xxiii. a cuore aperto
༉ ⋆ ೃ 𝐅𝐎𝐑𝐒𝐘𝐓𝐇𝐈𝐀 ... !
𝖺 𝚆𝙾𝙾𝚂𝙰𝙽 𝖿𝖺𝗇𝖿𝗂𝖼𝗍𝗂𝗈𝗇 ❨ 𝙰𝚄 ❩
ooi. 𝑪𝑨𝑷𝑰𝑻𝑶𝑳𝑶 𝑽𝑬𝑵𝑻𝑰𝑻𝑹𝑬́
🌧🦋 — 𝘪 𝘳𝘪𝘤𝘰𝘳𝘥𝘪 𝘧𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘮𝘢𝘭𝘦
𝗏𝗈𝗀𝗅𝗂𝗈 𝗊𝗎𝖾𝗅𝗅𝗈 𝖼𝗁𝖾 𝗍𝗎 𝗇𝗈𝗇 𝗆𝗂 𝗆𝗈𝗌𝗍𝗋𝗂,
𝗂 𝗍𝗎𝗈𝗂 𝖽𝖾𝗆𝗈𝗇𝗂 𝖾 𝗍𝗎𝗍𝗍𝗂 𝗂 𝗍𝗎𝗈𝗂 𝗆𝗈𝗌𝗍𝗋𝗂.
TW: AUTOLESIONISMO
«Perché ti sei fermato?» chiese San guardando il suo ragazzo che, d'improvviso, aveva smesso di baciarlo e si era seduto sopra di lui.
Wooyoung rise lievemente, regalandogli uno dei suoi sorrisi più puri e sinceri; uno di quei sorrisi che custodiva gelosamente per le persone speciali, un po' come lo era lui.
Con le mani che accarezzavano il suo petto nudo, il minore rimase immobile ad osservare l'altro steso al di sotto. Pensava che fosse troppo per lui e che probabilmente non lo meritasse nemmeno.
Bellissimo. Solo, bellissimo. Questo pensava.
Lo ammirava e, puntualmente, il suo sguardo ricadeva sempre su quelle labbra.
San diventò tutto rosso in viso e si coprì il volto con una mano; mano che venne prontamente spostata da Wooyoung. «Sei stupendo» gli sussurrò dolcemente. Più lo fissava, più San sembrava piccolo e innocente ai suoi occhi e, forse, egli era pure in soggezione data la maggiore esperienza del moro.
Wooyoung lo guardava come se fosse la cosa più preziosa che avesse, guardava le sue fossette che non vedeva l'ora di baciare e il suo sorriso smagliante che lo faceva sentire sicuro.
Guardava i suoi capelli corvini tutti scompigliati con un ciuffo che, ogni tanto, gli copriva gli occhi e poi sfiorava con le dita il suo collo segnato dai succhiotti violacei. Poi finiva sempre col fissare le sue labbra, dolci e morbide come se fossero ricoperte di miele e zucchero, gonfie e rosse per via dell'amore che vi era su di esse.
Dopo essere rimasto per un tempo infinito a contemplarlo, Wooyoung si chinò per continuare ciò che aveva precedentemente interrotto; lasciò una scia di baci sul corpo di San, partendo dal petto e arrivando alla sua bocca già umida che lo stava aspettando.
I due non si staccavano nemmeno per riprendere fiato poiché, i pochi istanti che avrebbero trascorso senza assaporarsi sarebbero stati troppi. Ad ogni secondo che passava, le loro lingue si cercavano, i loro corpi si volevano ed entrambi si desideravano sempre di più.
San ribaltò la situazione mettendosi a cavalcioni sopra il corpo di Wooyoung. Iniziò a baciarlo sul viso, sulla mascella, sul collo e le sue mani, nel frattempo, accarezzavano il petto e l'addome che erano ancora coperti dai vestiti.
Il maggiore sentiva, sotto di lui, l'erezione potente del piccolo e non aspettava altro se non soddisfarlo dandogli il massimo piacere.
Il maggiore gli sollevò la maglia, lasciandogli dei dolci baci sull'addome e sui pettorali, e poi, con uno scatto levò l'indumento ormai inutile.
Strinse la pelle tra le sue dita quando, improvvisamente, i palmi del minore colpirono le sue spalle allontanandolo di getto.
Wooyoung si bloccò sbiancando completamente in viso, i suoi occhi si pietrificarono e il suo respiro si fermò. Cercando di bloccare le lacrime che già bussavano per uscire e si alzò dal letto in tutta fretta, poi corse verso il bagno bloccandocisi a chiave all'interno.
San, più confuso che mai, rimase impalato a fissare il vuoto per un paio di secondi - tempo di rendersi conto di ciò che era appena successo - e, quando realizzò che il suo fidanzato non era più di fronte a lui, si diresse velocemente alla porta, trovandola però chiusa.
Aveva già gli occhi lucidi, pensando di averlo in qualche modo ferito o fatto sentire sbagliato.
«Wooyoungie..?» chiese con un filo di voce, cercando di forzare la maniglia.
Dall'altra parte, il minore si guardava allo specchio come se fosse un mostro e, sfinito, si accasciava a terra contro la porta.
«Piccolo..» sussurrò il corvino udendo il tonfo.
«Che succede..?» domandò ancora, notevolmente preoccupato.
Wooyoung afferrò il suo stesso braccio stringendolo il più forte possibile fino a lasciare incisi sulla pelle i segni delle sue unghie; lacrime amare percorrevano spietatamente le sue guance rosse e riempievano i suoi occhi tanto da non permettergli di vedere attorno, il suo respiro si bloccò nei polmoni facendogli mancare l'aria. «Wooyoung ti prego, rispondimi» supplicava l'altro, battendo un pugno contro la porta in legno.
Il moro non la smetteva di singhiozzare e, quando San stette in silenzio attendendo una risposta, udì i suoi lamenti. Sentirlo piangere e non poter essere di fronte a lui per abbracciarlo era il peggiore di tutti i dolori che avesse mai provato, era come se gli avessero appena strappato il cuore dal petto.
«Ho fatto qualcosa di sbagliato?» chiese sofferente con voce flebile.
«Se l'ho fatto, ti scongiuro di scusarmi. Non voglio sentirti così - bisbigliò poggiando la schiena contro l'uscio - non volevo fare nulla che ti facesse sentire a disagio. Scusami, scusami, scusami»
Il minore scosse il capo ma, l'altro, non poteva di certo vederlo. Cercò di tranquillizzarsi in fretta, asciugandosi con le mani il viso e cercando di non perdere nuovamente il controllo. Mise le dita sul petto ascoltando il suo respiro e si obbligò a reagire.
«..No..» biascicò.
«No?» replicò San, mettendosi subito in ginocchio quando sentì la sua voce.
«È colpa mia» disse Wooyoung.
"È colpa mia" furono le tre parole che continuò a ripetersi per infiniti secondi, le sussurrava a denti stretti, tra le lacrime sul volto e con le mani tra i capelli che cercava di non strappare. Le sussurrava odiandosi, con la testa tra le ginocchia e i segni sul suo corpo.
Stette zitto per un attimo, poi esplose.
Un pianto angoscioso, violento e devastante risuonò in tutto il bagno e uccise entrambi.
«Aprimi, aprimi ti supplico»
«Non ce la faccio più hyung»
«Lascia che ti aiuti, piccolo»
«Nessuno può farlo»
«Condividi il tuo dolore con me.»
Queste furono le ultime parole pronunciate da San, prima che Wooyoung decidesse di raccontargli una parte del suo passato.
Passato che non sembrava volerlo lasciare.
Deglutì dando con la testa un colpo secco alla porta e lasciando che la sua attenzione si concentrasse sul dolore fisico piuttosto che quello emotivo che provava da anni.
"Respira, Wooyoung, respira."
«Posso entrare?»
«Non voglio che tu mi veda così.»
FLASHBACK ( tw )
«Non voglio che tu mi veda così» gridò il piccolo tra le lacrime, mentre fuori dal bagno Seonghwa cercava di farsi aprire la porta. Nonostante il desiderio di Wooyoung fosse quello di essere lasciato solo, il maggiore, ch'era per lui come un fratello, forzò la porta con una spallata dopo l'altra.
Voleva stare solo, eppure voleva anche che qualcuno lo fermasse e lo raccogliesse da terra, che gli desse la forza di alzarsi e di rimettersi in sesto, che lo ascoltasse in silenzio.
Il viso di Seonghwa divenne cadaverico e i suoi occhi si spalancarono, le sue labbra si schiusero leggermente e sentiva le sue gambe tremare sotto di lui. Non disse nulla, non aveva né la forza né il coraggio per fare il contrario; guardò lo straziante scenario attorno a lui e il suo cuore si strinse come per piangere.
La tavoletta del water era macchiata di rosso, così come alcune piastrelle del bagno e il corpo di Wooyoung; dalle sue braccia scorreva del sangue che si riversava su vestiti e cosce e lui singhiozzava cercando di nascondere alla vista del maggiore i tagli sulla sua pelle.
Lo sguardo di Wooyoung era perso nel vuoto, quasi apatico. I suoi occhi avevano perso tutta la lucentezza che da sempre lo caratterizzava e il suo corpo era immobile, come paralizzato.
Inizialmente spaesato e confuso, Hwa capì che sarebbe stato suo compito quello di prendere in mano la situazione. «Wooyoung..» sussurrò. Si inginocchiò a terra, quasi accasciandosi, e con gli occhi che si riempivano di lacrime si avvicinò verso il minore con qualche pezzo di carta e qualche salvietta che usò per tamponare le sue ferite e, poi, per pulire frettolosamente il pavimento che avrebbe disinfettato in seguito.
Successivamente si fece coraggio e prese tra le mani le sue braccia, guardò i tagli e sospirò deglutendo. Trattenendo le lacrime, che avrebbero solo che peggiorato la situazione, Hwa lo raccolse da terra e lo prese di forza per aiutarlo a camminare fino alla sua stanza.
Dopo esser corso a cercare un kit medico, il maggiore si sedette accanto a lui e cominciò a tamponare con cotone e disinfettante le sue ferite, cercando di causargli il meno bruciore possibile. «Scusa se ti faccio male» disse a bassissima voce, non ottenendo risposte.
Prese delle bende e delle garze e, con esse, vi avvolse il minuto braccio di Wooyoung che, nel mentre, fissava il muro.
Seonghwa, dopo aver terminato la medicazione, gli lasciò un tenero bacio sulla fronte e si alzò per prendergli dei vestiti puliti.
«Da quanto va avanti?» domandò cercando di non mostrarsi in preda al panico.
Wooyoung rispose alzando le spalle e dicendo: «Da un po'» e poi si ammutolì di nuovo.
«Me ne parlerai quando vorrai, okay?» lo rassicurò il maggiore, prendendogli il volto tra le mani e asciugandogli le lacrime che scendevano a dirotto.
Il moro si sentiva sbagliato, sbagliato per tutte le volte in cui aveva provato attrazione verso qualcuno del suo stesso sesso, per tutte le volte in cui aveva sognato un ragazzo e non una ragazza, sbagliato per tutte le volte in cui si era trovato sommerso da insulti e, soprattutto, sbagliato per tutte le volte in cui i suoi genitori gli avevano urlato contro dicendogli quanto facesse schifo e quanto fosse contro natura.
"Preferiremmo vederti morto in una tomba che vivo con un maschio".
«Sei perfetto Wooyoung, non devi render conto a nessuno della persona che sei. Sul serio, tu vai bene cosi» diceva Hwa singhiozzando.
FINE FLASHBACK
Tremando, il minore terminò di raccontare il suo passato tra le lacrime, i singhiozzi e un dolore immenso in tutto il corpo. Dall'altra per della porta c'era San distrutto dalle parole dell'altro e, mentre provava a non far sentire il suo pianto, cercava di immaginarsi quanto potesse essere stato difficoltoso e orribile per lui. «Ora ti va di aprirmi?» chiese debolmente.
Wooyoung si alzò in piedi con le ultime forze che gli erano rimaste, si guardò allo specchio socchiudendo gli occhi e respirando profondamente, poi si avvicinò alla porta e con uno scatto fece girare la chiave.
San si spalancò la porta e a separare i due c'erano solo un paio di metri. Entrambi erano fermi, impalati a fissarsi negli occhi. Il maggiore deglutì e si ripromise che avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di non vedere ancora Woo in quello stato: spossato, senza energie e psicologicamente distrutto.
Strinse la mano in un pugno e poi si fiondò tra le sue braccia, stringendolo come non aveva mai fatto e abbracciandolo dandogli il calore che nessuno gli aveva mai dato. Wooyoung si sentì meglio quando la sua pelle nuda toccò quella dell'altro e quando riuscì ad ascoltare il suo forte battito.
«Non sei solo, Wooyoung.» bisbigliò prendendogli il volto tra le mani e spostandogli i capelli che coprivano i suoi occhi gonfi.
«Ci sono io con te.» continuò facendo toccare le loro fronti. «Non temere, piccolo» sussurrò.
༄˚ ༘ ༉ ⋆ ೃ⁀➷ 𝚊𝚞𝚝𝚑𝚘𝚛'𝚜 𝚗𝚘𝚝𝚎 🌧🦋
ciao 😅😅
non mi odiate vi voglio bene❤️
avevo detto che sarebbe stata tosta e ci sarebbero stati dei capitolo un po' meh :/
non vi dico niente per i prossimi capitoli ma preparatevi, solo questo HAHA anche se alla fine tra una cosa e l'altra gli darò un po' di pace a sti due poveri cristi❤️❤️😜😜
nulla ho finito, spero che la vostra vita proceda bene uhm ho finito
auguri yeosang 🤍
viva skam italia 5 💛
giulia
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