thirtyfour

STATE TRANQUILLE PER HARRY. (IO NON VI HO DETTO NULLA)

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[Don't let me go — Harry Styles]

Oggi è il primo di febbraio ed è passato esattamente un mese da quando ho visto Harry l'ultima volta. Oggi è anche il suo compleanno.

Compie ventun anni, e Tara non ha voluto scuse. Tutto è stato vano, e con Zayn dalla sua parte non è stata decisamente una battaglia equa.

Non so neanche come dovrei comportarmi, o quale reazione potrei avere a rivederlo dopo un mese trascorso ad evitarci palesemente a vicenda.

Durante questo periodo mi sono legata molto a Zayn, e ogni minuto che ho passato insieme a lui ha contribuito a farmi rendere conto di quanto lui possa rendermi felice e farmi stare bene.

Mi ha detto una sola volta di amarmi dopo la prima, quella sera a casa di Tara, e io non gli ho dato una risposta se non quel grazie che farebbe rabbrividire chiunque.

Sono sicura di provare qualcosa per lui, ma non sono sicura che sia ancora amore. Non nel senso in cui lo intende come ciò che prova per me.

Passeremo il fine settimana in un appartamento della famiglia di Harry; è sulla costa.

Non ho mai lasciato Nottingham da quando sono arrivata, e il pensiero di farlo mi entusiasma, ma allo stesso tempo mi spaventa.

Sto aspettando che Zayn passi a prendermi così da poterci associare a Tara e Harry per raggiungere il posto tutti insieme.

Louis, Niall e Stephan verranno insieme a Danielle e Eleanour. Sono quasi sicura che tra Louis ed El ci sia qualcosa, ma terrò ciò che penso per me.

Non ho idea neanche di cosa indossare né di cosa faremo, ma staremo via soltanto due giorni, quindi forse dovrei smetterla di preoccuparmi.

Un'ora dopo sono nell'auto di Harry. Credevo che Zayn sarebbe passato prima da me e che poi insieme saremmo andati da Tara, ma mi sbagliavo.

Soltanto quando sono uscita dal palazzo mi sono resa conto che non eravamo ancora soli, ma che c'erano già Tara e Harry ad aspettarci.

Rivedere Harry è stato peggio di quanto mi sarei aspettata.

Non è stato di molte parole da quando sono entrata nella sua auto, che non fa altro che ricordarmi quello che abbiamo fatto, e non so cosa pensare.

Il suo atteggiamento sembra distaccato, quasi freddo.

Ho la testa poggiata sulla spalla di Zayn, mentre Tara tiene la sua mano sulla gamba del ragazzo al suo fianco, che non distoglie gli occhi dalla strada.

Prima che possa rendermene conto i miei occhi si chiudono, lasciandomi libera dalle domande a cui non ho risposta.

«Ariel.» Sento il mio nome in un sussurro, come se chi mi stesse chiamando fosse lontano da me, e percepisco qualcosa scuotermi gentilmente il braccio.

«Ariel, siamo arrivati.» La voce adesso sembra più vicina, e una mano si appoggia sul mio volto facendomi risvegliare e riacquistare lucidità.

Sollevo la testa dalla spalla di Zayn strofinando ripetutamente una mano sul collo per tentare di rilassare i muscoli contratti.

«Ciao», dice, e mi accorgo che siamo soli nell'auto.

«Tara e Harry?», gli domando passandomi le mani tra i capelli.

«Sono già dentro», mi informa e annuisco. Lui mi alza il mento con le dita prima di avvicinarsi e premere le sue labbra sulle mie.

«Ciao», rispondo al suo saluto, prima di riconnettere poi le nostre labbra.

Improvvisamente, entrambi sussultiamo quando sentiamo qualcosa battere contro il finestrino dell'auto.

«Zayn, ho bisogno di una mano.» Harry è fuori, e il suo sguardo cade sulla mano di Zayn poggiata ancora sulla mia vita.

Non riesco a leggere la sua espressione, e non capisco cosa gli prenda.

Potrebbe essere semplicemente una mia sensazione, ma non mi sembra lo stesso Harry che credevo di conoscere.

«Arrivo», replica Zayn facendo scivolare la mano sulla mia, intrecciando le nostre dita.

Lo seguo fuori dall'auto, ma quando cerco di creare un contatto con Harry lui mi evita e torna dentro, dicendo a Zayn che lo aspetterà lì.

Recupero la mia borsa e con ancora la mano di Zayn a coprire la mia ci allontaniamo dall'auto per raggiungere l'appartamento, che si rivela essere una vera e propria villa indipendente.

Percorriamo uno stretto vialetto delimitato da mura su cui si ramificano delle rampicanti; una piscina coperta è situata sul lato destro del giardino. La porta principale è aperta, e noi siamo i primi ad arrivare. Credo che gli altri ci raggiungeranno più tardi.

«Vado da Harry», mi dice Zayn premendo le labbra sulla mia guancia.

«Io credo che andrò da Tara.» Gli sorrido, e ci dividiamo.

Quando varco l'ingresso mi rendo conto di quanto questa casa sia immensa. È più piccola di quella di Tara, ma si erge su due piani strutturati in legno che la fanno sembrare uno chalet di montagna.

«Ariel, sono qui», sento Tara urlare, cosi tento di seguire la sua voce per capire dove si trovi.

Attraverso la sala passando tra i divani in tessuto e salgo la rampa di scale fini ad arrivare al piano superiore, dove trovo Tara a sistemare alcune delle sue cose.

«Puoi sistemarti qui, ma se non vuoi dormire con Zayn posso farti compagnia», propone prendendomi in contropiede. Non so come risponderle.

Sapevo che avremmo passato la notte insieme, ma non immaginavo ci sarebbero state le divisioni tra le camere e che questa casa fosse così grande da riuscire ad ospitare tutti senza che dovessimo dividerci.

«Posso stare con Zayn, non preoccuparti», affermo, convincendo me stessa che posso farlo.

Non ho mai dormito con lui. Non ho mai dormito con nessuno dopo Jake.

«Stephan mi ha mandato un messaggio», mi informa. «Saranno qui tra un paio d'ore.»

«Va bene.» Annuisco e sistemo la mia borsa nella stanza accanto a dove lei ha sistemato la sua.

Ciò significa che lei e Harry saranno esattamente ad un muro di distanza da noi, e che passeranno la notte insieme.

So che non è sicuramente la prima che passano insieme, e so che non dovrebbe interessarmi, eppure non riesco a farne a meno.

Mentre io e Tara prepariamo la cena Zayn e Harry sono sul retro a sistemare la piccola dependance dove potremmo stare ad osservare le stelle stanotte.

«Dio, non ne sono proprio capace», si lamenta Tara. Distolgo la mia attenzione da quello che stavo facendo per portarla su di lei.

«Cosa c'è?», le domando avvicinandomi.

«La rovinerò, lo so», continua, senza spiegarmi quale sia il problema.

Solo quando sono accanto a lei capisco che si riferisce alla torta che ha preparato per Harry.

«Non mi sembra male», dico, osservando la base di pan di spagna ricoperto di panna.

Le fragole sono disposte sull'intera circonferenza della torta insieme a delle scaglie di cioccolato che conferiscono colore e dinamicità al tutto.

«Il problema è la scritta», sostiene. «Non ho la mano molto ferma e non riesco a farla senza combinare un disastro.»

Da come appare ora la torta non sembra che non abbia la mano ferma. Ogni dettaglio è perfetto, io non sarei mai riuscita a farne una simile.

«Tara, è bellissima», la incoraggio. «E anche se sbagliassi la scritta sono sicura che Harry la apprezzerebbe comunque.»

Sono sicura che anche se si fosse presentata come un disastro, Harry l'avrebbe amata. Così come ama lei.

«Dici sul serio?», mi chiede insicura.

Annuisco e le sorrido; lei mi avvolge in un veloce abbraccio attenta a non sporcarmi con la panna o il cioccolato con cui ha farcito la torta.

Le mie parole sembrano averla convinta, data la decisione e la concentrazione con cui si sporge sul bancone per completare quella scritta.

Il messaggio di Stephan era fedele alla realtà, dato il suo puntuale arrivo insieme agli altri e alle ragazze.

Dopo aver cenato ci spostiamo tutti nella dependance e, come previsto, Harry sembra essere più che soddisfatto del lavoro della sua ragazza.

La scritta non è perfettamente lineare, ma sono le imperfezioni a rendere qualsiasi cosa ancora migliore e imperfettamente perfetta.

Harry soffia sulle candele quando il conto alla rovescia della canzone che tutti intoniamo intorno a lui finisce. Sorride e si sporge verso Tara, lasciandole un bacio sulle labbra.

Il braccio di Zayn è posto intorno alle mie spalle mentre io sono completamente poggiata sul suo corpo.

🌹

«Hai sonno?», mi domanda Zayn facendo scorrere le mani tra i miei capelli.

Scuoto la testa e continuo a guardare verso l'alto, oltre la vetrata che copre la dependance.

Siamo rimasti soli, e in questo momento sono più felice di quanto immaginassi, nonostante l'atteggiamento di Harry mi pesi ancora sul petto.

È come se percepissi che qualcosa non va, ma non riesco a capire di cosa si tratti. Non mi parla, quasi mi evita, e fa più male di quanto credessi non poterlo guardare neanche da lontano.

«Dovrei chiamare mio padre», dico sollevandomi lentamente.

«Posso aspettarti di sopra, se vuoi», propone accarezzandomi una guancia.

Annuisco e premo le mie labbra sulle sue, prima di separarci.

Mi alzo completamente e sfilo il cellulare dalla tasca dei jeans; scorro le dita sullo schermo e faccio partire la chiamata.

Mentre continuo ad aspettare che risponda sento qualcosa alle mie spalle, come una melodia, ma non sembra provenire dall'interno della casa.

Quando ormai la chiamata è andata in segreteria cerco di rendermi conto da dove provenga quel suono. Quando lo capisco, lo seguo.

È completamente buio, e avventurarmi sul retro di una casa che non conosco — da sola — probabilmente non è qualcosa che dovrei prendere in considerazione, ma la tentazione mi sta divorando.

I miei passi sono ovattati dal leggero strato d'erba che ricopre questa parte del giardino; mi fermo quando la fonte di quella melodia è praticamente ad una minima distanza da me.

Prima che me ne renda conto sono davanti ad una seconda dependance, più piccola e più nascosta di quella in cui siamo stati fino a poco fa. La porta è socchiusa e le note che si fondono danno vita ad una melodia veloce, disperata, ma meravigliosa.

Mi accosto alla porta e non ho bisogno neanche di sporgermi e di controllare per avere una conferma di chi sia a suonare.

Ma non si tratta solo di una melodia suonata.

I hold on scared and harder to breath
(Resisto, è sempre più difficile respirare)

All of a sudden these lights are blinding me
(Tutto ad un tratto le luci mi stanno accecando)

I never noticed how bright they would be
(Non ho mai notato quanto fossero luminose)

La sua voce calca meravigliosamente le note di quella canzone, e temo che il mio cuore possa smettere di battere da un momento all'altro.

This bed was never made for two
(Questo letto non è mai stato fatto per due)

I'll keep my eyes wide open
(Terrò gli occhi ben aperti)

I'll keep my arms wide open
(Terrò le braccia spalancate)

Le parole fanno male, ma la voce di Harry è la cura per il mio cuore disperso in frantumi.

Seems like these days I watch you from afar
(Sembra che in questi giorni ti guardi da lontano)

Just trying to make you understand
(Sto solo cercando di farti capire)

I'll keep my eyes wide open
(Terrò gli occhi ben aperti)

I'll keep my arms wide open
(Terrò le braccia spalancate)

Don't let me
(Non lasciarmi)

Don't let me go
(Non lasciarmi andare)

Cause I'm tired of being alone
(Perché sono stanco di essere solo.)

Nel momento in cui la musica si arresta un debole lamento fuoriesce dalla mia bocca, che mi copro velocemente con la mano.

Non so se fare la cosa giusta e andare via o entrare, ma prima che possa soppesare le opzioni vengo preceduta da lui.

«Ariel Green, so che sei lì», dice. Mi mordo il labbro inferiore e appoggio la testa contro porta prima di sospirare ed entrare.

È anche più piccola di quanto credessi, e a riempirla ci sono soltanto un vecchio piano e un divano.

Harry è di spalle, le sue dita sono ancora poggiate sui tasti.

«Scusa, non volevo disturbarti», mormoro, passandomi una mano tra i capelli e reggendo con l'altra il cellulare.

Aspetto che lui dica qualcosa o che semplicemente si volti, ma quando realizzo che non lo farà sospiro e raggiungo la porta con l'intenzione di andarmene.

«Aspetta.»

Mi volto e mi accorgo che lui ha fatto lo stesso.

Il suo sguardo incrocia il mio e non posso fare altro che assecondarlo dopo le sue parole.

«Resta.»

🌹🌹🌹

Cosa potranno mai fare Ariel e Harry, di sera e da soli in una piccola dependance?

Un minuto di silenzio per chi come la sottoscritta è compulsivamente ossessionata dalle mani di Harry.

Al prossimo capitolo! 🦋👼🏻

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