xx. Glasgow
New York, 31.12.2021
La principale causa di morte per un colpo di arma da fuoco alla testa é la perdita di sangue. La seconda invece sono le complicanze che subentrano durante o in seguito all'intervento quali infezioni, rottura di aneurismi, trombosi, problemi al cuore che non riceve il giusto input della centralina di quella macchina tutt'altro che perfetta che è il corpo umano. Il dottor Campbell era stato chiaro: «Non possiamo dire se si sveglierà, quando o come», ed era stato come dire tutto e niente al tempo stesso. Una pugnalata al cuore per tutti quegli amici e familiari che ogni giorno la andavano a trovare, dedicavano a lei pensieri, parole, preghiere, canzoni suonate dal ciglio della strada più vicino alla finestra della sua stanza. Ma d'altra parte per alcuni restava la fede tra chi la riponeva in un Dio buono e giusto e chi invece credeva altrettanto fortemente nel potere che la donna aveva nell'affrontare qualsiasi difficoltà si fosse ritrovata davanti; uno degli specializzandi che in tutti quei giorni le avevano ronzato attorno era uno di quelli. Aveva sentito parlare di lei, aveva fatto delle ricerche, ed era convinto che fosse ancora lì per lottare un'altra volta ancora per la sua indipendenza, la sua libertà e voglia di vivere... mentre la estubava. Cercava di essere il più delicato possibile. I suoi colleghi spensero solo il respiratore meccanico mentre gli altri monitor continuavano a dare i giusti segni di un battito cardiaco regolare, pressione sanguigna nella norma, e un'ossigenazione al minimo del livello "non a rischio". Poterono tutti tirare un sospiro di sollievo. « I valori sono buoni, adesso dobbiamo solo attendere che smaltisca tutti i farmaci. » aveva detto il neurochirurgo. In seguito gli specializzandi fecero a turno per visitarla e occuparsi di lei. Finalmente le sistemarono anche la lussazione alla spalla sinistra. Seppur consapevoli dell'incapacità di lei nel provare dolore sotto effetto di quelle droghe avevano ugualmente avvertito un certo dispiacere nel muoverla, ma lo avevano perfino nel toccare e guardare, senza il suo consenso. In particolare Brad portava il peso di un macigno sul cuore ogni volta che doveva rispettare il compito di rispondere alle domande dei conoscenti riguardo la prognosi, a volte era costretto a ripetere le medesime cose a intervalli di cinque minuti. Alla fine era arrivato a dire semplicemente « Mi dispiace. » per far capire loro quanto quel dolore fosse condiviso. Era una brava persona, ma stava rivalutando l'idea di specializzarsi in neurochirurgia preferendo traumatologia. Non che valesse meno, comunque, poiché essa è la branca della medicina che si interessa delle lesioni da traumi, eventi violenti, in la cui forza vulnerante danneggia i tessuti perché ne supera il limite di resistenza; tra questi vi sono anche lesioni da armi, bianche o da fuoco, agenti fisici e chimici, perfetto per chi come lui gioca anche a fare il detective.
La giornata di perse dietro a un esame obiettivo, anamnesi medica, TAC, risonanza magnetica nucleare, e l'elettroencefalogramma della paziente quando ormai i farmaci si potevano dire quasi del tutto smaltiti. Niente di questo però sembrava smuoverla. « Sapevamo sarebbe potuto succedere. », a rompere il silenzio creatosi nella stanza in compagnia degli specializzandi e i genitori della paziente era stato il dottor Campbell. « E adesso...? » domandò Eileen in pena alternando lo sguardo tra la figlia e il medico che l'aveva in cura. « Adesso procederemo con una nuova diagnosi della paziente. » rispose l'altro, e lo disse con un tono oltre l'amorevole. Se ancora vi era la possibilità di una diagnosi, vi era ancora una speranza nuova a piantare il proprio seme. Il neurochirurgo procedette con la valutazione, espressa con un numero, di tre specifiche funzioni che equivalgono poi ai parametri su cui si basa quella chiamata "la scala di Glasgow": la prima era l'apertura degli occhi in risposta a uno stimolo oculare, la seconda alla risposta motoria a un determinato comando e la terza la risposta verbale a un certo stimolo vocale. la somma delle valutazioni numeriche assegnate a ciascuno dei sopraccitati parametri può andare da un minimo di 3 a un massimo di 15. Pertanto, la scala di Glasgow comprende un range di punteggi possibili racchiuso tra 3 e 15, laddove il valore minimo 3 equivale alla completa incoscienza (o coma profondo), mentre il valore massimo 15 corrisponde a uno stato di coscienza semi-normale; i valori intermedi, chiaramente, corrispondono a situazioni intermedie, caratterizzate da un grado di coscienza progressivamente maggiore mano a mano che ci si allontana dal valore e 3 (e ci si avvicina al valore 15).
Il parametro "apertura degli occhi" presenta un intervallo numerico di valutazione che va da 1 a 4: 1 (uno) indica completa assenza di apertura degli occhi, è il livello più grave; 4 (quattro), invece, indica spontanea apertura oculare ed equivale alla normalità. All'esposizione di Sarah alla fonte luminosa di una torcia lei non reagì in alcun modo, come anche alla richiesta di aprire gli occhi e il punzecchiare di uno spillo sula pianta del piede. « Uno. » aveva allora dichiarato il medico alla specializzanda addetta all'annotazione di tutto.
Il parametro "risposta motoria a un determinato comando" presenta un intervallo numerico di valutazione che va da 1 a 6: 1(uno) segnala completa assenza di risposta motoria a qualsiasi comando, è il livello più severo; 6 (sei), invece, segnala massima obbedienza motoria a qualsiasi comando e corrisponde alla normalità. Il medico aprì delicatamente la mano della donna facendole rivolgere il palmo verso l'alto, poi nel mezzo pose il proprio indice destro e si chiuse attorno le sue dita. « Sarah, se mi senti stringi la mano sinistra. Più che puoi » disse ancora lo stesso. Calò il silenzio.
Il parametro "risposta verbale a un certo stimolo vocale" presenta invece un intervallo numerico di valutazione che va da 1 a 5: 1 (uno) indica completa assenza di risposta a qualsiasi tipo di stimolo verbale, è anche questo il livello più grave; 5 (cinque), invece, indica massima attenzione, normale capacità di linguaggio e capacità di risposta a ogni stimolo di natura verbale, la normalità insomma. « Sarah, puoi stringere la mia mano? Sono il dottor Campbell, del Presbyterian Hospital. Hai avuto un brutto incidente. Ci sono qui i tuoi genitori. » e lo sguardo di lui andò a loro prima di tornare a lei. « Puoi dirmi qualsiasi cosa, la prima che ti viene in mente. Se non riesci a stringere il mio dito allora prova a muovere qualsiasi cosa tu riesca. ». Allora Brad le scoprì meglio i piedi dalla coperta blu, giusto per essere sicuri di cogliere anche il minimo movimento. La studiarono a lungo, ma probabilmente a lei neanche arrivarono quelle parole. Ora tutti guardavano il medico più anziano che dopo un sospiro affermò « Uno. » mettendoci una croce sopra. « La somma dei valori è pari a tre: coma profondo. La lesione è grave. Ma i risultati degli esami sembrano essere discreti. » « Cosa vuol dire questo? » questo lo domandò invece il padre della paziente che cercava di dar miglior conforto possibile alla moglie nascosta tra le sue braccia; guardava ancora la figlia nella speranza di una tarda risposta. « Vuol dire che vostra figlia non ha alcuna consapevolezza di sé nel mondo e neppure capacità di autogestione o di espressione dei propri bisogni... ma c'è un'attività cerebrale che continueremo a studiare nella speranza di aiutarla a riparare o raggirare il danno arrecato dal proiettile per consentirle un recupero delle funzioni. A volte in questi casi serve solo del tempo. ». Campbell guardava i due coniugi con l'amaro negli occhi, neanche con tanti anni di esperienza si sarebbe mai allontano, e riconoscendo di non poter essere in alcun modo di aiuto a loro decise di salutarli. « Se avete bisogno di un supporto, manderò presto qui da voi il dottor . » disse uscendo dalla stanza prima di continuare il suo giro di visite.
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