capitolo trenta - i segreti di famiglia
Harry tornò a casa poco dopo: col ministero distrutto e gli innumerevoli feriti, il suo lavoro era cercare i colpevoli.
Preferette tornare nella sua dimora per iniziare il duro lavoro; ma nella sua mente c'era solo Lei,
colei che aveva mentito spudoratamente su sua figlia.
-cosa aveva detto al parto?-
Questa domanda lo colpiva il cuore e riempiva la mente.
Entrò in casa e trovò sua moglie seduta sulla sedia del tavolo, con il giornale tra le mani. Gli occhi erano arrossati, come se avesse appena finito di piangere.
Alzò lo sguardo dal pezzo di carta solo quando Harry tossicchiò per far notare la sua presenza.
"Siediti" disse secca con gli occhi riempiti d'odio
Harry capì: Hermione o Albus avevano parlato.
"Ginny, posso spiegarti..."
"COME VUOI SPIEGARE CHE ANDAVI A LETTO CON LEI QUANDO AVEVI UN FIGLIO CON ME!"
"Ginny, non è come sembra"
"IO MI OCCUPAVO DI SIRIUS E TU STAVI CON LEI!"
"Mi ha manipolato!"
"Tu hai manipolato lei!"
Ginny provò ad uscire dalla stanza per non scoppiare a piangere avanti a quegli occhi verdi, ma una mano fredda strinse una sua.
"Lasciami spiegare"
Si sedettero l'uno avanti all'altra nel salotto. Lei era distante anima e corpo da lui.
"È successo solo una volta"
"Quando"
Harry non rispose a questa domanda e non era intenzionato a farlo.
"Ginny, posso spiegare?"
La donna era ferita nel più profondo del suo cuore. Crepe dopo altre ricoprivano l'organo e tutto ciò che alimentavana il suo amore stava svanendo.
Come aveva potuto tradirla?
Stava sul punto di piangere, di sfogare tutta la sua rabbia nelle lacrime.
"Sì"
"Dopo l'attacco dei vampiri nel regno dei Dannati, Morgana mi chiese un aiuto nella ricerca dei colp-"
"E che aiuto che le hai dato"
Sbuffò e spostò lo sguardo alle spalle del marito.
"Poi il resto è prevedibile"
"Dov'è mia figlia"
Harry non sapeva che dire: neanche lui sapeva dov'era la sua piccola creatura.
"Io..io non lo so"
"Oh, vero, dov'è tuo figlio?"
"Mamma, è una bella femminuccia la mia sorellastra"
I due si voltarono: Albus e Sirius erano scesi al pian terreno.
La voce secca del figlio minore era un colpo lancinante; era stato solo un errore perdere la testa per Morgana. Era stato un errore perdere tutto.
"La cosa divertente è che a me di questa fanciulla non mi è stato detto niente. Usciamo Al?"
"Con piacere Sir"
Si scambiarono uno sguardo d'intesa e si avvicinarono alla porta.
"Vostra sorella non ha mai respirato; è nata morta. Io ero convinto che la figlia di Morgana fosse morta ma per le persone che ami si fa di tutto"
Albus si bloccò con la mano sul pomello di ferro e si voltò lentamente, con il palmo gelato del fratello sulla spalla.
"Come si chiama?"
Quella domanda devastò Harry.
"Magari Susan o Hayley"
Harry non sapeva nemmeno se avesse un nome. Tutte le sue conoscenze erano crollate come il muro di Berlino.
"Harry, vieni di là. Ragazzi, tornate per cena."
Ginny lo guardava come se fosse un assassino. Lo disprezzava.
"Usciamo con Rose e Hugo, non torniamo per cena"
A quel nome, Harry si voltò e la lampadina gli si accese.
"Oggi l'ho vista strana al Ministero. Ha combattuto perfettamente contro la Mangiamorte"
"Non cambiare discorso papà. Rose è sempre la stessa. Tu no."
I due lasciarono la dimora e iniziarono il loro cammino verso la Tana.
Ginny aspettava Harry in camera da letto. Teneva tra le mani una lettera sigillata con della cera nera. Al centro c'era uno stemma raffigurante delle ali non definite.
La moglie gli porse la carta color avorio e i suoi occhi verdi si puntarono sulla firma: cosa significava quella missiva?
"Adesso capisco tutto. L'ha mandata anni fa. Il 31 agosto 2017."
Harry fece per aprirla, ma venne bloccato dalla mano candida della donna.
"Promettimi una cosa"
Harry annuì.
"Se la trovi, dille che è figlia mia"
I due fanciulli arrivarono agitati dagli zii.
Il padre aveva scoperto il loro segreto come loro avevano scoperto il suo.
"Albus, prima di entrare, devo dirti una cosa"
Sirius si portava questo peso da troppo tempo: era il tempo di svelare le carte.
"Forse ho scoperto se Lily è viva o meno"
"Non m'importa, ormai. Non sarà mai mia sorella"
Fece altri pochi passi e si ritrovò alla porta di legno della famiglia Weasley.
"Forse è un dannato"
"Come?"
"Arrivo" si sentiva in lontananza
"Morgana Rèal Black, ultimo dannato beta della famiglia Rèal..."
"Ragazzi! Entrate"
Rose accolse i due ragazzi con un abbraccio e li fece accomodare.
Sirius la squadrò per bene.
Era davvero simile a quella polaroid di quel dannato, un esemplare molto elegante, trovata nell'angolo più remoto del cassetto del comò del padre.
Era davvero bella Rose...
Ma Sirius la conosceva davvero bene?
Non aveva mai cercato a fondo nella sua anima?
Conosce i suoi segreti oscuri nascosti in quelle iridi scure e avvolgenti che ti ipnotizzano?
Si sedettero sul divanetto.
Rosy, coi suoi lunghi capelli rossi che le ricoprivano le spalle, si sedette accanto a Sirius.
"Hey, come mai qui?"
"Prendiamo un tè e poi usciamo"
Non smetteva di guardare Rose: nella tua testa faceva un confronto fra le due donne.
"Rose, Sophie quando torna da Parigi?"
Hugo non aveva superato la cotta del cugino per la modella parigina e non perdeva occasione di fargli capire la sua posizione sulla fanciulla.
"Torna domani mattina. Albus, come sta tuo padre dopo l'aggressione al Ministero"
Albus fece per rispondere ma il fratello gli bloccò l'arto inferiore.
"Non dire di Morgana" gli sussurrò nell'orecchio
Sirius aveva sospetti, se non certezze.
"Rose, devo dirti una cosa"
A Rose le si gelò il sangue, diventò pallida e non rispose.
"Papà l'ha scoperto"
"Cosa?" sibilò Rose
"Sei un dannato alpha e lui lo sa. Un dannato come un suo vecchio amore, sai?"
"Ah, si? E adesso come facciamo?"
"Non potete uccidere il mio zietto per un piccolo segreto" s'intromise Rosy con fare ovvio.
"Nessuno sa niente della tua specie, o almeno tutti fanno finta di non saperlo."
"Che vuoi dire, biblioteca vivente?" chiese Hugo alzando gli occhi al cielo
"I dannati hanno un regno proprio, non dipendono dal Ministero Inglese. La storia è troppo lunga. Poi ve la racconto. Iniziate ad uscire, io prendo la borsa e vengo"
Rosy corse al piano di sopra e lasciò che i compagni uscissero.
-
Hogsmaed era ancora più bella in estate; l'emporio di Zonco era pieno di studenti alla prese con qualche scherzo: meritevoli discendenti dei gemelli Weasley.
Un giovane dai tratti italiani osservava attentamente un suo coetaneo, più attraente e più misterioso.
"Fratello"
Il tono duro distrasse Jonn dall'osservare un gruppetto di ragazzi.
"Lo stolking è reato e non credo che la bella Rose non possa godere della tua presenza in carcere"
"Al Vaticano non ci sono i carceri? Vorrei tanto dividere la cella con te"
"Sempre e per sempre, no?"
Jonn rise e non si voltò verso il giovane.
"L'amicizia con i vampiri ti trasmette queste perle di saggezza?"
"Mica ti dispiace se ho trasformato il tuo anello di famiglia in uno solare?"
Jonn non rispose alla provocazione di Alex.
Erano molto diversi i due, in realtà: Alex era biondo scuro e i suoi occhi erano più chiari di quelli di Jonn.
Più alto e muscoloso, portava abiti regali: una camicia bianca con ricami blu ai polsini e un elegante pantalone scuro.
"Jonn, non voglio che ti innamori di lei. Lo dico per te" disse Alex rompendo il silenzio
"Per me o per la tua nuova famiglia?"
"Sei tu la mia famiglia, l'unica cosa dei Riddle che mi resta"
"Hai le gemelle e i tuoi amati Grindelwald. <Mamma Morgana> non ti fa mancare nulla, neanche i guai"
"Le gemelle non hanno il mio stesso sangue. Jonn, siamo atomi dello stesso composto, io e te."
Jonn sospirò e seguì con lo sguardo il sorriso malinconico della fanciulla, intenta a squadrare un abito da ballo di un chiaro azzurrino.
"Non mi stai ascoltando. Il bacio ti è andato alla testa?"
"Alex, la ucciderò per te e farò tutto, ma almeno fammela guardare felice. Voglio vederla sorridere prima di farla soffrire per me."
Si voltò per la prima volta: i suoi occhi profondi scrutarono Alex. Privi di amore fraterno, li sbattè più volte per fermare le goccioline che offuscavano la vista.
"Siamo atomi dello stesso composto, io non posso essere peggio di te"
"L'amore è una bugia, fratellino. Sai, la cosa bella di essere un dannato, è che puoi smettere di provare."
"Voi dannati prendete tutte le cose maligne da ogni essere soprannaturale: potete spegnere le emozioni come i vampiri, volate come gli angeli, tormentate come i demoni, incantate come le sirene e manipolate come i maghi."
Alex si limitò a guardarlo. Non riuscì a dire altro.
"Voi avete sempre una scappatoia, io no. "
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