June, 18th - evening

Izuku sospira, digitando di fretta al telefono un messaggio ad Ochaco mentre si incammina verso il BlueBelle, una canna con poca erba in borsa e la voglia matta di andare a bere con i suoi amici.

è sabato sera. Nel tentativo di calmarsi un po', ha confermato giusto quella mattina la sua presenza alla festa. Ha passato tutta la mattina e parte del pomeriggio con sua madre, cucinando di tutto, dal dolce al salato (ha anche imparato a cucinare i gyoza senza sbagliare niente!), fino a quando sua madre non si era preparata per andare al lavoro. Allora, sconfortato, si era... lasciato andare. L'ansia era eccessiva: appena finito di prepararsi, senza neanche attendere, si avviò a piedi verso il centro. La camminata non gli era bastata, quindi dopo essersi fermato in un gaybar per lasciare che qualche buon samaritano gli offrisse da bere, era ripartito, decisamente più calmo, verso il locale.

Avvista poco distante il locale e, risistemandosi la gonna, percorre gli ultimi metri per entrare velocemente nell'edificio.

Menomale. Aveva proprio bisogno di una serata del genere.

Sapeva ci fosse musica dal vivo al BlueBelle quella sera, e poi... andiamo. È indubbiamente il locale migliore di Musutafu, quello. Ama le loro luci, e il modo in cui i colori delle pareti cambiano ogni volta che cambiano i LED. Insomma, tutta un'atmosfera meravigliosa e sensuale. E dire che ci era stato a malapena cinque volte.

Dopo aver passato il pomeriggio ad autocommiserarsi, a chiedersi perché fosse sempre sbagliato il rapporto tra lui e Katsuki... ha raggiunto la conclusione che non può essere colpa sua. Lui ha fatto il massimo. Ha cercato di essere dolce, è sempre stato al gioco, ha accettato gli scherzi. Ha fatto amicizia con i suoi amici, e... non sente di aver fatto niente di sbagliato. Aveva addirittura iniziato a chiedersi se era il caso di frequentare uno psicologo per migliorarsi, ma no: il massimo che può fare ora è una terapia di coppia. Basta. Lui non è sbagliato, e neanche Katsuki, ma Katsuki ora sta sbagliando, e spera si renderà presto conto di ciò che le sue azioni hanno fatto alle sue emozioni.

Izuku spinge la porta ed entra, beandosi dell'aria condizionata che rinfresca il suo corpo accaldato.

Ora ha solo bisogno di trovare il tavolo dei suoi amici e accomodarsi per un pochino. La vodka sta facendo effetto più velocemente di quanto vorrebbe.

Viene subito attirato da dei ragazzi che stanno salendo, proprio ora, sul loro piccolo palco, di poco rialzato rispetto al piano da ballo.

Izuku sorride, ma non resta a guardarli troppo. Non vuole rovinarsi la festa guardandoli prima che inizino lo spettacolo vero e proprio.

    ― Oi.

Izuku si volta verso Katsuki, improvvisamente materializzatosi al suo fianco, e gli sorride dolcemente. Sia ringraziato l'alcol, che stavolta lo rende solo bisognoso di coccole e certezze.

    ― Hey, Kacchan.

Il suo sguardo corre sul suo viso. Gli erano mancati quegl'occhi che colavano lava e lacrime, quei linamenti maschili e quei lineamenti, invece, ancora infantili gli ricordavano il loro passato. Non sapeva se esserne contento o meno. Aveva una camicia nera aderente, e dei pantaloni a sigaretta neri. Nota allora il labbro inferiore leggermente più gonfio del solito, con due oggetti brillanti a contornarlo.

Izuku sgrana gli occhi.

Snake bite. Uno dei piercing più sensuali, in sua modesta opinione, mai pensati.

E poi... essendo lo snake bite formato da un anello sul lato destro e uno sul lato sinistro... la parte centrale delle sue labbra resta scoperta... e vorrebbe solo coprire quello spazio con il proprio central labret... con le proprie labbra...

Quanto odia quei classici momenti che tutti hanno in cui la propria cotta si fa i piercing nuovi con l'intento di ammazzare tutti col suo fascino. Insomma, chi non li ha.

Katsuki gli fa cenno di seguirlo, distogliendolo dai suoi pensieri autolesionisti. ― Abbiamo un posto al piano di sopra, di fronte alla ringhiera. Così vedi bene la band.

Izuku gli mostra un sorrisone e lo abbraccia di getto, stampandogli un bacio sulla guancia. Ancora: sia ringraziato l'alcol.

    ― Grazie!

Katsuki distoglie lo sguardo, sbuffando. ― E di cosa. Lo sapevo che volevi vedere la band perché eri curioso. Ti ho riservato il posto, altrimenti te lo fregava l'alieno in rosa.

    ― Grazie. Te amo mucho. Com'è vestita oggi?

    ― Sembra Ariana Grande.

    ― Uhh... menomale che non ci parliamo più tanto, ormai.

    ― Saggia decisione.

E si incamminano su per le scale del locale, salendo al primo piano.

I loro amici sono lì, a fare casino tutti insieme, bevendo come matti.

Pure Hagakure, che di solito beveva poco, ora che è maggiorenne (anche se solo da due giorni) si sta dando alla pazza gioia mandando giù shots su shots, incitata dai suoi amici e guardata malissimo da Tenya, il quale giudica ogni azione promiscua che possa gettare nel fango la reputazione della Yuuei.

    ― Comunque... ti sta bene lo snake bite. ― non si trattiene Izuku, poco prima che arrivino al tavolo.

Katsuki si volta e sogghigna, mettendo in evidenza le sue splendide labbra piene e carnose. ― Grazie, nerd.

Ochaco, che sembrava averli seguiti con lo sguardo dall'arrivo di Izuku, mostra loro un gran sorriso. Izuku non può fare a meno di pensare che amerebbe dividere le sue attenzioni della serata tra lei e Katsuki. Con tutto il tempo passato con Katsuki e gli altri, ha effettivamente smesso di stare con lei... lei era la sua testa sulle spalle, per così dire.

    ― 'Zuku! Finalmente sei qui!

Izuku fa un sorrisone distratto, sedendosi al suo posto riservato che dava verso il palco. ― Da quanto siete qui?

Katsuki si siede accanto a lui dopo aver scavalcato Eijiro, piazzandoli nell'angolino che aveva ritagliato per loro. Dev'essere la tecnica speciale di Katsuki per distrarlo dal casino e dai drinks: accerchiarlo contro la ringhiera, mettendolo in posizione da godersi il piccolo concerto, per poi evitare di far passare troppo alcol.

Izuku non controbatterà quella decisione. Non ora.

    ― Mezz'oretta, circa. ― risponde Ochaco, davanti a loro.

    ― Conta che loro sono già ubriachi. ― Katsuki indica Hanta e Denki, che ridacchiavano da una parte del tavolo, presi dall'ebrezza del momento. ― Siamo qui da abbastanza tempo. No?

Izuku annuisce. ― Decisamente. ― e si volta a guardare la band per un attimo.

C'è una grande folla attorno al palco, e la cosa confonde molto Izuku. Non ha mai visto così tanta gente, a quest'ora, sulla pista da ballo (di solito nessuno si interessa delle band. Lui è l'unico).

Si chiede inconsciamente, voltandosi verso i suoi amici, chi sarà mai quella band.

Il manifesto diceva Daemonic Noodles, ma... vallo a capire chi sono.

    ― Mangia.

Katsuki spinge verso di lui delle patatine e degli stuzzichini che avevano ordinato al tavolo.

    ― Tanto lo so che presto vorrai metterti a bere. Meglio se mangi.

    ― No, no. Sto bene così! ― gli sorride Izuku, fregando un ginlemon dalle mani di Ochaco, la quale glielo aveva saggiamente ordinato tramite i documenti falsi fatti da Hanta.

Katsuki lo guarda di traverso mentre prende qualche sorso della bevanda, che inizia già a squagliare il suo povero stomaco, a digiuno dall'ora di pranzo. ― ...hai già mangiato qualcosa?

Izuku sorride e mente, ancora un pizzico ansioso della loro estrema vicinanza. ― Certamente.

    ― Eppure io giurerei che sei a digiuno.

    ― Perché?

    ― Mangia, ti ho detto.

Katsuki gli mette sotto il naso le patatine.

    ― E pure subito.

Izuku arrossisce, sentendo già la testa girare per l'ulteriore alcol in circolo. Cerca di rispondergli mentre beve, e quasi si lascia cadere il drink addosso. ― No, Kacchan. Davvero. Sto bene.

Katsuki lo guarda male.

    ― Come vuoi tu.

Katsuki lo prende per le spalle e quasi lo fa sedere sul suo ginocchio, portando alle sue labbra una patatina. Si avvicina dunque al suo orecchio.

Izuku ansima, agitato, strizzando gli occhi. Odia quando Katsuki si comporta in modo così... viscido e scorretto. Dovrebbe sapere che effetti ha il suo tocco su di lui, quanto facilmente la sua pelle si raggrinzisca per formare la pelle d'oca, quanto il suo cuore acceleri, il suo cervello dia di matto, il suo stomaco faccia le capriole dalla gioia. Dovrebbe conoscere bene, ormai, il modo in cui le labbra di Izuku si muovono mentre parlano, come se volessero allungarsi e baciare le sue con amore e affetto.
Gli torna in mente, per un attimo, di due sere fa. Katsuki su di lui, che si sorreggeva solo sulle braccia, a pochi centimetri dalle sue labbra.
E Izuku rabbrividisce di nuovo.

    ― Mangia, Deku. ― gli intima in un sussurro all'orecchio. Izuku, letteralmente, vibra tra le sue mani, emozionato da un contatto così intimo con lui. ― O dirò a Mina che ti piace tanto il suo outfit... e lascerò che ti torturi per tutta la serata, non facendoti ascoltare il concerto. Ci siamo capiti?

E Izuku, persuaso dalle sue parole, annuisce e allunga leggermente il viso per prendere tra le labbra la patatina, mangiandola con tacita remissività. Pur non voltandosi, lo sa; Katsuki sta sogghignando compiaciuto.

    ― Bravo, piccolo nerd. Te lo dico sempre di non bere a stomaco vuoto. O di non fumare. Sento puzza di canna accesa e alcol da quando sono arrivato a un metro da te. Te lo dico sempre di non fare il cazzone con la tua salute se vuoi riuscire a stare al mio passo nel mondo degli eroi. Dammi retta, per una volta.

Izuku annuisce lentamente, lasciandosi imboccare. ― Quando hai fatto il piercing...?

Katsuki scrolla le spalle. ― Ieri pomeriggio. Mi hanno chiamato da quello studio che ti piace, che avevano un buco per me e di andare a farlo, e l'ho fatto.

Izuku scuote il capo, rimanendo seduto sul suo ginocchio ma voltandosi per osservarlo meglio. ― Ti sta tanto bene, Kacchan...

    ― Lo so già. Da quanto non ci vediamo noi due? ― domanda, con lo sguardo di uno che sa molto bene qual è la risposta.

    ― Ieri pomeriggio. ― replica Izuku prontamente. ― Tu eri al telefono con qualcuno e io cercavo di salutarti, visto che me ne andavo a casa e non ero sicuro se ci saremmo visti prima di lunedì. Tu hai rifiutato il mio abbraccio, stavi scazzando con me, quindi sono andato via e sono tornato da mamma.

    ― Calmati, enciclopedia. ― Katsuki cerca di diminuire il raggio del suo ghigno in un sorriso, senza smettere di imboccarlo. A una certa, Izuku inizia a prendere le singole patatine a due mani e a mangiarle, come un bambino grande, tenero e adorabile. ― Comunque no, ieri mi stavo scazzando perché volevo farti una sorpresa, visto che so che ami i tatuaggi, e soprattutto i miei. ― mormora coscienzioso. ― Pensavo volessi origliare, e mi dava fastidio. Dopo che ho chiuso volevo dirtene quattro ma eri sparito. Quindi mi sono preparato e sono uscito con quei tre. Nuovo piercing, e nuovo tatuaggio. Anzi, due.

Izuku lo guarda con ammirazione, avvicinando inconsciamente il volto a lui con un sorrisone. ― Fammeli vedere, Kacchan, per favore!

Katsuki sogghigna e prende il telefono dalla tasca dei suoi pantaloni.

    ― Sei sicuro? Sono fighi da far paura.

    ― Non ho paura!

Con un sorrisetto preso e fiero, accende il telefono e va nella sua galleria, frugando tra selfies random che i suoi amici devono aver fatto di nascosto, mostrandogli poi lo schermo.

Izuku può percepire i propri occhi illuminarsi e splendere come stelle.

Vede una maschera Kabuki... no, meglio precisare. Vede una maschera Bugaku sulla sua nuca, fatta con inchiostro nero e stilizzata, piccola e delicata. Decisamente affascinante.

    ― Che figo...

Katsuki gli mostra allora l'altra imagine, e Izuku quasi ci resta secco.

Ha l'intero braccio destro tatuato. I motivi sono giapponesi (gli sembra di vedere la grande onda di Kanagawa), ma nota anche altri simboli, come una particolare maschera Oni (che sia Han'nya?). Lui ha sempre, sempre sempre amato le braccia muscolose di Katsuki... e ora ha un motivo in più per farlo.

    ― Mi sento rappresentato dagli Oni. ― spiega allora il biondo, osservando con compiaciuta ammirazione la foto. ― Talvolta sembrano... spiriti animaleschi e feroci. Fortissimi. Le Han'nya poi sono bellissime e incantano tutti.

    ― Perché hai scelto un'Han'nya?

Katsuki sembra farsi più pacifico, e scrolla le spalle. ― Tutti siamo un po' donna dentro. E le donne sono un po' uomini dentro. Avendo tutto, una totalità di questo tipo, dentro di noi, amiamo anche tutto quello che ci circonda. Credo nella bisessualità dell'essere umano, tu no?

Izuku scoppia a ridere. ― Per ora, mi piacciono gli uomini. Ma non escludo la tua teoria.
Tanto è sorpreso che nemmeno si accorge che Katsuki ha effettivamente fatto coming out.

    ― Ecco, tu sei già passato all'altra sponda senza passare dal via, lasciamo perdere.

Izuku ridacchia, rimettendosi a bere il suo ginlemon.

    ― Se non mangi abbastanza ti meno, sappilo.

    ― Dai, cazzo, e non rom-!

Si sente un boato enorme al piano inferiore, che soffoca le parole di Izuku ancor prima che possano venir pensate. Si volta rapido verso la ringhiera, buttando l'occhio al di là di essa con cautela.

Per sua fortuna, sono solo i ragazzi del piano di sotto che si stanno esaltando, tutti ammucchiati sotto al palco. I loro amici sembrano ignorare la cosa: hanno tutti bevuto più di Izuku, per sua sfortuna. Vuole assolutamente recuperare.

    ― Devono star iniziando.

    ― Che fracasso infernale. ― si lamenta Katsuki.

Izuku si volta verso Ochaco, mentre scende da cavalcioni a Katsuki e si affaccia meglio dalla ringhiera; la sua migliore amica sembra l'unica interessata allo spettacolo.

    ― Stanno iniziando... ohh, che figo! Era da mesi che li aspettavo!

Izuku le sorride. ― Li conosci? Conosci i Daemonic Noodles?

Ochaco annuisce contenta, mentre Katsuki sobbalza sul posto. Gli atterra intanto un Eijiro Kirishima ubriaco addosso. ― Sìii! Erano mesi che aspettavo solo che venissero in città. Non potevo permettermi un loro concerto dalla cittadina da dove provengono... non tanto per il biglietto, ma per il viaggio, e lo stare lì a dormire... quindi sono felice che siano arrivati loro da me. E poi i loro membri sono fighi! Me li ha consigliati proprio Katsuki, perché-

Ma la sua spiegazione venne interrotta da una sorta di ruggito, e da un'assordante assolo di chitarra, e una leggera linea di basso.

Ochaco caccia un urlo, entusiasta. ― VAAIIII! Questo dev'essere Michael!

    ― Oh cazzo, no.

Katsuki affonda le mani tra i propri capelli, attirando a sé un'occhiata confusa di Izuku.

    ― Questo è Michael...

    ― QUESTO È IL MIO MIGLIORE AMICO, MICHAEL!

L'urlo potente e rauco di quel ragazzo fa accapponare la pelle ad Izuku, che trasalisce per la sorpresa. Le ragazze al piano inferiori gridano emozionate, e non le può biasimare: dalla voce sa già che dietro al microfono c'è un gran figo.

    ― LA MIA MIGLIORE AMICA HISOKA! FATE UN APPLAUSO ALLA VOSTRA BASSISTA PREFERITA!

Accompagnata da un altro grido feroce, la bassista suona un paio di note, per poi iniziare a suonare bad guy. In quel momento, la band ha la completa attenzione di Izuku.

    ― ALLA BATTERIA, IL MIGLIORE DI TUTTI! Dai Sokka, non prendertela. Sai che ti voglio bene. AKIRAAAAA!

Il sopracitato Akira fa un breve assolo di batteria per accompagnare il basso.

Izuku sente il cuore esplodergli d'emozione nel petto. Sa che è in arrivo qualcosa di grosso. Solo... è un gran peccato. La sua posizione non è ottimale per vedere i ragazzi esibirsi. Sono nascosti da delle colonne portanti; la visione migliore la ha sicuramente la sua migliore amica.

    ― E INFINE IO... IL GIAPPONESE COL NOME PIÙ LUNGO CHE VEDRETE MAI! Pensate che senza copione fatico a ricordarlo... IL VOSTRO AMOCITO!

Nuove grida esplodono nello stabile, e Izuku si mette comodo, pronto per ascoltare.

Che lo spettacolo abbia inizio.



Izuku ammira come può lo spettacolo, con le labbra schiuse dalla meraviglia nel sentire i vocalizzi di Amos. Questo ragazzo canta da Dio, sa decisamente il fatto suo.

Il suo telefono continua a squillare tra le proprie mani, ma lo ignora.
Tutti sapevano che per quella sera lui era indisponibile. Per tutti. Quindi... non ha assolutamente intenzione di mettersi a rispondere al telefono, quando ha la miglior band del mondo a qualche metro da lui.

Ora che ci pensa, poi... tutti i suoi amici sono scesi in pista a ballare già da un'ora, ma lui e Katsuki non si erano mossi perché il biondo, inspiegabilmente, non aveva voglia di scendere.

    ― Ce la fai a chiudere la bocca? ― fa Katsuki, palesemente di malumore. Izuku non lo degna d'uno sguardo. ― Sotto di te si stanno lamentando del fatto che il soffitto ha una tubatura che perde.

    ― Stai zitto, Kacchan... ― sospira Izuku, noncurante. ― Davvero non senti questa... quest'arte? Canta da Dio...

Katsuki sbuffa. ― Io sono Dio.

Izuku sospira esasperato, alzandosi. ― Kacchan, andiamo a farci uno shot al piano di sotto.

E d'un tratto, Katsuki sembra essersi calmato. ― No. Non ho voglia.

    ― Di che? Dai, conosci pure la band. L'hai consigliata a Ocha. Non hai voglia di andare a vederli?

    ― No. Sono brutti. Uno è strano. Il suo Quirk lo ha trasformato.

E a quelle parole, Izuku si illumina. ― Che Quirk ha? Ohhh, Kacchan, Kacchan, ti prego andiamo a vedere!

E si sposta, scavalcando Katsuki e corricchiando verso le scale, ridendo con leggerezza, un po' brillo e un po' innamorato di quella serata.

Se lo sente, succederà qualcosa di davvero meraviglioso nelle ore a venire.

Sente dei passi alle proprie spalle e neanche si volta; sa già che Katsuki ha, quasi sicuramente, deciso di seguirlo di sua spontanea volontà.

    ― Around the world, I'll find... ― canta la voce angelica di Amos, che lo distrae con le ultime note della loro canzone. Alza lo sguardo quando si trova agli ultimi gradini, e guarda come prima cosa il palco.

E il tempo si dilata.

Vede i quattro ragazzi piuttosto punk sul palco. Due di loro stanno suonando basso e chitarra, insieme, schiena contro schiena, e sembrano adorabili nel modo in cui si fissano con dolcezza a momenti alterni. Li riconosce subito come Michael e Hisoka (nel corso della serata, stavano dicendo i ragazzi della band, erano gli unici a essere fidanzati. Oltretutto aveva capito nessuno se l'era aspettato, poiché avevano uno strano rapporto di amicizia che non sembrava poter sfociare in qualcosa di più).

Michael indossa una gonna verde e lunga alle ginocchia, la quale gli ricorda inspiegabilmente un pino per il colore; una camicia nera fuori dall'elastico della gonna e con una manica strappata, completamente sbottonata; ha vari orecchini e collanine tintinnanti addosso, e dei guanti di pelle senza dita. Da lontano sembra di vedere i suoi capelli acconciati in un mullet nero, ma non ne è sicuro: le luci alterano particolarmente il suo colore, ma giurerebbe abbia anche una tinta (è gialla o verde?).

Hisoka ha una maglietta a maniche corte bianca, così oversized che le maniche sono larghissime e le arrivano ai gomiti, coperta da uno strano top nero che sembra parte di una divisa da combattimento, piuttosto sexy, legato sulla schiena da dei legacci; la maglia bianca è infilata dentro i suoi pantaloni neri a sigaretta, tenuti in vita da una semplice cintura annodata come se fosse una cintura di judo; indossa un lungo orecchino pendente e scintillante, molto semplice, ad un solo orecchio, e i suoi capelli sono rasati sul lato destro e lunghi quasi fino alla spalla sul lato sinistro, con le ciocche tinte di bianco sporco, rosa e azzurro chiaro, ma con le ricrescite nere abbastanza evidenti.

Al centro, più in fondo sul palco, su una batteria sopraelevata, Akira si prende una pausa dal ritmo incalzante della canzone, con delle semplici, piccole aggiunte molto delicate. Indossa una strana camicia, nera e corta, con colletto e risvoltini alle maniche bianchi, una cosa che sembra un rosario (troppo lontano per esserne sicuro), un choker e degli occhiali squadrati sul naso piccolo e delicato, legati a lui da una catenella per occhiali con strani ciondoli. Il resto del look è coperto dalla batteria.

    ― A place, to have a friend...

Izuku muove lo sguardo verso il cantante, incuriosito dall'idea di dare un volto a quella voce angelica.
E sbarra gli occhi, e si regge allo scorrimano della scalinata, poiché la visione di quell'angelo stordirebbe pure le statue dell'Isola di Pasqua, e Izuku si sente come se avesse ricevuto una pietra dritta in fronte.

Amos è ciò che di più sconsacrato esiste sulla terra.

La sua pelle è scura e i capelli sono bruni e ricci; probabilmente è di origine latina.
Indossa una maglietta di un tessuto simile alle calze a rete, dei copricapezzoli a X e una giacca smanicata di pelle.
Dei pantaloni di pelle nera, a zampa di elefante, con un buco sul davanti e sul retro che mostra il suo intimo.
Tanti braccialetti e collanine di ogni tipo che tintinnano a ogni suo movimento, e dei guanti senza dita retati.

Sembra Lucifero dopo La Caduta.

    ― Around the world...

Amos chiude leggermente i suoi occhi, dal colore indistinto a causa della distanza e delle luci, e ogni movimento delle labbra grandi e piene incanta Izuku, che lo guarda fisso senza muovere un solo muscolo.

Si sente impietrito di fronte a uno spettacolo del genere. Non è solo il concerto ad attrarlo, oramai. Ora Amos stesso è lo spettacolo, lui e il suo fisico meraviglioso, il suo viso scolpito nella terra e il suo sorriso bianco e con un leggero gap teeth proprio sul davanti, che addolcisce la sua intera figura.

Katsuki resta a fissarlo, ed Izuku improvvisamente si rende conto del fatto che oh wow, Katsuki è con lui.

Izuku sobbalza spaventato e si volta a guardarlo. Il biondo inarca il sopracciglio alla reazione spropositata.

    ― Cosa. ― sbuffa irritato, volgendo il capo di lato. ― Lo so, Amos è mio cugino. Scusa per non avertelo detto prima. ― continua, con uno sputo di sarcasmo e rancore.

Izuku lo fissa scioccato, mentre il tempo rallenta fino a fermarsi del tutto di fronte a lui, e con lentezza si volta verso Amos.

Amos sembra guardarli.
Amos è bellissimo da quell'angolazione, con le labbra quasi del tutto premute sul microfono, il capo inclinato di lato, i riccioli legati in una coda che pendono secondo la sua inclinazione. Gli fa sentire un po'... le farfalle nello stomaco, e non sa bene perché.
Amos che li guarda.
Che sia per il viso dai dolci tratti?
Amos che fa un cenno del capo, forse verso Katsuki.
Che sia per il fare estroverso ma gentile?
Amos che gli fa l'occhiolino (a lui, proprio a Izuku) e addolcisce un sorriso, solo per lui (sempre Izuku!).
Che sia per il suo sorriso?

    ― I'll find a place to be myself.

Izuku arrossisce furiosamente.
Perché sembra che stia parlando con lui?

La canzone si interrompe su quelle note dolci, e tutti gli spettatori gridano eccitati, applaudendo. Si interrompe, e quella bolla spazio-temporale in cui Izuku si era chiuso scoppia.

È un grandissimo peccato, però. Iniziava a vedere un po' di roseo amore corrisposto, per davvero. Forse è solo influenzato dal suo continuo sognare ad occhi aperti, eppure per una volta aveva come sentito la possibilità di dimenticare Katsuki per qualcuno che ricambiasse i suoi sentimenti.

Ma è meglio non illudersi. Per quanto Amos sembri blando, dolce e affabile, è comunque meglio tenersi ancorato a qualcuno che è più vicino, fisicamente ed emotivamente, ad Izuku.

Si volta quindi rapidamente verso Katsuki.

    ― COME FA QUELL'AMOS A ESSERE QUESTO AMOS-

Katsuki lo fissa arrabbiato.
    ― CAZZO NE SO! PUOI SMETTERLA DI GUARDARLO COME SE DOVESSI FARTELO?!

    ― Oh, mi amor, non posso prometterti niente a riguardo. ― mormora Izuku, voltandosi e dirigendosi verso la pista da ballo, mancando per un attimo il modo in cui gli occhi di Katsuki sembrano ingigantirsi all'inverosimile, tanto li spalanca.

    ― O-oi, ma che cazzo intendi?!

"Che momentaneamente voglio limonare con tuo cugino più di quando voglia limonare con te, ma non posso dirtelo o ti arrabbieresti tantissimo e mi faresti esplodere per entrambe le cose" risponde mentalmente Izuku, ignorando i passi di Katsuki alle proprie spalle.
    ― Vieni, aiutami ad alzarmi un po'! Voglio guardarlo più da vicino! ― strilla sottovoce, facendogli cenno di sollevarlo.

Prova un misto tra piacenza e curiosità, entrambi irrefrenabili. Vorrebbe davvero vederlo più da vicino, ma con l'enorme calca sotto al palco gli viene difficile.

Katsuki lo guarda storto, basito. ― No, col cazzo che ti aiuto. Salta. Hai un fottuto Quirk salterino solo per quello, se proprio vuoi.

Izuku alza gli occhi al cielo, sbuffando con in sottofondo Amos che presenta la nuova canzone in lista e sgrida il suo chitarrista per star flirtando con il batterista davanti alla sua ragazza.
Izuku, come il frontman dei Daemonic Noodles, vorrebbe letteralmente dare un calcio sullo stinco a qualcuno (nel caso di Izuku, però, si tratta dello stupido biondo simil-ossigenato).
    ― Va bene. Allora vado a farmi qualche shot. ― e si avvia verso il bancone.

Avverte un ringhio alle proprie spalle. Poi, Katsuki lo strattona per il polso e lo fa voltare velocemente, digrignando i denti per la rabbia. ― Sei viscido.

    ― Sì.

    ― E pure infame.

    ― Lo so.

    ― E pure tossico.

    ― Altro da aggiungere?

Katsuki quasi grida, arrabbiato nero. ― Non puoi minacciare le persone di andare a farti del male solo perché non fanno quello che tu chiedi loro!

Izuku, confuso, inclina il capo di lato. ― ...era più un tentativo di trovare il coraggio di mettermi a saltare in giro come un coglione.

Katsuki lo fissa per qualche attimo a occhi sgranati. Infine, sospira sconfitto. ― Va bene. Stronzetto. Ti alzo io. Ma tu vuoi solo vederlo così, di sfuggita, o vuoi anche incontrarlo? Perché almeno ti...

Ma Katsuki viene interrotto dalla voce di Amos, che dal palco affascina tutti con la sua voce melodiosa e provocante.

    ― He called me... What? ― chiede teatralmente, e qualche ragazzina nella folla caccia un urlo emozionato, seguito da un altro e un altro ancora.

    ― Mamón! ― strilla una piccina in prima fila, che sembra avere circa quindici anni. Tutte urlano con lei, e Izuku le fissa come se stesse cercando di capire se sia il caso di chiamare la squadra antisommossa o gli artificieri.
Non sia mai che abbiano trovato una bomba.

A quelle parole Amos ghigna. Sembra il suo pubblico sappia il copione abbastanza da aiutarlo nella messa in scena.

Izuku, come Katsuki, restano piuttosto stupiti da questo botta e risposta, si fissano per poi voltarsi verso il palco ancora una volta.

Ancora tutto trionfante, Amos si volta verso il suo pubblico. ― You called me... Really?

Il pubblico urla più forte. ― Mamón!

    ― Bitch, you called me...

    ― Mamón! ― urla il coro, con sempre più voci e ancor più forza.

Amos ghigna con soddisfazione e cattiveria. ― How you dare?

    ― MAMÓN!

    ― Called me...

    ― MAMÓN!

Le luci si spengono per un attimo, e la pista cade nel buio.

    ― Mamón? ― bisbiglia la sua voce bassa e diabolica, e parte in quel momento lo strumentale, con ancora più forza di tutte le canzoni precedenti.

Izuku sente le farfalle crescere nel suo stomaco, e un piccolo sorriso fiero cresce sulle sue labbra.
Senza che Izuku lo voglia, nel suo cuore si sta preparando un nuovo sentimento d'amore nei confronti di quel ragazzo e potrebbe essere, come potrebbe non esserlo, un male.

Diciamo che, forse, avere una cotta per due Bakugou contemporaneamente potrebbe non essere il massimo per nessuno di loro.

Izuku percorre rapidamente la linea temporale della sua infanzia, per riportare alla mente ciò che lui e Amos erano stati prima di perdersi nelle loro crescite individuali.

Lui e Amos si erano conosciuti nella casa di Katsuki Bakugou quando ancora erano piccoli, verso i tre o quattro anni, quando Katsuki e Izuku ancora erano qualcosa di vagamente simile a due migliori amici.
Izuku ricorda di Amos come un bambino molto tranquillo e gentile, che pareva apprezzare tanto parlare con lui... ma che allo stesso tempo aveva tanta stima, come Izuku stesso, del biondo; non avevano legato più di tanto, ma sembrava entrambi apprezzassero la compagnia l'uno dell'altro.

Che ne era stato della loro amicizia?

Izuku può pensare solo ad una risposta: si erano persi di vista quando Katsuki lo aveva cacciato dalla sua vita.

Spera, cotta a parte, di riprendere il rapporto con lui.

In quel momento Izuku viene trasportato fuori dai suoi pensieri dalla voce sensualmente arrabbiata di Amos, che attira la sua attenzione come farebbe il canto di una sirena.

    ― Call me "fucked up" , 'cause maybe I am! I always lost my brain in other universes, but not my- fucking choice! Being mamá's children-boy. ― rappa leggermente, incantando Izuku che lo fissa col suo sorriso inebetito.
Il rap è il suo genere preferito, e se davvero nelle sue canzoni c'è anche solo un pochino di spagnolo, be'...
A quando il matrimonio?

E per una volta, riesce semplicemente ad ignorare la presenza di Katsuki accanto a sé per concentrarsi su qualcun altro.

    ― Call me asshole, or fucking stalker. También me gusta mucho verte inside my closet...

Izuku trasalisce, e stringe inconsciamente le gambe, tutto preso dal testo.
Se non sbaglia la traduzione fatta un po' al volo, dovrebbe aver detto che... gli piace vederlo dentro al proprio armadio.
E si pensa chiuso dentro l'armadio di qualcuno, segregato lì, con Amos che di tanto in tanto apre le ante per controllarlo, per sorridergli e dirgli qualche strano complimento un po' yandere.

Nonostante di solito delle parole del genere lo spaventerebbero (ha avuto delle brutte esperienze con Himiko Toga, diciamo che semplicemente preferirebbe non ripetere l'esperienza), se lo dice Amos... quasi si sente confortato.

Si volta, dirigendosi verso il bancone, ordinando due shots di vodka alla pesca.

    ― But don't call me stupid , or idiot or dumb: I'm not a fucking little mamón.

    ― Oi, cosa diavolo stai facendo?
Katsuki gli sta alle calcagna. Sembra più appiccicoso del solito.
Appena nota il contenuto del secondo shots cerca di prenderlo dalle sue mani, ma Izuku è abbastanza rapido da scolarselo di fretta e poggiare il bicchierino vuoto sulla superficie in legno bianco.

Katsuki lo guarda male, posando una mano sulla sua spalla e facendo per portarlo via con sé. ― Razza di imbecille, smettila di bere come se fosse acqu-

Ma Izuku si volta di scatto, e lo fulmina con lo sguardo.
Odia venire insultato.
Le parole escono rapide, forse influenzate dalla canzone.
Adesso anche basta.

    ― Don't call me mamón. ― sibila inviperito.

Katsuki lo guarda basito e, lentamente, toglie la mano dalla sua spalla.
Ha letteralmente la faccia di uno che sta parlando con uno un po' tardo.

    ― Call me demon- I know I am. ― dice allora Amos, facendo voltare Izuku verso di lui. In uno schiocco di dita, Amos può avere l'attenzione di quel piccolo e fragile ragazzo.
A Katsuki, come cosa, non piace per niente.
    ― I can even make you brat your soul if I want that, but not my fucking problem. If your parents will lost a child, well they can make another...

Izuku si morde il labbro, annuendo lentamente.
Gli piace questa canzone. Ha un significato così... fiero, forte. Eppure crudele. Quel tocco di sado-Bakugou che serve, ogni tanto, dalla vita.

Vorrebbe non pensarlo, si sente un traditore, ma Amos potrebbe essere la sua anima gemella.

Parte quindi un assolo di chitarra, e Amos inizia a saltellare contento per il palco, andando a cercare il suo migliore amico. Katsuki si volta verso Izuku con un piccolo sospiro.

    ― Senti, io-

Ma Izuku se l'è data a gambe verso Ochaco, avvistata per un attimo tra la folla.
Difficile non notarla, ha un abito di paillettes rosa pallido molto carino e scintillante.
Katsuki diventa livido di rabbia.
    ― BASTARDO! FAMMI ALMENO PARLARE CON TE PER SOLI CINQUE MINUTI!

Ma Izuku, nel chiasso infernale della sala, lo ignora e sgomita verso la sua migliore amica con un sorriso.
Si sente preso dall'alcol e dall'euforia insieme. Il suo cervello è del tutto sfatto, ma non può fare a meno di sorridere. Sorride come uno scemo, un cretino, un ubriaco... forse come un'innamorato. Ma vedrà poi.

    ― OCHA!

E la bruna si gira, mostrandogli un sorriso luminoso. Ha le guance tutte rosse.
    ― DEKU! HAI VISTO QUANTO È FIGA QUESTA BAND?!

    ― LA BAND? ― domanda Izuku, ridendo. ― GUARDA QUANTO È FIGO IL FRONTMAN, PIUTTOSTO!

    ― GIÀ! ― ride lei. ― QUA NELLA FOLLA HANNO DETTO ANCHE CHE HA FATTO L'OCCHIOLINO A QUALCUNO!

Izuku si copre la bocca, sorpreso, e arrossisce furiosamente.
    ― Credo fosse per me! ― rivela, con tono più contenuto.

Ochaco sgrana gli occhi e poi scoppia a ridere, abbracciandolo con forza e saltando. ― ODDIO! SPERO TANTO DI SÌ! DOPO CHIEDIAMO A BAKUGOU DI FARCELO INCONTRARE! SONO CUGINI, LO SAPEVI?

    ― SÌ! ― rivela ancora. ― E L'HO GIÀ CONOSCIUTO, MA NON LO VEDO DA UNA VITA!

    ― È UN SUPER-FREGNO, VERO?

    ― SEMPRE STATO! ― e ridono ancora, tutti abbracciati, mentre ballano nella folla.

Katsuki ha finalmente liberato, per un po', la sua mente.

Forse dovrebbe offrire un drink ad Amos... per ringraziarlo anche solo della piacevole serata senza il biondo.

Amos si avvicina nuovamente all'asta del microfono, con un sorriso folle di entusiasmo e gli occhi brillanti. ― TELL YOUR MAMÁ, YOU'RE GOING TO DIE! ― canta con il pubblico. ― CALL ME MAMÓN AND YOU'LL BE KILLED BY MY PRIDE! TELL YOUR PAPITO, YOU'LL NEVER COME BACK HOME! YOU MAKE ANGRY THE LITTLE MAMÓN!

La musica si interrompe per un attimo soltanto.
    ― Duh.

E riparte lo strumentale, suonato così bene dai componenti della band che Izuku sente i brividi correre da una parte all'altra.

Improvvisamente, Izuku ha un'illuminazione, e si volta verso la sua amica.
    ― HEY, MA DI CHE COLORE SONO GLI OCCHI DI AMOS?

    ― VERDI! ― strilla lei. ― COME UN PRATO IN PRIMAVERA!

E Izuku si morde il labbro, guardando Amos tra le braccia e le teste dei ballerini improvvisati in pista.

Il suo punto debole sono gli occhi verdi, a dirla tutta.
Il fatto che poi, quelli di Katsuki, siano rossi come il sangue, è semplicemente ironico.

Amos inizia ad avere tutte le carte in tavola per essere l'amante perfetto.

Amos si mette a saltellare di fronte al pubblico, e attira nuovamente l'attenzione di Izuku, che si mette a saltellare allegro sul posto.
     ― Call me "fucked up" , 'cause maybe I am: I always lost my brain in other universes. But not my- fucking choice!

    ― Being mamá's children-boy! ― intona il pubblico, facendo sorridere l'adorabile frontman.

    ― Call me asshole or fucking stalker, también me gusta mucho verte inside my closet. But don't call me stupid!

    ― Or idiot or dumb!

    ― I'm not a fucking little mamón. ― mormora con tono crudele Amos, alzando un braccio e facendo iniziare un rullo di tamburi ben studiato.

Michael strimpella un altro po' la chitarra, e la musica viene coperta dalla voce potente di Amos.

    ― I'M NOT YOUR FUCKING LITTLE MAMÓN!

E, come rituale, a canzone finita tutti esplodono in un gran applauso fragoroso.

Izuku è al settimo cielo mentre salta entusiasta sul posto, le mani appigliate all'orlo della gonna bianca per evitare che svolazzi troppo.

Non sa cosa sia, ma sa per certo che questo è uno dei concerti più belli a cui lui abbia mai assistito.

L'unica cosa di cui si rammarica, è... l'esser sceso così tardi ad assistere.

Deve ammetterlo, vedere il concerto e ascoltarlo soltanto non è per niente la stessa cosa: si pente di essere rimasto al primo piano, seduto nel comodo divanetto con Katsuki a... stare semplicemente in silenzio.
È stato uno spreco di tempo. Per quanto Katsuki sia la persona che ama alla follia da quando ha, probabilmente, quattro anni, ha davvero sprecato parte della sua serata a causa sua, non avendo il coraggio di lasciarlo solo per andare a divertirsi in pista.

Non ha idea del perché, ma Katsuki questa sera ha qualcosa che non va e... letteralmente, è intrattabile. Tiene il broncio. Insulta. Non ha voglia di fare niente. Non capisce davvero cosa gli passa per la testa.

Avrebbe dovuto scendere a ballare con i suoi amici da subito. Ama ballare con Ochaco a mani prese, andare a cercare Denki e Hanta con lei per vedere un po' che combinano (di solito scattano loro foto mentre si baciano per mandarle a Denki), oppure prendere Tenya-Il-Rigido-Iida per mano per farlo ballare con loro e farlo divertire un po'... o anche evitare Mina e i suoi gossip mentre rimorchia qualcuno al bancone per andare a baciarlo in bagno.

Avrebbe potuto fare tutto quello quella sera... ma era rimasto con Katsuki.

Forse la cosa è tossica, e gli sta sfuggendo di mano...

E Amos è proprio ciò che gli tende la mano per riuscire a gestirsi un minimo.

    ― GRAZIE! GRAZIE DI CUORE! ― prorompe il vocione di Amos, facendo sorridere Izuku istantaneamente. ― Mi dispiace solo che siamo già arrivati alla fine del nostro piccolo concerto... ma abbiamo una sorpresa! Per i nostri fans, e per coloro che ci hanno ascoltato stanotte, vogliamo presentare un inedito per salutarci con tutti gli onori!

Michael in quel momento sale su uno dei loro amplificatori, facendo ridere gli spettatori più vicini. ― SIETE UN PUBBLICO MERAVIGLIOSOOOO!

E quasi tutti i ragazzi si mettono a ridere, Izuku e Ochaco compresi, appena si accorgono della gaffe del chitarrista.

Michael indossa un reggiseno azzurrino con un fiocco sopra la sua camicia nera, e sta suonando la chitarra imitando Back in Black degli AC/DC dal nulla più completo. Appena anche Amos e gli altri notano il nuovo look dell'amico scoppiano a ridere, e Hisoka accorre in suo soccorso.

    ― Michael, ma che cazzo fai! ― si sente dire da lei, e tutti ridono a crepapelle.

    ― Me lo hanno dato loro! ― sentenzia fiero Michael, mentre la ragazza gli toglie il reggiseno delicatamente, per poi voltarsi lentamente verso il microfono di Michael, quello più vicino.

    ― Scusateci, poi ve lo restituisco. Promesso. ― e la sala ride ancora più forte quando Michael viene rivestito da Hisoka nel modo corretto (o perlomeno... con il reggiseno non al contrario).

Amos ride, portandosi appresso il proprio microfono mentre Akira nello sfondo ride imbarazzato. ― Dai. Okay che io ho un tipo di tette diverso da quello delle ragazze, ma almeno il reggiseno so che non va messo al contrario.

    ― Non scassare, è da secoli che non ne tolgo uno. ― rivela Michael, e la sala si riempie di "ohhh!" scioccati.

Izuku e Ochaco si voltano per guardarsi basiti, prima di scoppiare a ridere fino alle lacrime, piegati in due dal ridere.

Si sente qualche rumore ovattato, e Hisoka si rimette a parlare al microfono.

    ― Intende che io non lo metto mai. Ha perso le capacità di metterlo. Ahhh, uomini!

E di nuovo tutti a ridere, mentre la coppietta si bacia con dolcezza. La cosa adorabile è, nella modesta opinione di Izuku, il fatto che Amos alle loro spalle disegni cuoricini con le dita insieme ad Akira.

Sono la band sorta-punk più adorabile esistente.

    ― NO NO NO! ASPETTATE! DEVO SAPERE CHI MI HA DATO IL SUO REGGISENO E STRINGERLE LA MANO! ― strilla Michael.

    ― Non essere stronzo, potrebbe averlo portato un ragazzo.

    ― Giusto, mia genietta. CHI È STATO?

E con risate e urla, qualcuno si mette a saltare nella folla, incitato da amici e sconosciuti.

Hisoka si avvicina al bordo del palco e le tende una mano. Dopo qualche secondo, lei e Michael la issano su con loro.

La folla inizia a urlare entusiasta qualche complimento o incitazione, scatenando un applauso generale. Izuku strilla e salta ovunque, causando le risate di Ochaco che rimane ad osservarlo, allietata dalla sua gioia.

    ― MI PIACE CHE VI INCITATE A FARE STRONZATE DA SOLI! Hey, ti ricorderemo per sempre ― ridacchia Michael, abbracciando la ragazza che ricambia timidamente.

Hisoka ridacchia, avvicinandosi per chiedere se volesse una foto col chitarrista. Amos inizia a fare una buffa telecronaca degli avvenimenti, descrivendo il tutto come un commentatore di un documentario sui koala.

Dopo un minuto la ragazza scende dal palco, quasi in lacrime per la commozione e per il continuo sbellicarsi, e salvate nel telefono un paio di foto con Michael, Hisoka e i Daemonic Noodles al completo.

    ― Sai la cosa bella di tutto questo? ― chiede Izuku all'amica, che scuote la testa in diniego, lasciandogli la parola.
Lo sguardo di Izuku è fisso su Amos, che riprende la presentazione dell'ultimo brano della serata. ― Qui nessuno sembra invidioso o arrabbiato. Sono tutti... rilassati e felici. Nessuno si lamenta di non aver avuto una foto con Mike e Hisoka. Nessuno si lamenta di non essere stato invitato sul palco. Tutti hanno riso insieme per il gusto di divertirsi, senza cattiveria. Tutti hanno incitato quella ragazza a salire con loro. Non è meraviglioso? Secondo me è solo il potere della musica che unisce le persone.

C'è silenzio, fatta eccezione per le persone attorno a loro, che incitano la band ad esibirsi.

Izuku ha tutto il tempo di elaborare il suo stesso pensiero con un sorriso dolce e sognante sulle sue labbra.
Crede davvero che ci sia della magia in coloro che riescono ad unire in modo così profondo dei completi sconosciuti per buttar via tutte le emozioni negative da una serata così bella.
Non è solo magico. È meraviglioso.

Poi, sente delle braccia cingerlo, e abbassando lo sguardo vede Ochaco che gli sorride dolcemente, con i capelli un po' arruffati ma decisamente felice.
    ― Sei un... non lo so. Una fetta di tronchetto di natale.

Izuku ride, abbracciandola a sua volta e dondolando con lei sul posto, come se fossero due pinguini a ritmo della musica che è appena partita dalle casse. ― Buoooniii i tronchetti di nataleee!

    ― Are you saying something? ― li interrompe la voce di Amos, facendo ridere Izuku.

    ― Sìii, ho detto qualcosa~ ― replica. Ochaco subito si lascia sfuggire un verso divertito.

    ― I can't hear youu~

Izuku sgrana gli occhi e si volta verso Ochaco, che scoppia a ridere fragorosamente, tenendosi ora la bocca con le mani.
    ― ODDIO! Ma è come se ti avesse risposto per davvero!

Izuku si appoggia a lei, piangendo dal ridere.

    ― I'm too high! Jumping! Flying! Falling! Nice! High! High! ― esclama Amos, e tutta la band inizia a saltare sul palco a ritmo con lui. Le luci cambiano ad ogni salto, in perfetto ritmo con la canzone.

Amos si avvicina ballando al microfono, con un sorrisone perso.
    ― Even my lasts brain cells are feeling fucked up now... Oh~!

E subito ha l'attenzione del pubblico, a quel suono angelico.

Izuku si copre la bocca con le mani, arrossendo furiosamente.
    ― Oh... oddio... ha tipo... gemuto...?

Ochaco scoppia a ridere, dandogli di gomito. ― Izuku! Non puoi farti venire un gaypanic... solo per questo!

Izuku la fulmina con lo sguardo. ― Ti sfido a ripeterlo.

    ― Ooh, gosh! Is this what everyone is talking about? ― riprende Amos, con voce gemente e sensuale, incantando la metà del locale, che lo incita a continuare. ― It's so... ah~ lindo... Muy lindo!

Izuku pesta il pugno a terra, con Ochaco che continua a ridere. ― HO BISOGNO DI QUEL RAGAZZINO CHIUSO IN BAGNO CON ME!

Tenya salta fuori dal nulla, guardandolo confuso.
    ― Midoriya! Hai bevuto troppo?

    ― Nahh. ― lo placa Ochaco, dandogli delle pacche sulla schiena. ― Sta avendo un gaypanic molto grosso.

    ― È IL GAYPANIC PIÙ GROSSO DELLA MIA VITA! AMOS NON PUÒ PARLARE SPAGNOLO IN MODO COSÌ SEXY! È PURE PIÙ SEXY DI HANTA, E LA CREDEVO GIÀ DI PER SÉ UNA COSA IMPOSSIBILE!

    ― MIDORIYA! QUESTI NON SONO DEI PENSIERI CONSONI NEI CONFRONTI DI UN TUO STIMATISSIMO COMPAGNO DI CLASSE!

    ― Más! Más! No hablo japonés cuando haces eso~

Izuku, con le mani che nascondono il proprio corpo sul davanti e rosso per l'imbarazzo, scappa saltellando verso il bancone del lato bar. ― No te preocupes, yo tampoco hablo japonés cuando haces eso.

Ochaco e Tenya si guardano confusi a quella scena.
― Tu hai capito?

    ― Sono la sua migliore amica, ma non ho ancora capito lo spagnolo. Scusa.

    ― Please... I never did that~

Izuku si morde il labbro, chiedendo di corsa quattro shots da buttar giù velocemente.
La sua mente corre, per forza di cose, in un'adorabile scena in cui lui e Amos sono nascosti tra lenzuola bianche a sperimentare insieme le loro prime volte.
Amos lo avrà già fatto?

E quel pensiero lo distrae abbastanza per permettergli di frenare la sua eccitazione tra uno shottino e l'altro, sotto lo sguardo stupito del barista (il poverino è nuovo, credeva che gli shots fossero per Izuku e qualche suo amico).

    ― Please~

Izuku butta giù l'ultimo shot e chiude gli occhi, posando la fronte sul bancone.
Lo stomaco brucia per l'alcol e l'emozione, così come gli occhi.
Si sente... così confuso, e stordito...
E il pensiero di una nottata con Amos lo fa tremare, non sa perché.
Alza il capo così velocemente che quasi si sbilancia da solo all'indietro e si allontana dalla zona bar, facendo per tornare in pista.

    ― I can't understand... anything... ahh~

La musica è alta, troppo alta per il suo cervello sovraffollato di idee e pensieri, e subitamente il rumore assordante del basso e della batteria aumenta tempestivamente il battito del suo cuore.
Cosa che non aiuta in nessun modo la sua ansia.

    ― Por favor...!

Il respiro esce a fatica, mentre cerca di orientarsi per il lasso di tempo necessario a trovare Ochaco e chiederle aiuto.
Ma non ci riesce... le sue palpebre sono pesanti, e tutto gira vorticosamente attorno a lui...
Oppure è Izuku stesso a star girando?
E si accorge così di essersi trasformato accidentalmente in una trottola, e cerca di frenare il movimento confusionario.
Le luci stroboscopiche... il suono martellante e forte... il caldo, la calca...
Non capisce più niente. Si è impallato. Ha seriamente bisogno di aiuto...

    ― You are killing my lasts brain cells...

Ohh... eccome se stai uccidendo i suoi ultimi neuroni, Amos...

Proprio quando Izuku si sente cadere, senza più ossigeno nel suo cervello, qualcuno lo afferra e lo trascina via.

    ― DEKU! MA CHE HAI, DIO SANTO?!

Il capo di Izuku cade di lato, e riesce a intravedere la sagoma di qualcuno vestito tutto di nero che lo trascina lontano dal rumore e dalle luci accecanti.
Richiude momentaneamente gli occhi, lasciandosi sfuggire un gemito dolorante per lo sforzo di resistere al suo attacco di panico randomico.
Non gli piace la piega che sta prendendo la sua vita. Questa storia degli attacchi di panico continui... è troppo strana.

Si sente prendere in braccio, e poi...

Buio.

    ― Oh~ DÌOS MÍO!

C'è buio. La musica arriva con meno forza, e il suo cervello sembra avere il tempo di prendere una boccata di libertà.

    ― Deku! Oi, stai sveglio!

Izuku riapre debolmente gli occhi, richiamato da quella voce rauca, mentre ansima in silenzio alla caccia di un respiro consistente.

Mette lentamente a fuoco Katsuki davanti a sé, che lo posa con delicatezza a terra e gli prende una mano, forse per sentire il suo battito.

    ― AHH~ AAHHH~

Izuku sgrana gli occhi e si ghiaccia sul posto.

Tiene lo sguardo fisso su Katsuki, e in un attimo di lucidità sembra vedere in lui il proprio riflesso: volto arrossato, occhi sgranati, panico e imbarazzo dipinti sul suo viso.

Per i primi dieci secondi di continui gemiti di Amos da qualche parte nella struttura, Izuku e Katsuki restano a fissarsi negli occhi come se stessero cercando di capire chi ha barato a briscola, le loro mani ancora unite.

Izuku ha ancora il fiato corto quando Katsuki si sposta e si siede accanto a lui, con la schiena contro il muro e lo sguardo fisso verso il nulla cosmico.

    ― Respira lentamente. ― mormora Katsuki, a disagio, con voce raschiata. Per una volta, Izuku cerca di seguire il suo ordine e respira in modo più congeniale ad un essere umano normale.

    ― Bravo... sì... respira lentamente, con calma. Non è successo niente di brutto. Dopo però mi spieghi che cazzo è successo. Sembrava che qualcuno ti avesse aggredito.

Izuku chiude gli occhi e annuisce, il capo leggermente piegato di lato, verso Katsuki, e il respiro ancora pesante.

Katsuki lo sta ancora tenendo per mano...
È una cosa molto carina, secondo la mente inceppata di Izuku. La tiene bella stretta e salda. Non ha avuto nessun ripensamento, non ha compiuto nessun movimento che facesse presagire tentennamenti o esitazione.
Katsuki vuole tenere la sua mano.

Izuku accenna inconsciamente un sorriso.

Forse è per questo che lo ama.

Senza che si accorga, Amos smette di cantare e la musica dal vivo termina, lasciando invece spazio a un po' di musica normale, quella che sparano a palla in discoteca solitamente.

Dovevano essere già le undici.

Izuku si corruccia e riapre lentamente gli occhi, colpito dall'improvvisa realizzazione di non sapere dove fosse.
    — Kacchan... — biascica, confuso e stanco, guardando il pavimento. — Dove sono...?

Vede con la coda dell'occhio Katsuki voltarsi verso di lui.        — Siamo in bagno. Il primo posto più quieto e appartato dove stare per farti riprendere.

Izuku mugola in assenso. — Mi aiuti ad alzarmi...? Vorrei sciacquarmi i polsi, ma ho paura di cadere... — dice liberamente.

Katsuki si muove nella zona periferica della sua vista. Poi usa la mano che teneva ancora nella sua per tirarlo su delicatamente, aiutandolo così a rialzarsi.

    — Grazie... — mormora Izuku, tenendo ora gli occhi aperti.

Le luci soffuse azzurre, le piante, il mobilio...
In effetti sono proprio in bagno.

Katsuki si mette alle sue spalle, sorreggendolo con una mano sul petto e l'altro braccio legato in vita, aiutandolo a camminare e dirigendolo verso i lavandini.

Izuku è così preso dall'atto gentile, neanche se ne accorge che i loro corpi sono del tutto appiccicati. Il calore che propagano, però, è davvero piacevole.

    — Che è successo prima? — preme nuovamente Katsuki, accompagnando Izuku in ogni movimento.

Sente il fiato di Katsuki sul collo, e il suo mento poggiarsi sulla propria spalla per osservare tutto.

Izuku sospira, aprendo lentamente il rubinetto. La vista di tanto in tanto va e viene, vede tutto sdoppiarsi. Stupido alcol. — Credo... non lo so...
Davvero vuole dirgli del gaypanic, degli shots di troppo e dell'attacco di panico esattamente successivo?
Forse...
Forse meglio di no.
Riesce ad aprire il rubinetto, e subito passa l'acqua sulle sue braccia. — Ho avuto un- hic. Un attacco di panico. N-non so di preciso perché. Hic.

    — Mhh. — dice solo Katsuki, in un punto imprecisato vicino al suo orecchio. Sposta poi la mano che ha sul petto, per tenerla sul cuore.
    — Battito regolare. — inizia ad elencare tra sé e sé. — Solo un po' di singhiozzo. Biascichi leggermente. Tieni gli occhi abbastanza aperti. Meglio così. — annuisce. — Dopo torniamo di là. Vedi di non bere un cazzo o ti spezzo le tibie e gli omeri. Hai capito?

Izuku annuisce lentamente, chiudendo gli occhi e beandosi della freschezza dell'acqua che scivola tra le sue dita, e delle parole di Katsuki che scivolano melliflue sulla sua pelle, facendolo rabbrividire.

    — Oi. Tieni gli occhi aperti, o ti riporto da tua madre in queste condizioni.

Izuku riapre gli occhi, sbuffando leggermente, prima di chiudere il rubinetto e singhiozzare. — Che- hic, pizza. Andiamo di là. Hic. Voglio incontrare Am- hic.

E Katsuki, con uno strano ringhio, lo lascia lentamente andare.
Izuku, con la scusa del suo malessere, gli prende la mano e si appiccica al suo braccio come una piovra.

    — Voglio vedere Amos...

Katsuki alza gli occhi al cielo. — Se non è ancora impegnato a far sborrare qualcuno sì. Vorrei evitare che il tuo animo vergine quanto quello di uno nato a inizio settembre si prenda traumi.

    — Ma io non sono vergine.

E, per l'ennesima volta nella serata, Katsuki si volta così rapido che il suo collo quasi schiocca. — Come hai detto, scusami.

E non suona come una domanda.

Izuku si morde il labbro, mostrando le sue mani. — Le mie mani non sono vergini.

Katsuki lo guarda malissimo e lo strattona a sé. Sembra imbarazzato. A modo suo. — Ma mi spieghi che cazzo fai nel tempo libero?

    — Il burlone. — e Izuku ride. — L'unica cosa che ho toccato con le mie mani è stata il mio p-

    — STAI ZITT- mhhh mi fai saltare i nervi da ubriaco...! — e lo stringe a sé, facendo per camminare via.

    — Catí!

Quella voce ghiaccia entrambi, che si voltano lentamente verso colui che ha parlato.

Con un grande sorriso e il corpo quasi totalmente nudo, Amos si mostra davanti a loro con entusiasmo.

Lo sguardo di Izuku cade sul suo petto leggermente sudato e con qualche pelo rado sullo sterno. È anche alto, molto alto. Sicuro più di Katsuki. E di Hanta, addirittura. Forse arriva ai due metri addirittura.

È... sexy. Non può fare a meno di sentirsi estremamente colpito e... attratto.

Sorride leggermente a sua volta.

    — Ciao! Alla fine sei venuto! — esclama contento il mulatto, affascinando ancora di più Izuku. Ha una risata dolcissima... — Hai portato anche la tua ragazza? È bellissima!

Izuku e Katsuki si voltano lentamente per guardarsi, quasi basiti, per poi guardare di nuovo Amos.

    — I maschi piacciono anche a me, ma non sono una ragazza. Dev'essere il fattore bisessuale. — replica Izuku solo qualche secondo dopo.






8824 parole

AUTROLINO DALL'ANGOLATORE 


...

Salve, amici di striscia!Non sono Mich!E non sono neanche il Gabibbo!

Sonoiol'unicoil soloil CEO di Ninjago fino a pochi anni falo shippatore seriale di coppie di nicchiail fidanzato gay di una ragazzAio il soloe unicoRYUUNIKE AKA KACCHAN!

Forza, un applauso a me!

Io, il solo e unico che sprona questa donna a scrivere ogni giorno rompendole il cazzo, che l'ha riportata qui su wattpad quando era in crisi! Per voi!

Ma non c'è bisogno di venerarmi, siete tutti troppo gentili... però se volete farlo non vi fermerò.

Vi chiederete sicuramente perché oggi ci sono io a concludere questo capitolo...

la risposta è che quel figaccione di Amos e della sua band sono una mia creazione!Miei OC mai presentati al pubblico in attesa di poterli mettere al mondo tramite una storia, in questo caso LST, l'opera d'arte della mia splendida donna.

Spero che possiate apprezzare questi personaggi che, scherzi a parte, vedo davvero come i miei bimbi e, tranne che per disegni su deviantart, non avendoli mai mostrati al fandom, giuro, sono belli e non vorrei mai che le fangirl inferocite alzino i forconi sul mio Amos perché "gLi rOvInA lA bAkUdEkU" anche perché non è affatto quello l'intent-

Dekumos>>Bakudeku
EHM-

Ma passiamo alle cose serie...anzi no... primaPUBBLICITÀ!

(leggila o ti vengo a cercare sotto casa con una mazza-no no scherzo scherzo, poveri piccini...










forse.)

AirUp non è una semplice borracc-NOOOOONordVPN-nOOOOOOO

Prozis-NO!

Volevo parlarvi un po' di questi miei personaggi, i miei bimbi.Come sono nati, a chi sono ispirati... insomma, chi sono i Daemonic Noodles?

Sono una band di quattro ragazzi, miei OC: Amos, Michael, Hisoka e Akira, quattro ragazzi, Michael il più grande e Akira il più piccolo, che amano la musica e stanno riuscendo a fare lentamente sempre più successo.Si occupano dei generi nu-metal, rap-metal, hard-rock, punk, punk-rock, post-punk e alternative rock, il tutto condito dalle influenze heavy metal, grindcore e magari hip hop.

Amos, di origine ispanica e irlandese biologicamente (padre di discendenza nera e nativo americana e madre irlandese), ma colombiano-nipponica culturalmente, è nato mentre...sperimentavo con i colori.Eh sì.Purtroppo tra i miei copic ho una scelta limitata di colori per pelli chiare, e all'epoca non avevo ancora sperimentato metodi e trucchetti per colorarle comunque, quindi quando usavo i marker ad alcol disegnavo unicamente persone dalla carnagione abbronzata o direttamente persone nere, non che per me fosse un problema dato che trovo i tratti "tipici" delle varie etnie africane, molto belli da disegnare, ma questa era la situazione.Mentre sperimentavo quindi disegnai questo ragazzo, volendo provare a fare qualcuno con i capelli riccissimi, ma lunghi e mi piacque particolarmente.Così non molti minuti dopo, linea dopo linea, feci delle bozze più pensate ed accurate e anche la sua storia si affermò nella mia testa.Così nacque Amos, un personaggio davvero speciale per me, dato che ho riversato molti tratti della mia personalità e disagi personali in lui, decidendo di renderlo il cugino coetaneo di Katsuki e un mha OC per il solo fatto che adoro MHA e avevo un'idea fantastica per il suo quirk.Amos, che in realtà ha due nomi separati da un trattino, Amos-Izan, è un nome biblico (di cui Amos va molto fiero essendo fermamente cattolico), che significa "Portato da Dio" o "Nato da Dio", Izan invece significa "montagna forte/ferma" oppure, nella versione coranica "sottomissione/obbedienza". Il primo nome è praticamente per il contrasto con il suo quirk "possessione", che rimanda più al Demonio che a Dio (in realtà tutto il suo essere cristiano è basato sul fare contrasto con il suo quirk lol), il secondo nome vuole rappresentare la sua fermezza d'animo e il suo essere una persona dall'aspetto forte e solido come una montagna, ma anche la sua sottomissione, forse a Dio, ma più che altro a sua madre...

Michael invece è probabilmente il personaggio che mi diverto di più a disegnare. Volevo creare un vero teppista, un delinquentello alla Banana Fish, gangster dei sobborghi americani, un ragazzo di quelli che diresti "sì, è simpaticissimo, ma meglio non legarci troppo perché... non mi pare un ragazzo sulla retta via".Il suo aspetto fisico non del tutto umano l'ho scelto anche perché in my hero academia i personaggi trovati più interessanti e più apprezzati dal fandom sono quelli che presentano caratteristiche praticamente del tutto umane e mai qualcuno che davvero vada a rappresentare una società in cui i quirk hanno mutato le persone, quindi ho cercato di creare un personaggio figo, sia di aspetto fisico che di carattere, che però rientrasse tra gli "mutanti" dell'universo di my hero academia.Per il suo nome e design ho tratto tutto dall'ispirazione biblica e probabilmente è uno di quei pochi personaggi la cui personalità l'ho scelta prima ancora di farne uno sketch!Michael infatti oltre ad essere un nome non giapponese, ma inglese, (per l'appunto americano) è un nome di derivazione biblica, che in ebraico significa "Chi è come Dio?" o "Dono di Dio" e il suo aspetto da serpente, nonché personalità dai vizi particolarmente "peccaminosi" sono ispirati proprio al serpente tentatore della Genesi.Eppure anche lui è un personaggio molto più complesso di quel che sembri e di cui vado molto fiero.

Hisoka invece ha una storia un po' particolare e forse l'unica, assieme ad Akira, anche se Hisoka molto di più, a cui ho cambiato genere più volte durante la sua creazione!I più esperti infatti noteranno che Hisoka, forse, lo avranno sentito sia come nome femminile che nome maschile negli anime.Questo deriva dalla mia idea iniziale di creare un personaggio intergender in questa band.Per chi non lo sapesse le persone intergender sono persone il cui sesso biologico (e non identità i genere, attenzione) non è del tutto né quello femminile né quello maschile, poiché presentano caratteristiche (più o meno visibili) di entrambi. Ad esempio persone nate all'apparenza donne, ma con cromosomi XY o viceversa! Queste persone esistono e questa non è una malattia, poiché non causa veri problemi alla salute, semplicemente queste persone hanno caratteristiche che possono appartenere ad entrambi i sessi.Certe volte queste caratteristiche possono essere così piccole che neanche influenzano la crescita più di tanto, infatti un sacco di persone vivono la loro vita normalmente senza sapere di essere intergender, poiché per scoprirlo servirebbe una analisi del DNA e se non si hanno caratteristiche che ce lo facciano sospettare perché mai mettersi a fare una analisi del DNA per capirlo? Se non si sospetta di nulla non verrebbe proprio in mente! Hisoka quindi doveva essere intersessule e di genere non binario, usando tutti i pronomi, con caratteristiche leggermente più maschili che femminili.Poi, volendo creare invece un personaggio femminile per la band, ho deciso di renderla una ragazza, però trans! MtF (da Maschio a Femmina).I suoi capelli infatti, bianchi dalle sfumature rosa e azzurre, sono un riferimento alla bandiera trans che è rimasto anche fino alla sua versione finale, in cui alla fine ho optato per renderla una ragazza cisgender dal fisico molto androgino, nella speranza di poter dare spazio ad una bellezza femminile che purtroppo viene a malapena considerata tale e per cui molte ragazze si sentono a disagio.Il suo nome significa "persona riservata" ed è collegato alla sua personalità, che tende a riservare per sé le proprie insicurezze, mascherandole.

E infine Akira!
Akira è l'ultimo che ho ideato e quando avevo accantonato l'idea di rendere Hisoka intersessuale avevo pensato di spostare la condizione su Akira.
Inizialmente doveva avere la sidrome di Klinefelter (cromosomi XXY, quindi un X in più), ma non volendo scrivere cavolate a riguardo ho accantonato l'idea.Quindi alla fine Akira è intersessuale?Ho deciso di lasciare un punto interrogativo sulla cosa.Probabilmente lo è, ma dato che non è mai stato così evidente e sembra solo avere giusto qualche caratteristica effeminata, non lo ha mai scoperto per l'appunto e io, da creatore, non ne sono del tutto certo a mia volta, ma personalmente mi piace immaginare di sì!
A voi la scelta.Akira è il più piccolo del gruppo e lo immagino come un ragazzo dalla personalità particolare (potrebbe avere l'asperger, ma non se ne è sicuri), apparentemente fredda, ma in realtà solo particolarmente incapace nell'approcciarsi al prossimo, nonostante lo vorrebbe. Mi piace immaginarlo come un tronco durante tutta la sua vita, ma come un demone scatenato mentte suona la batteria, come se sfogasse tutto il suo lato casinista unicamente suonando, rigorosamente con gli occhiali illuminati in stile anime mentre lo fa.Tra i quattro è l'unico deciso a finire gli studi (e che non ha lasciato la scuola).Il suo nome significa "Luminoso", "Chiaro" con cui volevo rappresentare non solo le... vibes che questo personaggio mi da grazie al suo aspetto fisico (la sua carnagione varia dal bianco mozzarella al tintarella di luna), ma anche alla sua personalità molto chiara, trasparente e alla sua purezza d'animo.

💃🏻💃🏻IL QUIZZONE!💃🏻💃🏻

Come mai Katsuki sembra così infastidito sin dal principio dalla presenza di Amos?


Come reagirà quest'ultimo nello scoprire che Izuku non è una ragazza e che soprattutto non sta con Katsuki?

Ma soprattutto...Sarà vero che Michael non ricorda come si mette un reggiseno perché Hisoka non lo mette oppure è perché non fanno sesso?
Lo scoprirete nei prossimi capitoli di

L
ST

LEWD, STUPID, TEXT!

Baci baci, ci vediamo~...

-Ryuunike was even here!




P.S.: io, Young Midoriya, aka Young, aka zuzu, mi sono per coincidenza accorta che avrete questo capitolo il giorno di natale. Tanti auguri tesori, da parte mia e di Kacchan!
Rinnovo l'invito per entrare nel mio discord server, così vi faccio gli auguri lì <3

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