l'auto si fermò.
Taehyung si sciolse nell'abbraccio di Jeong Gyu, col volto arrossato e bagnato.
Jeongguk osservava perplesso i due fratelli. Era strano quanto sembrassero preoccupati l'uno per l'altro. Lui e Namjoon avevano certamente un legame forte, ma mai così. Mai così... fisico.
Jeong Gyu premette un bacio sulla fronte di Taehyung e gli scostò la frangia dal viso.
«Sai che ti voglio bene, vero?»
Taehyung annuì, stringendo forte le braccia dell'altro come se questo potesse farlo restare.
I due fratelli si guardarono per un lungo istante, occhi negli occhi, e Taehyung soffocò un singhiozzo. Jeongguk trovava la scena un po' strana, ma ignorò subito la cosa.
Taehyung dovette chiudere gli occhi, incapace di guardare il fratello mentre si allontanava da lui.
Il cuore gli martellava forte nel petto quando lo sentì slacciare la cintura di sicurezza, e si strinse le mani quando la porta si aprì.
Era insopportabile. Anche dopo le parole rassicuranti di Jeong Gyu, sembrava che gli avessero strappato il cuore dal petto. Non aveva mai provato un dolore simile.
Quando l'auto riprese a muoversi, si maledisse e rimpianse di non aver tenuto gli occhi aperti per guardare suo fratello un'ultima volta. Sembrava che lo stesse già dimenticando, che l'immagine vivida del suo volto stesse già svanendo, e si aggrappò disperatamente ai ricordi che gli erano rimasti.
Taehyung si premette i palmi delle mani sugli occhi, e dei puntini neri gli occlusero la vista. Gridò forte, ora suo fratello non c'era più, prestando poca attenzione al fatto che Jeongguk fosse ancora lì.
«Hah...» gemette, sentendo quasi il cuore spezzarsi in due. Il dolore era lancinante, si sentiva completamente solo. Come se fosse l'unica persona rimasta al mondo.
Per questo, quando Jeongguk si spostò accanto a lui, Taehyung non riuscì fare a meno di abbandonarsi fra le sue braccia e trovare conforto nella semplice presenza di un'altra persona. E per una frazione di secondo, a Taehyung non importò che si trattasse di Jeongguk. In quel momento aveva solo bisogno di qualcuno, di chiunque.
E quando si rese conto che era Jeongguk quello a cui si stava aggrappando come se ne valesse della sua vita, non si mosse e si spinse ancora di più nell'abbraccio dell'altro. Perché in quel momento solo Jeongguk poteva capire come si sentisse. Quanto fosse sconvolto dal fatto di aver perso suo fratello in quel modo e di avere accanto soltanto l'uomo che gliel'aveva portato via.
Come compromesso per mettere a tacere il suo lato più razionale, Taehyung batté i pugni sul petto di Jeongguk. Era uno spettacolo davvero patetico, il suo corpo fragile che cercava di far male all'altro, ma pensò che il messaggio che voleva trasmettergli fosse più importante del danno effettivo.
«Ti odio» gridò, con la voce che si incrinava.
Jeongguk tacque, mentre sopportava il peso dei pugni di Taehyung.
«Ti odio così tanto.»
Jeongguk tirò Taehyung più vicino a sé, finché l'altro non riesce più a muovere le braccia e si afflosciò nella sua presa.
Non ci volle molto prima che l'altro rimanesse completamente immobile. Per un attimo Jeongguk pensò che stesse dormendo, prima di abbassare lo sguardo e vedere i suoi occhi spalancati.
Per il momento, in un tacito accordo, entrambi decisero di non dire più nulla per il resto del viaggio.
9 ore prima
Jeong Gyu sedeva di fronte a un Jeongguk molto poco accomodante. Teneva la testa bassa in segno di rispetto, ma riusciva comunque a sentire il gelo del suo sguardo di ghiaccio.
Da quello che Jeong Gyu aveva intuito, era ormai notte fonda. Secondo le sue stime, dovevano essere più o meno le tre del mattino. Non aveva importanza, comunque. Probabilmente non trascorreva una notte normale da ben sette settimane.
Per il momento gli erano state tolte le catene, il che era sorprendente, dato che era da solo nella stanza insieme a Jeongguk. Non sapeva cosa aspettarsi da quella situazione, cosa Jeongguk volesse da lui. In ogni caso, avrebbe dovuto essere già morto. Sia lui che Taehyung.
Settimane fa (non sapeva quante, non aveva modo di tenere il conto del tempo laggiù) Jeongguk avrebbe dovuto ammazzare sia lui che suo fratello. Eppure, Taehyung era stato scortato personalmente a casa e le ferite di Jeong Gyu erano state curate.
L'intera situazione aveva lasciato tutti confusi. Non gli era sfuggita l'espressione incredula di Yoongi, Jimin e Hoseok, una volta che i due se ne erano andati. Tutti e tre si erano scambiati degli sguardi, incerti su cosa stesse cercando di fare Jeongguk. Jeong Gyu era rimasto lì seduto, con la mano e il petto doloranti da morire, ma preoccupato più che altro per quello che stava accadendo a suo fratello.
In parte aveva capito la natura del rapporto tra Jeongguk e Taehyung, ma qualcosa gli diceva che dopo quella conversazione avrebbe capito molte più cose.
Jeongguk si rivolse finalmente a lui dopo quello che sembrò un secolo.
«Sono sicuro che ti stai chiedendo perché mi prendo la briga di parlare con un pezzo di merda come te.»
La sua voce era uno strano mix di rabbia e noia.
Jeong Gyu non alzò lo sguardo, non volendo scatenare la rabbia dell'altro più del dovuto. Non poteva rischiare.
«Rispondi.»
«Sì.»
Jeongguk accavallò le gambe e si ispezionò le unghie.
«Sono una persona piuttosto ordinata, Jeong Gyu. Non mi piace avere in giro materiale indesiderato. È irritante passare così tanto tempo con questo inutile sudiciume nelle vicinanze.»
L'aria era densa, come se i pochi fili che tenevano insieme la compostezza di Jeongguk cominciassero a consumarsi.
«E per questo motivo, sono giunto alla decisione di sbarazzarmi definitivamente di te.»
Jeong Gyu trattenne il respiro. Non che sperasse di vivere, anzi si aspettava quel momento da un bel po' di tempo. Si preoccupava solo di ciò che sarebbe accaduto a Taehyung e al resto della sua famiglia.
«Dovresti essermi grato: ti ho regalato due mesi di vita. Tuttavia, mi sono annoiato della tua presenza e adesso non hai più alcuna utilità per me.»
L'espressione di Jeong Gyu mutò in una smorfia di confusione.
Jeongguk sorrise, sembrava soddisfatto. «Vuoi sapere perché avevi un'utilità?»
«Ho dovuto tenerti in vita per qualche tempo per assicurarmi che tuo fratello non potesse sfuggirmi. La tua morte lo avrebbe fatto diventare ancora più diffidente nei miei confronti e probabilmente lo avrebbe fatto cadere in una sorta di depressione.»
Jeongguk si sporse in avanti e Jeong Gyu istintivamente indietreggiò.
«Ma adesso è esattamente dove voglio che sia. È caduto perfettamente tra le mie braccia, e non devo più preoccuparmi di questo.»
Il petto di Jeong Gyu si strinse a quel pensiero. Di tutte le persone che voleva proteggere, suo fratello era la più importante. E adesso era intrappolato nel peggior posto possibile. Al fianco di Jeon Jeongguk.
«Naturalmente, se ti uccidessi davanti a lui, tutto ciò per cui ho lavorato scomparirebbe in un istante. Lui tornerebbe com'era all'inizio. Resiliente. Difficile.»
Jeongguk guardò l'uomo di fronte a lui. «Per questo motivo, non gli permetterò sapere della tua morte.»
Jeong Gyu alzò finalmente la testa per guardare Jeongguk.
«Ora, Taehyung non è stupido. Se ti uccido adesso senza fargli vedere niente, alla fine lo capirà comunque. E allora mi rinfaccerebbe di averti ucciso e di avergli mentito. Per evitare questo problema, ho pensato a un compromesso.»
Jeong Gyu lasciò andare il fiato. Era inaudito che Jeongguk facesse compromessi del genere.
«Che vuoi dire?» sussurrò.
«Lascerai il Paese, per la precisione andrai a Pechino. Taehyung verrà con noi mentre andiamo all'aeroporto e voi due vi saluterete per l'ultima volta. Salirai su jet con alcuni dei miei uomini. Quando arriverete lì, quegli uomini ti scorteranno fino al fiume Yongding, dove sarai giustiziato. Naturalmente, Taehyung non ne saprà nulla. Penserà che vivrai lì, senza poter tornare o comunicare con lui in alcun modo per il resto della tua vita.»
Jeongguk fece una pausa per osservare la reazione di Jeong Gyu.
Jeong Gyu aspettò qualche secondo prima di chiedere: «E in cambio?»
«In cambio della tua morte silenziosa, proteggerò Taehyung da qualsiasi altra attività della mafia, escluso me stesso. Mi prenderò cura di lui, lo sosterrò economicamente e nessuno lo toccherà.»
Jeong Gyu non voleva mentirgli in quel modo. Non voleva mentire a Taehyung e farlo vivere sotto false ipotesi. Non era giusto nei suoi confronti. Inoltre, non era sicuro che si fidasse di Jeongguk. Jeong Gyu non era stupido. Anche quello era uno stratagemma per guadagnarsi la fiducia di Taehyung, per fargli credere di essere misericordioso e di aver salvato suo fratello.
Jeongguk sembrò capire cosa passasse per la testa dell'altro.
«Lo avrò comunque, in ogni caso. Nessuna tua azione potrà cambiare questo fatto. È mio, vincolato a me per il resto della sua vita. Se non accetti la mia offerta, se scegli di morire e di farglielo sapere, non mi tratterrò dall'usare la forza. Lo legherò con corde e catene a me; non gli lascerò la libertà di continuare a vivere la sua vita come sta facendo ora. Sarà infelice finché non imparerà ad amarmi.»
Jeong Gyu chiuse gli occhi e digrignò i denti.
«Ma se te ne vai in silenzio come voglio io, sarò indulgente. Gli darò il tempo di adattarsi lentamente a questo cambiamento. Gli lascerò tenere il suo appartamento e il lavoro. Sarò paziente.»
Non era neanche più una domanda. Aveva bisogno che Taehyung vivesse nella normalità (per quanto possibile, a quel punto) e che non fosse completamente costretto a stare dalla parte di Jeongguk. Pur non volendo mentire a Taehyung, preferiva farlo piuttosto che fargli direttamente del male. Sapeva quanto Jeongguk potesse essere violento quando non otteneva ciò che voleva.
Dopo qualche secondo, annuì lentamente.
«Ok... seguirò il tuo piano... non saprà niente.»
Jeongguk lo fissò per qualche secondo prima di decidere che stava dicendo la verità.
«Scelta saggia.»
Jeong Gyu si morse il labbro. In ogni caso, Taehyung avrebbe sofferto.
Jeongguk inclinò la testa e spostò il peso da una gamba all'altra. «Perché l'hai fatto?»
«Fatto cosa?»
«Non farmelo ripetere.»
Jeong Gyu sospirò. Perché aveva preso i suoi soldi. Perché aveva fatto tutto questo a se stesso e a Taehyung.
«...Per mia madre. Negli ultimi anni ha sofferto di leucemia. All'inizio non era così grave, potevamo permetterci le cure e i farmaci. Eppure, il tempo è passato anche per lei. Lei è peggiorata. I trattamenti erano sempre più frequenti e aveva bisogno di altri farmaci per il dolore. Mio padre non poteva più permetterseli e mia madre insisteva sul fatto che Taehyung non dovesse sapere quanto stava peggiorando. Così la responsabilità è ricaduta su di me. Le bollette si stavano accumulando e dovevo in qualche modo portare i soldi a casa.»
«Perciò li hai rubati a me.»
Jeong Gyu annuì.
«La gente come te prende decisioni così avventate senza nemmeno pensare alle conseguenze. Non ti sei nemmeno preoccupato di pensare a come questo avrebbe potuto influire sulla vita di tuo fratello. Sei davvero un peso per lui.»
L'altro non poté rispondere, perché sapeva che le sue parole erano vere.
Jeongguk si alzò e controllò l'orologio. Erano le tre e mezza del mattino. Iniziava a sentirsi un po' stanco e il suo desiderio di tornare da Taehyung stava aumentando. Quando pensava a Taehyung, che al momento giaceva nudo e vulnerabile sotto le sue lenzuola, i suoi nervi cominciavano ad andare in tilt e l'irritazione gli saliva al cervello.
Si avvicinò a Jeong Gyu, incombendo su di lui.
«Ma forse dovrei ringraziare io te. Se non fosse stato per le tue azioni stupide, non avrei mai conosciuto Taehyung. E adesso non sarebbe nel mio letto.»
Fece un ghigno minaccioso, mentre Jeong Gyu assimilava le sue ultime parole.
«Forse era destino. Il destino ha voluto che io e lui stessimo insieme. E che tu ci abbia fatto incontrare. Il suo stesso fratello.»
Diede una pacca sulla spalla di Jeong Gyu, sorridendo nel vedere le sue guance sbiancare.
Si diresse verso l'uscita. «Dormi bene stanotte. Domani ci aspetta una giornata impegnativa, o almeno lo sarà per te.»
Il suo sarcasmo impregnava ogni sillaba.
Jeongguk aprì la porta e si avviò verso l'uscita. Ma prima di andarsene, si rivolse a Hoseok che era di guardia lì fuori.
«Legalo di nuovo. Seguiremo il piano domani, quando Taehyung si sveglierà.»
Hoseok si inchinò ed entrò nella stanza dopo che Jeongguk gli diede le spalle.
Jeongguk non poté fare a meno di sollevare gli angoli della bocca.
Tutto sta andando come previsto.
Non sapeva nemmeno perché, all'inizio di tutta questa storia, avesse pensato che Taehyung non fosse alla sua portata. Adesso il ragazzo riposava nella sua camera da letto, privo di sensi e ignaro di dove si trovasse.
Il fastidio pruriginoso che sentiva addosso si attenuò mentre tornava verso il suo appartamento.
Quando finalmente arrivò, una sensazione sconosciuta gli attraversò le vene nel vedere l'altro aggrovigliato tra le lenzuola.
Taehyung era davvero affascinante da guardare, le ciocche castane sparpagliate ai lati del viso, l'espressione distesa e rilassata.
Jeongguk si concesse ancora un po' di tempo per ispezionarlo, prima di lasciare che la stanchezza prendesse il sopravvento su di lui. Si spogliò, togliendosi la camicia e indossando un paio di boxer per coprirsi.
Senza esitazione, si infilò sotto le lenzuola e si sdraiò accanto a Taehyung.
Accostò i loro corpi e rimase incantato nel vedere Taehyung che inconsciamente si rannicchiava più vicino a lui, lasciandosi sfuggire dalle labbra un suono sommesso.
Jeongguk protese una mano in avanti, mettendo le mani a coppa sul viso di Taehyung in maniera quasi tenera, mentre con il pollice seguiva la linea delle sue palpebre chiuse.
L'altro non si sarebbe svegliato presto, il che giocava a favore di Jeongguk. Era sicuro che l'altro non sarebbe stato troppo felice della situazione.
Prima di essere sorpreso a rimanere sveglio tutta la notte per fissare Taehyung, allungò una mano e spense la lampada, lasciando che il buio avvolgesse la stanza.
Attirò Taehyung più vicino contro il suo petto e scoprì che quella notte dormire sarebbe stato molto più semplice.
notes
avrei dovuto rileggere, ma oggi ho 0
tempo e volevo troppo aggiornare lit.
spero non ci siano refusi 🥺
jeongguk is the devil in disguise👹
ma neanche troppo in disguise
nel senso che jesus christ
ha fatto la scuola del demonio
si è diplomato in torture fisiche e
psicologiche, sennò non si spiega.
always doing his worst with zero (0) regrets
🥶
buona domenica amicx,
M
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