┇𝐏𝐫𝐢𝐦𝐨 𝐎𝐂 𝐩𝐞𝐫 @𝐫𝐚𝐜𝐡𝐞𝐥𝐞𝐬𝐨𝐫𝐫𝐞𝐧𝐭𝐢𝐧𝐨

❝𝘞𝘰𝘭𝘧 𝘥𝘰𝘦𝘴𝘯'𝘵 𝘤𝘰𝘯𝘤𝘦𝘳𝘯 𝘩𝘪𝘮𝘴𝘦𝘭𝘧 𝘸𝘪𝘵𝘩 𝘵𝘩𝘦 𝘰𝘱𝘪𝘯𝘪𝘰𝘯 𝘰𝘧 𝘴𝘩𝘦𝘦𝘱.❞

𝗣𝗿𝗲𝗻𝗼𝗺𝗲
Nerva. Derivante dal termine latino "nervus", è un nome con diverse sfaccettature esattamente come lui. Può significare "potenza, vigore", come "parte essenziale", oppure "prigione". Così come Nerva è consapevole dei propri punti di forza e capacità, così si sente parte essenziale ed integrante del governo. Tuttavia, costretto a soffocare istinti e la maggior parte dei pensieri che gli attraversano la testa, considera il proprio autocontrollo il carcere in cui è costretto a marcire. Potrebbe sembrare esagerato, ma la mente di Nerva è instabile e imprevedibile; tanto pericolosa da costringere l'uomo ad azioni e comportamenti fondamentalmente errati e talvolta privi di senso. La stessa mente che neppure sé stesso riesce a comprendere, la stessa mente che gli ha fatto compiere gesti estremamente impensabili; un pericolo per tutti quelli che decidono di avere a che fare con lui.

𝗡𝗼𝗺𝗲
Sidonius. La famiglia Sidonia è una famiglia importante e conosciuta, per l'agiatezza a livello economico in cui i membri vivono. Fin dall'antichità è stata tradizione tramandare questo nome, passato tuttavia solamente ai figli maschi; infatti questa famiglia è conosciuta per non aver avuto mai figlie femmine, solo per pura casualità. Uno degli ultimi discendenti della famiglia è proprio Nerva, assieme al fratello maggiore che si dice essere rimasto vittima di un'imboscata mentre era uscito per gestire degli affari. Infatti, l'uomo non fece mai ritorno, né si seppe il luogo dove venne nascosto il cadavere; questo è quello che si dice. All'annuncio della sua scomparsa da parte del fratello minore, non si poté fare molto. Era troppo tardi per pensarci. Per essere la figura portante, più luminosa e conosciuta della famiglia, ebbe una fine piuttosto dimenticata. Ironico come un individuo come lui fu lasciato sbiadire e dimenticato perfino dalle amanti con cui Nerva si imbatteva per casa. Ora, l'unico a portare quel cognome è quest'ultimo; lo sfoggia come un trofeo, un qualcosa di cui è tremendamente fiero. Forse troppo.

𝗖𝗼𝗴𝗻𝗼𝗺𝗲
Fervo. Da fervus, che significa nero, è un soprannome che gli venne affidato come insulto dal fratello; un modo dispregiativo con cui egli lo usava chiamare, che piano piano diventò conosciuto e usato da tutto. Detesta quando persone che non lo conoscono utilizzano la parola "Fervo" senza cura o attenzione, anzi, odia quando qualcuno oltre a sé stesso si riferisce a lui con quella parola. È un ricordo tagliente, un qualcosa di cui è fiero nonostante il significato attribuito a ciò che di disgustoso avesse fatto. Il termine, che significa "Nero", sta a simboleggiare un uomo forte, valoroso ma, debole ed instabile nell'animo. Un senso di debolezza invade Nerva ogni volta che ricorda il momento in cui il fratello sputò quella parola, assieme al sangue e rancore che aveva dipinti in volto.

𝗘𝘁𝗮'
Nerva ha trentasei anni. Per essere un uomo dall'aspetto quasi giovanile, porta molto bene l'età; nonostante sia consapevole di avere ancora molti anni davanti a sé, ha passato, subito e vissuto momenti raccapriccianti. Istanti in cui molti avrebbero perso la ragione, momenti che lo rovinarono e cambiarono. Spesso viene scambiato per un quarantenne a causa dello sguardo gelido e del comportamento canzonatorio che riserva a coloro che si considerano superiori a lui. Il modo di fare sicuro e impossibile da mettere in difficoltà è ciò che fa intuire quanto abbia passato Nerva per capire come funzionasse davvero il mondo.
Avrebbe solo voluto scoprirlo prima.

𝗤𝘂𝗮𝗹𝗲 𝗮𝗻𝗰𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗲' 𝗹𝗮 𝘀𝘂𝗮 𝗽𝗮𝘁𝗿𝗼𝗻𝗮?
Tellus. Come questa può apparire splendida, calma, confortevole, nasconde una doppia faccia. Può accogliere, nutrire e crescere ciò che ha creato come può distruggerlo in base ad una decisione improvvisa. Così è a sua volta Nerva. Un pericolo costante, una mina vagante sempre ad un passo dal danneggiare qualcosa o qualcuno. Può mostrarsi calmo, pacato e addirittura collaborativo; tuttavia l'istinto primitivo, l'altra faccia della medaglia, seppur limitata, continuerà ad esistere ed essere una minaccia. Come la terra è sempre in costante sviluppo, ma prosciugamento, così l'umanità e bontà di Nerva svanisce man mano che viene sfruttata e ingannata.

𝗔𝘀𝗽𝗲𝘁𝘁𝗼 𝗳𝗶𝘀𝗶𝗰𝗼
Ian Somerhalder. Nerva appare con un uomo di normale statura, normale fisico e apparenza. Il corpo asciutto, le spalle larghe e la schiena robusta. Ha una brutta cicatrice di un'ustione, di cui preferisce non fare parola, preferendo dire che è stato a causa di un incidente. Il viso è contornato da un leggero accenno di barba, le labbra sottili sempre piegate in una smorfia divertita e pronta a rispondere sfacciatamente. Ha le sopracciglia folte, la fronte su cui iniziano ad intravedersi le prime rughe dovute all'età, le orecchie adornate di orecchini in puro oro esattamente come le pietre preziose agli anelli che porta alle dita. Ciò che colpisce sono gli occhi, cerulei, che assumono tonalità differenti di celesti in base alla luce e alla situazione. Normalmente sono di un blu tanto scuro da sembrare nero, caratteristici dei momenti in cui si ritrova a pensare oppure a mantenere un comportamento rigido e posato per l'apparenza. Tuttavia basta un raggio di luce, un pensiero o un'azione compiuta senza controllo e ciò che sarà visibile sarà un sorriso raccapricciante ed i suoi occhi dalle pupille ristrette, tanto chiari da sembrare grigi. I capelli, in gioventù, li usava portare lunghi, scompigliati e liberi come la criniera di un leone che si ritrovò a tagliare a causa di un motivo ben preciso. Ora li porta abbastanza corti, lisci, ugualmente liberi; a volte ci passa le dita e se li arruffa, soprattutto i ciuffi più corti che gli coprono la fronte. Ciò che davvero colpisce è lo sguardo, talvolta il cambio repentino ed improvviso di intenzione. La facilità con cui la sua espressione riesce a saltare da un gelo indifferente ad un sorriso e delle scuse scherzose è sorprendente. Molti dicono che sia semplicemente nel suo carattere, intimorire e far prendere paura agli altri solo per divertirsi. Eppure, in quei momenti in cui rabbia e rancore sono percepibili, non c'è nulla che abbia a che vedere con la falsità.

𝗖𝗮𝗿𝗮𝘁𝘁𝗲𝗿𝗲
Nerva era un ragazzo gentile, contro ogni aspettativa. Amava vedere il mondo fiorire intorno a sé, assieme alle possibilità che avrebbe potuto cogliere nella vita. Lo studio e l'interesse nella magia l'avevano sempre colto alla sprovvista e si era ritrovato a condurre di nascosto i propri approfondimenti per paura di poter essere scoperto. Era attento alle piccole cose, quei particolari a cui nessuno prestava attenzione, ma che presto lo avrebbero portato a notare le voragini all'interno della propria famiglia. Ognuno agiva in base al denaro, ai soldi, a ciò che garantisse un futuro sicuro e benestante; ognuno era egoista, già allora. Tutti tranne Nerva. Egli era il primo a rubare del denaro che trovava per darlo agli amici costretti a situazioni di povertà, a coloro che supplicavano aiuto, morenti davanti a quegli occhi chiari da bambino che aveva. Per essere un ragazzino, era nato al posto sbagliato nel momento peggiore; ombra del fratello maggiore, bello d'aspetto e slanciato, Nerva era sostanzialmente la ruota di scorta di cui qualcuno, prima o poi, avrebbe deciso il destino. Un matrimonio combinato, un qualcosa che potesse arricchire il nome della famiglia, chissà. Il rapporto con il fratello era a sua volta complesso e inspiegabilmente particolare. Tra i due, Nerva era quello che avrebbe fallito sotto ogni aspetto in vita; era risaputo, perfino senza provare. La sensibilità e l'empatia del ragazzo venivano considerati come debolezza dal fratello Atio, che preferì sempre osservarlo crescere ridendo di ogni sbaglio o momento buio che passava l'altro. "Fervo", apparentemente forte grazie al nome della propria famiglia, ma debole e marcio all'interno; così nacque il soprannome che ancora adesso si porta appresso. Tutto cambiò quando i litigi tra lo zio e la madre si fecero molto violenti; in seguito alla perdita della figura materna, ultima goccia di bontà in un oceano d'accidia, qualcosa si spense. La voglia di provarci, di continuare ad essere sé stesso; a sorridere, a compiere buone azioni perché sarebbe stato premiato. Crescendo, il pensiero di Nerva ne rimase fortemente condizionato. Ogni parola rivoltagli veniva vista con odio e rancore, ogni successo altrui era una disgrazia. Bisognava prevalere. Non poteva permettersi di finire nel dimenticatoio come aveva fatto fino a quel momento; se la bontà non era fatta per esistere in quel mondo, avrebbe risposto con la stessa crudeltà a cui era stato sottoposto. Rabbia che divenne noncuranza nei confronti dei morti di fame che giacevano imploranti accanto alla loro dimora, indifferenza nel fratello che indossava gli anelli della madre defunta. Lui l'aveva capito, come girava il mondo. Senza rendersene conto, iniziò a sperimentare attacchi di profonda rabbia e rancore, alternati a momenti dove si ritrovava ad agire senza lucidità. Iniziò a sentirsi pesante, i sensi di colpa per le azioni sbagliate a tagliargli ciò che ne rimaneva del dispiacere per ciò che era diventato. Non provava più amore nello sfogliare i libri, non riusciva a distrarsi né a trovare conforto nelle poche cose che prima lo aiutavano. Tutto per colpa del fratello. Sempre perfetto, sempre sorridente, sempre pronto a respingerlo o a far finta di non conoscerlo quando veniva chiesto di lui. Parte di sé voleva essere amato, aveva bisogno di qualcuno che fosse capace di amare sé stesso al proprio posto. Una strana ossessione per il fratello iniziò a sbocciare, quando Nerva era ancora appena maggiorenne. Il bisogno dell'essere riconosciuto, la necessità di approvazione. Tuttavia veniva sempre messo da parte, un soprammobile utile solo quando comodo. Non c'era premura nelle parole del fratello, solo "Fervo". C'era amore solo quando le amanti di Atio intrattenevano quest'ultimo, solo allora c'era un sorriso sul suo volto. Voleva che sorridesse così a causa sua. Così, dall'odio e rancore passò ad una gelosia morbosa nei confronti delle amanti. Perfino la volta che lo colse di sorpresa a letto, stretto ad una donna; il suo sguardo era dolce, gentile, fino a quando non incontrò quello di Nerva. Non era più amore quello che li legava; era convenzione, odio, un'ossessione. Erano sforzi di Nerva, inutili e tossici. Non poteva legarsi ad una persona non disposta, non poteva farsi piacere ad una persona a cui non interessava. Se Nerva era capace solo di provare ammirazione nei confronti del fratello, sarebbe riuscito ad amarsi se avesse preso il suo posto, no? Così il tempo proseguì, la figura di Nerva che cresceva in sapienza così come in fama di nome. Eppure non bastava. Non sarebbe mai riuscito ad amare qualcuno, finché il fratello sarebbe stato lì, a guardarlo con disprezzo e disgusto. Era impossibile. Non sarebbe mai a riuscito ad amarsi, non con quei suoi occhi a deriderlo.
Il carattere di Nerva peggiorò man mano che il tempo procedeva, l'irritabilità ormai giornaliera in cui talvolta si arrivava a usare le mani; era più forte di lui, non riusciva a controllarsi. Era inspiegabile quel rapporto; lo amava, lo odiava, sentiva il bisogno di sfogare il proprio nervosismo su di lui. Non riusciva ad inquadrarsi, a causa dei cambi repentini d'umore. Non era rimasto più nulla di quella genuinità. Era stato tutto rovinato dall'ambiente soffocante, basato su inganno e forza, ciò su cui ora concentrava la propria attenzione. Quello che seguì fu l'assassinio del fratello. Pugnalato alla schiena, al torace, al petto. Ogni colpo, un peso di meno; ogni colpo, un ricordo doloroso svanito. Sensazione di piacere, di potere, di supremazia. Era questo quello che desiderava di provare. Ora, concretamente, il ministro mantiene un carattere piuttosto particolare. Nasconde quel lato ossessivo che non gli ha permesso di vivere a dovere gli anni migliori della propria vita, sotto un sorriso sarcastico. Ha sempre la risposta pronta, sa come portare una situazione a proprio favore. Non è il tipo che segue ideali, né trova interesse nel rispettare le regole. È tutta facciata, finzione. Lo fa per il proprio lavoro poiché è richiesto, non per altre ragioni. Ha molte persone in pugno, contatti e spie di qualsiasi tipo. Tramite i legami, perfino tra le persone più importanti di Terre Verdi, Nerva possiede una stretta cerchia di persone che dipendono dai propri prestiti e che seguono ciecamente i suoi desideri. Si può dire che aiuti solo quando gli torni utile a sua volta, non gli piacciono i rapporti di parassitismo in generale. Arriva al tradimento quando la situazione diventa inutile oppure insensata da portare avanti, riservandosi l'odio di molti; tutte le vittime del suo comportamento sono ora condannate ad una vita resa impossibile. Il giudizio altrui non lo sfiora, né preoccupa. Gli scivola addosso con indifferenza, poiché consapevole che la solitudine sia la barriera efficace per contrastare quei sentimenti incontrollabili che farebbero solo che danni; sia a lui che alle persone amate in questione. Tuttavia, se c'è qualcuno che cerca ancora di amare è sé stesso, nei propri disastri e convinzioni sbagliate, nonostante come cosa appaia irraggiungibile. È una delle figure più potenti, soprattutto dal punto di vista economico e si potrebbe dire che, non sembra abusare della propria posizione. Sa mostrarsi calmo e pacato, pronto a collaborare se richiesto. Ascolta quando necessario, propone idee ed interviene, consapevole dell'importanza che riveste e di quante persone vorrebbero essere al suo stesso posto. Tuttavia, ciò che inganna è l'imprevedibilità con cui Nerva colpisce. Prima ride, poi passa alle mani; prima grida, poi sorride e lascia stare. Nessuno riesce veramente a capire ciò che gli passa per la testa e, forse, è meglio così.

𝗕𝗮𝗰𝗸𝘀𝘁𝗼𝗿𝘆
Come accennato in precedenza, la situazione famigliare di Nerva non fu mai molto chiara né pacifica. Seppur il padre morì quando egli era ancora piccolo, la famiglia finì sotto il controllo dello zio, fratello della moglie che Nerva crede aver avuto a che fare con il delitto. Seppure egli fosse piuttosto anziano, fu solo che felice di prendere il posto del padre, conosciuto come grande uomo d'affari e di rispetto. Molte cose non fu in grado di comprendere, né ricorda con precisione; li vedeva sempre, tuttavia, impegnati in litigi dove volavano oggetti ed in cui la madre alla fine veniva zittita poiché ''donna'' e ''ferva''. Era un aggettivo che il fratello imparò dallo zio, un termine probabilmente inventato e storpiato dal latino da cui originariamente deriva. La madre, seppur badava ai figli sempre separati, è l'unica persona che gli sorrise con genuinità e fu quel sorriso ad incitarlo a non arrendersi. Lo stesso sorriso che svanì, quando la donna fu trovata morta, la mattina presto, a terra accanto al letto. Suicidio, dicevano. Frottola raccontata da tutti, lo zio sosteneva di non saperne niente; Atio, che aveva cinque anni in più di lui, si limitò a rimanere in silenzio ed annuire, lasciare un saluto al corpo della madre, mentre Nerva vedeva svanire e perdeva ricordo delle parole gentili, delle carezze e dell'amore che era stata l'unica a donargli. Così nacque il rancore; li aveva visti, gli anelli della madre indossati dallo zio, uomo ormai talmente vecchio che morì un paio di anni dopo di vecchiaia. Lui lasciò ad Atio i gioielli, l'eredità, una bella prospettiva di vita preparatagli su misura, in quanto pupillo prediletto e unico dei due a cui davvero teneva. Aveva poco più di venti anni, Atio, quando si ritrovò a badare al nome della famiglia. Proposte di affari arrivavano ogni giorno, assieme a lettere d'amore e proposte di matrimonio per unire famiglie, a cui non fu mai interessato. Più cresceva e più era perfetto. Era odioso vedere il suo corpo migliorare, mentre colui che era teoricamente la sua ombra, fermo se non sempre in peggio. Era davvero frustrante volerlo aiutare ed essere rifiutato. Perfino Atio aveva i suoi piccoli segreti; era immischiato in alcuni affari piuttosto loschi che avrebbero infangato il nome della famiglia, assieme alla dipendenza dall'alcol di cui era vittima sin da giovane. Le donne divennero un passatempo quando scoprì cosa fosse il contatto carnale e non fu mai un problema per lui, trovare ragazze disposte. Lo stato d'impotenza iniziò a rovinare il resto di bontà che era rimasta in Nerva e comparve la competizione, il bisogno di schiacciare l'altro e farsi riconoscere. Il carattere del ragazzo subiva brutte salite e improvvise discese, tanto che arrivò ad aggredire il fratello, in preda ad una crisi incontrollabile. Sapeva di avere qualcosa che non andava, qualcosa che lo contraddistingueva da tutti gli altri ragazzi che non avevano dovuto affrontare e vedere ciò che aveva visto lui. La situazione lo stava facendo uscire di testa, era stato l'ambiente in cui era cresciuto a rovinarlo tanto. Sarebbe stato un ragazzo così gentile, spontaneo e volenteroso se non fosse stato per loro. Per i soldi, il bisogno di arricchirsi a spesa degli altri. Loro, coloro che avevano iniziato a rendere succubi i famigliari, lo zio, il fratello, sé stesso; seppur non direttamente, Nerva era rimasto vittima dei comportamenti altrui ed era cresciuto con l'idea che fosse possibile eliminare il male e ciò che infastidisse con le proprie mani. Gli avevano insegnato che potesse essere l'artefice della propria vita e che ferire gli altri fosse un qualcosa di necessario se non si voleva essere usati oppure feriti. Tuttavia, il fratello mai l'usò; era strano da spiegare il rapporto che legava i due, ma mentre Nerva peggiorava, Atio preferiva stargli lontano ed evitarlo. Forse non voleva ferirlo ulteriormente, forse voleva lasciarlo fuori da quella prigione in cui si era costretto e, per certi versi, fu Nerva a liberarlo. Fu lui ad uccidere il fratello, la scottatura al fianco come ricordo della sera in cui lo pugnalò ripetutamente. Non voleva fare a meno di lui, non voleva rinunciare alla sua presenza; proprio perché lo vedeva infelice, proprio perché era consapevole delle limitazioni che gli causava, considerò l'omicidio come necessario. Il ricordo del fratello, disteso su un lago di sangue, la gola mozzata e gli arti che avevano smesso di ribellarsi a partire dal secondo colpo. Forse aveva capito le intenzioni dell'altro, le difficoltà che aveva affrontato per una vita a causa sua. Probabilmente voleva vederlo felice a sua volta; per quanto fosse complicato, Atio rimaneva pur sempre un fratello maggiore. Non chiamò aiuto, anzi, si limitò a guardare quell'assassino che era nato dall'odio represso di un'intera infanzia, nei confronti di tutti. Gli sorrise, alla fine. ''Fervo'', fu tutto quello che disse, il sangue che gli bagnava le labbra e lo sguardo ormai spento. ''Fervo'' è la parola che lo perseguita, da quel momento. ''Fervo'' è il nome con cui usa riferirsi a sé stesso. Fu sorprendente la velocità con cui si rimise in piedi, iniziò a pensare al futuro, divenne Ministro. Ciò che accadde nella propria famiglia non venne mai scoperto da nessuno, se non da una figura importante, a sua volta non affermata, che decise di appoggiarlo poiché in parte, forse, gli ricordava sé stesso. Sapeva a sua volta dei consensi pericolosi che aveva il fratello e i suoi ambiziosi piani. Sembra quasi ironico il fatto che divenne Ministro di Tellus, colui più strettamente relazionato all'economia. Forse non voleva permettere che accadessero nuovamente vicende del genere, forse voleva cercare di controllare ciò che aveva mandato in rovina una famiglia ormai perduta. Era puro piacere personale e obbiettivo, niente di più. Dimostrare agli altri che sbagliavano a considerarlo la cosiddetta ruota di scorta che non avrebbe mai avuto successo nella vita; questo è quello che vuole fare. Rinfacciare agli altri che i limiti sono pura convenzione.

𝗣𝗼𝘁𝗲𝗿𝗶
Magie creative: ★★★★
Magie distruttive: ★★★★
Magie di stato: ★★
Magie di annullamento: ★★★★

𝗗𝗲𝗯𝗼𝗹𝗲𝘇𝘇𝗲
Principalmente, ciò che più limita Nerva è la propria testa. Gli incubi che non gli permettono di chiudere occhio la notte, i poteri che non funzionano se non in condizione di reggere. Egli, infatti, soffre ancora limitazioni a causa del pensiero e delle ferite del passato; non riesce a guardare la cicatrice al fianco, non riesce ad indossare anelli né a vedere danzatrici. Sono quelle piccole cose che fanno perdere la concentrazione, cosa che gli accade piuttosto facilmente. È una vera seccatura, soprattutto per l'alto livello posseduto che deve essere affiancato ad un importante livello di attenzione. Soprattutto quando viene colto da improvvisi momenti del genere, si ritrova limitato da forti mal di testa. Pare quasi che a volte il proprio corpo sia troppo stremato e inadatto per poter reggere la magia e la potenza di cui dispone. È come possedere un'arma di alto livello, ma essere incapaci di utilizzarla. Grazie ai propri studi e pratica, concentrati in gioventù principalmente, può affermare di poter essere uno dei maghi più potenti di tutta Tellus, malgrado le notevoli limitazioni. A volte, a causa degli improvvisi attacchi di ira potrebbe arrivare ad usare i propri poteri in maniera sconsiderata, motivo per cui cerca sempre di evitare possibili situazioni che potrebbero fargli del male e danneggiare anche gli altri.

𝗥𝘂𝗼𝗹𝗼
È il Ministro di Tellus, colui che è stato incaricato di detenere e controllare l'economia all'interno delle Terre Verdi.

𝗢𝗿𝗶𝗲𝗻𝘁𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝘀𝗲𝘀𝘀𝘂𝗮𝗹𝗲
Nerva è incapace di provare attrazione fisica. Non ha mai sperimentato né amore, né attrazione nei confronti di qualcuno in tutta la sua vita; nessuna delle amanti del fratello l'ha mai catturato, come nessun uomo con cui ha parlato. Potremmo definirlo asessuale, in quanto schifato anche alla sola idea del contatto fisico. Detesta quando qualcuno lo sfiora, cerca di toccarlo; solitamente risponde piuttosto violentemente. L'unica persona che non lo infastidiva era il fratello; ancora adesso non capisce che genere di rapporto ci fosse tra lui ed il fratello, distaccato nonostante le suppliche di Nerva. Probabilmente era solo ossessione, amore malato. Egli fu l'unica persona da cui si sentì emotivamente imprigionato e come cosa, non gli piacque affatto. Non fece altro che ferirlo, rovinarlo. Si potrebbe dire demiromantico, in quanto è il legame con cui stringe a imprigionarlo davvero e farlo uscire di testa. Ci sono voluti molti anni per legarsi tanto al fratello e difficilmente sarebbe capace di lasciarsi andare con tanta facilità con qualcun altro. Anzi, è molto probabilmente che con lui la propria famiglia finisca; si considera i fuochi d'artificio in una notte buia, potenti quanto poco duraturi, solo il ricordo a tenerli vivi nel tempo.

𝗙𝗮𝗺𝗶𝗴𝗹𝗶𝗮𝗿𝗶 𝗲 𝗮𝗺𝗶𝗰𝗶
Semplicemente, non possiede né famigliari né amici. Tutti i rapporti che ha instaurato hanno un doppio scopo, in particolare quelli con il Re di Terre Verdi (di -odissea) e con gli altri Ministri (tra cui quella di s-starspace). Non conosce cosa sia l'amicizia, avere qualcuno che si preoccupi senza voler ottenere qualcos'altro in cambio. Non c'è molto da aggiungere, di sicuro la figura di Atio è stata la più influente, assieme a quella della madre. Tuttavia, essendo entrambi morti, può dire che l'unica persona con cui ha un rapporto piuttosto stretto sia sé stesso.

𝗖𝘂𝗿𝗶𝗼𝘀𝗶𝘁𝗮'
-Indossa degli anelli particolari; gli stessi della madre, rubati poi dal fratello. Questo è il motivo per cui non si fida a stringere la mano di nessuno. Oltre ad essere schifato dal contatto fisico, teme che gli altri vogliano rubarglieli poiché di grande valore economico.

-Sì tagliò da solo i capelli, lunghi fino a metà schiena. Le punte gli si macchiarono del sangue del fratello e per quanto li lavasse, continuava a sentire quel fastidioso odore ferroso di sangue rappreso. Così se li tagliò molto casualmente e si può notare per l'imprecisione del taglio, volendo chiudere definitivamente il capitolo "Atio". Probabilmente, la convinzione di sentire ancora il sangue dell'altro sui capelli era alimentato da un fattore psicologico.

-Non è una persona schizzinosa nel mangiare, né si lamenterebbe se gli si sporcassero gli abiti; per essere un uomo tanto ricco, non gli interessa quel tipo di apparenza.

-Molte donne hanno cercato di avvicinarsi a lui, in particolare dopo la morte del fratello, ma non dedicò mai un briciolo di attenzione a nessuna di queste.

-Ha un orologio da taschino che tira fuori quando è nervoso oppure annoiato; principalmente lo usa per poter pronunciare il classico "si è fatto tardi, ho altri affari da sbrigare". Fino ad allora non l'ha mai tradito, la vecchia maniera è sempre la migliore.

-Sorprendentemente, è molto attento ai propri incassi e spese. Detesta il gioco d'azzardo e i vizi che hanno condotto in rovina la propria famiglia; sembrerà stupido, ma non ha mai fumato né si è mai ritrovato ubriaco.

𝗩𝗼𝗰𝗲
Iam Somerhalder - Damon Salvatore

───※ ·❆· ※───

Questa era il mio primo personaggio per la role di rachelesorrentino. Ammetto che non mi entusiasma molto, speravo di mettere meglio per iscritto le idee ma vbb. Tanto alla fine mi rifaccio sempre in role, spero che sia il caso anche stavolta.
Ho paura di aver messo le magie troppo elevate, ma siccome c'era scritto che fosse uno dei maghi più potebti di Tellus mi sono detta di andarci pesante e di equilibrare con le debolezze. Per quanto riguarda i rapporti, non ho granché specificato in quanto non mi piace ripetere cose che ho già detto prima e credo che si sia inteso il rapporto che ha avuto con i famigliari. Per quanto riguarda i legami con personaggi in role, ho preferito essere piuttosto vaga al momento, piuttosto di spiattelare tutto subito. Anche perché volevo sistemare la scheda prima di aggiungere dettagli vari; almeno così spero di aver dato un'idea più mirata di come sia questo personaggio e di come potrebbe rapportarsi.

Se c'è qualcosa che non ti convince, lo capirei, avvertimi pure. Questo personaggio, diciamo, è stato una sorta di "sfogo" in questi giorni ed è per questo se è così disastrato e pieno di drama. Prometto che la guardiana di Aer che sto facendo sarà migliore.
E nulla, questo era tutto.

Lady_Infinite_Beyond

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top