capitolo sedici - un nuovo affascinante Riddle
Passarono due mesi dalla fine di Hogwarts.
L'estate era quasi terminata, e Rose doveva scoprire cosa fossero le sale maledette; sicuramente coivolgeva Hogwarts: solo lì potevano starci stanze strane.
La collana di rosa e tutto ciò che riguardava Delphie le tormentava il sonno: non riusciva a capire come quella collana fosse entrata nelle mani di Sophie.
Come se non fosse abbastanza, ogni notte si svegliava e il braccio sinistro bruciava terribilmente.
Un'energia voleva uscire dal suo corpo e diffondersi.
Si sentiva strana.
Questi pensieri la mettevano di mal umore e la stanchezza si faceva sentire.
A tredici anni una ragazza dovrebbe essere serena, ma Rose di certo non lo era...
Una calda mattina di Agosto, Rose era sul suo letto a leggere un libro sulla storia di Hogwarts quando Hermione entrò nella sua stanza.
"Rose, c'è Scorpius che ti vuole."disse la donna.
"Ehm, scendo subito."
Rose arrossì improvvisamente.
"Ah, domani a che ora torni dell'appuntamento con James?" chiese Hermione aprendo la finestra che c'era in camera di Rose
"Hermione usciamo solamente, non è un appuntamento. Siamo amici."
"Sai, mi date l'impressione di me e Ron."
"Seguendo la tua teoria, giù c'è Victor Krum?"
Hermione non rispose e uscì dalla camera.
"Gli adulti? Che gente strana"
Rose scese la scala a chiocciola e vide Scorpius alzarsi dalla sedia; indossava una polo bianca e un jeans semplice.
Si sistemava freneticamente il colletto della polo: era molto ansioso e il suo viso pallido divenne rosso come i capelli di Ron, il quale lo guardava confuso.
"Scorpius, tutto bene?" chiese Rose
Non sapeva che fare: restare vicino alle scale aspettando che lui facesse qualcosa o andargli in contro?
In quel momento scese anche Rosy, primogenita Granger-Weasley, che salutò Scorpius con un cenno.
Scorpius arrossì ancor di più e ricambiò il saluto.
"Andiamo fuori?" chiese il ragazzo decisamente in imbarazzo.
"Certo"
Il prato del giardino della Tana era verde e umido; la pioggia del giorno prima lo aveva rinfrescato dopo un mese di caldo soffocante.
Rose, che indossava dei pantaloncini neri e una canotta bianca, si sedette poco distante dalla casa. Scorpius fece lo stesso.
"Rose in realtà sono venuto perché mi mancavi. Alla Malfoy Manor è tutto così pesante: tutti sono tristi." disse Scorpius giocarellando con un po' di erba.
"Anche tu mi sei mancato. Mi dispiace per la situazione a casa tua.
Scusa per la questione di tuo nonno e per James: non so cosa gli succede quando ti vede con me..."
"È ovvio che prova qualcosa per te. È geloso..."
Rose non rispose: non sapeva se fosse vero e non riusciva a trovare le parole per chiudere il discorso.
A rompere silenzio fu un aquila nera dagli occhi rosso sangue. Sentì di nuovo quell'energia: quegli occhi urlanti di sete di sangue le fecero uno strano effetto.
Sulla zampa sinistra aveva una lettera dall'inchiostro nero e la pergamena era vecchia.
Prese la lettera e la girò per vedere l'emittente: era un certo Jonn Riddle.
"Chi é Jonn Riddle!?" esclamò Rose sorpresa
Scorpius prese la lettera e iniziava a diventare sempre più furioso: cose gli succedeva?
Aprì la lettera e iniziò a leggere:
《Cara Rose,
Non mi conoscerai ma io conosco molto bene te. Ho alcune cose da dirti e non vedo l'ora di vederti. Incontriamoci lontano dalla Tana, stasera.
-Jonn Riddle》
Rose era sorpresa dalla reazione dell'amico: perché si agitava così tanto per quella lettera?
E
chi era questo Jonn Riddle?!
"Stasera io vengo con te!" urlò Scorpius alzandosi.
Le porse la lettera e si muoveva freneticamente, come quando era dentro la Tana.
"NO! Non sono una bambina posso difendermi da sola. Non ho bisogno di un baby sitter. GRAZIE!" ribattè Rose correndo dentro e lasciando fuori Scorpius.
Il ragazzo la seguì.
Ron, che aveva visto la scena dalla finestrina in cucina, aprì la porta a Scorpius, prima che bussasse, e disse:
"Fidati non conviene andare da lei adesso."
"Grazie del consiglio signor Weasley, però devo parlarle" disse Scorpius salendo le scale.
Ron si sedette e disse ad Hermione:
"Fra due secondi iniziano a urlare".
Hermione ridacchiò e tornò a sorseggiare il suo tè verde.
Rosy era seduta sulla poltrona in salotto e iniziò a ridere quando
esatrtamente dopo due secondi, si sentivano le urla di Rose: sbraitava e imprecava contro Scorpius e ripeteva che doveva andarsene.
"Se succede qualcosa diglielo al tuo amico ma non a me!!" urlò Scorpius scendendo le scale.
Rose,arrabbiata più che mai,gli tirò contro un libro, colpendolo dritto in testa.
"Arrivederci signore e signora Weasley" disse Scorpius toccandosi la testa
"Ciao Scorpius, torna presto. Vuoi del ghiaccio?" chiese dolcemente Hermione.
Scorpius scosse il capo.
"Ti avevo avvisato ragazzo." disse Ron soddisfatto e aprì la porta, di nuovo, al ragazzo.
Rosy, divertita come non mai, salì da Rose, ch'era seduta sul suo letto a leggere la lettera di Jonn.
"Bella signorina, che è successo con Scorpius?"
Rosy si sedette vicino alla ragazza.
"Niente, abbiamo semplicemente litigato"
"E perché?"
"Perchè." si limitò a dire Rose.
"Adesso vado in camera mia" disse Rosy arrossita.
Arrivò sera.
Rose era decisamente ansiosa per quell'incontro.
"Hermione, vado un po' fuori"
"Va bene cara"
Aspetto il misterioso amico di penna per cinque minuti, finchè non vide un ragazzo,sulla quindicina d'anni, avvicinarsi a lei.
La luce della tana illuminava il suo volto, apparentemente angelico, e i suoi occhi castani che raccontavano una storia.
"Salve,Rose"
"Ciao, Jonn"
I due si guardarono negli occhi: entrambi sentirono i loro stomachi tuffarsi nel vuoto.
Neanche con James sentiva quella cosa: farfalle nello stomaco.
Rose distolse lo sguardo e ritornò alla realtà.
"Che vuoi, ragazzo con la scrittura di un settantenne"
"Rose, non puoi più negarlo: tu sei Lily. Mia cugina Delphi non ti ha detto niente, ma è il mio compito dirtelo"
"È impossibile!"
"È così. Rose perchè mai il mio caro zietto Tom, tu lo conoscerai come Voldemort, comunicherebbe con te?! È chiaro che sei tu!"
"I-io sono Rose Orvoloson"
"Orvoloson come Orvoloson Gaunt, il nonno materno di Voldemort!
Ragiona."
"Non sono Lily!"
"Non mentire a te stessa."
Dagli occhi di Rose uscirono delle lacrime di rabbia, asciugate dalla delicate dita di Jonn.
"Rose, adesso ti chiedo una cosa importante: nascondi la tua vera identità. Metteresti in pericolo Harry, t-tuo padre, e tutti i Potter."
Rose lo guardò e se ne andò.
Jonn era lì che la guardava e si ripeteva: -Che sto facendo?-
Dentro sè, quella cosa chiamata coscienza, lo uccideva.
Quello sguardo aveva cambiato, forse, tutti i suoi piani.
Per lui, era stato amore a prima vista.
Rose si lasciò coccolare dalle lenzuola di cotone e le tormentavano quelle parole.
"Allora è vero: io sono Lily"
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