𝟪 - 𝐺𝐿𝐼 𝐴𝐿𝑇𝑅𝐼
Gli altri.
Che frase piccola, ma che, se paragonata a quante persone ci sono nel mondo, è grande, spaventa, fa tremare anche chi sembra essere la persona più espansiva di questo mondo.
Ti giri e rigiri e vedi gente in gruppo o a coppie e pensi a come e perché sei l'unica persona sola, in mezzo ad un mare di altri.
Magari è per l'incompatibilità di carattere, gli interessi che non coincidono, ma quando vieni sempre respinto dal giorno alla notte senza un motivo apparente inizi ad avere paura.
Questa paura però può nascere anche da rapporti positivi occasionali o che stanno sbocciando: magari ti trovi bene con una persona o con un gruppo, e sei così felice e sereno, senza problemi, che hai timore di rovinare tutto.
L'autostima non è di certo la tua alleata, soprattutto dopo molti rapporti finiti male, anzi può risultare la tua arcinemesi per eccellenza, il tuo peggior nemico.
Inizi a torturarti, vedi il mondo solo grigio, vorresti semplicemente vagare in mezzo agli altri come un involucro vuoto, senza anima, e risultare invisibile; iniziare a correre verso la spiaggia fino a sentire l'acqua gelida dalle suola delle scarpe e lentamente immergerti e sprofondare nelle profondità del mare, non accorgendoti nemmeno del gesto.
Ti senti intrappolato in un tunnel buio senza uscita, quasi avvolto, ma vuoi rimanerci perché ti senti al sicuro, al sicuro dagli altri.
Niente e nessuno può interferire o salvarti, perché non vuoi essere salvato.
Però per ritornare al sicuro si deve creare la condizione che scaturisce poi tutta questa serie di eventi: inizi a vedere ogni azione mirata contro di te e di riflesso agisci come non vorresti, ti senti escluso, fuori luogo e senza meta; alimenti il pensiero di essere sbagliato, senza considerarti meritevole di quel rapporto e lo sgretoli pezzo per pezzo compiendo gli errori che tanto temi, ed è lì che poi parte tutto.
Sei anche consapevole del tuo errore ma arrivi ad un punto in cui ti senti rassegnato, ormai sei questo e niente puó mutarlo, nemmeno te stesso, perché sei entrato in questo circolo vizioso e semplice che il solo pensiero di uscirne ti rende scontroso e per inerzia alimenti tutto il sistema.
Pensi non ci sia soluzione, che sia un disturbo incurabile, una malattia mentale, o semplicemente è un trauma che non vuoi superare o accettare.
Ed è lì che la gente se ne approfitta: dai cattiveria, ricevi cattiveria.
La malignità non ha mai fine e tutti ne facciamo parte, incosapevolmente o meno.
Questi sono gli altri, un misto di malvagità ed imperfezione che caratterizzano gli esseri umani, capisci che il problema sei tu e niente cambierà.
Questo perchè tu sei gli altri per quanto provi a distaccartene.
Tu sei malefico, cattivo, masochista, torturatore, rovina amicizie, rovina famiglie.
E per quelle poche persone che ti ritrovi vicino saprai che un giorno rovinerai tutto, per un motivo o un altro, dipenderà solo da te.
Dipenderà solo da te la tua rovina, inevitabile epilogo di una storia di cui già si sa il finale, ossia con la morte.
Non credo servano parole per commentare tutto questo. L'ho scritto sempre nelle note del telefono in momento di sconforto molto alto, ma fortunatamente è durato solo quella sera. Non so con quale coraggio sto pubblicando ciò, forse voglio togliermi qualche sassolino dalla scarpa. Spero che nessuno di voi si ritrovi in queste parole, vi voglio bene 🩷
il coraggio, me lo stai insegnando tu. AlessandroFasoletto
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