6 ❦ ℝ𝕖𝕟𝕘𝕠𝕜𝕦 𝕂𝕪𝕠𝕦𝕛𝕦𝕣𝕠𝕦 ┊ 🌺 𝒻𝓁𝓊𝒻𝒻

ᴄᴏᴍᴍɪᴛᴛᴇɴᴛᴇ: carracostadown

ɢᴇɴᴇʀᴇ: fluff/sentimentale

ᴄʜᴀʀᴀᴄᴛᴇʀ: Rengoku Kyoujurou x fem!Reader

ᴀᴍʙɪᴇɴᴛᴀᴢɪᴏɴᴇ: KnY

ᴇsᴘᴇᴅɪᴇɴᴛɪ ᴜᴛɪʟɪᴢᴢᴀᴛɪ:
(T/n) = tuo nome
(C/c) = colore capelli
(C/o) = colore occhi

ʟᴜɴɢʜᴇᴢᴢᴀ sᴛᴏʀɪᴀ: 1370 parole

ᴀᴠᴠᴇʀᴛɪᴍᴇɴᴛɪ: /

ᴅᴀᴛᴀ ᴅɪ ᴘᴜʙʙʟɪᴄᴀᴢɪᴏɴᴇ: 05/01/2020

ᴄᴏᴍᴍᴇɴᴛᴏ ᴀᴜᴛʀɪᴄᴇ: buoooon anno a tutti :D ebbene sì, dopo tipo due mesi che non aggiornavo sono tornata :') ... cioè... in realtà è dall'anno scorso che non aggiorno LOL . . . si, dopo questa battutina potete picchiarmi, ve lo concedo xD
BaTtUtE bRuTtE a PaRtE... vi prego di perdonarmi, ma come sempre le vostre richieste arriveranno... umh... prima o poi ;-; però arriveranno!
Cooooomunque, non so se piangere o meno per il finale che ho messo :' nel dubbio mi mangio del gelato (?) voi manga reader mi capirete
Enniente, spero che la storia vi piaccia :3 adieu~
P.s.: trovo che la fanart di Rengoku che ho messo nei contenuti multimediali sia molto cute :3 e ci sta bene con la storia uwu

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❦ _____Sea of stars_____ ❦

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«No, così non va... sei ancora troppo rigida!»

«Smettila di ripeterlo, accidenti! Come altro dovrei fare?! Insomma, devo impugnare una spada... dovrò pur tenerla con fermezza!» la ragazza mise un broncio, incrociando le braccia al petto.

L'altro inclinò la testa per poi sorridere raggiante e scoppiare in una fragorosa risata.

«E smettila di ridere, accidenti! Sembro un incapace...»

Il ragazzo pian piano si calmò, ma il sorriso non scomparve dal suo volto. «(T/n)! Ragazza mia, ho detto che sei rigida, non ho detto che non tieni la tua spada con fermezza. Per quanto mi riguarda sei un ottima spadaccina e la mia preziosa tsukugo, hai grandi abilità e forza d'animo... tuttavia usi quella spada come fosse un arma!»

(T/n) lo guardò stralunata. «Ma... Rengoku san... la spada... è un arma.»

Rengoku scoppiò di nuovo a ridere. «Certo che lo è! Ma tu la utilizzi come se ne avessi paura. Hai ragione, è affilata e se usata malamente potrebbe diventare molto pericolosa... tuttavia la spada è una fedele compagna per ogni ammazzademone! Devi fartela tua amica e adoperarla come fosse tua alleata. Sii più tranquilla quando la impugni, sei tu che la comandi... non è lei che comanda te.»

La ragazza annuì poco convinta. Era passato ormai qualche anno da quando Rengoku Kyoujurou, il pilastro della fiamma, l'aveva presa sotto la sua ala. Aveva visto del potenziale in lei e l'aveva resa sua tsukugo.
Le stava insegnato tutto quello che sapeva, tuttavia (T/n) si era sempre esercitata con un bastone di legno... da poco brandiva una spada vera e propria e non si era ancora abituata.

«Okay! Di nuovo!» esclamò il suo sensei, risvegliandola dai suoi pensieri.

La (c/c) annuì, stringendo il manico della sua spada.
Rengoku sorrise ancora, prima di lanciarsi all'attacco.

I due si allenarono fino a metà pomeriggio, almeno finché la spada di (T/n) non finì sul ramo di un albero per via di un colpo troppo forte datogli dal pilastro.

«Oooops! Credo di aver esagerato! Ahahahah!» esclamò Rengoku.

(T/n) alzò gli occhi al cielo, per poi arrampicarsi sull'albero e prendere la spada. Durante la discesa, tuttavia, un piccolo ramo si spezzò e scivolò. Dallo spavento mise male il piede e cadde a terra.

«Tutto a posto (T/n), ragazza mia?» chiese il pilastro porgendole una mano.
Lei la prese e non appena si alzò in piedi sentì una scarica elettrica partirle dalla caviglia. Probabilmente se l'era slogata.

«S-sì! Certo! Sto bene!» esclamò lei, cercando di non mostrarsi sofferente.

Il ragazzo la guardò per qualche secondo. «Va bene... però per oggi basta allenarsi.»

«Ma no! Sto bene, non è niente, davvero...!»

«Ci credo ragazza mia! Infondo so che sei molto forte! Tuttavia ho delle commissioni in centro da sbrigare, quindi riposa pure.»

La (c/c) abbassò lo sguardo, per poi rialzarlo con convinzione. «Allora vengo con te! Voglio esserti d'aiuto, Rengoku san!»

Rengoku la osservò un po', per poi sospirare e sorridere raggiante. «E va bene! Andiamo!»

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«Devo prendere le ultime cose. Non ci metterò molto, aspettami pure qui.»

(T/n) annuì e il biondo entrò in una bottega.
La ragazza batté leggermente il piede a terra e sentì ancora male. Sospirò e guardò il cielo, ormai tinto di rosso e arancione, perdendosi in quell'armonia di colori.

«Eccomi! Scusa se ti ho fatto aspettare, ora possiamo tornare a casa.»
La voce del pilastro la riportò con i piedi per terra e si girò verso di lui. Annuì, per poi incamminarsi lentamente.
Quando, però, si girò per fargli una domanda, non vide nessuno al suo fianco e notò che Rengoku era ancora fermo dietro di lei.

«Che c'è? Non vieni?» chiese, confusa.

«Certo, ma prima permettimi di fasciarti quella caviglia.»
Detto questo mostrò una benda e una speciale crema.

«N-non è necessario.» mormorò lei.

«(T/n), ragazza mia, ti conosco. So che ti fa male e che ti stai trattenendo.»
Le sorrise dolcemente e la (c/c) giurò di aver sentito il suo cuore fare una capriola. I colori del cielo si sposavano perfettamente con la figura alta e robusta di Rengoku e i suoi occhi ambrati brillavano di una luce ancora più ardente... era una visione mozzafiato.

Arrossì leggermente e gonfiò le guance, come fosse offesa. «E va bene...»

Dopo aver messo la pomata alla caviglia e avergliela fasciata, Rengoku annuì soddisfatto. «Bene! Ora torniamo a casa.» disse accucciandosi.

«Emh... che stai facendo?»

«Credi che ti lascerò camminare?» domandò, per poi ridere. «Ahahah! Forza, sali... ti sei sforzata fin troppo venendo con me questa sera. Dovevo lasciarti a casa, scusami. Ma d'altro canto sei testarda come un mulo!»

La ragazza arrossì di nuovo. «N-no, ce la faccio da sola.»

«Me ne starò qui finché non salirai.» Rengoku le sorrise, guardandola da dietro la spalla.

Dopo un po' (T/n) sospirò. Non poteva dire di no a quel sorriso.
Si avvicinò al ragazzo, salì sulla sua schiena e si aggrappò alle sue spalle per non cadere. Lui la tenne delicatamente per la parte inferiore delle ginocchia e si alzò in piedi.

Inizialmente i due rimasero in silenzio.
Ma se per Rengoku era un silenzio tranquillo e rilassante, per (T/n) era imbarazzante. La ragazza doveva dire qualcosa, qualsiasi cosa pur di spezzare quell'imbarazzo che si era creato.

«Grazie...» mormorò flebilmente.

Il pilastro la sentì comunque e sorrise. «Sei testarda e orgogliosa, ormai ti conosco... ma sai essere gentile e dolce. Sei come una spada, alla fine basta saperti prendere e poi sai essere una fidata compagna!»

Cosa vuol dire?!
Si domandò lei, confusa. Ma disse solamente... «Umh... grazie?»

Rengoku ridacchiò e poi alzò lo sguardo al cielo. «Guarda! Si vedono le stelle!»

(T/n) fece come le era stato detto e guardò anche lei in alto. Una miriade di stelle risplendevano nell'ormai cielo notturno, rendendo il nero della notte di un blu acceso. Era come un mare che rifletteva i raggi lunari, trasportando nelle sue onde tranquille un milione di barche con la luce accesa.

«È bellissimo...» sussurrò la ragazza, incantata da tale splendore.

Rengoku la guardò di sottecchi. Gli occhi (c/o) riflettevano la luce delle stelle, rendendo il suo viso più luminoso.

Il ragazzo sorrise di nuovo, per poi prendere un profondo respiro e gridare: «(T/n)!»

Alla poveretta quasi non venne un colpo, sbilanciandosi leggermente. Ma la presa ferrea di lui impedì la sua caduta. «Santo cielo Rengoku san! Mi hai fatto prendere un infarto!»

Lui scoppiò in una fragorosa risata. «Perdonami, ragazza mia!» esclamò senza smettere di ridere.
Quando si fu calmato e il silenzio tornò sovrano tra i due, riprese parola. «A breve partirò per una missione su un treno, si dice che ci sia un demone.»

La ragazza annuì. «Lo so... me l'hai già detto l'altro gio-»

Rengoku la interruppe. «Quando tornerò da questa missione, sposiamoci!»

Il volto della ragazza divenne talmente rosso da far invidia alle fiamme della vesta del ragazzo. «Eeeehhh?!»

«Sposiamoci! Ahahahah!» lui non sembrava per niente imbarazzato, anzi, sembrava quasi fosse a suo agio.

«M-mi stai prendendo in giro.» affermò lei.

Il pilastro della fiamma si fermò di colpo e girò la testa per guardarla negli occhi. Per la prima volta vide serietà sul suo volto sempre allegro. «No, (T/n), non ti sto prendendo in giro. È da quando ti ho vista la prima volta che mi sono innamorato di te.»
I suoi occhi ambrati esprimevano serietà, ma anche dolcezza.

(T/n) si nascose dietro il suo mantello, stringendo forte il tessuto. «Rengoku san... così su due piedi, m-mi hai colto alla sprovvista.»

«Non preoccuparti, non devi decidere adesso... forse sposarsi subito è frettoloso... umh...» sopra la sua testa si accese una lampadina. «Allora, quando tornerò, diventa la mia ragazza!»

La (c/c) alzò il viso dal suo nascondiglio e poco dopo scoppiò in un risolino. «E va bene, Rengoku san... quando tornerai dalla missione diventerò la tua ragazza.»

Il viso del ragazzo si accese e sfoggiò uno dei suoi migliori sorrisi. «Evvai!» esclamò, per poi mettersi a correre.

«Rengoku san! Vai piano!» esclamò la ragazza, aggrappandosi a lui, sorridendo tuttavia come un ebete.

Quella notte i due innamorati navigarono in quel mare pieno di stelle, mentre le loro risa raggiungevano anche il più lontano dei tesori.

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