xxviii. una metà nel petto

𝐅𝐎𝐑𝐒𝐘𝐓𝐇𝐈𝐀 ... !
𝖺 𝚆𝙾𝙾𝚂𝙰𝙽 𝖿𝖺𝗇𝖿𝗂𝖼𝗍𝗂𝗈𝗇 ❨ 𝙰𝚄 ❩
ooi. 𝑪𝑨𝑷𝑰𝑻𝑶𝑳𝑶 𝑽𝑬𝑵𝑻𝑶𝑻𝑻𝑶
🦈🍶 — 𝘴𝘰𝘭𝘰 𝘲𝘶𝘢𝘵𝘵𝘳𝘰 𝘮𝘦𝘴𝘪 𝘪𝘯𝘴𝘪𝘦𝘮𝘦




















𝗌𝖾 𝖼𝗁𝗂𝗎𝖽𝗈 𝗀𝗅𝗂 𝗈𝖼𝖼𝗁𝗂 𝗏𝗈𝗋𝗋𝖾𝗂 𝖼𝗋𝗈𝗅𝗅𝖺𝗋𝗍𝗂 𝖺𝖽𝖽𝗈𝗌𝗌𝗈.







Mancava un giorno al loro mesiversario e, San, ancora non sapeva cosa passasse per la testa di Wooyoung. Nella loro relazione, al momento, non c'era comunicazione e quell'inutile tensione non faceva bene a nessuno dei due. Entrambi si alzavano al mattino con una sensazione di ansia nello stomaco, un'angoscia che pareva divorarli sino alle viscere, un'oppressione tutt'altro che piacevole che li costringeva a vivere con un peso sullo sterno.

Al termine delle lezioni, come se nulla fosse successo tra i due, il maggiore aspettava impaziente il suo ragazzo che, però, sembrava non degnarlo nemmeno di uno sguardo. Quando Woo lasciò l'istituto e trovò davanti al cancello l'altro, avvertì un vuoto nel petto e cercò di ignorarlo, pur sapendo che, in questo modo, l'avrebbe ferito a morte. Sospirò fissando la punta delle sue scarpe bianche e continuando a camminare sul marciapiede.

«Wooyoung?» chiamò San, visibilmente scosso da quell'atteggiamento. Era poggiato sulla sua auto luccicante e, nell'esatto momento in cui lo vide passare senza notarlo, ci salì a bordo e accese il motore, con l'intento di seguirlo.

«Wooyoung, possiamo parlare?» continuò con il finestrino abbassato, a pochi passi da lui.
«Puoi fermare la musica, per favore?» proseguì con tono quasi supplichevole.
Il moro, che la musica nemmeno l'aveva fatta partire dal suo cellulare, tolse un'auricolare e si fermò a fissarlo. «Si?»

«Possiamo parlare?»
«Di che cosa?»
«Di noi, cazzo»
«Scusami San, non ho molta voglia»
«Wooyoung... Ti prego»
«Lasciami stare»

Dopo la bomba che aveva appena sganciato, Wooyoung continuò la sua camminata mentre l'altro rimase spiazzato. «Puoi salire in auto?» domandò raggiungendolo non appena si fu ripreso. «Sono di fretta» sbottò l'altro.
«Che devi fare?»
«Le mie cose»
San sbuffò cercando di non perdere il poco controllo che gli era ancora rimasto in corpo. Non voleva perdere quel ragazzo e sapeva benissimo che, se fosse esploso in quel momento, sarebbe andata a finire nel peggiore dei modi possibili.

«Wooyoung, te lo chiedo per favore, sali in auto che ho bisogno di parlare con te.»
Non dando alcuna risposta, il minore proseguì sulla sua strada mentre il corvino, a pochi metti da lui, lo seguiva a passo d'uomo.
«Hai intenzione di pedinarmi fino a casa, San?» ringhiò Woo, bloccandosi.
«Ho intenzione di seguirti fino a quando non salirai in auto e mi tratterai meglio» replicò l'altro a tono.

Infastidito e intristito, il piccolo cedette e si accomodò rapidamente sul sedile del passeggero a braccia conserte.
«Allaccia la cintura»
«Wooyoung, allaccia la cintura

"Rimani calmo, San." si ripeteva il maggiore, ogni volta che rivolgeva lo sguardo al suo fidanzato imbronciato accanto a lui.
"Si sistemerà tutto.." credeva, forse per auto convincersi e mantenere la giusta lucidità sia nelle sue azioni, sia nella sua mente.
Accanto a lui, invece, c'era Wooyoung che non la pensava proprio nello stesso modo.
"Allontanalo, allontanalo prima di farlo soffrire. Allontanalo prima che ti spezzi il cuore, allontanalo prima che finisca troppo male." diceva a sé stesso, con il panico alla gola. "Fai solo del male, non meriti di amare."

San si fermò in mezzo alla campagna: attorno a loro c'erano solo alberi spogli e consumati dal vento, il verde dell'erba era spento così come il colore del cielo e delle nuvole.
Nel loro silenzio, si capivano più di quanto potessero immaginare, eppure entrambi avevano la mente troppo offuscata per poterci almeno provare.

«Quindi?» sbottò freddamente Woo.
«Quindi ora mi dici che cosa hai.»
«Non ho niente, porca puttana»
«Non mi mentire»
«Non ti sto mentendo»
San deglutì stringendo il volante tra le dita, sentiva la sua bocca seccarsi e le sue palpitazioni aumentare.
«Io penso che tu mi stia mentendo, invece» continuò fissando il paesaggio fuori.
«Pensi male, cosa vuoi che ti dica»

«Cosa voglio che tu mi dica?!» replicò alzando il tono di voce e volta dosi verso il sul viso.
«Voglio che mi dici la fottuta verità» continuò.
«È questa, non ho niente
«Vaffanculo Wooyoung!» imprecò, praticamente gridando e sbattendo la mano sul volante, spaventando il moro che cambiò espressione nel giro di qualche secondo.

«Hyung..» iniziò a parlare, con l'intento di calmarlo. L'ultima volta che aveva visto questa rabbia sul suo viso, il suo fidanzato stava litigando con Isabel fuori dalla porta di casa per un motivo che ancora non sapeva.
«No, hyung un cazzo. Dimmi cosa hai e dimmelo ora, perché io non posso crederti, non posso fidarmi perché te lo leggo negli occhi che hai qualcosa.» sbottò a denti stretti, continuando a fissarlo.

Il volto di Wooyoung si era spento, come se attorno a lui fosse tutto buio e stesse cercando un dannato interruttore per accendere la felicità. Non sorrideva, non parlava, era completamente perso nel vuoto della sua mente o di chissà che cosa. Tutto attorno a lui aveva perso forma e colore.
«Ho.. Ho bisogno di aria..» sussurrò mettendosi una mano sul petto e scendendo dall'auto appena in tempo per calmarsi.

Nel giro di qualche istante, San, si fiondò davanti a lui posando una mano sul torace e sentendo il suo battito. «Va meglio?» chiese dopo qualche secondo in cui entrambi erano rimasti in silenzio a respirare soltanto. Annuì.
«Scusami. Volevo solo sapere cosa avessi..»
Wooyoung prese coraggio, finalmente, decidendo di gettare la bomba.

«Va bene, San, vuoi sapere che cos'ho?»
«Sono due giorni che te lo chiedo. Si, certo

«Io non voglio camminare per strada e vederti lasciare la mia mano quando arriva uno sconosciuto. Non voglio vedere gli altri baciare le persone che amano mentre io posso solo guardarti da lontano. Non voglio non poterti abbracciare quando sono felice al mattino e non voglio non poterti chiedere aiuto quando sono in difficoltà a scuola. Ho questo, cazzo. Ho che io sono.. Ho che mi piaci da diventar matto eppure non posso fare nulla di tutto questo.» disse con gli occhi gonfi e le gambe che tremavano sotto di lui.

San sospirò capendo, finalmente, che a scatenare questa reazione era stato lui.
«Wooyoungie.. Io non so se sono pronto per uscire allo scoperto e farmi vedere in questo modo..» fece a bassa voce, guardando a terra.
«Madonna San, parli come se facesse schifo.»
«Non ho mai detto questo»
«Sembra quasi che tu l'abbia pensato però»
«Non vivi dentro la mia testa» gridò.
«Calmati»
«Sono calmo»
«Non lo sei, hyung. Calmati

«Non voglio forzarti a fare qualcosa, San. - continuò Woo, capendo di dover allentare la presa se non voleva creare casini irrimediabili - Ci ho messo anni per accettarmi e non pretendo che tu lo faccia ora.. Ma.
«Che cazzo, perché ci deve sempre essere un 'ma'?» sputò arrabbiato.
«Ma non so se io posso accettare di nascondermi. Comportarmi così, per me, significa tornare ad odiarmi e non posso permettermelo o rischio di impazzire ancora.»

Con quelle ultime parole, San, comprese il
problema del minore. Riuscì, anche se con molta fatica, a vedere il suo punto di vista e a capire questo: dopo aver passato una vita a fingersi una persona che non era, tornare a farlo soltanto per lui sarebbe stato devastante.

«Scusami, Sannie..»
«Scusarti per cosa?»
«Non so se sono la persona per te, ora
«Cosa intendi dire?» replicò l'altro allarmato.
«Hai bisogno di qualcuno che ti assecondi e che rispetti i tuoi tempi, che non ti forzi a fare qualcosa per cui non sei pronto ma io non posso aspettare ancora. Non posso tornare nei vicoli a baciarti, nelle classi vuote della scuola con i pantaloni bassi, nelle strade inabitate solo per incrociare le tue dita.. Non posso fare questo perché ogni volta che lo faccio perdo una parte di me e faccio un passo indietro. Scusami, scusami davvero»

Pronunciando l'ultima frase tra le lacrime, Wooyoung scappò via correndo più veloce possibile. Corse per strade che nemmeno conosceva o aveva mai visto, ma doveva andarsene prima di pentirsi di tutto quello che gli aveva appena detto.
San, invece, quella volta non lo inseguì.
La voglia di dirgli "rimani, ti prego rimani accanto a me" morì soffocata dal suo pianto che gli bloccava il respiro.

Entrambi avevano bisogno di qualcuno che li raccogliesse da terra e li abbracciasse ma, come era possibile farlo se i due, anziché sorreggersi a vicenda stavano sprofondando?

«Ti avevo promesso che sarei rimasto con te, Wooyoungie..» sussurrò come se fosse un lamento il maggiore, accasciato a terra su un prato con le prime gocce di pioggia che iniziavano a scendere dal cielo.
«Ti avevo promesso che avremmo combattuto insieme..» continuò deglutendo.

Erano trascorsi poco più di quattro mesi da quando i loro sguardi si erano incrociati per la prima volta, eppure, a loro questa rottura pesava come se stessero mettendo fine ad un rapporto durato dieci anni.

Il fatto è che non importa da quanto tempo conosci una persona, essa può rimetterti in sesto e mostrarti un'altra vita anche in un paio di giorni soltanto. E così era stato per loro. Quattro mesi di emozioni forse mai provate prima, di equilibri distrutti e ricuciti, di fili spezzati e riannodati con tanta pazienza.
Poi, in un infimo pomeriggio, il loro piccolo cuore creato per due, si era spezzato lasciandoli con una sola metà dentro al petto.












༄˚ ༘ ༉ ⋆ ೃ⁀➷ 𝚊𝚞𝚝𝚑𝚘𝚛'𝚜 𝚗𝚘𝚝𝚎 🦈🍶

ciaooooo
ho postato senza preavviso perché mi annoiavo un sacco💀💀 stamattina ho fatto il vaccino e ora sono un po' a pezzi quindi a parte dormire non faccio niente 😄✌🏻

comunque capitolo tristissimo lo so non ditemelo l'ho riletto l'altra sera e ho detto "minchia che stronza che sono" quindi ☺️ ecco se mi odiate va bene ne prendo atto i guess

giulia

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