[ 07 - Summer Heat ]
Summer Heat
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Stagione uno, Episodio quattro. Parte due.
Penelope era nella sua stanza con sua madre e il suo cane, parlando con la prima di tutto ciò che era accaduto recentemente. "Allora, in pratica, è successo qualcosa al party a cui eravamo andati. Tra Taylor e Belly." La più piccola scosse la testa. "Non so esattamente le cause scatenanti, ma credo riguardassero Steven e Taylor? Forse si sono baciati o simili."
Si strinse nelle spalle. "Ma in ogni caso ieri Belly, che era super ubriaca, ha detto a Shayla che fra quei due era successo qualcosa." Penny non poteva fare a meno di gesticolare, mentre raccontava la storia.
Lydia rise di fronte a tutti quei drammi. Le serviva proprio una pausa da tutti gli altri. Susannah era di malumore per l'arrivo di Adam, e Belly aveva fatto cadere la torta a terra, il che aveva peggiorato lo stato d'animo della bionda, ovviamente. E infine, aveva addirittura litigato con Laurel.
Lydia amava parlare con sua figlia, soprattutto perchè era dall'inizio dell'estate che non avevano avuto un momento tutto per loro. Penelope era sempre fuori, con Belly, con Jeremiah, o con chissà chi altro. Non avevano più avuto tempo per chiacchierare, tempo quasi fondamentale per loro.
Quando Lydia aveva preso la figlia in disparte, chiedendole di avere una chiacchierata madre-figlia, la ragazza era andata su di giri. Allora, sua madre aveva afferrato una bottiglia d'acqua e aveva trascinato Penelope in camera sua, dove avevano iniziato a parlare. La più giovane era ancora un po' ubriaca, e faceva ridere Lydia ancora di più ogni volta che le raccontava qualcosa.
Penelope raccontava sempre tutti i suoi drammi alla madre, quindi, ovviamente, si era messa a raccontarli anche stavolta.
"Mamma, c'è un'altra cosa che devo dirti. E non so esattamente come mi sento per quella, o come dovrei sentirmi." La castana cominciò a giocherellare con le dita.
Lydia si accorse subito che qualcosa non andava e prese le mani della figlia fra le sue. "Puoi dirmi qualsiasi cosa, tesoro, dovresti saperlo."
Lei annuì. "Il vero motivo per cui non ho chiesto a Elio di farmi da accompagnatore al ballo è per una cosa successa la sera della festa."
"Sì, ricordo che hai detto di avere rotto con lui o una cosa del genere? Che non ti piaceva davvero." Sua madre fece un cenno, persa nei ricordi.
"Sì esatto. Ma il 'vero' motivo per cui ho chiuso con lui è... uhm..." Penelope pensò alle parole giuste da usare. "Ha iniziato a diventare piuttosto aggressivo con me? Non l'ho apprezzato molto."
Lydia sospirò, avvolgendola in un abbraccio. "Tu stai bene? Sai che non è colpa tua, vero?"
La figlia annuì. "Sì, sto bene. Lila, Belly e Jere mi hanno aiutata un sacco." Sua madre sorrise, felice che lei avesse delle persone su cui contare se aveva bisogno d'aiuto. Penelope scosse la testa, stanca dopo quella conversazione. "Per favore non dirlo a nessuno."
Lydia sussultò. "Non potrei mai, P! Il tuo segreto è al sicuro con me."
"Okay, ora, ho un altro argomento per te." La più piccola alzò le mani in aria.
"Sono tutt'orecchi."
"Okay, allora tieniti forte. So che è una cosa davvero stupida, ma non te l'aspetteresti mai da me!" Disse Penelope guardando sua madre negli occhi e fingendo di essere mortalmente seria, anche se stava per scoppiare a ridere. Chiunque si sarebbe aspettato quello che stava per dire. Lydia, tuttavia, rise lo stesso e le fece segno di continuare.
"Okay." Abbassò la voce. "Credo mi piaccia Jeremiah."
L'adulta esclamò. "Sì! Susannah mi deve cinque dollari!"
"Cosa?" Chiese la figlia, stupita che la sua stessa madre avesse scommesso su di lei.
"Susannah ha detto che sarebbe successo fra tipo due anni. Credeva che avresti detto una cosa come 'ho bisogno che Jere sia più maturo e che smetta di baciare persone diverse ogni cinque secondi'." Lydia imitò Susannah. "Ma io, invece, ho detto..." Si indicò. "..che me lo sentivo. La tensione c'era quest'estate, ed era più forte che mai!"
Penelope fece un verso a metà tra uno sbuffo e una risata. "E Laurel aveva qualcosa da dire?"
"Lei diceva di essere sorpresa che non fosse già successo." L'adulta alzò entrambe le sopracciglia. "Lo sentiva da quando avevate tipo dieci anni, quando lui ha trovato dei fiori e te ne ha regalato uno."
La figlia sussultò e iniziò a tirare colpetti leggeri alla madre, ripetutamente, emozionata. "Me lo ricordo! Era un fiore così carino." Lydia annuì. "Okay ora mamma, sei tu che devi confessare a me. C'è qualcuno di speciale nella tua vita, in questo periodo?"
Lei sospirò. "Sfortunatamente no. Qualsiasi uomo al giorno d'oggi sembra non poter raggiungere i miei standard."
"Forse dovresti provare con le donne." Suggerì Penelope.
Lydia non ci aveva mai pensato in quel modo, ma ora che glielo diceva la figlia, sembrava avere senso. L'adulta sentiva come di spegnersi quando un uomo iniziava a corteggiarla o simili.
Da giovane, prima di sposarsi, aveva avuto qualche relazione con delle donne. In ogni caso, non avevano mai funzionato. Specialmente perchè a quei tempi non venivano accettate da nessuno relazioni di quel tipo. Ma ora era tutto diverso. Così, la Laurier maggiore, iniziò a pensarci seriamente.
Fece un mormorio d'assenso. "Sai una cosa? Forse dovrei, P. Non è una cattiva idea!"
Penelope le sorrise prima di posare lo sguardo sul cellulare, che si stava illuminando per i messaggi. La maggior parte erano di Jeremiah, ma alcuni provenivano anche da Lila e da Belly.
Sospirò, riportando gli occhi sulla madre. Si alzò, prese il telefono e lo mostrò a Lydia. "Il dovere chiama."
"Vai, divertiti!" L'adulta le diede un bacio sulla guancia, alzandosi a sua volta. "Sono contenta che ci siamo finalmente aggiornate, era passato un secolo dall'ultima volta." Penelope sorrise prima di uscire dalla stanza, con il cane al seguito.
*
Ora che Penelope aveva detto a sua madre tutto ciò che provava, si sentiva molto meglio. Sapere che qualsiasi cosa fosse successa Lydia sarebbe stata al suo fianco a supportarla le faceva sembrare la vita molto più semplice.
In quel momento la Laurier era fuori, ad aiutare Steven, Conrad, Dean e Jeremiah a ripulire tutto. Le avevano chiesto aiuto e, con enormi tentativi di persuasione da parte del biondo, l'avevano convinta.
A Penelope toccava stare in giardino a raccogliere la spazzatura. "Pensa, veloce!" Gridò Jeremiah a Dean.
Quest'ultimo ebbe a malapena il tempo di reagire. "Gesù!"
Il Fisher minore si voltò verso l'amica. "Pronta?"
Lei sospirò mentre apriva il sacco per l'immondizia, in attesa che Jeremiah ci lanciasse i rifiuti dentro. Lui tirò un bicchiere che le passò appena sopra la testa, facendola scoppiare a ridere.
"Come fai ad avere una mira così terribile?" Chiese Steven, guardando il bicchiere posato sul terreno.
"Hey, senti, non è colpa mia se non riuscite a tenere decentemente dei sacchi della spazzatura." Jeremiah ruotò gli occhi, raggiungendo il corvino.
"Oh, certo, è colpa nostra." Sbuffò Penelope, incrociando le braccia al petto. L'audacia che aveva quell'uomo era incredibile.
"Hey, Scemo, Scemo Di Mezzo e Scemo Assoluto?" Li richiamò Conrad, il volto pensieroso dato che si stava chiedendo se quei soprannomi avessero senso. Scosse la testa e continuò. "Potete andare a preparare i fuochi d'artificio? Io finisco di pulire qua." Disse, posando il detergente per pulire la piscina e togliendo un borsone dalle mani di Steven.
"E io?" Chiese Penelope, guardandolo.
Il Conklin la riprese. "Cosa ti fa credere di non essere Scema, Scema Di Mezzo o Scema Assoluta?"
La ragazza fece un sorrisetto. "Devo davvero risponderti?"
Conrad le sorrise. "Te potresti aiutarmi a finire con le pulizie? Mi manca chiacchierare con la mia Laurier preferita."
Dean si offese e gli diede una leggera spinta. "Non ci credo che è la tua preferita, è troppo fastidiosa."
"Tu sei fastidioso." Penelope alzò gli occhi al cielo. Conrad la guardò e annuì, mimando con le labbra "sei tu la mia preferita" senza farsi vedere dall'altro Laurier. La ragazza sorrise, trionfante, e riprese a pulire.
"Andate e basta." Disse il Fisher maggiore agli altri ragazzi, che erano rimasti lì, immobili. Allora i tre lo salutarono e se ne andarono.
Poi Conrad andò ad aiutare l'amica, che rimase a guardarlo per qualche secondo. "Allora, Connie, come te la passi?"
"Bene, immagino. Meglio di come me la passavo a inizio estate." Il ragazzo sospirò. "Ma ora che papà è venuto a farci visita, non lo so."
Penelope stava per chiedergli il perchè quando sentì la porta sul retro aprirsi. I due si girarono e videro che a uscire era proprio Adam Fisher. La castana sussurrò. "Parli del diavolo..." Conrad fece un sorrisetto.
La Laurier rimase a guardare l'adulto e posò il sacco della spazzatura a terra. Credeva che a quei due servisse passare del tempo insieme, per chiarirsi e chissà cos'altro. "Connie, vado ad aiutare i ragazzi con i fuochi d'artificio." Annunciò Penelope ad alta voce. Gli diede una pacca sulla spalla prima di iniziare a camminare all'indietro, mimandogli "buona fortuna" con le labbra.
"P, aspetta!" Gridò Conrad, ma ormai l'amica se n'era già andata.
*
Penelope decise di andare a cercare gli altri tre ragazzi, quindi andò verso la spiaggia. Lì vide i suoi amici accendere il primo fuoco d'artificio, con Dean e Jeremiah che festeggiavano al seguito. La Laurier li raggiunse e affiancò il biondo. "Hey."
Lui posò lo sguardo su di lei. "Hey! Credevo stessi aiutando Conrad?"
Penelope fece per abbracciarsi da sola, cercando di scaldarsi un minimo dato che stava iniziando a tremare per il freddo. Jeremiah se ne accorse e immediatamente avvolse le braccia attorno alle sue spalle, avvicinandola a sé. La ragazza intanto annuì, ignorando completamente la sensazione che quel gesto aveva scatenato nel suo stomaco e nel suo cuore. "Si, in realtà, ma ho visto tuo padre arrivare e ho pensato che quella fosse un'occasione per parlare per loro." Fece spallucce.
"Ah, ha senso."
"Già." Disse Penelope, marchiando la "g".
"Ragazzi, mi serve un consiglio." Li interruppe Steven, sorprendendoli. Lui non chiedeva mai consigli a nessuno. Non riteneva mai i suoi problemi abbastanza seri per chiederne davvero. Quindi gli amici subito annuirono, incitandolo a continuare.
"Shayla sa di Taylor." La Laurier tossicchiò.
Dean sospirò un "Ooh" mentre Jeremiah sibilava: "Oh, merda."
"È questo il problema." Sospirò il corvino. "Nel senso, Shayla non sembrava nemmeno arrabbiata. Non... Non lo so, sembrava che non le importasse neanche."
Penelope rimase a fissarlo per qualche secondo, scioccata. "Certo che le importa, Steven. Non era arrabbiata con te, ma era triste e delusa. E ovviamente non ha intenzione di lasciartelo vedere. Significherebbe farti vincere, e lei non vuole permettertelo."
"Sul serio?" Quando la castana annuì, Steven continuò a scuotere la testa. "Ha detto che non eravamo comunque nulla di serio."
Dean sbuffò. "E tu te la sei bevuta?"
Jeremiah gli diede man forte. "Amico, voleva che le dicessi quanto tenessi a lei."
Il Conklin lo guardò come se fosse stato pazzo. "Cosa? No!"
"Dio, Connie aveva ragione quando vi ha chiamati scemi." Penelope alzò gli occhi al cielo di fronte alla cecità dell'amico.
"Già, voleva decisamente che lo dicessi." Aggiunse Dean.
Steven cominciò a protestare. "No. No, no, no."
"Si, invece. So come funzionano queste cose." Jeremiah alzò leggermente la voce. Si era reso conto di quanto stesse facendo lo scemo il suo amico.
Allora il corvino realizzò che probabilmente i ragazzi e Penelope avevano ragione. "Oh, cazzo!" Esclamò, facendo ridere gli altri.
"Non lo so, amico." Sospirò. "È solo che... Mi sta facendo impazzire."
A Penelope scappò un "aw". "Che carino, ora corri a dirglielo di persona."
Steven la ignorò, continuando. "Lo giuro, nessuno mi ha mai fatto sentire così."
Jeremiah alzò le spalle. "Bene, allora smetti di fare il depresso e vaglielo a dire." L'altro annuì. "Ora vieni qua, su."
Si batterono il pugno, poi Steven si girò verso Dean e fece lo stesso. Infine raggiunse Penelope e la abbracciò. "Grazie ragazzi." La castana sorrise, staccandosi dalla stretta. Salutandolo con un cenno, tornò al suo posto al fianco di Jeremiah, dove lui rimise la mano attorno alle sue spalle, facendole tornare le farfalle nello stomaco.
*
Penelope e Jeremiah rientrarono in casa ridendo a causa della battuta appena fatta dal biondo. Tuttavia smisero immediatamente quando video Adam Fisher che, davanti ai loro occhi, finiva di preparare le valigie per la seconda volta.
La Laurier capì subito che stava per ripartire. Decise di allontanarsi per lasciargli trascorrere tempo padre-figlio, ma Jeremiah le afferrò la mano, chiedendole silenziosamente di restare.
Oh, quello sguardo. Come avrebbe mai potuto dirgli di no se la guardava in quel modo?
Lei annuì, fermandosi. "Papà?"
"Hey, ragazzi." Adam li raggiunse, un timido sorriso in volto. Posò la sua roba per potersi mettere di fronte al figlio.
"Te ne stai andando?" Chiese Penelope, guardando i bagagli.
L'adulto rispose con un cenno. "Si, uhm, l'affare dei Barclay sta cadendo a pezzi. Devo prendere il prossimo volo per Londra al più presto, parto domattina." La castana intanto sentiva l'umore del ragazzo di fianco a lei rabbuiarsi sempre di più fino quasi a spegnersi. Jeremiah era terribilmente triste, in quel momento, e Penelope riusciva a sentirlo soltanto tenendogli la mano.
Certo che era strana la connessione che avevano loro due. Anime gemelle, avrebbe detto Lila. Le piaceva definire quei due in questo modo, perché credeva che nessuno si potesse completare come facevano loro.
Il biondo sorrise. "Ma è il weekend del quattro luglio."
Adam rise. "Già, ma i britannici non tengono molto in considerazione le nostre vacanze per l'indipendenza, quindi..."
Jeremiah corrugò la fronte. "Credevo mi avresti insegnato dei trucchi per i capelli ricci."
"Lo farò, promesso, okay? Non appena avrò chiuso con quest'affare."
Penelope cominciò a sentirsi fuori posto. Non le sembrava giusto che potesse ascoltare anche lei quella conversazione, ma eccola lì. Ovviamente, del resto, dato che Jere aveva bisogno di lei e se lui chiamava, lei rispondeva sempre. Era il minimo che potesse fare, ma comunque...
Adam indicò suo figlio. "E dobbiamo parlare del calcio per il college per l'anno prossimo."
"Oh, non sono così bravo, papà. Non sono Conrad."
"Sei più veloce di quanto lui sia mai stato!" Disse l'adulto con un sorrisetto. "Okay dai, ti voglio bene figliolo." Si avvicinò per abbracciarlo e Penelope subito lasciò andare la sua mano, allontanandosi. Non appena lo fece, la castana sentì il calore della stretta di Jeremiah mancarle. Ignorò il fastidio che ciò le provocava, restando lontana per permettere ai due Fisher di abbracciarsi.
Il più piccolo sospirò. "Ti voglio bene anch'io, papà."
Adam si staccò. "Bene dai, ci vediamo presto." Si girò verso Penelope mentre prendeva le valigie. "A presto, P." Lei sorrise, imbarazzata, e gli fece un cenno.
Quando l'adulto lasciò la casa, Jeremiah si girò verso l'amica con gli occhi lucidi. "Odio quando fa cosi."
Lei gli fece un sorriso compassionevole. Prese entrambe le sue mani e lo trascinò assieme a lei nella sua stanza per parlare, guardare film o fare qualsiasi altra cosa che il biondo voleva fare. Aveva bisogno di farlo stare meglio, tanto per lui quanto per se stessa.
Teneva troppo a lui per poterlo vedere così giù di morale.
SPAZIO AUTRICE
ho appena finito l'ep uscito oggi e sto urlando come una pazza, HANNO FATTO UNA PUNTATA SU JEREMIAH URLO PIANGO SCLEROOO
c'è letteralmente sono tornata a essere team jere per belly anche se so che palesemente finirà con conrad piango. (pov sei una fan di tvd e credi che jere potrebbe fare come damon e rubare la ragazza al fratello, quindi nn perdi la speranza)
btw, questo capitolo è più corto del solito, e vi giuro sono stra contenta pk da ora i capitoli diventeranno più corti in generale e questo significa che forse riuscirò ad aggiornare con costanza anche quando sarò al mare. forse.
cmq, l'autrice ci teneva a specificare che in questo episodio a interrompere il bacio tra belly e conrad nn è stato jere, ma cam-cameron, che ha lanciato i fuochi d'artificio.
abbiamo finalmente avuto un momento tra p e sua madre, che carine che sono io le amo troppo.
il prossimo aggiornamento dovrebbe arrivare entro mercoledì, ci vediamoo<3
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