June, 18th - night

    ― E quindi... ― Michael sbuffa una boccata di fumo, accidentalmente, verso Tenya, che si mette a tossire silenzioso. ― Il nostro bambino prende... si alza dalla batteria... e inciampa sullo stesso filo di merda in cui ero inciampato io! Sento 'sto tonfo, e... ― scoppia a ridere ancor prima di finire, e per istinto i ragazzi attorno a lui ridon o di cuore. ― Appena mi volto, lo trovo caduto lungo disteso. E lo scambio quasi per un tappeto!

    ― Non ci credo! ― esclama Mina, con un'acuta risata. Eijiro sobbalza leggermente a quella risata, ma cerca comunque di fare come se nulla fosse. ― Sei un pessimo amico, davvero. Stai ridendo di una cosa banale come una caduta.

    — Vorrei ricordarti che anche tu stai ridendo. — ridacchia Toru, più pacata.

    — Certo, ma anche Michael è inciampato. È ipocrita. — scrolla le spalle lei. Eijiro sbuffa leggermente.

    ― Smettiamola di raccontarlo come se fosse epico. Mi fai fare sempre brutte figure. ― sbuffa Akira, il povero sfortunato inciampato sul cavo della chitarra di Michael. Ma ormai stanno tutti ridendo alla scena.

    — Daaii, Seoung ha apprezzato. — Michael gli fa l'occhiolino. E Mina cerca subito di immischiarsi nella conversazione per capire chi fosse suddetto Seoung.

Dopo la piccola gaffe riguardo il genere promiscuo di Izuku, Katsuki e, successivamente, Amos si erano messi a ridere pacatamente e avevano espresso scuse e chiarimenti riguardo chi fosse Izuku.

E si erano ritrovati lì, quindici minuti dopo, al loro tavolo al primo piano, a raccontarsi qualcosa e a fare conoscenza.

L'atmosfera era tanto dolce da essere pesante, un poco frizzante. Come quando spruzzi troppo il tuo profumo preferito e ne resti stordito, e capisci che quelle note delicate nel suo odore stanno diventando... poco realiste, in quella nuvola che fluttua leggera nell'aria. Eppure continui ad amare quel profumo, seppur ora sembri eccessivo.

Izuku osserva di nascosto Amos, seduto davanti a lui al posto di Ochaco.

È bellissimo e, proprio come immaginava, immensamente gentile. Il suo sguardo, puntato verso il suo migliore amico, lo ammalia come nient'altro riesce a fare al momento.

Quando lui e Katsuki avevano corretto con il termine adatto il loro rapporto e spiegato fosse un ragazzo, Amos era arrossito adorabilmente e aveva nascosto il viso tra le mani, ridendo a bassa voce. La scena era così tenera, che se ci ripensa arrossisce a sua volta.

Aveva anche detto qualcosa tipo "Oh, e io che ti avevo fatto anche l'occhiolino per far ingelosire Catí...", scatenando l'adorabile risatina cristallina di Izuku.

Katsuki li guardava con un sopracciglio inarcato, e non rideva, ma Izuku per una volta non se ne preoccupò.

Izuku lancia uno sguardo a Katsuki, che al momento parlotta all'orecchio di Eijiro con fare concentrato. Non se ne preoccupa nemmeno ora.

Ancora una volta era troppo preso dal nuovo (vecchio) amico.

Amos ha qualcosa che lo attira a sé come una farfalla viene attirata da un fiore dai colori caldi e il suo profumo dolce ma, allo stesso tempo, non melenso. Se Izuku dovesse cercare di capire cosa, in quell'atmosfera, rende tutto pesante, toglierebbe subito Amos dai sospettati.
Amos è proprio così. Un fiore colorato, ma non esagerato. Un fiore forte e delicato. Sa farsi notare, ma non è... volgare a livelli estremi. È un po' anticonformista, sì, e senza dubbio particolare, ma la sua presenza serena, profumata e non troppo drammatica rende il suo prato di amici ancor più pieno e piacevole.

    — Hey?

Izuku batte le palpebre un paio di volte le palpebre, accorgendosi che Amos lo sta guardando con un tenero sorriso, dedicandogli tutta la sua attenzione (sbaglia o le sue morbide guanciotte sembrano ora tinte di una sfumatura più scura?).
Dopo aver giocato per un po' a farsi foto stupide dal basso insieme (riempiendosi a vicenda il telefono con selfies buffi), si erano distratti ad ascoltare le conversazioni altrui, lasciando i loro telefoni tra loro sul tavolo.

Deve aver notato il suo sguardo perso su di lui... i suoi occhi brillano compiaciuti, gridano gioia, sembrano una festa appena iniziata, di quelle piccole e semplici in cui ci sono i tuoi amici e una chitarra, e tu non hai bisogno di nient'altro che loro.
Cazzo... deve aver bevuto troppo. Si sente così pateticamente romantico. Non sa sinceramente se sentirsi in colpa per la cosa o meno.
    — Volevo farti una domanda... ma non so se la cosa può darti fastidio. — mormora con il suo adorabile accento un po' spagnolo.

Si ricorda improvvisamente, in quell'esatto frangente di tempo, delle origini ispaniche di Amos.
Nato da padre colombiano e madre irlandese (la quale è stata adottata dai nonni di Katsuki, facendola quindi diventare sorella di Masaru), ha vissuto in Colombia per i primi anni dell'asilo, andando a trovare poi i Bakugou per le feste (in varie di queste occasioni si erano incontrati e avevano giocato insieme).
Immagina che sia questo il motivo per cui il suo accento spagnolo spicca in continuazione nei suoi discorsi.
Ci manca poco e quasi gli dichiara ad alta voce amore eterno. Non crede di aver mai provato un sentimento di tale intensità.

    — Ti... be', Catí mi permette di chiamarlo ancora così, e... mi chiedevo se potevo ancora chiamarti 'Zuki'... come quando eravamo piccoli. — domanda, un po' timoroso, Amos.

A quelle parole Izuku si risveglia dai suoi pensieri, e la voce dolce del ragazzo lo incanta completamente.
È così soave... il suo tono profondo, delicato...

Annuisce, pur di renderlo felice.
Non che non avrebbe consentito in caso contrario.
Ama quella strana cadenza spagnola nel nomignolo.
Ama la dolcezza di quel nomignolo.
Ama quel nomignolo.
Ama Amos.

    — Non potrei rifiutare nemmeno volendo. — ammette, ridendo piano per non dare ulteriore peso alle sue pericolose riflessioni.
Vorrebbe allungare la mano per accarezzarlo dolcemente.
È il suo momentaneo desiderio segreto.

Amos si illumina d'immenso.
    — Davvero? Ti piace così tanto, Zuki?

E Izuku sente il sorriso crescere a dismisura. Il suo accento è irresistibile.
Se continua a parlare, o Izuku gli dice che è follemente innamorato di lui, o gli si siede in grembo baciandolo sul collo e cercando di rimorchiarlo bisbigliandogli qualche bella pick-up line all'orecchio.
Tanto è sicuro che comunque, in qualunque dei due modi, riuscirebbe ad averlo tutto per sé.

    — Io amo quel nomignolo. Amo quando parli spagnolo. Anche se ti ho sentito per poco... io amo tantissimo lo spagnolo e lo parlo un pochino da uno o due annetti. e tu sei davvero se-

Izuku sente qualcuno arrivargli addosso e, improvvisamente, si ritrova a tenere in grembo il busto di Katsuki... e Katsuki stesso.

Izuku arrossisce furiosamente.

Katsuki ha un'espressione... non ben definita. Ha gli zigomi e le punte delle orecchie leggermente arrossate, le lunghe ciglia bionde brillano della luce soffusa, le sue iridi sanguinolente piene di una strana luce verde che lo osservano da una stretta fessura. Si intravede anche, dalla camicia di seta nera leggermente sbottonata, un piccolo spiraglio del suo petto muscoloso dalla pelle diafana.

    — Scusa. — dice solo. — Capelli di Merda e i suoi giochi stupidi.

Izuku si ritrova con le proprie mani su di lui per risollevarlo lentamente, e la sensazione di sentirlo vivo e accaldato sotto i propri polpastrelli scatena una sensazione indicibile in lui, un misto di piacevole calore nel petto e di farfalle sfrenate nel suo stomaco, il tutto zuccherato dalla propria confusione sull'accaduto e sulle emozioni contrastanti che prova nei riguardi di Katsuki.

Ha da sempre amato Katsuki, senza venir ricambiato. Poi, in quegl'ultimi giorni, lui... aveva iniziato a comportarsi in modo più affezionato, più possessivo, sicuro di sé nei suoi confronti. Come se fosse conscio di averlo in pugno e... lo stesse lasciando fare.

Ma ora aveva Amos... Amos che lo guardava, che lo richiamava, che gli faceva l'occhiolino, che lo notava nella folla, che lo faceva impazzire in uno stupidissimo bagno mentre la sua cotta di una vita era lì, a tenergli una mano in un attacco di panico-

    — Stai bene, Kacchan...? — mormora, quando il suo capo è ad altezza del proprio. Si sente preda dei sensi di colpa, protagonista di quello stupido triangolo amoroso che non voleva ma di cui, forse, aveva bisogno.

Katsuki finisce di rialzarsi e si risiede bene, prendendo il proprio mojito e sventolandosi una mano davanti al viso.

Poi, annuisce. — Sì. — dice solo, con voce bassa e calda, lanciandogli un'occhiata di lato.

Izuku nota alle sue spalle dei leggeri movimenti e il suo sguardo si sposta rapido.

Intercetta il sorrisone di Kirishima. Le sue mani che disegnano un cuoricino nell'aria. Un occhiolino. Mina, invece, li guarda come se sentisse puzza di gossip da lontano un miglio. Gli altri ragazzi continuavano a chiacchierare dall'altro lato del tavolo. Izuku li aveva già dimenticati da un pezzo.
Che fosse una tattica per riavvicinarli? Se anche Mina sta dedicando loro la sua attenzione, vuol dire che...

Izuku annuisce, e istintivamente allunga una mano per accarezzare la sua guancia, dimenticandosi di tutto il resto.
Lo sente trasalire lievemente al suo tocco leggero, quando la punta dell'indice scende sfiorandolo dallo zigomo fino alla linea della mandibola. Katsuki resta rigido così. Il suo sguardo non si muove, il suo nasino delicato e perfetto non si arriccia, né la sua bocca mostra una smorfia.

Sposta con morbidezza la mano dal suo viso, accennando ad un piccolo sorriso.

Non ha più idea di cosa sta facendo. Si sente diviso in due.
    — Ne sono lieto. — mormora soavemente, rivolgendosi poi solo ad Amos.

Percepisce Katsuki agitarsi di fianco a lui.

Non sa bene cosa sia, se i suoi occhi vivaci o il suo amabile sorriso, o le sue bellissime mani grandi e adornate da qualche anello, ma qualcosa lo attira e... fa sciogliere il suo cuore. In modo diverso da come lo fa Katsuki, ma ci riesce comunque.

Ed è... meraviglioso.

Il suo inconscio decide allora di dare le sue attenzioni a chi stimolerà meglio i suoi neuroni fumati. Contento lui, contenti tutti.

Sente tutti ridere al tavolo e si volta, curioso.

    — Iida, dai! E sbattitene un po' di quello che fanno gli altri! Pensa a te! — lo riprende Eijiro. Mina lo ferma prontamente. Izuku può chiaramente immaginare la voce di Mina farsi odiosa e insidiosa nel bisbigliare un semplice "No, fermo. Ho bisogno del mio ".

Tenya sta sventolando una mano davanti al proprio volto e tossisce, con Ochaco che lo accarezza e trattiene a stento le risate. Michael, seduto accanto a lui, fa il suo ultimo tiro dalla sua personale canna e sogghigna, con l'espressione più beata del mondo.

    — Mike... — lo riprende Amos, accennando una risata melodiosa come le sue canzoni. — Dai, non disturbarlo. Poverino. Non ti ha fatto niente.

    — Gli ho solo detto che fumare marijuana è pericoloso per la sua salute, e lo è anche per la salute altrui, e gli ho gentilmente chiesto di smettere per amor di chi gli sta attorno! — si difende rapido Tenya, tra un colpo di tosse e l'altro.

Hisoka, seduta in braccio a Michael, allunga la mano verso il ragazzo, facendogli cenno di rilassarsi. — Lascialo stare. Non fuma da un mese. Prima del concerto gli è venuta una crisi di astinenza, quindi gliene lasceremo fumare una e nessuno deve disturbarlo. Non per altro, temo scazzi più tardi quando siamo soli. Diventerebbe un po' ingestibile per me da sola.
Riprende con serenità ad accarezzare Michael, trattandolo con tutto l'amore e l'apprezzamento che ha, facendolo mugolare di beatitudine.

Sono una coppia davvero tenera. Ha visto la chimica tra loro sul palco, i loro sguardi complici, le carezze gentili e gli scherzetti che si fanno di continuo. Sembrano essersi trovati, tra otto miliardi di persone

Izuku lancia uno sguardo ad Amos e poi a Katsuki, mordendosi il labbro.
In un momento diverso da quello, in un giorno diverso da quello... magari avrebbe pensato qualcosa tipo: "Amerei fare una cosa del genere con Kacchan... preoccuparmi dei suoi problemi, salvarlo dalle dipendenze, dai dolori, e coccolarlo fino a vederlo diventare quasi un cucciolo amato, adorato e coccolato, tutto scodinzolante per le mie piacevoli coccole".

Eppure, in quel momento, una cosa semplice come il desiderare di avere un rapporto simile con Katsuki... gli veniva difficile.

In così poco tempo gli si era insediato dentro un dubbio amletico.

"Ma Amos...
Per me...
Cos'è?"

Tenya sospira.
    — Anche tu soffri di dipendenza?

Michael annuisce lentamente.

    — Lo stiamo lentamente recuperando da quel buco. — mormora Hisoka per lui, avvolgendolo con fare serpentino, protettivo.

Izuku fa una strana smorfia, un misto di compassione e profonda tristezza.
Michael sembra un bravissimo ragazzo. Non capisce perché la vita dovrebbe averlo messo in una situazione così brutta come una dipendenza.

    — Se voi poteste scambiare qualche chiacchiera con me... ve ne sarei grato. Ho due amici che soffrono di dipendenza, e vorrei aiutarli a superare il loro problema.

Izuku si corruccia, guardandolo. Le parole rotolano sulla sua lingua prima che possa frenarle, e in un attimo parla: — Andiamo... capisco Hanta, ma non credo davvero Denki abbia un problema di dipendenza.

I suoi amici, tutti, Katsuki compreso, si voltano verso di lui, mostrando la loro stessa smorfia precedente.
Compassione mista a profonda tristezza.
Tranne Katsuki.
Katsuki lo fissa con risentimento fumante nello sguardo.

Amos, Hisoka e Akira osservano la scena in silenzio. Michael, più semplicemente, sembra sul punto di addormentarsi.

    — In verità... — Tenya si raddrizza gli occhiali sul ponte del naso, a disagio. — Non voglio metterti a disagio, ma parlavo di te. Tu hai una forte dipendenza. E ciò è innegabile agli occhi di tutti.

Izuku sente il tempo arrestarsi.

Lui...
Come?
Perché dovrebbe avere una dipendenza?
Fuma piuttosto di rado. Poche volte al mese. Niente di male. Giusto in quei giorni si è lasciato andare un poco, ma niente di brutto, o di troppo tossico.
Lui sta bene. Sta benissimo. Lui non ha nessun problema, con niente e nessuno.

    — Io non fumo così tanto da essere definito dipendente, Iida! — ride a cuor leggero, soffocando il suo singhiozzo. — Esageri, solo perché non approvi l'utilizzo di cannabis per rilassarsi.

    — Non parlavamo di quello.
Izuku si volta verso Katsuki, che lo fissa con espressione dura e irremovibile.
    — Tu sei un alcolista.

Izuku stringe le labbra istintivamente, come se dovesse trattenere della bile invisibile salita velocemente per la gola a quelle parole.
Questo...
    — Non è vero.
Non è assolutamente vero.
Lui non beve così tanto da meritarsi un trattamento del genere. Non merita di venir trattato come un tossico. Un pazzo.
    — Le... le dipendenze... sono da droga, e... non lo so...
Ochaco sa. Lei sa che beve tanto, il weekend, perché si sente tra amici, al sicuro, e può dimenticarsi meglio di Katsuki.

    — Tutto può diventare dipendenza, se lo fai appositamente per farti del male. — ricorda saggiamente Michael, e Hisoka lo accarezza, per farlo stare buono.

    — Ma io non soffro di dipendenza da alcol! — s'intestardisce Izuku.

    — Non dirlo a me, dillo ai tuoi, tipo, diciassette shots e i tre ginlemon molto gin e poco lemon. — lo rimprovera Katsuki, a mo' di frecciatina.

Izuku lo guarda confuso. — Ma li hai contati...? — biascica.

    — Guarda, è che ti ho perso di vista per un po', eh... altrimenti sono sicuro me li ricorderei tutti.

Mina a quelle parole si copre la bocca con le mani e salta in braccio ad Eijiro per ascoltare meglio i due.

Izuku lo fulmina con lo sguardo. — Dai, non è vero. Ho un perfetto autocontrollo. Smetto quando voglio. Io non bevo così tanto, al di fuori del weekend.

    — Io sono sicuro Zuki non sia alcolizzato. — si mette in mezzo Amos, con un piccolo sorriso fiero. — Lui è molto bravo, forte e dolce. Non è il tipo che affronta i problemi bevendo!

Izuku si volta verso di lui lentamente, con un piccolo sorriso grato.

E Amos, improvvisamente, si rivolge a sua volta verso di lui, sorprendendolo.
    — Mostriamogli quanto sei figo e andiamo a ballare insieme!

Gli porge la mano, sorridendogli con fare galante.

Izuku si sente avvampare e lo guarda con le labbra schiuse in un'espressione sorpresa, mentre tutti al tavolo si lasciano sfuggire un sospiro stupito o scioccato.
Ballare insieme?

In quel momento stavano dando una qualche sorta di canzone piuttosto pacata, dal ritmo lento. Una canzone dal calore tiepido di un abbraccio.

Be'... di sicuro sarebbe stata una bella esperienza. E sicuramente sarebbe stato bello. Romantico.
Intrecciare le mani dietro il suo collo, sentire le sue braccia avvolgerlo in vita e avvicinarlo a sé, sospirando al loro orecchio parole gentili e aneddoti buffi e simpatici, legando le loro anime...

Izuku afferra la sua mano prima che la sua mente possa elaborare il gesto, e annuisce. Ancora una volta, tutti quanti attorno a quel tavolo sobbalzano scioccati. Katsuki incluso, sì.
    — Mi piacerebbe, Amos. Grazie.

Amos mostra un sorrisone e lascia la sua mano, alzandosi di tutta fretta, un po' sbadato.

    — Ragazzi! Fatemi passare! È urgente, abbiamo qui un piccolo appuntamento galante improvvisato, devo assolutamente andare!

    — WO! Izuku rimorchia! — esclama Hanta ridendo, abbastanza fatto. Katsuki fa per allungarsi e schiaffeggiarlo, ma Eijiro lo tiene prontamente fermo.

Izuku arrossisce furiosamente, preso completamente di sorpresa, mentre i presenti al tavolo si fanno scappare qualche risatina sbalordita.
    — A-appuntamento?

E dopo alcuni piccoli bisbigli d'incitamento da parte degli amici, Amos si volta a guardarlo, davanti al tavolo, in attesa solo che Izuku lo raggiunga.
    — Mi piacerebbe uscire con te, qualche volta. Vediamo cosa succederebbe se ci frequentassimo! — e mostra il suo sorriso-raggio-di-sole.

Izuku sente un colpo al cuore.
Il mondo smette di esistere per un attimo.
E poi...
Si alza in piedi, superando con un po' di difficoltà Katsuki, Eijiro, Mina, Denki... finché non arriva davanti ad Amos, prendendogli con timidezza la mano.

    — Se vuoi... accetterò tutto ciò che mi proponi.

Amos fa di nuovo un sorrisone enorme, il più bello e felice del mondo, prima di correre verso il piano terra, tirandosi Izuku appresso riempiendo la scalinata di risatine e immensa dolcezza.

Akira, per la prima volta, parla senza essere interpellato. — Sembrano davvero felici.

    — Dai, avrai la tua occasione anche tu. — lo rincuora Michael, felicemente sballato.

    — Non mi piace questa storia. — dice Katsuki, finendo il suo mojito.

Denki ride sereno. — Ma come! Sono dolcissimi! Niente potrebbe andare storto tra loro.

Katsuki ringhia, mandando giù l'ultimo sorso di alcol. — Ho detto che non mi piace e non mi piace. Stai zitto.

    — Lo dici solo perché sei geloso! — ride ancora il biondo, mentre Hanta ride a bassa voce. — Amos è un ragazzo meraviglioso e ti dà fastidio che Midoriya non ti dà corda manco a pagarlo. Hai trovato la tua scarpa!
Si volta, prendendo uno shottino dal centro del tavolo.
    — Amos è come te. Molto alto, bello, con un bel sorriso e un certo fascino, una voce ammaliante... ma ha una marcia in più! Ha un carattere più approcciabile, ed è gentilissimo. È meglio di te!

Akira e Eijiro, di riflesso, stringono le labbra in una smorfia.

Katsuki ha un tic all'occhio.
Preso dalla rabbia si alza, lo sorpassa tenendo il suo drink vuoto in mano, allarga l'orlo della sua maglietta e getta i cubetti di ghiaccio avanzati al suo interno.

Denki urla istintivamente, e quando fa per insultarlo viene istantaneamente zittito dalla sua occhiata raggelante.

    — Non osare dire mai più dire che lui è migliore di me. — dice con voce bassa ed aggressiva.

Nessuno al tavolo parla. Tutti tacciono.
Hisoka, Akira e ora anche Michael osservano Katsuki con fare indagatore, nel tentativo di reperire qualche informazione in più dai suoi atteggiamenti.
Eijiro e Ochaco si guardano preoccupati. Sanno di essere gli unici che potrebbero riuscire a gestirlo in caso esplodesse di rabbia.
Mina, invece, sogghigna e prende il proprio telefono e inizia a digitare. Toru, approfittando della sua invisibilità, lancia uno sguardo al telefono dell'amica.

Restano così in silenzio per qualcosa tipo cinque secondi prima che Katsuki, senza levare lo sguardo da quello di Denki, mormora con una strana voce un "Vado in bagno" completamente casuale, per poi allontanarsi lentamente.

Ochaco ed Eijiro si guardano nuovamente. Nessuno ancora fiata.

    — Vado io. — decreta allora il rosso, alzandosi e lasciando andare la sua ragazza. — Sai che non puoi entrare nel bagno dei maschi.

    — E tu sai lo farei comunque.

    — Appunto, questo è il problema.

    — Anch'io vado. — mormora Akira, alzandosi in piedi.

Tutti al tavolo lo fissano, chi meravigliato, si spaesato.

    — Davvero? C-cioè... grazie, ma non serve che vieni anche tu... — cerca di tranquillizzarlo Eijiro.

Akira corruga le sopracciglia e gli lancia uno sguardo. — Buon per te. Ma io vado perché mi incontro col mio amico Seoung. Ciaoo!

Si alza e va via.

Silenzio per un po'.

    — E IL BELLO ERA CHE NON STAVANO CUCCANDO!


Izuku ha leggermente il fiato corto.

Ha un po' di... ansia.
Strano. Izuku Midoriya non soffre mai di ansia.

Si colga il sarcasmo del narratore.

Ondeggia lentamente osservando gli occhi verdi di Amos, approfittando della distanza ravvicinata dai propri.

Sono molto... verdi.
E brillanti.
Se dovesse definire quel colore si ritroverebbe in grande difficoltà a causa di tutte le sfumature contenute in quella sola iride.
C'è del verde pino.
Del verde acceso, come quello dei pappagalli.
O ancora, verde menta.
Verde pallido.
Talvolta gli sembra di percepire, nei suoi occhi, un lieve color nocciola.

È interessante indagare le sfumature cromatiche dei suoi occhi.
Sbaglia o un occhio è di poco più verde dell'altro?

    — Hey, Zuki. — bisbiglia Amos, osservandolo con cura. Il suo sguardo è così attento e delicato che si sente trattato con i guanti in ogni momento. — Senti, ti sto per caso mettendo a disagio in qualche modo? Sento...
Poggia una mano sul suo petto, facendo arrossire fievolmente Izuku, il quale non riesce a non perdersi in ogni sfaccettatura di lui.
    — Io sento... il tuo cuore che corre veloce.

Izuku mostra un'espressione avvilita, e abbassa lo sguardo.
    — Lo siento. Ti voglio bene, tanto bene, ma... è che mi sento così in ansia, e agitato, oggi... soprattutto quando...

Amos prende delicatamente il suo mento tra pollice e indice e lo alza, sorridendogli. Si sente improvvisamente più calmo. La colpa è del suo tocco caldo o del suo sorriso ammaliante?
    — Mi amor. Non scusarti. Non è colpa tua se ti senti in un certo modo.

Accarezza dolcemente la sua guancia, e Izuku si strofina con dolcezza sulla sua mano aperta.
    — Ma... Amos, — alza lo sguardo, fissandolo con i propri occhioni verdi pieni di dolcezza. E il suo cuore riprende a correre veloce come Spirit. — Tu sei tanto dolce e carino. E io... non voglio rovinare l'appuntamento mostrandomi imbarazzante. Mi piaci molto...

Amos scuote la testa e Izuku si morde il labbro, sentendosi per un attimo in soggezione.
    — Zuki. Fidati di me. — mormora lui, riattirando la sua attenzione. — Tu es muy lindo. Incantevole. Mi perdo nei tuoi occhi quando ti guardo. Non stai rovinando niente.

Izuku arrossisce fievolmente. — Tu dici...?

Amos annuisce vivacemente, con un gran sorrisone che fa ridere Izuku per la tenerezza. — Certo! Sei adorabile, carino, simpatico... hai solo bisogno di scioglierti un po'! Raccontami, dai. Com'è Catí? Mi ha detto che siete in classe insieme!

Izuku gli sorride grato. — Già. Ho avuto un Quirk, fortunatamente, quando avevo circa quindici anni... l'ho avuto in tempo per gli esami di ammissione alla Yuuei. — ammette, mettendoci una bugia bianca di mezzo. Non crede che raccontare anche a lui del Quirk ricevuto in dono da All Might farebbe colpo. — Diventerò un eroe professionista in pochi mesi.

Amos lo avvolge di luce con il suo sorrisone a trentadue denti. — È meraviglioso, Zuki! Estoy muy feliz.
E Izuku non può fare a meno di sciogliersi al suo adorabile accento spagnolo.
È, con tutte le probabilità, la cosa più adorabile della sua intera esistenza.

    — E tu? Qual è il tuo Quirk? Ho dimenticato di chiedertelo. — cerca di chiedere, per evitare di fissarlo come un maniaco.

Amos fa un piccolo sorrisetto, con le guance di poco più scure. — Io... possession. — dice fiero. — Posso possedere persone, animali e oggetti. Alle persone fa male, quindi di solito evito, ma... almeno non sono costretto a pagare l'autobus! Posso diventare io stesso l'autobus! — ride.

Izuku lo guarda sorpreso, ma non riesce a trattenere il sorriso divertito. — Amos...! Il biglietto si paga!

Amos arrossisce furiosamente, volgendo lo sguardo di lato con fare colpevole mentre accenna una risata. — L-lo so! S-solo che... dai, volevo fare colpo su di te... il mio Quirk non è fenomenale come quello di Catí.

Izuku si morde il labbro e, per la prima volta nella serata, si approccia con fare flirtante ad Amos.
Posa una mano sul suo petto e lo guarda con dolcezza dal basso, sfarfallando le ciglia truccate.
Hanno, come minimo, trenta centimetri di differenza. La cosa è quasi eccitante.
    — Ma io... trovo davvero fenomenale il tuo Quirk. — bisbiglia, cercando di usare un tono suadente.

Amos, colto alla sprovvista, resta per qualche attimo in silenzio.
Accenna poi una risata.
E in un secondo, i loro nasi sono così vicini che quasi si sfiorano, e gli occhi di Amos brillano di una strana luce, e il suo sorriso dolce è improvvisamente un sogghigno malizioso. Izuku rabbrividisce istintivamente.
    — Bel Zuki, che combini di bello? — mormora accattivante.

Izuku arrossisce, facendolo avvicinare a sé senza fermarlo.
    — N-non so... flirto?

Amos sospira sulle sue labbra, e quasi ci manca che Izuku mandi gli occhi in bianco, estasiato.
    — Sei davvero, davvero carino quando flirti...

Izuku ridacchia leggermente, aprendo lentamente gli occhi.
Lo osserva per un attimo da una fessura tra le ciglie tinte di nero. Alla sua espressione ora più dolce e gentile si scioglie, letteralmente, e si adagia ridacchiando contro il suo petto.
    — Oddio... non avrei mai pensato che sarei finito ubriaco a flirtare con un cantante in un locale, dopo essere stato scambiato per una ragazza fidanzata con Kacchan...

Amos ride piano sopra di lui, imbarazzato. — Eheheh... già. Scusami ancora...

Izuku ride più forte, ondeggiando per seguire il ritmo della musica e invitando Amos a fare altrettanto. — Macché. È tipo un onore. Vuol dire che sembro davvero una ragazza! Per un femboy, è un grande complimento.

Minigonna bianca, calze a rete, strani anfibi bianchi col tacco e un top chiaro e striminzito tenuto su solo da delle misere bretelline, delle maniche larghe e voluminose a coprire le braccia piene di cicatrici. Difficile, in effetti, non scambiarlo per una ragazza.

Amos lo accarezza sui fianchi, ridendo con lui e aiutandolo a ballare in modo lievemente più composto. — Sei il femboy più carino del mondo. Davvero. Sei bello, e dolcissimo...

Izuku alza il capo, il cuore in gola per la gioia e un enorme sorriso da far invidia ad una palla da discoteca sulle labbra. — Tu sei bello e dolcissimo! E mi diverto davvero tanto con te!

Amos ride più forte, prendendolo con un braccio poco sotto il sedere e tenendolo stretto a sé.
E inizia a volteggiare, mentre Izuku si fa scappare un gridolino divertito e si aggrappa a lui con braccia e gambe, nascondendo il viso nell'incavo del suo collo.
    — Ci divertiamo! WO-OHH!

Izuku ride più forte.
Amos è... un po' pazzerello. Ha quella scintilla di pazzia che li porterebbe a fare gare con i carrelli alle tre di notte giù per una strada isolata. Se lo sente.
E questo lo fa impazzire.
In senso positivo, ovvio.
Accende il suo cuore di emozioni, di passioni, gli fa venire voglia di divertirsi in modo salutare, lo aiuta a scacciare l'ansia via dal suo corpo per qualche minuto.
Vedere il suo sorriso lo riscalda. Si sente immerso nel centro dell'universo, con un raggio di sole che lo avvolge e lo innalza davanti a tutti.
Ama i complimenti di Amos e il suo atteggiamento adorabile, il modo docile di esprimersi, il modo scalmanato ed esagitato di agire.

Potrebbe amarlo.
Potrebbe, ancora non ne è certo, ma è sicuro che in poco tempo diventerà un mega-simp per lui.
O, più probabilmente, lo è già.

E tra le risate e la gioia, in tutto quel volteggiare, Izuku sembra avvistare qualcosa di strano, e alza il capo dalla sua nicchia prediletta, cercando di guardarsi attorno.

Ci sono due persone, molto familiari, poco fuori dall'angolo bar, a pochi metri da loro.

Ma il giro finisce, e non ha il tempo di elaborare chi siano.

Volta il capo per cercare di guardarle di nuovo.

Quando le trova, nota che sembrano star amoreggiando.

La giravolta con Amos prosegue, e li perde di vista. Sbuffa leggermente.

È curioso di capire perché quelle figure siano così familiari.

Quando volge il capo, nota che la figura più grande ha lunghi capelli rossi, con delle evidenti ricrescite nere.

Izuku quasi sputa un polmone. Forse Eijiro e Mina stanno cercando di risolvere le cose. A modo loro. Finalmente.

Ma quando, all'ultimo giro, volge il capo per vedere se Mina sia felice del suo bacio con Eijiro, nota un problema.
La persona in questione è troppo alta per essere Mina.
E ha dei spigolosi capelli biondi appuntiti.

La voce per un attimo gli manca, mentre li osserva inorridito.

Ma poi picchietta sulla spalla di Amos, per chiedergli di smettere di girare.
Non capisce più se quell'assurda sensazione vertiginosa sia dovuta all'alcol, al troppo girare o a quella visione orripilante.

Amos smette di volteggiare e lo posa a terra, dando le spalle ai due. Questo permette, purtroppo, ad Izuku di vedere quella scena assurda. Se solo si soffermasse ad osservarlo, Izuku noterebbe la sua espressione spaesata e preoccupata.
    — Zuki, stai ben-?

    — Kacchan! — lo richiama invece il ragazzo.

A quel richiamo, il ragazzo biondo si volta leggermente, permettendo ad Izuku di deprimersi alla vista delle loro labbra unite, forse gonfie e decisamente arrossate, e delle braccia di Eijiro attorcigliate alla vita di Katsuki.

Il mondo inizia a girare vorticoso, a causa della confusione e del troppo volteggiare.

Eijiro sta baciando Katsuki.
Perché?
Le cose con Mina non vanno bene, ed è okay, ma mettersi a baciare qualcun altro è tanta roba...
E perché Katsuki lo sta facendo?

Amos si volta a guardare, colto dalla curiosità, e sembra a sua volta stupito della cosa.
    — Quello è... Catí...?

Katsuki si stacca dalle labbra di Eijiro con uno schiocco che non può venir sentito con la musica alta. Ma Izuku lo sente. Gli arriva come uno schiaffo. Come un pugno. Come uno schiocco di frusta sull'addome.

Katsuki si volta per guardarlo.
Ha un sorriso... appagato.
    — Cosa? — chiede solo.

Izuku sente il proprio cuore creparsi.

Questa... è vera e propria ingiustizia.

Katsuki gli ha dimostrato, ancora una volta, che Izuku non può avere importanza nella sua vita. Di non avere una benché minima chance. Di non meritare di stare vicino a lui.
E Eijiro... non riesce a farsi un'idea su di lui. Lui non si è voltato verso Izuku, anzi, sembra essersi girato ancor di più, per nascondersi.

In quel momento, Izuku nota Mina affacciarsi, insieme a Ochaco e Toru.
Stringe le labbra. Andrà male.

Amos, perplesso, tiene una mano ad Izuku mentre fa un solo passo verso Katsuki.

    — Catí... perché lo hai baciato?

Katsuki rimane poggiato al muro, beato. Eijiro accanto a lui sembra pulirsi la bocca con la mano, ma Izuku non ne è troppo sicuro.
Quando Katsuki mostra il suo ghigno, Izuku stringe la mano di Amos, alla ricerca di conforto.

    — Mi andava. — dice il biondo, scrollando le spalle. Quelle parole sembrano ferire Izuku ancora di più. — Volevo dare un twist gay alla mia serata.

Izuku annuisce e si volta leggermente, facendo finta di guardare il DJ set per capire che canzone stiano mettendo al momento, solo per trattenere la sua tristezza dentro di sé. Sa che probabilmente è un pessimo attore, ma si vergogna. Non vuole dargli più corda.
Fa abbastanza schifo come situazione. Alle volte detesta davvero la sua vita. Quando si sta divertendo, quando trova la serenità in un luogo, in una cosa, attività, o anche in una persona, succede per forza di cose un qualcosa che butta giù il suo umore e tutta la sicurezza che ha in se stesso.
Hegel dice che ciò che è reale è razionale, e che ciò che è razionale è reale. Che qualunque avvenimento non succede perché il mondo odia l'essere umano o ne ama uno solo in particolare, ma perché c'è un'evoluzione in corso che porterà a maggior coscienza, o consapevolezza, o qualunque altra cosa, successivamente ad esso. Ogni avvenimento è un avvenimento razionale che porterà ad un'evoluzione razionale e ad un cambiamento razionale al corso degli eventi.
Eppure Izuku pensa che Hegel sia solo un giustificazionista, se la pensa davvero così. Hegel, il suo mondo, la sua razionalità, tutti quanti loro fanno completamente schifo.
L'unica cosa che causano tutti i brutti e tristi avvicendamenti nella sua vita è un coma etilico.
La sua stessa vita lo odia così tanto da volerlo in coma etilico?

    — Zuki...

Izuku percepisce la mano grande e gentile di Amos prendere il suo viso e muoverlo, in modo tale da potersi guardare in faccia l'un l'altro. Una cosa che Izuku non nota quando si volta, però, è quel sottile litigio tra Eijiro e Katsuki che sembra star svuotando quest'ultimo.
L'espressione del mulatto è, ancora una volta, preoccupata, mentre tocca il suo petto con il palmo della mano e accarezza gentilmente la sua guancia lentigginosa.

    — Perché sei così triste, cariño?

Izuku sospira, ritraendosi dolcemente al suo tocco.
    — Io... a me-
E si interrompe, sospirando mogio.
    — A me... Kacchan piace molto. Da tanti anni. Ma... non... non è assolutamente interessato a me.

Amos accarezza con dolcezza i suoi capelli, impegnandosi al massimo per non spettinare o non rovinare i suoi adorabili boccoli verdi.
    — Un po' come quando eravamo solo dei niños... eh? — Amos accenna una risata, stringendolo in un abbraccio stretto.

Izuku ride debolmente. — Già. A quanto pare tra noi non è cambiato niente.

Quanto vorrebbe parlargli di tutto quello che gli passa per la testa...

Si morde per un attimo il labbro. Prima di realizzare, sta già parlando a vanvera.

    — Non so neanche più perché mi piace... voglio dire sì, è attraente, figo, super intelligente, con un Quirk che ho sempre invidiato, e amo tante cose di lui, ma... vorrei non amarlo. Quello che voglio dire è: perché dovrei amare qualcuno che non ha alcun interesse per me? Ho faticato molto per essere anche solo suo amico, ed è stato straziante essere la sua tanto odiata ombra per anni... e anni... e anni... i-io vorrei solo... quelle cose belle da migliori amici pazzi, con tutte le coccole, e... l-le cose romantiche da fidanzatini... ti sembrerò stupido, ma forse... sotto sotto, credo di essere anche io un amante del romanticismo. Delle forti passioni che trasportano e guidano l'uomo verso il proprio destino, verso l'amato, amo gli scontri che finiscono in amore, amo i lieti fine o finali aperti che ti permettono ancora di scriverci o fantasticarci sopra... e con Katsuki non è possibile. Non mi è più possibile. Ho finito... ho finito la fantasia.
Sospira triste, nascondendosi nel loro soffice abbraccio.
Amos ha un corpo molto morbido e confortevole.
    — E ora ho finito la speranza. Vederlo baciare Eijiro, che oltretutto è fidanzato...

    — È fidanzato? — chiede Amos, perplesso. Izuku alza il capo e annuisce.
    — Con Mina. La ragazza chiacchierona con i capelli rosa.

Amos ha una strana espressione in volto, al momento. Le labbra grandi e carnose sono strette in una smorfia, e gli occhi trasudano quasi... veleno.
Ma continua a tenerlo stretto a sé, in silenzio, accarezzandogli i capelli, e Izuku ne approfitta per accoccolarsi a lui.

    — Non prendere il mio desiderio di uscire con te come un semplice capriccio per non pensare a Kacchan. Ultimamente, quando sto con Kacchan, ho... ho come una vocina che parla. Una vocina che mi fa tanta ansia. Una vocina che mi bisbiglia all'orecchio facendomi ricordare di ogni litigio avuto con Kacchan, di ogni cosa cattiva che mi ha detto o fatto, che mi ricorda di tutta l'ansia e l'agitazione che mi mette addosso quando parliamo, che mi ricorda del mio desiderio di avere qualcuno accanto... è sempre tutto un gran Kacchan, Kacchan, preoccupiamoci di cosa dice Kacchan, di cosa fa Kacchan, di come mi chiama Kacchan, di come mi prende in giro Kacchan, di come mi sfiora Kacchan, Kacchan, Kacchan, Kacchan... Una volta, a causa di questa vocina, ho baciato un tipo biondo e fatto in un gaybar credendo fosse Kacchan. Era il mio primo bacio, e l'ho sprecato a causa sua. Odio questa voce! Ma per un po', oggi, non l'ho sentita.
Izuku sorride amabilmente, alzando il capo per osservare l'espressione distesa e speranzosa di Amos. Amos che ora sta sorridendo. Izuku sorride ancora di più, e la tristezza un po' va via.
Sarà anche grazie a Chiquitita versione strumentale in sottofondo, ma pian piano sente di stare sempre meglio.
    — Quando cantavi tu. Quando cantavi, io sentivo solo te e le tue parole. E il tuo spagnolo. Ahhh... — sospira e chiude gli occhi, facendo ridere istintivamente Amos. — Amo il tuo spagnolo, davvero...

Amos ride, e fa uno strano movimento. Quando Izuku, confuso, riapre gli occhi per curiosare un po', sente le labbra di Amos premere con gentilezza sulla sua fronte.
Quel solo contatto, così dolce e semplice, fa arrossire delicatamente Izuku, che semplicemente se lo gode a occhi chiusi.
    — Mi piaci davvero, Amos... — bisbiglia Izuku, quando il mulatto si stacca. — Sei la persona che toglie la vocina della mia testa e mi fa passare il dolore...

Una mano calda lo accarezza sulla guancia. Riapre gli occhi, e le sue iridi verdi incontrano quelle scintillanti di Amos.

    — Credo che le tue parole siano davvero meravigliose, Zuki. — mormora. — Sai, anche a me piace tanto tanto una persona... le ho scritto una canzone. Sai? She Looks So Pretty, quella che ho cantato all'inizio del concerto. — e Izuku annuisce. — Non mi ha mai notato. La cosa mi rattrista un po'... Non ho neanche mai avuto il coraggio di avvicinarmi a parlarle. Pensavo sempre che un giorno lo avrei fatto, sì... non è mai arrivato il giorno. E forse ora so che ho fatto bene.
Amos sorride ancora, e il suo sorrisone di denti candidi porta un caldo sentimento nel petto di Izuku.
Che stia per dire qualcosa di super romantico come nei film che guarda con Ochaco?
Qualcosa che cambierà il loro modo di vedere le cose? Il loro modo di relazionarsi?
Qualcosa che sconvolgerà la vita di Izuku?

Ma Amos continua a sorridergli in silenzio, e a una certa Izuku si mette a ridere, arricciando dolcemente il naso mentre cerca di contenere gli sghignazzi.
    — Amocito, non continui la frase?

E Amos, col viso (probabilmente) rosso si mette a ridacchiare, ondeggiando a ritmo di musica. — Non lo so! È che è solo un sentimento, una sensazione, la mia! Lo siento!

Izuku ride, scuotendo la testa e prendendogli le mani. — Allora spero sia una bellissima sensazione! — e fa una piroetta, come se fosse Amos a farlo girare.
Sicuramente gli fa girare la testa. Ed è una bellissima sensazione che lo riempie.

Ride ancora più forte, e Amos si unisce a lui.

    — Te amooo, guapo! — ride, facendolo volteggiare come una leggiadra ballerina.

Izuku non trattiene l'enorme sorriso che cresce a dismisura sulle sue labbra, e subito si stacca da lui solo per abbracciarlo.
Ci saranno pure un mondo di persone attorno a loro, ma che gliene importa se Amos gli vuole bene e lo vizia come un cucciolo coccoloso?
    – Yo también! Stare con te è meraviglioso! Sento che potrei ballare tutta la notte, dedicarti canzoni, fare corse con i carrelli, prendere l'autobus senza pagare il biglietto...

Amos ride, prendendolo in braccio e alzandolo per aria per un attimo. — Attento! Non sarai un po' troppo una chica mala, querido?

E Izuku scoppia a ridere.
Ama le mani grandi e calde di Amos sul suo corpicino.
    — No! Non sarà mai abbastanza la mia felicità all'idea di passare anche un solo minuto a sorridere con te!

Amos sorride, e quando lo riporta con i piedi per terra gli stampa uno schioccante bacio sulla guancia.
    — Ne sono lieto, cariño~ — e lo bacia ancora, nuovamente sulla guancia.

Izuku lo guarda, col viso completamente rosso e le mani che quasi gli tremano.
Questa serata sta diventando meravigliosa.
Ciò che di più caro ha, ma che più dolore gli provoca... sta lentamente venendo portato via da... da un angelo.
Amos è un angelo. Il suo angelo custode, probabilmente.
Venuto in suo soccorso per aiutarlo, per realizzare i suoi desideri, per aiutarlo ad afferrare i suoi sogni, per cullarlo nel dormiveglia e proteggerlo da tutti gli incubi e i traumi.
Amos è la persona che aprirà il suo guscio da stupido mollusco e mostrerà a tutti che perla preziosa nasconde nel suo cuore. Ecco, questo paragone calza davvero.
Talvolta, bisogna solo trovarsi tra le mani della persona giusta per risaltare tra tutti.

    — Mi niño...
Amos si avvicina nuovamente a lui, riprendendo ad accarezzarlo con estrema cura. — Sei un po' perso... estás bien? ¿Te sirve cualquier cosa? Siento tu corazón latiendo rápido...

Izuku sospira una risata, accarezzandolo sulle guance coi pollici.
    — Amocito... Estoy bien. Non sento neanche la voce rompiscatole!

Amos sorride, accarezzandogli le braccia per arrivare alle sue mani.
    — Lo siento, lo siento. È che mi preoccupo per te...

Izuku sorride addolcito.
Come se fosse di nuovo completamente ubriaco, si sporge e lo bacia dolcemente sulla guancia.

E Amos sembra non essere neanche interessato a combattere quel dolce sorriso che cresce sulle sue labbra.

I loro occhi sono così luminosi che sembrano fatti di fuochi d'artificio.

E Izuku ha delle farfalle, nel suo stomaco, che...
Sospira, chiudendo estasiato gli occhi.
Le sue farfalle volano ovunque, riducendolo ad uno spiritello gioioso e pieno di energie il cui unico scopo è cantare a tutti una lode tessuta per l'angelo divino a cui si sta votando.
Amos è l'angelo per eccellenza.

    — Hey, Zuki!

E Izuku apre gli occhi, osservando le iridi di Amos prendere vita, briose.
È piuttosto buffa come scena. Un ragazzo grande, grosso, quasi spaventoso, vestito come un punkettaro spogliarellista mancato, che salta come un cucciolo di labrador attorno ad una ragazza dalla voce di un ragazzo delicato come una farfalla.
Sembra un cartone della Disney.
    — Facciamo un gioco per scacciare definitivamente la tua vocina cattiva!

E Izuku subito annuisce come un bambino.
Ama i giochi.
    — Come si gioca?

Amos afferra le sue mani e si china alla sua altezza.
    — Prima di tutto! Dobbiamo dare un nome alla tua voce. Così saprà che parliamo di lei. — e si mette a saltellare felice. — Voglio chiamarla Bruno!

Izuku sgrana gli occhi prima di scoppiare a ridere. — Bruno come la voce di Luca e Alberto? Davvero?

    — Senti! ¡Yo tengo mucho respeto por los italianos! ¡No me contradigas! — esclama il mulatto, e Izuku ride ancora più forte.

    — Va bien! Lo siento, lo siento. — e continua a ridere.

Amos stringe dolcemente le mani sulle sue, agitandole dolcemente. — Bene! E ora, dobbiamo urlare "Silenzio, Bruno"! E non silencio, sono italiani, non spagnoli!

Izuku nasconde il suo viso dietro le loro mani. — Oddio! Devo davvero urlarlo?

    — Sì! Con tutto il fiato che hai in corpo! — lo incita Amos.

Izuku ride. — Silenzio Bruno!
Ma la sua voce viene stroncata dalle sue risatine.

Amos si sta letteralmente sbellicando. — Più forte! Silenzio Bruno!

    — Silenzio Bruno!

    — SILENZIO BRUNO! — alza le loro mani, per incitarlo ad alzare il volume della voce.

E Izuku alza il tono insieme a lui, ignorando il fatto che metà locale li fissa. — SILENZIO BRUNO!

Amos lo fissa con vero e proprio orgoglio, mentre tiene ben strette le loro mani.
I suoi occhi brillano come un prato di rugiada sotto la luce del sole. Incantano Izuku come il più bello dei quadri Romantici esistente.
    — CAN YOU STILL HEAR IT? — riporta la frase, uguale al film.

    — NOPE! JUST YOU!

    — GOOD!
E volge leggermente il proprio corpo verso le scale, come se volesse portarlo a mostrare a tutti il loro lavoro. — NOW HANG ON!

Ma Izuku non vuole andare via da quella pista da ballo senza aver fatto prima una cosa molto importante.
Così, quando fa per correre via e trascinarlo con sé, Izuku lo tira nuovamente indietro. Lo volta, afferra le sue guance, e sul drop di Chiquitita lo bacia davanti a tutti.

E la prima cosa che sente sono le mani di Amos che, timidamente, afferrano il suo corpo e lo alzano.
Sente poi il suo sorriso premere sulle proprie labbra.
Si accorge così di quanto le sue siano morbide e grandi, in confronto alle proprie, mentre si muovono con delicatezza e dolcezza, ma senza esitare troppo, seguendo il ritmo aggraziato che ha impostato Izuku.
E il loro bacio è davvero dolcissimo e meraviglioso. Ha qualcosa di infantile, di magico, da film Disney.
Forse è per colpa di Amos, che lo sta facendo volteggiare con sé una principessina.
Ma non gli importa.
Finché è con Amos, niente può...

    — DEKU!

Niente, il narratore scherzava.

Izuku e Amos si staccano, con il fiato corto, e si voltano verso Katsuki, che li guarda con il volto livido di rabbia e molto, molto esasperato.

Izuku gli mostra un sorriso, felice dal profondo del suo cuore, ignorando il fiato che manca per la gioia.
    — Cosa?

Katsuki sembra trasalire, e fa per un attimo una faccia schifata.

Izuku è lievemente confuso dalla cosa, ma non riesce semplicemente a ignorare quella profonda contentezza che ora lo anima e lo nutre di speranza.
Lui e Kacchan sono amici. Capirà la frequentazione con Amos. Tra un po'. Forse. Si spera.

Quando fa per avvicinarsi, arrivano delle urla dal piano superiore che fanno sobbalzare tutti e tre.

Lentamente iniziano a piovere vestiti, e tra le risate di, probabilmente, tutto il locale osservano Michael che agita la sua camicia oltre la ringhiera. Akira ha lanciato loro la sua maglietta, e Denki, Hanta ed un ragazzo che non ha mai visto stanno facendo lo stesso, completamente ubriachi e fatti come pigne.

Hisoka applaude loro, e fa per svestirsi a sua volta, ma Michael la nota e la ferma per tempo, bisbigliando. La balconata, gremita dei loro amici, si riempie di risate.

Izuku e Amos si guardano, continuando a ridere.

    — Non ho capito niente! — esclama Izuku, e Amos riprende a ridere con forza.

    — Neanche io!

    — PERCHÉ È UN BRAVO RAGAAZZO, PERCHÉ È UN BRAVO RAGAAZZO, PERCHÉ È UN BRAVO RAGAAAAZZOOOOO! IL BACIO NON GLIELO PUOI NEGAR! — intonano i loro amici di sopra.

    — VI HO FATTO LE FOTOOO! — strilla Mina, mentre Ochaco emette gridolini gioiosi.

Izuku si volta leggermente e vede Eijiro, in un angolino.
Nonostante la faccia un po' lugubre, gli fa due pollici in su e un piccolo sorriso.
Izuku ricambia il gesto, con un sorriso ancor più luminoso.

Ma Katsuki si fa nuovamente avanti, prepotente.
    — Ma che cazzo state facendo!

Amos lo guarda leggermente imbronciato, stringendo di poco la stretta su Izuku. — Ci baciamo. Perché?

Katsuki sembra andare ancor di più su tutte le furie.
    — GRAZIE AL CAZZO! Ci vedo ancora, purtroppo! Sto chiedendo perché il mio migliore amico dovrebbe starsi limonando mio cugino davanti a tutti!

Izuku si imbroncia. — L'ho solo baciato...

    — Ed è tutta la sera che te lo stai facendo con lo sguardo! Basta, sei ubriaco. Ed è tardi. Ti riporto al dormitorio. — e allunga le mani per tirarlo via dalla sua presa, discretamente.

Per tutto l'oltraggio e l'imbarazzo che Izuku prova, Amos stesso, stavolta, fa un passo indietro per non farglielo prendere.
    — Catí, lo stai ferendo. — sibila. Katsuki si zittisce e si ferma, stringendo le labbra, guardandolo in modo strano.
    — Scusati. Ora. Mi amor no se merece palabras tan malas.

Katsuki sembra ringhiare, mentre sfida Amos con lo sguardo.
Fa poi un passo indietro. — Il tuo... amore. Wow. Che sorta di traditore. Non lo conosci, è del tutto diverso dal Deku di prima... come se lo conoscessi, poi. Lo hai incontrato massimo quattro volte all'asilo e poi basta.

La testa di Izuku si riempie di cotone annacquato. Il cuore batte con forza. Sente le sue emozioni trasudare via con l'acqua, col sudore, e improvvisamente si sente vuoto e stremato, gli occhi che stanno per buttare fuori tutto ciò che di romantico aveva mai provato per Katsuki. Perché? Perché accanirsi tanto contro di lui, perché farlo soffrire tanto... non era stato già ferito abbastanza quando aveva rifiutato di dargli la sua amicizia?

Izuku si sente tirar via. Amos non pare riflettere a lungo di fronte a quello scempio di sentimenti, vuole salvare il ragazzo ad ogni costo. Per cui si ferma un solo attimo, per circondare le spalle di Izuku, e guardare Katsuki col veleno verde trasudante dai suoi occhi.

    — E osi definirti suo amico. Corchuda.

E si allontanano insieme verso i bagni, mentre i loro amici li guardano dall'alto, curiosi di sapere cosa si sono detti. Ma nessuno saprà mai ciò ch'è esattamente successo.

Izuku si stringeva di nascosto nelle sue stesse spalle, a capo chino. Strano come la felicità vada via in un battito di ciglia.

    — Zuki?

La sua voce quieta risveglia Izuku dai suoi pensieri amareggiati, e si rende conto solo allora che si trovano entrambi in bagno, davanti ai lavandini. Preferirebbe stare in uno dei cubicoli: sente di star per vomitare dal nervosismo da un momento all'altro.

Guarda Amos dritto negli occhi, e nei propri si può leggere dispiacere.

    — Non... mi sento tanto bene, dopo quello che ha detto Kacchan. Scusami. È passata anche l'euforia del bacio.

Amos sospira, abbracciandolo con dolcezza. — Parlami, mi chico. Voglio aiutarti.

Izuku sospira a sua volta, e cercando di sentirsi al sicuro in quella stretta chiude gli occhi. — Mi sento... mi sono sentito come se non fossi degno di provare dei sentimenti. Di provare affetto per qualcuno. Come se dovessi avere occhi solo per lui. Se solo... — cerca a questo punto di soffocare il pianto. — Se... se solo capisse... quanto ho sofferto per lui. Quanto sono stato male dandogli ciò che avevo per rimanere sempre più vuoto, sempre più solo. Vorrei... vorrei non star male per lui al punto di sentire l'ansia attanagliarmi e farmi venire voglia di sboccare...

Amos lo porta con dei piccoli passetti via con sé, e si accorge che sta ispezionando i bagni. Non può trattenere una risatina.

    — Che fai, controlli per un altro Kacchan che spunta da dentro la tazza per sgridarci?

Amos ride a sua volta ma scuote la testa e continua a camminare come un pinguino. — No. Controllo quello che puzza meno. Così abbiamo uno spazietto un minimo privato per aiutarti a calmarti... o al massimo butti l'alcol.

    — Con il tanto che l'ho pagato me lo dovrebbero offrire di nuovo... — mormora Izuku col broncio. Alla fine, entrano insieme nel terzo bagno, il centrale. Era quello meno pietoso. Rimangono a guardarsi per qualche istante negli occhi.

    — Voglio offrire io, la prossima volta. — mormora Amos.

Quelle parole per un attimo sono un pugno nello stomaco di Izuku, eppure sorride un po' per quelle parole gentili.

    — Ci conto, Amocito...

E in pochi attimi si ritrovano a baciarsi, al centro di quel cubicolo un po' squallido, stretti in quel barlume di speranza di felicità. Le mani di Amos sorreggono Izuku, lo avvolgono, riscaldano la sua pelle lasciata in vista dal top eccessivamente simile ad un... reggiseno.

Eppure non riesce a rilassarsi. La sua mente viene trapassata con forza dalle parole di Katsuki, la sua velenosa invidia, il suo bacio con Eijiro, l'incomprensione del nuovo rapporto in cui si sono appena cacciati con Amos, il panico, l'ansia, il panico...

Si stacca con forza, ansimante e gemente, e praticamente crolla in ginocchio, appendendosi per miracolo ad uno degli indumenti del mulatto.

Quanto è passato da quando hanno iniziato a baciarsi?

Cosa è successo?

Perché l'agitazione non va via?

Perché la tachicardia?

Perché trema?

Ansima molto. Perché?

Perché sente tutto che formicola, perché sente freddo, perché? Perché dovrebbe star avendo un attacco di panico proprio ora?

Vede vagamente tra le lacrime il volto di Amos che si corruga, e sente le sue mani tra i capelli, accarezzare e giocare con i suoi boccoli morbidi e un po' sfatti dalla loro pomiciata.

    — Z-Zuki... — mormora con il fiato corto, restando fermo per comprendere di cosa abbia bisogno.

Ci sono degli strani rumori, e improvvisamente Izuku sente una botta contro la schiena, che lo sbilancia e lo fa atterrare con il naso sopra il cinto di Amos, immerso in quei pochi peletti che dalla zona pubica salivano verso l'ombelico.

    — COSA CAZZO FAI, BRUTTO STRONZO!

La voce che tuona in quel bagno così piccolo fa squillare la testa del povero Izuku, che si ritrova a lamentarsi a bassa voce mentre cerca di spostarsi con delicatezza da Amos. La tachicardia sta aumentando. Non riesce a calmarsi con quelle urla echeggianti.

    — O-OI, CATÌ! SMETTILA DAVVERO! NON PUOI INSEGUIRCI PER INTERROMPER-

Izuku viene improvvisamente afferrato e alzato da terra. Il pensiero di essere stato a contatto con quel pavimento lercio e pieno di germi... urina altrui, possibilmente vomito... gli fece ribaltare lo stomaco più e più volte. Viene poggiato cautamente contro la parete, accanto alla porta, e in quel momento Izuku nota una chioma bionda che entra nel cubicolo. Che ci faceva Katsuki?

    — TU NON MI DICI UN BEL CAZZO, FOTTUTO PEDOFILO! 'STO COGLIONE È UBRIACO MARCIO! COSA CAZZO CREDEVI DI FARE, AH?! PRENDERTELO SENZA IL SUO CONSENSO? SENZA LA SUA CONSAPEVOLEZZA? BELL'AMICO CHE SEI! BELLA PERSONA CHE SEI!

    — S-SEI... SEI CATTIVO!

    — MAVVAFFANCULO, PEZZ'E MERD'! APPROFITTARTI DI UNO CHE A MALAPENA SA CHI È!

    — NON È VERO, SMETTILA! ¡IDIOTA, YO NUNCA LE HARÍA ESTO A MI ZUKI!

    — E SE VOGLIAMO METTERLA COSÌ, NON CONOSCE NEMMENO TE! QUESTO È TROPPO!

    — ¡ERES UN MALDITO CABRÒN DE MIERDA! TE HICE RETORCER TUS INTESTINOS CUANDO TENÍAMOS CINCO AÑOS, ¡NO CREAS QUE AHORA NO TENGO EL CORAJE DE DESMEMBRAR TU ESTÓMAGO DESDE ADENTRO, BASTARDO EGOÍSTA! ¡REALMENTE ME PREGUNTO CÓMO LOGRASTE NO CONVERTIRTE EN VÍCTIMA DE UN ATAQUE CON EL PERSONAJE QUE TIENES!

    — PARLA IN UNA CAZZO DI LINGUA COMPRENSIBILE O TI FACCIO ESPLODERE QUELLA FACCIA DA CAZZO CON CUI SEI NATO!

Le urla crescono di volume, d'intensità. Anche Amos urla. Izuku si abbraccia in cerca di conforto, premendo una mano sulle sue labbra e strizzando gli occhi. Li vede dal piccolo spiraglio lasciato aperto dalla porta, hanno iniziato a strattonarsi per il colletto della maglia, entrambi. Ma deve ammetterlo... Izuku trova mille volte più spaventoso Amos che, con il suo sguardo omicida, brillante, il viso increspato da pura furia omicida, così simile a quella del cugino, sembra davvero sul punto di... e la sua altezza non aiuta.

Izuku stesso si sente intimidito, come fa Katsuki a stare ancora lì davanti a lui?

    — NUNCA MAS TE ATREVES, TE CONSEGUIRE NEGRO! ¡MAS NEGRO QUE YO!

Inizia ad avere paura. — P-per fa— singhiozza, avvicinandosi tremante a Katsuki per tirarlo dolcemente via. — S-sme...ttete...

    — SE CONTINUI A PARLARE IN MODO CHE NON POSSA CAPIRTI GIURO SU DIO CHE MANDO IL TUO INDIRIZZO DI CASA AL KU KLUX KLAN!

    — ¡¿COSA?! ¿COMO TE- ERES UNA MIERDA DECEPCIÓN PARA ÉL! ¡DEBERÍAS CALLARTE Y SALIR DE SU VIDA, MIERDA!

    — TU E LA TUA LINGUA DI MERDA SPARITE IMMEDIATAMENTE DALLA MIA E DALLA SUA VITA! MI SONO ROTTO IL CAZZO! NON POSSO LASCIARLO SOLO CON NESSUNO, DATO A QUANTO PARE NESSUNO SA USARE UN MINIMO DI CERVELLO E-

    — ERES UNA MIERDA RACISTA.

    — E TU SEI UN- UN LADRO DI... DI... DI AMICI!

    — ¡SABÍA QUE REALMENTE ME ENTENDÍAS! IDIOTA!

    — AAARGH!

La porta si chiude con un tonfo così forte da scuotere addirittura Izuku, e dopo un po' di frastuono la vede vibrare, come se forzasse per aprirsi verso l'esterno. Izuku strilla piano, gli occhi pieni di lacrime e il cuore che modella l'interno della sua cassa toracica a furia di battere, battere, battere...

Sente gemiti di dolore. Delle piccole esplosioni scoppiettare.

    — AAH!

Dei forti tonfi, delle percosse.

Un crac particolarmente sospetto.

    — Ugh- faddi soddo!

Degli sputi. Altre grida.

    — ¡Racist-

Una voce gorgogliante. Dei rumori orribili e scricchiolanti...

Izuku non regge, e appena sente la bile salire si butta contro la porta del bagno accanto, schiantandosi contro i muri per errore e rigettando per miracolo dentro, e non fuori, dalla tazza di ceramica. Tutto, tutto quello che c'era da rigettare scendeva, fino al punto che Izuku aveva temuto di strozzarsi, di non riuscire a respirare, ma niente di questo si avvicina al livello di malessere che sente di star provando nella sua testa, mentre piange, tossisce, si strozza, si afferra per la gola come se tutto quello potesse finire.

I suoni nel bagno accanto si acquietano un poco. Sente degli altri tonfi, dei rumori trascinati, e una porta che si apre. Sente delle carezze su schiena e capelli, e dei piccoli ansimi che incombono su di lui mentre finisce di rigettare. In quell'insulso momento ringrazia gli dei che gli esseri umani hanno un limite per ciò che possono ingerire.

Plic, plic, plic.

    — 'ieni. Addiabo bia.

Si sente sollevare dolcemente da terra, e viene trascinato delicatamente verso i lavandini per sciacquarsi.

Una seconda voce si fa sentire nella sua testa ovattata, che ancora si sta riprendendo dall'attacco di panico appena avuto. Pensa scioccamente che, se solo ci fosse stato il suo Kacchan, proprio come prima, lo avrebbe aiutato a calmarsi seduti sul pavimento. Con le mani prese. E invece si era messo a far rissa con quell'armadio di suo cugino.

Sente qualcosa colare sul suo collo e solleticarlo, ma tutto preso a lavarsi mani e bocca e a trattenere l'istinto di mangiarsi il sapone lo ignora.

Plic, plic, plic.

La figura dietro di lui lo coccola e lo accarezza, piegato su di lui. C'è del movimento alle sue spalle. Ignora anche quello.

Poi, la figura lo trascina via, ciondolando un po'. Cerca di prendere un suo braccio e di tirarlo attorno alle sue spalle per camminare via.

L'ultima cosa che sente Izuku prima di abbandonarsi a quella figura e chiudere gli occhi, lasciandosi consciamente manovrare, è un semplice sibilo.

    — Mierda.

Dopo quel momento passano un paio di minuti, e lui si ritrova sorpreso nel sentire il profumo della piccola macchina di Katsuki ancora una volta.

Riapre gli occhi, lo stomaco ancora sottosopra, e si volta a guardare verso il sedile del guidatore. Il suo sguardo viene presto tramutato dall'orrore.

    — Kacchan...! — trattiene il fiato, sentendo già la tachicardia ripartire. — C-cosa hai...!

    — Duddo ogghei. Sbeddila. — risponde Katsuki mentre allaccia ad entrambi la cintura, con più sangue su naso, mento e labbra che nell'aorta, probabilmente. Era tutto graffiato, livido, tumefatto. Aveva le mani gonfie e rosse, in alcuni punti quasi bianche. Le vene del collo erano gonfissime, come quelle sulle tempie.

    — N-non è okay, t-ti ha distrutto! — riprende a piangere disperato, e Katsuki cerca di accarezzarlo, ma fa una smorfia e si allontana dopo poco.

    — Sgusa. Gredo di aberdi magghiado i besdidi.

A quelle parole Izuku piange ancora più forte. Non ci capisce più niente.
    — P-perghé bi siede bigghiati...!

Silenzio. Sente delle carezze sulle ginocchia.

    — Se so'o sabessi.

Katsuki cerca un fazzoletto per infilarselo nel naso a mo' di tampone momentaneo. Poi accende il motore della macchina, e Izuku ha davvero paura che si schiantino in un paio di metri. Katsuki non è in condizioni di guidare.

Ma il ragazzo si dimostra ancora una volta all'altezza: guida con lentezza, tenendo entrambe le mani saldamente sul volante, gli occhi strizzati nel tentativo di migliorare la qualità visiva. Prende tutte le stradine meno trafficate, nonostante a mezzanotte ci siano ben poche persone in giro. E per un viaggio che normalmente sarebbe durato meno di venti minuti, ce ne impiegano almeno trentacinque. Ma almeno, arrivano ai dormitori dello Yuuei.

Poco importa se Izuku avrebbe dovuto andare a dormire da sua madre. Almeno era tornato a casa con Katsuki per calmarlo.





9834 parole

Autrolino dell'Angolice.

Dovevo postare questo capitolo tempo fa, ma ho avuto dei problemini e l'ho scordato.
Volevo postarlo ieri, ma ho scordato pure questo.

Be', oggi è solo martedì tanto!

È l'ultimo capitolo che ho scritto in un paio di mesi, e sinceramente sto facendo una momentanea transizione in direzione Hunter×Hunter quindi non so quando riprenderò, soprattutto mentre cerco di capire come vivermi la vita.

Spero che il capitolo vi piaccia!

Sinceramente non so bene cosa dire... non mi viene un quizzone perché, semplicemente, questo capitolo è tante tante tante cose. Preferisco siate voi a farmi domande, tutte quelle che volete.

Il mio buon proposito del 2024 è di finire questo libro, chissà se ci riuscirò... adesso siamo arrivati tipo ai tre quinti della trama, la storia non è finita... è appena iniziata <3

Chiedetemi! Date suggerimenti, domandate chiarimenti, asserite ciò che la testa vi suggerisce! Io sarò qui per rispondervi.

Se mi volete chiedere invece cose sui miei nuovi progetti, vedremo che dire!

Kiss me Kiss m(y ass lol)

~Young Midoriya IS HERE!
AND I'LL GO OUTTA HERE LIKE A NORMAL PERSON!

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top