thirtyseven
[All I need — Within Temptation]
È lunedì e sembra che questa giornata sia interminabile.
Ho ripensato molto a quello che è successo. Ho pensato a Harry, a Zayn e a mio padre. Quando lui mi ha vista quel giorno dopo essere tornato a casa si è accorto di qualcosa, anche se non mi ha chiesto nulla. Ero sconvolta, ma non credevo di stare così male.
Parlare con lui mi ha aiutata. È riuscito a calmarmi e a farmi ragionare, facendomi intendere che non era nel modo in cui volevo farlo io che io problemi si risolvono, che alcuni restano, che non si può aggiustare tutto.
Gli ho raccontato di Zayn e di quello che è successo, e lui non è riuscito a nascondere un accenno di sorriso quando gli ho detto che probabilmente non lo rivedrà per un pò di tempo. In realtà, non ci ha neanche provato.
Mi ha detto di essere dispiaciuto per me, ma che probabilmente è stata la scelta migliore per entrambi.
Io non merito Zayn, e lui merita di meglio. Merita una ragazza che lo ami senza riserve né barriere; merita qualcuno che riesca a vederlo nel modo in cui non sono riuscita a vederlo io. Ed è per questo che quella persona non posso essere io.
Mentirei se affermassi che non mi manca, perchè la verità è che sento la sua mancanza più di quanto dovrei.
E so che non si tratta di amore ma di qualcosa a cui ero abituata, di affetto incondizionato; qualcosa che sentivo quando stavo con Jake.
È stata una rottura, una crepa nel mio cuore già a pezzi, e che si tratti di amore o no, fa comunque male. Fa male soprattutto se penso che tutto questo si sarebbe potuto evitare. Che io avrei potuto evitarlo.
Ma in quel momento, quello in cui ho detto per la prima volta sì a Zayn, sembrava giusto. Sembrava la mia rivincita, e ne ero sicura.
Sembra che io non sia fatta per amare, dal modo in cui ogni ragazzo mi lascia andare.
Alla fine, ne ho parlato anche con Tara. Non le ho raccontato di Harry o del fatto che anche Zayn si fosse accorto di qualcosa, ma mi ha fatto comunque bene. Ne avevo bisogno e non mi ero resa conto di averne fino a quando le parole non sono scivolate via dalla mia bocca senza il timore di pronunciarle.
Sono passati ormai mesi da quando sono arrivata a Nottingham, ma da una parte è come se sentissi di aver sempre m vissuto qui. Sembra paradossale e contraddittorio dato che solo qualche giorno fa volevo tornare in America, ma sento che è così.
Non so quale sia il mio posto, e probabilmente neanche questo lo è, ma per il momento sono arriva alla conclusione che fuggire non mi servirà. Resterò, e sarà la vera sfida per me. Contro me stessa e contro tutto quello che mi ha portata ad essere qui oggi. Spero solo che ad uscirne non siano solo macerie.
Terminate le lezioni mi accorgo di avere un libro che Tara mi aveva prestato. Era uno dei miei primi giorni qui e lei si era subito resa disponibile per qualsiasi cosa mi servisse.
Guardo gli orari per controllare se sia ancora qui a scuola, anche se ne dubito, dato che non abbiamo neanche avuto una lezione in comune oggi. Controllo anche quelli di Stephan, ma anche lui dovrebbe essere già andato via.
La casa di Tara non è molto vicina alla scuola, ma anche se prima tornassi e chiedessi a mio padre di darmi un passaggio impiegherei ancora più tempo. Senza continuare a considerare le mie possibilità mi affretto verso l'uscita; camminare mi farà bene.
Prima passavo intere ora con mio fratello in un parco. Lui correva da una parte all'altra e giocava con Jake, mentre io leggevo un libro o studiavo. Mi chiedo se lo faccia ancora.
Sospiro quando intravedo la facciata esterna della villa dei Webs. Questa casa custodisce troppi ricordi, troppi attimi che ho come tatuati sulla pelle e di cui non riesco più a fare a meno.
Raggiungo il vialetto e lo percorro interamente, costeggiandolo fino ad arrivare al porticato all'entrata principale della casa. L'immagine di me ed Harry qui fuori mi attraversa la mente, ma mi affretto a mandarla via prima di ricaderci.
Dopo qualche colpo sulla porta bianca Maya mi accoglie in casa. Ho scoperto il suo nome dopo le prime volte che sono stata qui.
«Ciao, Maya», la saluto. Lei mi sorride e chiude la porta dietro di me.
«Salve, Ariel», ricambia formalmente, nonostante le abbia ripetuto molteplici volte che non ce n'è bisogno.
«Sto cercando Tara», le dico. «È in casa?»
«È di sopra», mi informa, indicandomi la scalinata. La ringrazio e le assicuro che conosco la strada.
Ogni gradino e ogni passo che percorro lungo il corridoio mi riportano alla mente la sera della vigilia di Natale, quando Zayn mi sorprese venendo qui e quando stavo quasi per lasciarmi andare con lui.
Le pareti sono illuminate, e quando raggiungo la camera di Tara, in fondo a questo corridoio, sento qualcosa. È una voce maschile, ed è quasi sussurrata.
Soltanto quando tendo a prestare più attenzione riconosco Stephan. Non sapevo fosse qui.
La porta della camera è lievemente aperta e mi avvicino lentamente, prima di paralizzarmi completamente.
Nella camera ci sono Tara e Stephan.
Lui è disteso sul suo letto, lei è a cavalcioni su di lui. Le mani di Stephan scivolano su tutto il corpo di Tara, mentre lei fa scorrere le mani tra i suoi capelli. Le loro labbra si muovono insieme e sono come avvinghiati, tra ansimi e sospiri.
Non può essere.
Mi allontano e mi copro la bocca con la mano, appoggiandomi alla parete.
Provo a guardarmi intorno alla ricerca di un qualsiasi segno che mi assicuri che si tratta soltanto di un sogno, un incubo. Ma non è così. Ed io non so cosa fare.
Dovrei tornare dentro e dire loro che ho assistito alla scena? O dovrei semplicemente fare finta di niente e andarmene, fingendo che tutto questo sia accaduto soltanto nella mia testa?
Dovrei fingere, quando lei non ci ha pensato due volte a non farlo con me?
E dovrei fingere, quando in questo momento se non fosse per lei, probabilmente avrei Harry al mio fianco?
E Stephan, dannazione. Avevo intuito che provasse qualcosa per lei, ma Dio, lei sta con Harry.
Prima che possa impedirlo, il libro che avrei dovuto restituire a Tara mi scivola, scontrandosi con il pavimento in una scena già vissuta.
«Ovviamente», sibilo. Mi affretto a recuperarlo, e mentre sto pensando di correre via, Tara esce dalla sua camera.
«Ariel», dice, la voce riempita dalla consapevolezza e dalla colpevolezza.
Quando mi sollevo lei cerca di dominare i suoi capelli biondi, ma fallisce. La camicetta che indossava è completamente slacciata, il trucco sul suo volto quasi inesistente.
«Sono venuta a portarti questo», replico in modo piatto, porgendole il libro ed evitando il suo sguardo.
«Che succed...», inizia Stephan, ancora a torso nudo, quando ci raggiunge sul pianerottolo. Si accorge di me e mi guarda imbarazzato. «Ciao, Ariel.»
Sto per andarmene, ma Tara afferra il mio braccio, impedendomelo.
«Hai visto tutto, vero?», mi chiede in un sussurro mentre i suoi occhi si riempiono di lacrime.
Vorrei risponderle, ma non ci riesco.
«Dillo, Ariel», mi incita. «Dillo.» Il suo tono si alza, e io non riesco più a contenermi.
«Vuoi sapere cosa penso, Tara? Sul serio?» inizio, passandomi una mano tra i capelli.
«Penso che questo sia sbagliato, e non sto dicendo di essere migliore di te, perchè di certo non lo sono. Ma sei stata tu ad aver deciso di stare con Harry. Dici di amarlo, di rispettarlo, e poi ti ritrovo con lui», continuo, indicando Stephan. «Sai, non ti credevo così. Non lo credevo per nessuno dei due.»
«Tu non sai niente, Ariel», sostiene lei con un sorriso amaro, scuotendo la testa.
«Non sai cosa significhi rendersi conto che il ragazzo che credevi ti amasse in realtà non è innamorato di te. Non sai cosa significhi non poter dire una parola quando ti accorgi del modo in cui guarda la tua migliore amica. Perchè quello è il modo in cui vorresti guardasse te. E non sai cosa significhi fare finta di niente, continuare ad amarlo nonostante tu sappia che lui non ricambia i tuoi sentimenti.» Numerose lacrime le rigano il volto, mentre Stephan ha spostato il suo sguardo verso il basso.
Le parole di Tara sono dirette, sicure, e sono dolorose. Lo sono per lei, ma anche per Stephan. Fanno male persino a me.
«Da quanto tempo va avanti?», le domando piano.
Tara distoglie lo sguardo dal mio e si strofina una mano sulla guancia bagnata.
«Tara», ripeto. «Quanto?»
«È successo solo due volte», ammette lei. «Volevo soltanto capire cosa si prova, capisci? Cosa si prova quando davvero importi a qualcuno.» La sua voce si spezza sulle ultime parole, tradendo la sicurezza che ha sempre posseduto.
Ma le sue parole non sono del tutto vere. Anche se Harry non fosse innamorato di lei come sostiene, questo non significa che non gli importi.
«Harry tiene a te, Tara. Ti ama», affermo.
Lei sbocca in una lieve risata e mi guarda. «Davvero, Ariel?»
«Non starebbe ancora con te se non fosse così.»
«Perché tu stavi con Zayn», sostiene, ma io scuoto velocemente la testa.
«Questo non cambia le cose.»
Lei mi guarda per qualche istante, prima di continuare. «Allora dimmi, tu cosa provi per Harry?»
La sua domanda è diretta, senza alcun giro di parole, e sono sicura che si aspetta una risposta tale.
Penso alle sue parole, alle sue convinzioni e a ciò che mi disse Harry quella sera, quella in cui mi assicurò che avrebbe lasciato Tara, se solo gliel'avessi chiesto.
«Niente», sussurro poi, lasciando emergere la mia parte razionale. Il petto mi fa male. «Non provo niente per Harry.»
Probabilmente è vero, probabilmente non lo è. L'unica mia certezza è che il mio arrivo qui non ha fatto altro che causare problemi.
È come se mi portassi dietro una scia cuori spezzati, dolore e fallimenti.
Probabilmente, ciò che non va bene, quello che interferisce, sono io.
«Ne sei sicura?», domanda, cercando il mio sguardo.
«Sì, ne sono sicura.»
Tara non risponde. «Adesso devo andare», dico velocemente, ma lei mi blocca ancora.
Mi volto verso di lei. «Glielo dirai?»
«Tara, io non ti sto giudicando. Ma sei stata tu a farlo tempo fa per qualcosa di cui non eri neanche sicura, e adesso non puoi semplicemente chiedermi di fingere di non sapere. Ma non sarò io a farlo. Se lo vorrai, sarai tu.»
«Non posso», singhiozza, stringendosi il corpo minuto con le braccia. I lunghi capelli biondi le ricadono sul petto e dietro le spalle in larghe onde. Sembra talmente vulnerabile.
«Io...non posso», ripete.
«Cosa significa che non puoi, Tara?», chiedo, spostando lo sguardo da lei a Stephan in cerca di una risposta.
«Lui...», sospira Tara, accennando un debole sorriso. «Lui è così diverso.»
«Tara», inizio. Qualcosa che non conosco si fa strada dall'interno fino ad arrivare al cuore, che vorrei solo poter strapparmi dal petto e mettere fine a tutto. «Cosa stai dicendo?»
«Harry», riprende, e un'altra lacrima lascia i suoi occhi. «Lui non è come gli altri. Non può saperlo. Lui è...», dice, ma senza concludere.
«Lui è cosa?», urlo, non riuscendo più a sostenere questa situazione.
Stephan affianca Tara e le avvolge le spalle con un braccio, attirandola a lei.
«Non posso dirtelo», sussurra Tara, aggrappandosi alla maglia che Stephan ha recuperato. Non ricordo neanche di averlo visto tornare nella stanza. Tara sembra sconvolta, ed io non so cosa pensare. «Ma ti prego, non farlo.»
Mi volto, scuotendo la testa e percorrendo il pianerottolo nel senso opposto. Prima che raggiunga le scale riesco ancora a sentire i singhiozzi smorzati di Tara.
«Ti prego, Ariel», mi supplica mentre il peso sul petto diventa insostenibile. «Se tu lo ami, non farlo.»
🌹🌹🌹
So che non state aspettando altro che sapere cosa nasconde Harry, ma vi assicuro che non manca molto perché tutto venga spiegato.
Che tipo di teoria avete? E cosa pensate di Tara e Stephan? Qualcuna di voi l'aveva già pensato, altre credevano addirittura si trattasse di Zayn (💔).
So che è difficile e inconcepibile, ma provate a mettervi nei panni di Tara, a comprendere le sue parole e quello che prova ogni volta che vede Harry guardare Ariel come dovrebbe guardare lei.
Siamo più o meno a metà storia, e spero davvero che che vi piaccia. Ogni recensione è ben accetta!
Al prossimo capitolo,
Chiara 🕊
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