[ 04 - You think I'm pretty? ]
Lydia non è venuta a scuola il giorno seguente, e nemmeno quello dopo, o quello dopo ancora. Non volevo sembrare strana o inquietante, ma ho iniziato a preoccuparmi seriamente che le fosse successo qualcosa di brutto.
"Rue?" Lydia sollevò la finestra, aprendola mentre continuava a sbattere le palpebre, stupita. "Che ci fai davanti alla mia finestra?"
"Hey." Ansimò la riccia, stanca dopo aver percorso l'intera rampa di scale antincendio del palazzo. "Come sta andando?"
Lydia alzò le spalle. "Direi che... sta andando?"
"Non hai avuto una buona giornata?" Chiese Rue con il respiro ancora affannoso, lanciando uno sguardo all'interno della camera di Lydia. "Ce l'hai dell'acqua?"
"Diciamo che non sto avendo una buona settimana in generale." La corresse la liscia, passando alla riccia una bottiglietta d'acqua mezza vuota mentre scavalcava il davanzale ed entrava nella sua stanza. "E tu?"
"Ti va di essere la mia socia in affari?" Disse Rue tutto d'un fiato fra una sorsata d'acqua e l'altra. "Ho qui la mia bici."
"Socia in affari?" Lydia fece un sorrisetto innocente e incrociò le gambe. "Cosa intendi?"
"È per una cosa abbastanza illegale." La Bennet scosse la testa, premendosi le labbra una contro l'altra. "Quindi, ti va?"
La verità era che, Lydia sapeva benissimo di essere in una posizione terribile per poter pensare di compiere qualcosa anche solo di lontanamente illegale, ma dopo aver passato gli ultimi tre giorni chiusa in camera perché l'intero mondo sembrava volerla torturare, quando sono andata da lei si è sentita per la prima volta da giorni senza il bisogno di rinchiudersi nella sua armatura. So che non dovrei dirlo ad alta voce perché ora la situazione è davvero andata a puttane, ma mi ha reso leggermente felice sapere di essere l'unica persona capace di tirarla fuori dalla sua camera.
"Quindi, come mai non sei venuta a scuola?" Chiese Rue a Lydia che si sedette sul retro della sua bici, dandole la possibilità di partire.
"La mia terapista mi ha messo troppa pressione." Ammise lei, stringendo le mani attorno alla vita della riccia mentre imboccavano una curva. "Voglio ricominciare a studiare da casa."
"E le tue lezioni private da Elliot?" Rue tentò di ricordare quali materie le servisse recuperare, ma i suoi ricordi erano tutti fottutamente sfocati.
"I miei voti sono sufficienti, e il problema non sono i compiti." Ammise Lydia mentre la riccia fermava la bici. "È solo, sai, tutto quello che è successo."
Rue la lasciò scendere per prima, le lanciò uno sguardo ed esitò. "Ne vuoi... parlare?"
La liscia scosse la testa, voltandosi verso la casa di fronte a loro. "È questa la nostra destinazione illegale?"
"Già." La riccia scese dalla bici, aggiustandosi il colletto della giacca da uomo che stava indossando, mentre Lydia si spostava i capelli dietro le orecchie mettendo in mostra i costosi orecchini che suo padre le aveva regalato, nel disperato tentativo di sembrare il più professionale possibile.
"Quindi, quale sarebbe la storia da usare come copertura?" Chiese la liscia mentre camminava di fianco all'amica. "Io sono un'alcolizzata in via di guarnigione e tu la mia sponsor? Oh, o potrei dire che sono incinta e ho bisogno di soldi. Cioè, se mi sollevo la maglietta sembra davvero che nella mia pancia possa esserci un bebè. Oh! Potrei dirle che-"
"Non preoccuparti, ho già pianificato tutto qui dentro." Rue si diede un colpetto sulla testa. "E tu sei... semplicemente... carina."
Lydia si voltò a guardarla. "Credi che io sia carina?"
"Beh- Non ho detto questo." Spiegò la riccia, e l'amica sollevò un sopracciglio. "Non nel senso che non credo- Io penso davvero che tu sia carina, intendevo solo-"
"Io sono quella bella, tu sei quella intelligente." Disse Lydia facendo un sorrisetto, ammiccando. "Ricevuto."
Poco dopo entrarono e Rue fece strada a Lydia in direzione della cucina, dove si fermarono davanti a una donna che sembrava abbastanza giovane. Rue lanciò un'occhiata a Lydia che in risposta le rivolse uno sguardo non del tutto insospettabile. La donna invece si versò del caffè in una tazzina, senza notarlo. "Ne volete un po' anche voi, ragazze?"
"Oh, io sono a posto, grazie." La riccia scosse la testa.
"Tu?" La donna, che si chiamava Laurie, fece un cenno verso Lydia.
"Si, certo." Disse lei esitante, accettando la tazza di caffè con un sorriso. "Woah! Questo caffè ha il miglior profumo che io abbia mai sentito in tutti i miei anni di annusamenti. Serve vero talento per questo, signora. Sono davvero grata di essere seduta nella sua cucina e- e di sentire il profumo di questo... questo caffè."
Si è dimenticata di dirmi che non è molto brava in questo tipo di cose.
Rue le fece un sorrisetto a labbra chiuse, e Lydia le rispose con uno carico di scuse. Un uomo completamente nudo attraversò il corridoio ed entrò nel bel mezzo della cucina, facendo spalancare la bocca alla liscia. L'amica invece si schiarì la gola. "Uh, da quando ti ho incontrata a capodanno, stavo- stavo pensando, uh-"
Sia Lydia che Rue indirizzarono uno sguardo stranito all'uomo che restava in piedi in mezzo alla cucina, completamente nudo, senza sembrare minimamente in imbarazzo.
"Um, quindi, noi andiamo al liceo, okay?" Ridacchiò Rue alzandosi, tirando Lydia su con lei. "La mia media scolastica è di 9.95, quella di Lydia è 10, e ti dirò, sai, che anche le nostre amiche Jamie, Lainey, e Amy hanno una media superiore al 9.75. E fidati, Laurie, queste sono ragazze che non hanno per nulla l'aria da spacciatrici."
"Sono donne molto carine e rispettate." Mormorò Lydia, facendo un cenno verso il suo petto. "Con tette molto grandi."
"Hum." Laurie si sedette, prestando finalmente attenzione.
"Senti, io sono una sognatrice. E- E Steve Jobs è il mio eroe-" cominciò Rue.
"Il mio è... Obama." Lydia si schiarì la voce con un colpetto di tosse. "O- O chiunque- qualunque presidente tu abbia votato... scusa ma ho appena realizzato che lui non è andato alle elezioni questa volta, okay, ehm. Senti, abbiamo bisogno di una donna che faccia la presidentessa e che- che, ecco, ovviamente tu sai cosa vuol dire essere una donna che ha una sua impresa personale ma fa un lavoro classificato come 'da uomo'. Come lo so io, dato che stringo patti e, sai, vendo anch'io. Quindi, dico davvero, darci quest'opportunità sarebbe una delle cose più femministe che si possano fare in questa società."
Rue si schiarì la gola lanciando un'occhiataccia all'amica, che smise di parlare facendole un sorriso carico di scuse.
Laurie annuì. "Beh, io ho davvero votato Obama quando si è candidato."
Lydia fece un sorrisetto. "Magnifico!"
"Stavo pensando, ecco, se ci potesse essere un sistema completo da vendere."La riccia fece schioccare la lingua contro il palato. "Sai, senza che nessun altro possa ficcanasare."
Laurie annuì mentre iniziava a scrivere qualcosa sul suo computer, l'eco delle dita contro i tasti che rimbombava nella stanza diventata all'improvviso silenziosa. Rue fece un cenno a sua volta. "Quindi, nel caso in cui, e sto parlando in termini ipotetici, noi riuscissimo a pagare Jamie, Amy e Lainey cinquecento dollari al mese per spacciare la droga che gli vendiamo a scuola. Ecco, in questo caso, potrebbero utilizzare un mio account iCloud da cui collegarsi con il loro telefono e comunicare con i clienti."
"E perché voi due dovreste volere questo?" Chiese Laurie mentre chiudeva un attimo gli occhi, senza alzarsi dalla sedia.
"Lei è una sognatrice." Borbottò Lydia. "Steve Jobs è il suo eroe."
"Oh, questa è proprio un'ottima domanda, Laurie." Replicò la riccia mentre fulminava di nuovo l'amica con un'occhiataccia, senza renderla però troppo evidente. "Beh, ecco, nonostante Jamie, Amy e Lainey abbiano una media eccellente, ci sono cose che scaricano sul cellulare e di cui sicuramente non vorrebbero che tutto il mondo, o almeno una parte, ne venisse a conoscenza."
"Video porno." Sussurrò Lydia nella sua direzione.
"Quindi, se questi video fossero appunto pubblicati, metterebbero sicuramente a repentaglio la loro possibilità di entrare a Yale, alla Columbia o ad Harvest, che sono anche fra le mie prime scelte come college. Inoltre, se venissero addirittura arrestati, spenderebbero fra i sei e i dodici mesi in carcere." Concluse Rue, con il tono di una detective ha appena risolto un caso e lo sta spiegando ad un pubblico ignorante.
"Questo non ci da nessuna garanzia lo stesso." Puntualizzò Laurie, scuotendo la testa.
"Non se pensiamo di star trattando con dei ragazzi che hanno tutti meno di diciotto anni." La riccia fece un sorrisetto. "E a quell'età, cioè alla nostra, basta un attimo o un movimento sbagliato per avere la propria vita interamente rovinata e per rendere il motivo di questa rovina accessibile a tutto il mondo tramite internet. Perciò, il loro istinto a fare le spie si ridurrà praticamente a zero."
"Nessuna spia." Le fece eco Lydia, seduta al suo fianco.
"Questo piano è perfetto." Ammise Laurie continuando a tenere le palpebre chiuse. "Sei un genio."
Rue sorrise di nuovo. "Grazie. E non dimenticarti di Lydia, la vera bellezza nel progetto."
"Sei un genio anche tu, ragazzina." Gli occhi di Laurie incrociarono quelli della liscia per un secondo. "Vi affiderò una valigietta con dentro cinquantamila dollari."
A quel punto si girò, e si diresse verso una piccola cassaforte in cui conteneva i soldi, lasciando a Rue e Lydia il tempo di fare silenziosi urletti di vittoria l'una rivolta all'altra. Poi, però, Rue si ricompose e velocemente scosse la testa. "Forse dovremmo iniziare con una cifra un po' più piccola."
La venditrice continuò a smanettare con la cassaforte chiusa a chiave, senza voltarsi. "Diecimila?"
"Affare fatto." Accettò la riccia.
"Li prendiamo." Annuì la liscia.
"Se mi deste mille dollari ciascuna, però, potremmo fare ventimila e in questo modo voi due fareste settemila dollari di profitto." Laurie finì di smanettare con le chiavi e finalmente tornò indietro con una valigietta in mano. "Tre andrebbero a me, gli altri quattro a voi, da dividervi."
"Oh, ma certo." Mormorò Rue, mentre faceva passare imbarazzata una mano attorno alle spalle dell'amica e la stringeva a sé. "Per noi non è un problema condividere."
"E siamo il miglior duo di spacciatrici di droga che potrai mai incontrare." Lydia fece l'occhiolino alla venditrice, trattenendo una risata. "Dillo pure ai tuoi amici."
"Non te ne pentirai." Sorrise la riccia mentre afferrava la valigietta.
"Voglio i soldi entro un mese." Impose Laurie.
"Già faccio il conto alla rovescia." Disse la liscia mostrandole il pollice rivolto verso l'alto.
"Rue, Lydia." Laurie constrinse le due ragazze a rimandare il loro ballo della vittoria a più tardi, facendole girare verso di lei. "Se mi state prendendo in giro e manderete tutto a puttane, farò in modo che veniate rapite e vendute entrambe a persone seriamente malate. Io trovo sempre un modo per ottenere il denaro che mi spetta o che mi è stato rubato. Questo non è un gioco."
Lydia sgranò gli occhi, facendo immediatamente volare il suo sguardo a Rue, che stava trattenendo il respiro a sua volta. "Okay."
Poi si incamminarono verso l'uscita e, quando varcarono finalmente la porta dell'ingresso, raggiunsero il giardino e la liscia fece uscire rumorosamente il fiato che aveva trattenuto per tutto il tempo assieme all'amica. "Non ci credo che l'abbiamo appena fatto. Non ci posso credere che noi due abbiamo davvero fatto quella roba."
"Siamo ufficialmente-" Rue si girò per fronteggiare completamente Lydia e la circondò con le sue braccia, sollevandola da terra e facendole fare un giro su se stessa. "-in affari!"
"Siamo donne d'affari!" Esultò Lydia a sua volta, afferrando la mano dell'amica e costringendola a fare una giravolta.
"Dove ti lascio ora?" Chiese la riccia una volta salita sulla bici, dopo aver lasciato la valigietta nelle mani della liscia.
"Sarei dovuta stare da mio padre ma ha preso un volo all'ultimo minuto per andare a trovare i miei nonni che vivono in India." Rispose Lydia mentre l'amica si voltava verso di lei. "Quindi, lasciami al mio solito appartamento."
"Come mai non esci mai da sola?" Suggerì Rue dopo averle fatto un cenno d'assenso, iniziando a pedalare per far partire la bici.
"Mmm." Lydia alzò alle spalle tenendosi all'amica con una mano, l'altra impegnata a non far cadere la valigetta con i soldi dentro. "In realtà, è dall'incidente che non mi piace più stare da sola."
Rue le lanciò uno sguardo, esitante. "Ti va che io stia un po' nell'appartamento con te?"
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