XVIII; 𝐇𝐚𝐲𝐦𝐢𝐭𝐜𝐡

Sentí la serratura scattare, tutti i sensi del ragazzo si risvegliarono e l'uomo era già scattato in piedi, in stato di allerta.
Ogni muscolo del biondino si irrigidí  e gli occhi si spalancarono quando un silenzio scese nella stanza: sulla soglia della porta c'era Alastor.

《Cosa ci fa lui qui ?》
A grandi falcate entrò all'interno, con entrambe le mani strette intorno all'impugnatura del pugnale.
Nonostante quel sorriso stampato, sul suo viso era chiara l'irritazione  e mancava poco per lui estrarre quel pugnale dalla fondina.
Ogni nervo del collo era teso, così come il suo sorriso.

《Al...》
Subito Anthony scattò sulla difensiva e si interpose tra i due,  le braccia aperte a fare da scudo a uno sconosciuto.
Stava proteggendo un nemico; questo Alastor non poteva tollerarlo.
Infatti, il suo viso si contrasse in una smorfia contrariata: le sopracciglia corrugate, la bocca era storta e i nervi ancora tesi e nervosi.

《Spostati, Anthony. 》
Ringhió,  sfilando subito il pugnale e avanzando. Se non si fosse spostato lo avrebbe trafitto, e poi sarebbe saltato al collo del vampiro, lo avrebbe sgozzato senza nessuna pietà.
《Levati. Deve morire.》
La voce era profonda.
Il ragazzo non lo aveva mai visto così; doveva essere davvero tanto, ma tanto arrabbiato. Ma non gli interessava.
Il vampiro non lo aveva attaccato, quindi non c'era nessun motivo per attaccare per primo.

《Stammi a sentire. Lui non è quello che sembra.》
Sussurrò Anthony. 
Alastor arrestò  i suoi passi, guardando oltre la sua spalla e allentando  la presa sull'arma. 
Osservava incuriosito l'essere; nonostante fosse baciato dal sole che era entrato nella stanza, il suo corpo non aveva avuto nessuna reazione. A quell'ora avrebbe già dovuto trasformarsi in cenere.

《Come ti chiami ?》
Alastor spinse immediatamente gli occhi in direzione di quelli dello sconosciuto, rimettendo l'arma nella fondina mentre ogni muscolo di Anthony si rilassó, ma era sempre in stato di allerta.

《Mi hanno chiamato Haymitch.》

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《Finalmente.》
Erano nella locanda, davanti alla tavola imbandita per il pranzo.
Haymitch aveva davanti la sua tanto desiderata bottiglia di rum, Alastor aveva preso una tagliata di carne con delle carote e Anthony del riso semplice.
《Per una bottiglia di rum ho dovuto rischiare la mia pellaccia.》
Sussurrò l'uomo, prendendo la bottiglia e versando l'alcol nel bicchiere di vetro, poi lo buttó giù in un sorso.

《Interessante.》
L'attenzione di Alastor passò immediatamente dalla carne che stava tagliando elegantemente in tanti piccoli pezzettini all'uomo.
Il colore degli occhi di quest'ultimo era così visibile che all'inizio aveva attratto l'attenzione di tutto.
《quindi ...sei umano ?》

《in parte.》
Sbuffó Haymitch, scrollando le spalle.

《E quindi puoi mangiare anche il ...nostro cibo?》
Sussurrò Alastor,  infilandosi un pezzo di carne in bocca e masticando, poi si passò il fazzoletto sulle labbra.

《Sí, è quello che preferisco.》
Rispose l'uomo, stringendosi nelle spalle. Anthony colse il suo disagio, probabilmente si sentiva un fenomeno da baraccone sotto lo sguardo inquisitore del vescovo.

《Vogliamo ordinare il dolce, che dite ?
Già sono stanco.》
Anthony si infilò nel discorso tra i due, stiracchiandosi con le braccia in alto e facendo un sospiro.
Haymitch, dirigendo lo sguardo verso di lui, sembrò ringraziarlo in silenzio.

《Mi sembra perfetto! Noi abbiamo anche il treno nel pomeriggio, vuoi venire con noi, Haymitch ? In Inghilterra. 》
Chiese Alastor mettendosi dritto con la schiena e mangiando un altro boccone della sua tagliata.

《Io...》
Fece per dire qualcosa ma si bloccò quando un inserviente si avvicinò al loro tavolo, guardando Anthony. 

《Sir, ho recapitato una lettera per voi.》
Dalla tasca consunta, estrasse una lettera colr ocra.
Riconobbe subito il sigillo della casata alla quale appartenevano.
Charlie.

《Grazie.》
Allungò il braccio verso il pezzo di carta e lo strinse tra le dita, infilandosela nella tasca.
L'avrebbe letta dopo, con calma e in camera mentre preparava la valigia per tornare a Londra.

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