3 ❦ 𝕊𝕙𝕚𝕟𝕒𝕫𝕦𝕘𝕒𝕨𝕒 𝕊𝕒𝕟𝕖𝕞𝕚 ┊ 🌺 𝒻𝓁𝓊𝒻𝒻
ᴄᴏᴍᴍɪᴛᴛᴇɴᴛᴇ: Otaku_girlll_
ɢᴇɴᴇʀᴇ: fluff
ᴄʜᴀʀᴀᴄᴛᴇʀ: Sanemi Shinazugawa x fem!Reader
ᴀᴍʙɪᴇɴᴛᴀᴢɪᴏɴᴇ: modern AU
ᴇsᴘᴇᴅɪᴇɴᴛɪ ᴜᴛɪʟɪᴢᴢᴀᴛɪ:
(T/n) = tuo nome
(C/c) = colore capelli
(L/c) = lunghezza capelli
(C/o) = colore occhi
(D/p) = drink preferito, alcolico
ʟᴜɴɢʜᴇᴢᴢᴀ sᴛᴏʀɪᴀ: 2396 parole (mi sono superata lmao)
ᴀᴠᴠᴇʀᴛɪᴍᴇɴᴛɪ: ci sono delle parolacce, non so se ritenerlo un avvertimento ma magari a qualcuno potrebbe dare fastidio quindi vi avviso :')
ᴅᴀᴛᴀ ᴅɪ ᴘᴜʙʙʟɪᴄᴀᴢɪᴏɴᴇ: 19/09/2019
ᴄᴏᴍᴍᴇɴᴛᴏ ᴀᴜᴛʀɪᴄᴇ: scusatemi se pubblico adesso dopo aver avuto la richiesta l'8 settembre, ma tra il ritorno dalle ferie e subito il rientro a scuola ho avuto un po' da fare eehh- poi l'idea mi è venuta tipo venerdì e ci ho messo ben quasi una settimana per scriverla lol (per via della scuola, dato che questo è l'ultimo anno sarò piuttosto impegnata MA PRIMA O POI AGGIORNO, ABBIATE FEDE)
Comunque, non è lunga tre pagine ma è divisa in tre giornate ;) è venuta piuttosto lunga e avrei potuto anche magari dividerla ma boh non mi piaceva- vabbò spero possa piacerti comunque ^^
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❦ _____Three days_____ ❦
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Day one
(T/n) osservava agitata lo schermo davanti a lei, le sopracciglia aggrottate in un chiaro segno di confusione, gli occhi che saettavano da una parte all'altra della breve lista composta da neanche una decina di scelte.
Era già andata ad una festa, soprattutto a quella del piccolo paesino dove abitava, ci andava da quando era nata praticamente. Tuttavia non aveva mai fatto parte dello staff e, soprattutto, non aveva mai preparato dei cocktail.
Ne aveva bevuti, certamente; aveva ormai compiuto diciotto anni e appunto per quello era stata chiamata per lo stand.
Sostanzialmente, erano due i ruoli dello staff dei cocktails: preparare gli alcolici e stare alla cassa. Dato che non era pratica del mestiere, (T/n) si era inizialmente offerta per fare da cassiera, ma non riusciva a capire come funzionava.
Alla sinistra dello schermo del pc portatile, in ordine casuale, vi era scritto: cocktails, hugo, spritz, shot, metro shot, quadrato shot e caraffa con vicino i rispettivi costi; alla destra, invece, semplicemente "paga".
Probabilmente era molto più semplice di quello che sembrava, anzi, sicuramente lo era e se avesse smanettato un poco avrebbe sicuramente capito il meccanismo... ma facendo così avrebbe anche potuto fare qualche danno, magari cestinare ordinazioni degli anni precedenti che potevano servire, o cancellare tutto, o addirittura rompere il computer.
Tutto quel casino non sarebbe mai successo, se solo Sanemi le avesse spiegato come funzionava.
Il suo migliore amico era veramente uno stronzo delle volte, per non parlare dei suoi momenti da "donna ciclata", così le piaceva definirlo. Ci aveva fatto l'abitudine ormai, infondo lo conosceva da quando era nata, ma delle volte era veramente pesante... come il giorno prima.
Sanemi aveva fatto parte dello stand per i tre anni precedenti -si poteva dire che era un veterano del mestiere- e quando gli aveva chiesto di spiegarli un po' il meccanismo le aveva risposto: "Che cazzo vuoi, non faccio parte del gruppo quest'anno, fatti spiegare da loro".
Sentiva la rabbia ribollirle nelle vene, ma una mano sulla sua spalla la fece distogliere dai suoi stessi pensieri.
«Oh, Kanao chan, non ti avevo vista arrivare.» disse trattenendo un piccolo spavento.
La corvina le sorrise dolcemente, per poi prendere parola. «Serve una mano? Prima Tanjirou mi ha spiegato come funziona.»
«Mi faresti un favore.» rispose la (c/c), ridacchiando leggermente.
Kanao era una sua coetanea nonché sua amica.
In breve tempo le spiegò come funzionava la cassa -che, come aveva pensato, era molto più semplice di quello che sembrava- e le illustrò anche gli ingredienti per i vari cocktails, finendo con il farne due di prova.
La serata giunse ben presto e così anche i primi clienti; (T/n) se la cavava egregiamente e aveva scoperto che lavorare allo stand era più divertente di quanto pensasse. Credeva fosse noioso, ma aveva dovuto ricredersi... e poi il fatto di avere alcool gratis era decisamente fantastico.
Arrivò ben presto la mezzanotte; stava prendendo un'altra ordinazione, col sorriso sulle labbra, quando lo vide. Avrebbe riconosciuto la sua figura tra mille.
Si guardava attorno con fare annoiato, anzi, decisamente scazzato -tipico da lui- mentre si faceva strada tra la folla seguito dai suoi amici Rengoku, Uzui, Iguro e da suo fratello Genya.
Sanemi si accorse di lei e le fece un cenno col capo, (T/n) rispose alzando una mano, sorridendo appena... voleva tenere il broncio, ma con lui non riusciva a rimanere arrabbiata.
Kanao le diceva sempre che lo perdonava troppo in fretta, ma era più forte di lei.
Così finiva col starci male.
Come in quel momento.
Aveva come l'impressione che la stesse evitando, più nello specifico aveva l'impressione che si stesse allontanando.
Era da un paio di mesi che aveva quella sensazione, ma ogni volta che gli chiedeva se potevano parlare, lui prontambente trovava una scusa. Ciò non faceva altro che confermare le sue preoccupazioni.
Una gomitata dell'amica la fece risvegliare dai suoi pensieri; non si era resa conto di essersi incantata a guardare il vuoto -dato che Sanemi era sparito-.
Farfugliò un "mi scusi" al signore davanti a lei, per poi prendere la sua ordinazione.
Il resto del tempo lo passò così, tra ordinazioni e stupidate da parte del piccolo gruppetto che le fecero dimenticare il suo malessere.
Quel primo giorno di "lavoro" finì e (T/n) crollò in un sonno profondo non appena tornata a casa.
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Day two
La ragazza uscì dalla doccia, il vapore fuoriuscì non appena spalancò le ante, appannando il vetro di fronte a lei.
Si vestì indossando dei jeans bianchi e la maglia completamente nera dello staff, con scritto "festa del Kata" in un rosso fluorescente. Si asciugò i capelli, spazzolandoli poi con cura; infine si mise un leggero strato di mascara, rendendo le sue ciglia già folte ancora più lunghe.
Mise un paio di orecchini, due semplici cerchi in argento, e guardò il suo riflesso allo specchio.
I (l/c) (c/c) erano ben curati e sembravano quasi più lucenti, grazie probabilmente allo shampoo nuovo, e gli occhi (c/c) emanavano una luce propria.
Sorrise soddisfatta, per poi uscire di casa.
Quando arrivò allo stand c'erano già parecchie persone, nonostante fossero solo le 21.
D'altro canto era sabato sera e tutti erano già pronti a scatenarsi, aspettando trepidanti il momento in cui sarebbe arrivato il dj -che si diceva essere molto bravo e coinvolgente-.
Ben presto si ritrovarono pieni d'ordinazioni; (T/n), che era di turno a fare cocktails, correva a destra e a manca per prendere il ghiaccio e i vari ingredienti, stando attenta a non far poi cadere i bicchieri quando li portava ai clienti.
Quando però vide Sanemi arrivare in compagnia di Mitsuri e Shinobu, il suo cuore perse un battito. Sapeva che Shinobu stava insieme a Giyu Tomioka, un ragazzo di tre anni in più; mentre Mitsuri era cotta persa di Iguro ed era persino ricambiata -i due, però, erano troppo stupidi per dichiararsi-. Tuttavia, la (c/c) non poteva evitare di sentirsi infastidita, poiché il suo migliore amico sembrava andare più d'accordo con loro che con lei... anche se, sotto sotto, c'era un altro motivo.
Infatti da quasi un anno si era accorta di non provare della semplice amicizia per lui, non più. Inizialmente credeva di vederlo come un fratello, tuttavia si rese conto ben presto di aver superato quella "fase" da un pezzo.
Il fatto di vederlo in compagnia di altre ragazze la infastidiva e la intristiva allo stesso tempo.
Non voleva sentirsi così; Sanemi non era suo e lo sapeva bene, ma non poteva fare a meno di provare quei sentimenti negativi.
Così (T/n) finse di non averlo visto e lo ignorò bellamente, continuando a fare quello che stava facendo.
Mitsuri, tuttavia, non sembrava pensarla allo stesso modo; iniziando a sbracciarsi e a urlare verso la sua direzione... la sua voce sovrastava persino quella della musica, così fu costretta ad avvicinarsi.
«Ciao Mitsuri, Shinobu...» sorrise alle prime due, per poi guardare l'albino e abbassare di poco il tono della voce. «Sanemi...»
«Come te la stai cavando (t/n) chan?» chiese Shinobu, con la sua voce calma e dolce.
«Bene, sarebbe stato più facile se qualcuno -e marcò bene la parola- mi avesse spiegato il meccanismo. Però pazienza, ho imparato in fretta.» la (c/c) osservò il ragazzo di sottecchi, notando che era distratto a guardare dalla parte opposta.
Sospirò pesantemente e le altre due -fortunatamente- lo intesero come segno di stanchezza, mentre Sanemi se ne stava lì con le braccia incrociate aspettando il suo shot ordinato a Tanjirou.
Dopo aver preso i loro drink, i tre se ne andarono e (T/n) non li vide più per il resto della serata.
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Day three
Il modo in cui il ghiaccio ondeggiava come se stesse ballando a ritmo di musica era un qualcosa di ipnotico.
La sua densità, minore rispetto a quella del liquido, faceva si che galleggiasse sulla superficie e questo portava (T/n) a spingerlo verso il fondo con la sua cannuccia rossa fiammante. Prontamente il solido tornava sulla cima, sbattendo leggermente sul bordo del bicchiere di plastica, di un blu intenso, che rendeva il liquido al suo interno di una tonalità più scura del suo solito colore.
La ragazza se ne stava accasciata sul tavolo, fissando incantata il suo drink. Accanto a lei vi erano altri bicchieri di vari colori.
Non sapeva con esattezza quanti (d/p) aveva bevuto, ormai aveva perso il conto e anche la lucidità. Non era proprio ubriaca... tuttavia non riusciva a pensare lucidamente per più di cinque minuti.
(T/n) socchiuse gli occhi all'ennesimo cubetto che ritornava a galla. Si chiese perché ciò accadesse. Forse al cubetto non piaceva starsene in fondo? Forse era egocentrico e voleva stare in cima, predominare su tutti? O forse era innamorato dell'altro cubetto e tornava da lui ogni volta che qualcuno provava a separarli? -in quel caso lei con la cannuccia-.
L'ultima opzione le ricordò Sanemi, ogni cosa la riportava a lui. Gonfiò le guance, mettendosi seduta e incrociando le braccia al petto.
Esattamente un'ora e mezza prima aveva avuto una conversazione con lui via whatsapp... sostanzialmente era quello il motivo che l'aveva portata a bere di domenica sera, senza nessuno a romperle le scatole dato che c'era poca gente.
(T/n)
Eii, dopo vieni alla festa?
20.45
Donna ciclata 🙅💖
No.
20.50
(T/n)
Daiii
20.51
Donna ciclata 🙅💖
Ho detto di no, smettila di rompermi il cazzo una buona volta.
20.57
Inutile dire che aveva visualizzato senza rispondere, trattenendo le lacrime e iniziando a bere.
Non si era mai spinta oltre il suo limite, ma aveva bisogno di sfogare tutto il dolore che aveva provato in quegli ultimi mesi.
«Idiota, che stai facendo?» una voce a lei fin troppo familiare la riportò coi piedi per terra.
Alzò lo sguardo, incontrando quelle iridi talmente scure da inghiottire quasi completamente la pupilla, caratterizzate da delle specie di spirali più chiare. Trovava i suoi occhi impossibili, dato che non riusciva a dar loro un colore ben definito... ma non poteva fare a meno di rimanere senza fiato ogni volta che li vedeva.
«Sto bevendo, sei cieco?» rispose acida, la voce caratterizzata leggermente dal tipico tono da ubriachi.
«Lo avevo capito genio. Ora però ce ne andiamo.»
«No. E anche fosse, cosa ci fai qui? Avevi detto che non volevi venire e di smettere di romperti il cazzo. Beh è quello che sto facendo!»
«Tu stai facendo la deficiente, è diverso. E comunque mi ha chiamato Kanao.»
La (c/c) si alzò in piedi, barcollando leggermente verso di lui. Si poteva notare la notevole differenza d'altezza tra i due, ma in quel momento non aveva importanza.
Gli mise un dito al centro del petto, come a marcare le sue parole: «Io starei facendo la deficiente? Beh, tu stai facendo lo stronzo! Sono mesi che provo a parlarti e tu che fai? Mi eviti! Non ci sei stato nel momento del bisogno e ora per me puoi andare a fare in culo! Vattene da Mitsuri e Shinobu, io cercherò la cannuccia che mi spingerà via da te.»
Sanemi non aveva ben capito la sua ultima frase, ma comunque il suo breve discorso bastò per farlo arrabbiare.
«Ma che cazzo centrano Mitsuri e Shinobu con te che ti ubriachi?! E non mi parlare in questo modo, sono più grande di te!»
«Non me ne frega un cazzo!» sbottò lei. «Puoi avere dieci, venti, trent'anni più di me, ma non cambia il fatto che ti parlo come mi pare se mi fai incazzare!» detto questo abbassò la testa, sentendo le lacrime che minacciavano di uscire. «Tu dovresti essere il mio migliore amico, dovresti confortarmi, starmi accanto, parlami quando te lo chiedo perché se lo faccio vuol dire che ne ho veramente bisogno e tu lo sai, mi conosci bene...» iniziò a singhiozzare, stringendo i pugni. «Eppure non fai altro che farmi soffrire, te ne freghi di me e di come sto, quando ti parlo sembra che la mia presenza ti irriti... pensavo fosse un problema mio, perché ho capito di amarti, ma io... io non merito tutto questo. Sanemi, io-»
Non riuscì a concludere la frase, poiché sentì un veloce spostamento d'aria e poi qualcosa che le bloccava la bocca.
Per un breve istante il tempo sembrò fermarsi. (T/n) non riusciva a capire cosa stesse succedendo, finché nel suo cervello non si accese una piccola lampadina che riattivò la sua lucidità.
Sanemi la stava baciando.
Inizialmente era un bacio violento, si poteva dire, dato dalla velocità dell'impatto; tuttavia lui lo rese man mano sempre più dolce, facendo coincidere perfettamente le loro labbra. La morbidezza di quelle di lui, stava mandando completamente in estasi (T/n), che sentiva improvvisamente le gambe molli.
Sanemi parve accorgersene o comunque azzeccò il momento adatto, poiché la cinse per i fianchi, spingendola di più verso di sé.
Quando il bacio finì, i due si guardarono negli occhi, ancora molto vicini. La ragazza non aveva praticamente ricambiato per via dello shock.
«Non sapevo come farti stare zitta.» disse l'altro, abbassando lo sguardo e... era rossore quello nelle sue guance?
In un attimo quel momento magico si spezzò e la rabbia tornò prepotente in lei, ma lui le mise un dito sulle labbra per bloccarla.
«Prima che tu dica qualsiasi cosa... sappi che mi dispiace per questi ultimi mesi. Io... io ti amo e non sapevo cosa fare o come dirtelo, cazzo, avevo paura di rovinare la nostra amicizia. Cosa che evidentemente ho fatto comunque, ma, ecco... porca puttana, hai capito no cosa voglio dire?!»
(T/n) annuì, ancora sotto shock, ma poi mise su un broncio. «Sei comunque uno stronzo.»
«Lo so, ma tu mi ami comunque.»
La ragazza sorrise, ridacchiando leggermente. Aveva proprio ragione.
Sanemi si avvicinò di nuovo al suo viso, ma in quel momento lei gli mise una mano davanti, fermandolo. Lui la guardò storto e (T/n) spalancò gli occhi (c/o), sorridendo come una cretina.
«Ora ho capito!» esclamò, alzando il braccio in aria. «Il ghiaccio torna a galla perché si sente solo senza gli altri cubetti!»
La sua mente era stata annebbiata di nuovo dall'alcool, distruggendo quel briciolo di lucidità che le era tornato.
L'altro la guardò storta, per poi prenderla di peso a mo' di sacco di patate e incamminarsi verso casa.
«Sarà una lunga notte.» sospirò l'albino, mentre (T/n) continuava a ridere ed esultare come se avesse scoperto la cosa più importante al mondo.
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