thirteen

[I see fire — Ed Sheeran]

«Mi dispiace, avrei davvero voluto fartelo conoscere.»

Sono in clinica con mio padre, ed è da dieci minuti che mi sta parlando del misterioso ragazzo che vorrebbe conoscessi. Mi ha ripetuto che è un volontario, ma non ha detto altro. Quando ha finito il suo turno ha chiesto se lui fosse ancora qui, ma era già andato via.

«Tranquillo, sarà per la prossima volta» lo rassicuro.

«Sono sicuro che ti piacerà, vedrai.»

🌹

Un' altra settimana è iniziata, e sono rimasta in cotatto con Zayn quasi per tutto il tempo. Mi ha detto di trovarsi a Londra per l'università e che probabilmente tornerà per il fine settimana; per quella cena che mi aveva promesso.

Non posso negare che il contatto con cui mi abbia rassicurata più di quanto non credessi all'inzio. È una presenza che c'è, che non passa inosservata.

«Sei distratta» mi riprende Stephan lanciandomi una piccola pallina di carta.

«Eh?»

«Appunto» ghigna. «A cosa pensi?»

«A nulla» rispondo con una scrollata di spalle.

«Sì, invece io diventerò il prossimo presidente degli Stati Uniti.»

Sorrido ampiamente. «Direi che questo è molto più improbabile.»

«Grazie mille, che amica.»

«Scusami, hai ragione.» Porto una mano sul petto teatralmente: «Voterò per te alle prossime elezioni.»

Stephan scuote la testa. «Davvero molto divertente. Stai soltanto peggiorando la situazione, Ariel.»

«Verrai da Tara più tardi?» mi domanda cambiando discorso. Ci ha invitati entrambi a casa sua per guardare un film, ma non sono sicura di andarci.

«Non lo so ancora, devo finire la relazione di storia per domani.»

«Posso darti una mano, se vuoi» propone con un sorriso.

«Non voglio approfittarne, Stephan.»

«Non ne stai approfittando, è un accordo equo» dice sicuro. «Se verrai ti darò una mano con la relazione. Io ho già terminato la mia.»

«Sicuro?»

«Certo» sorride mentre chiude l'armadietto. «Andiamo, Tara ci sta già aspettando.»

🌹

«Sono contenta che tu abbia deciso di venire» ammette Tara voltandosi a guardarmi. Lei è davanti insieme a Stephan nella sua auto, io sono dietro.

«Non ha potuto rifiutare il mio aiuto» risponde Stephan al suo posto distogliendo per pochi istanti lo sguardo dalla strada.

«Aiuto per cosa?»

«Devo finire una tesina di Storia per domani, ma non ci vorrà molto.»

Stephan sosta l'auto nel cortile della casa. Alla luce del giorno riesce a sembrare ancora più grande di quello che ricordavo. Ad accoglierci è la madre di Tara, che saluta calorosamente Stephan prima di voltarsi verso di me.

«Sì, mi ricordo» dice sorridendo quando Tara le domanda se si ricordi di me. «Ariel, giusto?»

Annuisco. «È un piacere rivederla.»

Ci fa accomodare in sala: io sono sul divano in pelle con Tara al mio fianco mentre Stephan è di fronte a noi. Parliamo del Natale e dei progetti di ognuno, del ballo invernale che la scuola organizza ogni anno e di quanto Tara si stia impegnando nell'organizzazione di questo affinché riesca al meglio.

La madre di Tara torna da noi con un vassoio tra le mani con su tre tazze; ce le porge e solo quando la prendo mi rendo conto che si tratta di cioccolata calda. La sto ringraziando quando sentiamo il campanello suonare.

«Deve essere Harry» dice Tara e io sussulto involontariamente.

«Harry?» replico, cercando di mascherare la mia reazione eccessiva facendola sembrare semplice curiosità.

Tara annuisce sorridente. «Sì, ho invitato anche lui.»

Mi limito ad assecondarla sorridendole, ma so che probabilmente se avessi saputo prima che sarebbe venuto non avrei ceduto.

Guardo Tara andare verso la porta d'ingresso e riesco a vedere lui quando lei si sposta per permettergli di entrare, ma soltanto dopo averlo baciato velocemente sulle labbra. Harry ci viene incontro e quando incrocia il mio sguardo capisco che neanche lui sapeva che sarei stata qui oggi.

«Ariel, vuoi finire adesso quella relazione?» mi domanda Stephan. Sono sicura si sia accorto della situazione, che c'è qualcosa anche se non sa cosa — neanche noi lo sappiamo — e mi salva.

Mi volto verso di lui e il suo sguardo è comprensivo, ma consapevole. Harry nel frattempo si è seduto accanto a lui, e io non riesco a spiegare come anche la sua presenza influisca talmente sui miei movimenti.

«Certo» rispondo a Stephan evitando di guardare Harry.

«No!» esclama Tara, «Guardiamo prima un film?»

Sento lo sguardo di Harry su di me ma non voglio cedere. Ricorro ancora una volta a Stephan, che questa volta si limita a scrollare le spalle. Tara prende il nostro silenzio come un consenso silenzioso, così si alza facendo pressione sulla gamba di Harry.

«Bene!» continua, «Stephan, tu vieni con me. Ariel, Harry, voi andate a prendere la scatola con i film. È nella casetta in giardino.»

«Cosa farete tu e Stephan?» le domando pensando ad una scusa per non allontanarmi da sola con Harry.

«Popcorn. Soltanto io e lui conosciamo un modo per prepararli come nessun altro. È un nostro segreto, poi vedrete» dichiara Tara con un sorriso; Stephan è già in piedi al suo fianco. Lei sposta lo sguardo da me a Harry. «Amore, falle strada.»

Lo guardo e lo raggiungo lentamente quando mi accorgo che è già in piedi.

«Vieni» mormora camminando davanti a me e non guardandomi neanche una volta per errore.

Usciamo dalla casa per poi avviarci verso una struttura interamente in legno, come una piccola baita di montagna. Una volta dentro scendiamo le scale e davanti a me si apre una sala più grande di quanto mi aspettassi, dove al centro prevale un grande divano circondato da alti mobili, librerie e un piccolo tavolo.

«Tu puoi guardare lì, io provo dall'altro lato» propone Harry continuando ad evitare il mio sguardo.

«Va bene» rispondo e vado verso la parte della stanza che mi ha indicato; lui sparisce all'interno dello stretto corridoio.

Sposto il mio sguardo lungo gli scaffali della libreria: ci sono libri, cd e vari riconoscenti. Su una delle mensole più alte c'è una scatola scura che sembra corrispondere a quella descritta da Tara.
Mi sollevo sulle punte per cercare di afferrarla, ma non riesco ad arrivarci. Mi volto in cerca di qualcosa che possa aiutarmi, e la mia scelta ricade su una delle sedie accanto al tavolo; la prendo e la porto davanti alla libreria. Una volta salita sorrido soddisfatta quando mi accorgo della scritta FILM incisa sulla scatola.

«Harry» lo chiamo piano per avvisarlo, «l'ho trovata.»

Ho bisogno di tendermi ulteriormente per poterci arrivare, ma una volta raggiunta perdo l'equilibrio. Tento di trovare qualcosa a cui potermi aggrappare, tuttavia fallisco miseramente.

«Ariel» sussurra Harry, solo che voltandomi verso di lui finisco per perdere quel minimo di equilibrio su cui stavo contando per evitare di cadere. Lui mi afferra velocemente e finiamo entrambi sul pavimento; io sono letteralmente su di lui e sento la sua mano premere sulla parte bassa della mia schiena. Sposta la sua mano libera sul mio fianco continuando a tenere l'altra sulla mia schiena e solleva lievemente la testa sfiorando il mio naso con la punta del suo. Sento il suo respiro sulle mie labbra e non so se questa volta riuscirò a fermarlo; qualsiasi siano le sue intenzioni.

Percepisco mio respiro irregolare contro le sue labbra e sento il cuore martellare nel mio petto quando continua ad avvicinarsi. Nel momento in cui sentiamo dei passi lungo le scale, però, rompiamo ancora una volta la nostra bolla - quella in cui ci siamo già rifugiati troppe volte - tornando a ciò che non possiamo essere.

«Grazie» sibilo prima di posare una mano sul suo petto per issarmi. Lui porta la testa all'indietro fino a poggiarla sul pavimento e sospira intensamente.

«Che succede?» domanda Stephan mentre guarda Harry alzarsi.

«Ho perso l'equilibrio e lui mi ha aiutata» gli spiego brevemente e senza inutili giri di parole. Sono arrivata alla conclusione che Stephan sta iniziando a capire, a percepire il modo in cui ci guardiamo io e Harry.

«Avete trovato i film?» chiede senza fare altre domande. Sposto lo sguardo su Harry che con un movimento veloce recupera la scatola rimasta per metà sullo scaffale.

«Eccola.» La tiene tra le mani mentre ci viene incontro e mi osserva per un tempo forse troppo lungo prima di superarci e tornare di sopra.

«Ariel, tutto okay?» Stephan si volta verso di me quando lo domanda, ma non c'è giudizio nel suo tono; solo sincera apprensione.

Annuisco, ancora scossa. «Sì, torniamo dagli altri.»

🌹

«Ci avete messo un secolo» dice Tara quando rientriamo.

«Non era dov'è solitamente» le risponde Harry quasi disinteressato posando la scatola sul tavolino tra i divani. «Quindi abbiamo dovuto cercarla.»

Tara si acciglia ma non lo da a vedere, solo che io me ne accorgo. Fa finta di niente e apre la scatola; inizia ad elencarli e finisce per decidere lei quale film guardare. Non lo conosco, ma non è un film sentimentale e di questo ne sono grata; non so se avrei retto il genere in questo momento, dopo quello con Harry.

Tara prende posto accanto a lui, che dopo qualche istante le circonda le spalle con un braccio e le sussurra qualcosa all'orecchio. Distolgo lo sguardo da loro e appoggio la testa sulla spalla di Stephan, seduto al mio fianco. La mia attenzione cala secondo dopo secondo, e non ho la forza di volontà necessaria per non guardare Harry. In questo modo ho la conferma che anche la sua attenzione non è verso il film, perché i suoi occhi li ritrovo non appena mi volto, già su di me. Sollevo lentamente la testa dalla spalla di Stephan e mi volto completamente nella direzione di Harry. Restiamo così, ad osservarci e a studiarci, pensando a questa inspiegabile connessione che necessitiamo di avere.

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