xɪ. give me your soul

New York, 24.12.2021

❝ Hai sbagliato strada. ❞
   « Come...? »
❝ Dovevi andare dritto, non svoltare a sinistra. Segui questo cazzo di navigatore, Azael. ❞
   « Ma che ne sa lui delle scorciatoie. É un essere stupido. »
❝ Se ci farai tardare alla recita di Peter, giuro che mi incazzo! E lincezieró quella spogliarellista che adori tanto! ❞
   « Non osare mandare via Natasha! »
❝ Oh-oh-oh vuoi vedere?! ❞   Indossava uno dei tanti talleur a pantalone rosso con una camicia bianca e giacca abbinata per presenziare alla recita del figlio, a cui perfino il Principe Infernale alla guida della BMW blu avrebbe preso parte con uno smoking e i capelli riordinati indietro da un gel. Profumava anche di buono e non di fic\a, per la prima volta dopo tanto. Anche questo era degno di un festeggiamento a fine serata, pensava.
Sarah gli fece il verso e lanciò uno sguardo minaccioso in sua direzione mentre l'altro aveva gli occhi fissi sulla strada. Era in controluce il suo profilo, sembrava quasi avvolto in un bagliore di luce ma lei sapeva bene che di angelico, Azael, non aveva più niente da diversi millenni; eppure non era mai riuscita neanche a scorgere il male puro in lui, era solo un figlio ribelle come lo era lei, e sembrava più umano di molte altre creature - delle volte - nonostante la personalità arrogante e a tratti aggressiva con chi osasse offendere il suo onore. Era difficile per lei immaginarsi che potesse esser stato una delle creature celesti preferite di Dio come in seguito uno dei più temuti da lui, quando ciò che in lei riusciva a tirar fuori erano la lealtà e il bene più trasparente che avesse mai provato. Lo sguardo della bionda andò poi oltre il profilo del compagno, fu allora che realizzò che quella luce non era né un alone angelico né gli ultimi raggi del sole all'orizzonte. Quel bagliore altro non era che il faro di un camion che veniva dritto verso di loro; e che non sembrava intenzionato a fermarsi allo stop. Schiuse le labbra ma ancor prima che potesse dare voce alle proprie preoccupazioni fu stordita da un fischio, il rumore di vetri rotti, il loro veicolo venne travolto e tutto si fece confuso. Poi il nulla, solo il buio gelido e un silenzio assordante.

Il suv di Azael e Sarah, colpito da un camion e trascinato per diversi mentri più avanti, iniziò a rivoltarsi più volte su se stesso e la sua corsa venne fermata da un palo di una segnaletica stradale. Gli airbag erano esplosi andando a colpire i volti di chi era sul veicolo, il primo a riprendersi fu l'uomo. Questo sbatté le palpebre, lentamente riacquistó lucidità e con le mani, seppur dolorante, spostò il pallone bianco per voltarsi a guardare la giovane stranamente taciturna.    « Sarah... Hey... Stai bene? »   Mormorò confuso, osservando la donna. Si aspettava di vederla muoversi una volta sentita la sua voce, o perlomeno un verso, ma così non fu. Il cuore acceleró e istintivamente, incurante delle proprie ferite che sicuramente si sarebbero rimarginate nel giro di qualche minuto, prese tra le mani il viso di lei rivolto verso il basso. Delicatamente la accarezzó ma non la mosse, se avesse avuto fratture del collo le sarebbe stato fatale qualsiasi spostamento. Si accorse inoltre di una ferita alla testa, sanguinava, la vista di Azael era annebbiata e con tutte le sue forze tentó di rimanere sveglio per lei.   « Sarah, per favore, rispondi! »   La voce di Azael era rotta, e quando la testa della bionda crollò da un lato fu percosso da un brivido freddo. La Morte era appena arrivata a sfiorarlo.   « Non me la porterai via, Michael. Non adesso. Scordatelo! »   La sua voce carica di rabbia e disprezzo squarció l'aria fredda. Si affrettò a levarsi dall'anulare destro un anello d'oro a forma di serpente, un solo occhio occupato da una pietra violacea, da incastrare al dito indice sinistro di lei. L'arcangelo della morte che aveva il compito di prendere per mano le anime ed estraniarle dal loro corpo terreno per portarle al cospetto del Signore che ne avrebbe deciso le sorti eterne, rimase in silenzio dietro di loro ma senza mostrarsi al fratello, era ancora arrabbiato con lui per aver tradito il Padre e abbandonato la loro casa.   « Il suo posto non é qui, fratello. Non lo é più da diverso tempo ormai. Non rendere le cose ancora più difficili di quando già lo siano. »   Mormorò l'arcangelo consapevole di non poter essere udito da nessuno mentre l'altro, con il cuore che minacciava di esplodergli in petto, la testa della donna tra le mani e lo sguardo perso nel buio della notte, gridava nel tentativo di farsi udire da altre orecchie umane.

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