xxix. mi sono accorto di
༉ ⋆ ೃ 𝐅𝐎𝐑𝐒𝐘𝐓𝐇𝐈𝐀 ... !
𝖺 𝚆𝙾𝙾𝚂𝙰𝙽 𝖿𝖺𝗇𝖿𝗂𝖼𝗍𝗂𝗈𝗇 ❨ 𝙰𝚄 ❩
ooi. 𝑪𝑨𝑷𝑰𝑻𝑶𝑳𝑶 𝑽𝑬𝑵𝑻𝑰𝑵𝑶𝑽𝑬
🍥⚓️ — 𝘯𝘰𝘯 𝘵𝘦 𝘭'𝘩𝘰 𝘮𝘢𝘪 𝘥𝘦𝘵𝘵𝘰 𝘮𝘢
𝗇𝗈𝗇 𝖼𝗈𝗉𝗋𝗂𝗋𝖾 𝗇𝖾𝗌𝗌𝗎𝗇𝖺 𝖿𝖾𝗋𝗂𝗍𝖺.
╭ ╮
↳ 𝚗𝚘𝚝𝚎 𝚒𝚙𝚑𝚘𝚗𝚎 ↲
𝑡𝑒𝑙𝑒𝑓𝑜𝑛𝑜 𝑑𝑖 𝑠𝑎𝑛
╰ ╯
Mi sono accorto di amarti forse troppo tardi, forse quando ormai tu eri lontano dalle mie braccia che erano pronte a stringerti.
Mi sono accorto di amarti e poi ho fatto un casino perché sono pieno di paure e dubbi che rifletto sulla nostra relazione.
Mi sono accorto di amarti e da quando l'ho fatto spero ogni giorno di essere la tua persona, ma non la persona giusta al momento sbagliato; la persona giusta al momento giusto.
Ti amo come amo la pioggia e tu sai che ne vado matto, che rimango a guardarla fuori dalla finestra per ore.
Ti amo come amo i biscotti al cioccolato perché hanno un sapore dolce e amaro allo stesso tempo, proprio come te.
Ti amo come amo guidare in mezzo al buio quando sei accanto a me, quando stiamo in silenzio e ci capiamo.
È una settimana che non ti vedo, mio Wooyoung. È una settimana che nemmeno ti parlo, in realtà. Cosa vuoi che faccia?
È una settimana che, come se fosse una novità, ti penso di giorno e ti sogno la notte. È una settimana che non esci dalla mia cazzo di testa per un secondo, perché deve essere tutto così complicato? Perché siamo proprio noi a renderlo così difficile? Io ti amo, perché non posso stare semplicemente con te?
Ma poi, io mi chiedo come mai stia cosi male per te, cazzo. Sono le cinque del mattino e ormai rimarrò sveglio a vedere l'alba e la dedicherò a te con una stupida storia instagram che probabilmente non vedrai nemmeno. Ah si, sto anche piangendo, ma questo è semplicemente un dettaglio.
Mi chiedo come sia possibile che io sia distrutto da questa fine, che poi non voglio crederci mica che sia una fine. Ti prego, dimmi che non è la nostra fine ma è solo un momento di passaggio.
Stiamo insieme da un mese, ci conosciamo da quattro, eppure, mi hai stravolto la vita, Wooyoung. Ecco perché sto così male, ecco perché sto a pezzi e mi devono raccogliere da terra con un cucchiaino. Perché sei arrivato tu e hai cambiato tutto e per quanto possa sembrare una stupida frase fatta, io ho ritrovato l'amore per le cose che mi circondano grazie a te. Grazie a come guardi il paesaggio, grazie alla luce che ti brilla negli occhi, grazie alla tua esuberanza, grazie al tuo eccitato tono di voce quando parli di qualcosa che ti piace e anche grazie al tuo modo eccentrico modo di vivere a cui dietro si cela un dolore devastante.
Non so cosa mi hai fatto, non lo so proprio.
Non so quale magia tu abbia usato per stregarmi e farmi rendere conto che tutto quello che era attorno a me, in realtà io non lo volevo, ero superficiale.
Non so quando sia successo, ma è successo e ora che potrei perderti mi rendo conto di quanto io sia stato, effettivamente, un coglione galattico.
Vorrei dirti così tante cose, eppure rimarranno tutte su questa stupida nota nel telefono che non leggerai mai. Ma, se la leggerai perché mi ruberai il cellulare o perché troverò il coraggio di mandartela, non piangere per favore.
So quanto sei emotivo e so che piangeresti attaccato allo schermo come uno scemo, però tu non farlo perché il tuo sorriso è più bello ed io, sul tuo volto, voglio vedere soltanto due cose: o il tuo sorriso, o le mie labbra.
Che poi sono un cretino.
Sono un cretino perché era tutta una questione di orgoglio la mia, no?
Cioè avrei potuto benissimo fregarmi della gente, delle persone, dei loro sguardi e dei loro pensieri del cazzo. Invece no, cretino e pure codardo perché ho avuto più paura dei loro giudizi che di perderti.
Ma solo ora, solo scrivendo per te, mi rendo conto di quanto sia stato sbagliato, tutto sbagliato. Wooyoung, non mi interessa proprio degli altri, mi interessa solo poterti riavere indietro e poter fare tutte quelle cose che mi hai detto. Scusami, avevi ragione.
Sai cosa faccio ora?
Ora mi metto in piedi, mi sistemo, mi faccio una doccia e poi esco di casa a comprarti la colazione. Si, esco a comprarti la colazione e poi vengo pure sotto casa tua a sistemare le cose e a dirti che ti amo perché ancora non te l'ho detto, ma tu lo devi sapere proprio.
E se non mi apri, entro dalla finestra.
Arrivo, Wooyoung.
[ ... ]
Alle otto del mattino, San bussò alla porta di casa Jung. Nessuno rispose, così bussò di nuovo. «Dai, aprimi..» sussurrava a denti stretti, suonando anche il campanello.
«Chi è?» urlò il minore, mentre scendeva le scale di fretta per dirigersi all'entrata.
«San» disse con tono gelido l'altro.
«S..San..» sussurrò Wooyoung, poggiando le dira sul pomello freddo, senza però aprire.
«Possiamo parlare?»
«Pensavo ci fossimo detti tutto»
«No, c'è un'ultima cosa»
«San... San ti prego.. Non voglio litigare ancora, non con te..»
«Non litigheremo, Wooyoungie. Te lo prometto e le promesse le mantengo sempre.»
«Mh.. Cosa devi dirmi?»
«Aprimi - fece poggiando la mano sulla porta, nell'esatto punto in cui il moro aveva poggiato la sua dalla parte opposta - aprimi e capirai.»
Facendo un respiro profondo, prese coraggio e aprì pronunciando un flebile «Sannie..».
«Wooyoungie..» sussurrò lui.
«Sei a casa da solo?» continuò.
Il minore annuì, facendogli cenno di entrare.
L'altro, prima di trovare il coraggio di parlare, stette zitto per qualche secondo rimanendo a osservare le foto del piccolo Woo.
«Ti amo.»
«Cosa?»
«Ti amo.»
«Stai bene, San?»
«Non sono mai stato meglio»
«Cosa stai dicendo?»
«Ti amo, cazzo. Ti amo, Wooyoung.»
Il moro se ne stava in piedi di fronte a lui senza dire una parola, con gli occhi sbarrati e il cuore in gola. Le gambe tremavano, lo stomaco invaso da farfalle era sottosopra e le sue guance non poterono fare a meno di diventare tutte rosse. Lo amava? Nessuno l'aveva mai amato prima di quel momento.
«Proviamoci, insieme.»
Di nuovo, Woo stette zitto.
Si avvicinò a San, prese la sua mano e la portò sul suo petto così da fargli sentire il suo battito accelerato perché, in quel momento, il cuore pulsava solo per lui.
Con le altre dita circondò il collo del corvino e avvicinò a sé il suo viso, le loro fronti si toccarono e i loro respiri diventarono uno soltanto. «Ti amo.» bisbigliò con le labbra incollate alle sue, «Voglio imparare ad amare con te.» disse tremando.
Per la prima volta, in quell'esatto istante, il piccolo Wooyoung scelse di provare ad essere felice e di mettere a tacere le sue paure.
Lo amava, ma in modo diverso. Lo amava perché lo stava salvando giorno dopo giorno da sé stesso e dai suoi pensieri, lo amava perché era come il suo personale angelo custode.
Si baciarono, perché nonostante tutto, a volte anche il peggio ha un lieto fine. Persino quando sembra non arrivare mai, arriva.
Preso dalla foga il moro saltò tra le sue braccia e circondò la vita con le sue cosce. San, tenendolo stretto a sé, salì le scale non staccandosi un secondo dalle sue labbra e, dopo aver sbagliato per due volte, finì nella sua camera da letto. Il minore afferrò il collo del corvino e lo fece cadere sul letto sopra di lui, gli levò la maglia e prese a baciargli il collo mordicchiando la pelle qua e là, scompigliò i suoi capelli fino a quando non fu lui a prendere il controllo della situazione.
Tra le lenzuola spogliò il fidanzato e gli lasciò baci per tutto il viso e succhiotti sulle clavicole, slacciò i suoi pantaloni con le labbra ancora ancorate alle sue, li sfilò.
Un solo indumento li divideva, l'indumento principale. Non che non si fossero mai visti nudi - gli sgabuzzini della scuola dicevano il contrario - però ora era diverso.
«Fallo» sussurrò Wooyoung.
«Sei sicuro?» chiese San, accarezzandolo.
Il moro lo baciò teneramente, per poi annuire.
Si tolsero l'ultimo pezzo di stoffa che separava i loro corpi e, in quel momento, non si erano levati soltanto i vestiti.
Si spogliarono da ogni loro paura, dalle paranoie, dai pensieri intrusivi, si spogliarono dai loro mostri e dalle vecchie discussioni, dalla rabbia e dalla delusione, si spogliarono da tutte cose brutte che avevano attraversato, dalla loro identità nascosta. Si spogliarono e rimasero per qualche istante bloccati in una realtà soltanto loro dove il male non esisteva. Si spogliarono e si guardarono innamorati come se tutti ciò di cui avessero mai avuto bisogno fosse racchiuso nell'anima dell'altro.
Poi le loro labbra si scontrarono di nuovo, le loro gambe si incrociarono, le dita si intrecciarono sprofondando nel materasso e i loro cuori si univano in un battito armonioso.
I loro corpi quasi tremavano e il profumo del loro amore era sempre più vivo e si espandeva per tutta la stanza, il calore si faceva sempre più strada nel loro sangue e la loro pelle brillava ogni secondo di più.
TW: RIFERIMENTI ALL'AUTOLESIONISMO
Poco dopo, prima che entrambi raggiungessero l'apice e venissero insieme, San si piegò in avanti dando un dolcissimo bacio al labbro inferiore del ragazzo, poi uno al collo, uno alla clavicola, uno al petto, uno al torace; così fino ad arrivare alle sue braccia.
Guardò i tagli sbiaditi e li accarezzò con l'indice per poi baciarli uno ad uno. Rimase qualche secondo con la bocca incollata alla sua pelle per ogni ferita che aveva inciso sul corpo e a Wooyoung scappò una lacrima. Una goccia che non riuscì a controllare. Non era un pianto triste, ma più di sollievo. Si sentì amato nonostante la sua diversità, accettato nonostante il suo dolore, compreso nonostante il suo passato. Si sentì lui.
«Non piangere, amore mio» bisbigliò San.
«Non piangere, ci sono io» continuò.
«Ti amo» gemette il moro, nello stesso momento in cui una scarica di adrenalina pervase le sue gambe, facendogli raggiungere il massimo del piacere.
«Dimmelo ancora» fece il maggiore, stendendosi accanto a lui e poggiandosi sul suo torace, «Ti amo, Choi San.»
༄˚ ༘ ༉ ⋆ ೃ⁀➷ 𝚊𝚞𝚝𝚑𝚘𝚛'𝚜 𝚗𝚘𝚝𝚎 🦈🍶
NUOVO CAPPP
a parte che vi ho fatto aspettare un tot MA scusate nel frattempo sappiate che ho scritto un sacco e che mancano circa una decina di capitoli alla fine della storia😅🥲 #broken
vabb comunque.. vi avevo detto trust the process e infatti ora le cose si sono risolte (ma solo per ora😄) un po' di felicità prima di..
giulia
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