fortyone

[Stay — Hurts]

🌹 A R I E L 🌹

Attraverso l'ampio corridoio temporeggiando, convincendomi che questa sia davvero la scelta giusta. E lo è. Deve esserlo.

La tentazione di guardami indietro ancora una volta prima che il mio ultimo passo coincida anche con il definitivo è grande ed è come se mi stesse parlando, ma lotto contro me stessa e non lo faccio.

Non lo faccio perché so che potrei vacillare, e che quest'unica certezza che mi resta potrebbe essere compromessa e rinchiudermi nell'insicurezza più totale.

Trascino il mio corpo all'esterno, dove l'aria di Londra mi spinge i capelli davanti al volto. Quando sono ormai all'interno, ogni ricordo di quando sono arrivata qui mi assale come una valanga in procinto di avvolgermi e non farmi più ritrovare la superficie.

Penso al rapporto che credevo perduto con mio padre e che invece stiamo recuperando. Ricordo di quanto inizialmente odiassi Londra perchè sapevo che era uno dei sogni di mia madre che non avrebbe mai più potuto vivere; di come le persone corressero e travolgessero ogni cosa nella loro tempestività senza neanche voltarsi per scusarsi.

E poi ricordo lui.

I suoi occhi, il modo in cui mi guardava e quello in cui cercava di entrarmi dentro. E ci è riuscito. Ci è riuscito come nessuno altro e nel modo in cui io volevo evitare accadesse. Ricordo di come mi sentissi al sicuro nel suo sguardo, protetta. Ed è stato quello sguardo, i suoi occhi cristallini e sinceri a riportarmi alla vita lentamente.

Harry è stata la mia ancora di salvezza per tutto questo tempo e io non me ne sono mai resa conto.

La voce di una donna risuona attraverso gli altoparlanti, incoraggiandoci ad allacciare le cinture di sicurezza prima della partenza. Mi appoggio con la testa al sedile e lascio che sia solo la musica ad accompagnarmi durante le prossime dieci ore.

🌹 H A R R Y 🌹

Se n'è andata.

So che è giusto, che doveva farlo e che ne ha un disperato bisogno, ma il pensiero che non possa più tornare da me non fa altro che attraversarmi la mente in continuazione.

E se fosse davvero così? Se decidesse di non tornare?

È tornata dal suo passato; quello da cui ha cercato di scappare. E adesso sta scappando da me e da tutto quello che la tiene aggrappata a qui, per poterci ritornare.

Suo padre mi ha detto che ha provato a convincerla a cambiare idea, a pensarci di più, ad aspettare. Ma non è servito, niente è servito. Niente è stato abbastanza perchè ne valesse la pena restare.

«Ho chiesto aiuto a te perchè tu la rendi vulnerabile», ha sostenuto Robert quando sono arrivato a casa sua.

Inizialmente non capivo, non me ne rendevo conto. Tutto ciò che volevo era vederla, e quando è successo avrei voluto soltanto stringerla tra le mie braccia e prendere il suo dolore per poterla far stare meglio.

Il suo volto era senza espressione; gli occhi spenti e assenti, attraversati dal vuoto che regna ormai da troppo tempo dentro di lei.

Intorno al suo corpo c'erano le sue mura a proteggerla, la fortezza che non mi ha permesso di avvicinarmi quanto avrei voluto. Avevo paura che se le avessi sfidate, che se avessi tentato di attraversarle, avrei finito per distruggere lei.

Suo padre ha provato a spiegarmi quello che era successo, e la confusione che la intrappolava non era niente in confronto a quella che dominava dentro di lei fino a prenderne il controllo.

Era tornata a casa ed era corsa nella sua camera, strappando i suoi abiti dall'armadio e gettandoli sul suo letto, prima di recuperare una valigia e gettarli all'interno.

Mi ha detto di quando poi ha iniziato ad urlargli contro e lui non era riuscito a fare altro che guardarla, mentre si auto distruggeva ancora una volta senza saperlo.

Mi ha detto che voleva andarsene.

Ed è stato in quel momento che mi sono precipitato nella sua camera, dove lei mi stava aspettando. Mi sono chiesto se avesse sentito la mia voce, mentre ero lì davanti a lei.

E mentre la guardavo, continuavo a non capire. Non sono io a renderla vulnerabile, perchè lei lo è già. Ariel è la persona più vulnerabile in qualsiasi momento, e non mi sono mai reso conto che io non faccio altro che renderla ancora più vulnerabile di quanto già non sia.

E lei non ha bisogno di questo. Lei ha bisogno di reagire, di essere spinta a vivere come dovrebbe, lasciare che ogni emozione la attraversi.

Ho provato a parlarle, ma non sapevo neanche in quale modo tentare di riuscire a mettere insieme tutti i suoi pezzi.

È stato quando mi ha detto che se non dovesse tornare vorrebbe dire che è in questo modo che doveva andare, che ho capito.

Io sono innamorato di lei.

Sono innamorato di lei, ma le ho mentito. Le ho detto che l'aspetterei per sempre, nonostante io non possa prometterglielo davvero.

🌹 A R I E L 🌹

Nel momento in cui realizzo di essere davvero qui è come se fossi tornata indietro di quasi un anno. È come se non me ne fossi mai andata.

Ho bisogno di fermarmi e di recuperare l'equilibrio, prima di riuscire a farcela.

Sono davvero qui. Sono a casa.

Nessuno sa del mio arrivo, neanche Liam. È stato tutto talmente veloce; solo poche ore fa ero a Nottingham chiedendomi se stessi facendo la cosa giusta.

Ma io non faccio mai la cosa giusta, quindi non avevo niente da perdere. Non ho niente da perdere. Ho già perso tutto.

Percorro il viale costeggiandolo e fermandomi a respirare quest'aria che mi è mancata tanto, ma che mi fa male allo stesso modo. Mi sferza la gola e mi tiene calda, mi fa venire i brividi, mi fa sorridere e mi trafigge il petto.

Quando raggiungo la veranda mi appoggio contro il piccolo pilastro, spostando il mio sguardo su tutto quello di cui ho fatto a meno. Su quello che volevo soltanto dimenticare.

Ho così tanti ricordi di questo posto, di quello in cui mi rifugiavo. Qui è dove Jake mi ha baciata per la prima volta, dove mi ha promesso il suo amore in un modo così intenso da farmi aggrappare alla sue parole come se fossero un'ancora di salvezza.

Improvvisamente, la porta principale si apre rivelando un bambino che in questo momento mi volge le spalle. I capelli scuri sono più lunghi adesso, ed è più alto. È lui.

«Todd», sussurro, lasciando andare la valigia e la borsa, che mi scivola dalla spalla.

Si blocca sui suoi passi e prima che si volti completamente verso di me sembra passare un'eternità.

«Ariel», dice con la sua voce piccola. Mi si stringe il cuore.

Annuisco, portandomi una mano a coprirmi la bocca. Lui mi corre letteralmente incontro e mi avvolge tra le sue braccia. Lo tengo stretto a me, rivivendo tutta la mancanza che abbiamo sentito l'uno dell'altra.

È piccolo tra le mie braccia, e quando ci allontaniamo mi accorgo che i suoi occhi sono luminosi, ma non come lo erano prima che la morte di nostra madre ci devastasse. Tuttavia, i suoi occhi sono più vivi dei miei, e sembra che tutti riescano ad essere più forti di quanto invece riesca ad essere io. Sembra che tutti siano riusciti ad andare avanti.

«Ti ho cercata tante volte, Ariel», afferma mentre lascia andare alcune lacrime che raccolgo, prendendo il suo volto tra le mie mani. «Ti ho cercata, ma tu non c'eri mai.»

Il mio cuore si spezza ancora una volta, e io vorrei soltanto che tutto questo dolore possa lasciami andare, una volta per tutte. Vorrei potermi lasciare andare anch'io, vorrei davvero riuscire a farlo più di ogni altra cosa.

«Mi dispiace», rispondo a Todd, guardando i suoi occhi grandi. Ed è attraverso questi che rivedo anche lei.

«Non andartene ancora, ti prego», mi chiede abbracciandomi ancora una volta, e io mi domando se andarmene sia stata la scelta giusta, convincendomi che tornare lo sia stata.

«Sono qui, Todd. Sono qui», gli prometto, stringendo la presa intorno al suo corpo e accarezzandogli i capelli. Mi è mancato così tanto.

«E papà?»

«Tornerà anche lui.» Sono sicura che se gli avessi dato il tempo che mi ha chiesto, probabilmente sarebbe qui con me adesso. Starebbe riabbracciando suo figlio, e invece è da solo. L'ho lasciato lì senza neanche chiedergli di venire con me.

Sono sicura che tornerà, perchè ne ha bisogno anche lui, nonostante quello che cerca di mascherare.

Lascio che mio fratello mi prenda la mano e mi porti all'interno della casa, ma io non so se sono pronta. È troppo tardi.

Nel momento esatto in qui varco la soglia, immagino mia madre che mi avvolge tra le sue braccia e che mi dice che le sono mancata, ma questo non avviene.

Ad aspettarmi non c'è lei, e non ci sarà mai più.

«Todd, cosa c'è?» Una voce familiare e che non sentivo da tempo si fa sempre più vicina, fino al momento in cui non ci raggiunge, e i suoi occhi cadono su di me.

«Ciao, nonna.» La saluto, restando accanto a Todd. Lei adesso vive qui con lui; mio nonno ha lasciato lei e noi qualche anno fa. Ha preso la nostra casa, trasformato ricordi, ma non importa più. Non abbiamo mai avuto un buon rapporto; io non sono mai stata ciò che loro avrebbero voluto fossi.

«Ariel», sussurra lei, bloccata nei suoi passi. «Quando sei arrivata?»

«Adesso», le rispondo, la voce fredda e impassibile. Devo ancora rendermi del tutto conto di essere davvero qui.

«E tuo padre?» Mi domanda, alludendo a suo figlio.

«È rimasto a Nottingham.»

Sul suo volto compare un leggero cipiglio e abbassa lo sguardo, poi sparisce nella stanza da cui è venuta.

Io recupero la mia valigia e la borsa, prima di attraversare la sala principale e raggiungere la mia camera. La porta è chiusa, e indugio con le dita su di essa prima di riuscire ad aprirla.

Quando lo faccio, mi accorgo che è esattamente come quando me ne sono andata. I cuscini sono posti in modo ordinato sul letto nel centro della stanza, la scrivania contro la parete ha ancora tutti i miei quaderni; la libreria ha tra gli scaffali tutti i libri in cui mi sono sempre rifugiata.

Le tende sono raccolte nei lati in modo tale che la luce illumini l'intera camera durante il giorno.

Mi sposto verso la parete alle spalle del letto. Tutte le fotografie sono ancora contro di essa, e tutte sembrano ricordarmi di quanto credessi di essere felice, ma quanto in realtà non lo fossi. Jake è presente in quasi la maggior parte, mentre mi tiene tra le sue braccia o mi bacia sulle labbra; mentre semplicemente mi guarda nel modo che mi ha permesso di innamorarmi di lui, prima di riconoscere davvero i miei sentimenti.

In una delle foto c'è mia madre. È con me e mio fratello, io sono accanto a lei mentre Todd è davanti a noi. Entrambe le sue braccia sono avvolte intorno al nostro corpo, sorridendo alla macchina fotografica tra le mani di mio padre. In quel momento ero felice.

Ero felice perchè non sapevo quello che mi aspettava. Non ne avevo nessuna idea.

🌹🌹🌹

Cosa ne pensate della decisione di Ariel?
Finalmente Harry si è reso conto dei sentimenti che prova per lei, dopo 41 capitoli è successo!

Spero che la storia continui a piacervi, fatemi pure sapere tutto ciò che pensate/immaginate possa accadere/consigli!

A presto,
Chiara 🌹

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