1. Tra ali, occhi rossi e peccati capitali
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RACHEL, 150 GIORNI PRIMA
In principio, vi era la Luce. Tutto ebbe origine quando da essa nacquero i primi sette angeli della storia: Michael, Lucifer, Belzebù, Uriel, Gabriel, Rafael e Samael. Dio li chiamò al suo cospetto, deciso a farsi aiutare dai figli della Luce nella sua missione di portare la vita sulla Terra.
Michael, Lucifer e Belzebù fondarono il Corpo delle milizie Celesti, pronti a difendere l'operato di Dio con onore. Uriel e Gabriel si assunsero il compito di reggere sulle loro spalle il Corpo dei Messaggeri, per mediare facilmente tra Dio e gli umani che presto sarebbero stati sotto la sua protezione. Rafael e Samael pensarono al Corpo dei Curatori, istituito per assicurare il benessere degli abitanti della Terra. Nel frattempo, la Luce continuava ad inviare periodicamente nuovi angeli nell'Eden.
Un giorno Dio creò finalmente un uomo e una donna dalla polvere: Adam e Lilith. Quest'ultima si mostrò da subito incapace di cooperare con i sette Arcangeli, rifiutandosi di sottomettersi al volere degli uomini quali erano e soprattutto al volere di Adam. Fu questa la ragione che spinse Dio ad affidare alle milizie celesti il compito più difficile: cacciare Lilith per sempre dalla Terra e dall'Eden, condannandola alla dannazione eterna.
Sebbene Michael e i suoi sottoposti fossero pronti ad eseguire l'ordine senza battere ciglio, qualcuno lo era meno: Lucifer era stato talmente attratto dalla forza d'animo e dalla caparbietà della donna da essersene perdutamente innamorato, senza riuscire a comprendere la sottile linea che divideva il male dal bene.
«Finisce qui, figlio mio? Metti l'amore per una peccatrice davanti all'amore per la tua famiglia?» chiedeva disperatamente la voce di Dio al suo angelo più bello. Si dice che la guerra contro le Tenebre durò sette giorni e sette notti intere. Dio e la Luce videro i propri figli scontrarsi tra loro: chi sosteneva Michael e l'onore di Dio contro chi sosteneva Lucifer e l'innocenza di Lilith.
Alla fine della sanguinosa guerra il Corpo Celeste ne uscì vincitore e gli Arcangeli furono privati per sempre di Lucifer, Belzebù e Samael. Gli angeli schierati dalla parte di Lucifer caddero giù con lui e Dio tinse le loro ali di nero, sostituendo la loro aureola lucente con dei corni rossi. Da quel giorno Lucifer è il re delle Tenebre, che governa così che male e bene possano cooperate per l'interesse dell'umanità intera.
"L'uomo non può comprendere il bene, se non viene istruito al male."
–Signore nostro Dio
«Rachel, smettila di leggere libri di storia, sappiamo queste cose a memoria» mi riprende la mia migliore amica Elisheva, sbattendo una pila scomposta di libri sul tavolo dove sono seduta, provocando un frastuono assordante. La ragazza dai capelli viola e gli occhi verdi si siede accanto a me, con la grazia e l'eleganza che la contraddistingue. Gli angeli seduti nei tavoli accanto a noi ci gettano occhiate rabbiose dato il casino che stiamo facendo, per poi tornare subito a sorriderci per non cedere al peccato d'ira.
«Nessuno di questi libri parla di cosa sia successo a Lilith dopo la guerra. È come se fosse scomparsa nel nulla senza lasciare traccia!»
Mi abbandono ad un sospiro, accasciandomi con la testa sul tavolo, sentendomi bruciare addosso lo sguardo di Elisheva seduta davanti a me. Ci mette un secondo a colpirmi con l'indice e il pollice sulla fronte, facendomi lamentare con un sonoro "ahia!".
«Che te ne frega di dove si trova una peccatrice? Nostro Signore avrà fatto in modo che non potesse più ostacolare i suoi piani per il bene dell'umanità!» si lamenta la mia amica dai capelli viola, facendomi alzare gli occhi al cielo. Deve sempre essere così tragica?
«È pura curiosità, Eli. So che sotto sotto lo vorresti sapere anche tu, ma preferisci fare la lecchina scrivendo un saggio sulle ali degli angeli, piuttosto che su fatti di storia poco chiari» le rispondo prontamente, sbattendole in faccia un libro che ho trovato per lei, dall'interessante titolo "Una, nessuna e centomil(ali)". Elisheva mi guarda offesa, facendo scorrere il libro che le ho passato sotto le sue mani, per portarselo davanti la faccia muovendo semplicemente un dito e aprendolo alla prima pagina senza staccare gli occhi dai miei. Butta un veloce sguardo al libro sospeso sotto al suo naso, grazie al suo dito indice tenuto dritto per fare in modo che l'enorme manuale non cada. Non mi spiego il numero così elevato di pagine, per qualche misera informazione sulle ali.
«Capitolo uno: quante sono le ali esistenti?» legge con voce seria Elisheva, che si accinge a continuare la frase. Le blocco le labbra con un dito, cogliendola in contropiede e facendole abbassare l'indice che teneva alzato. Il libro cade con un tonfo rumoroso sul tavolo in mogano della biblioteca, attirandoci addosso lo sguardo di almeno sette angeli che vorrebbero ucciderci, ma che devono fingere di non essere iracondi.
«I Serafini ne hanno tre paia, i Cherubini due e tutti gli altri angeli sono sfigati e ne hanno solamente un paio. Quelle dei demoni e degli angeli caduti sono un paio e sono nere, fine. Wow, interessantissimo...» rispondo velocemente alla misteriosa domanda posta dal titolo del capitolo, lasciando andare le labbra di Eli e rimettendomi composta sulla mia sedia. Afferro fra le mani uno dei libri dalla pila che prima ha poco elegantemente sbattuto sul tavolo, visto che il saggio sulle ali devo scriverlo anche io. Avrei voluto davvero cercare qualche argomento interessante per concludere il mio periodo di studio, ma temo che una ricerca approfondita su Lilith possa essere letta da Dio e dagli Arcangeli come una sorta di affronto.
Io ed Elisheva siamo angeli in età dell'apprendimento: nasciamo tutti dalla Luce, ma è Dio a smistarci nelle tre gerarchie esistenti. La prima si compone di Serafini, Cherubini e Troni ed è la gerarchia più potente, poiché sono gli unici ad avere contatti diretti con Dio. Se vieni smistato lì, puoi evitare tutta la trafila di esami che spetta alle altre due gerarchie. Della seconda fanno parte Dominazioni, Virtù e Potestà mentre la terza, la meno importante, si compone di Principati, Arcangeli e Angeli. È frustrante, perché ci si può muovere di rango solo all'interno della propria gerarchia. Per farla breve, io con il massimo dei voti posso diventare un Principato e sovrintendere gli angeli custodi. Per diventare un Arcangelo i miei voti non contano, perché dovrei conquistarmi la fiducia di Dio. Considerate tutte le volte che i Sette mi hanno ripresa perché ero ad un passo dal commettere peccato, dubito che nostro Signore possa scegliere proprio me, per ricoprire una carica così importante. Considerati anche i miei pessimi voti, però, probabilmente rimarrò un angelo custode. Che spasso.
La gerarchia dei demoni sotto questo aspetto è meno complessa, perché loro si dividono nei quattro elementi che possono governare: i demoni meno potenti sono i demoni d'acqua, mentre sullo stesso livello ci sono quelli di terra, fuoco e aria che abitano sulla Terra. I più potenti sono i demoni infernali, gli unici che abitano gli Inferi. I demoni, a differenza degli angeli, nascono da rapporti sessuali come gli umani. Anche loro passano per l'età dell'apprendimento, nonostante vengano smistati nelle gerarchie alla nascita, ma solo dopo gli esami di fine apprendimento i pochi eletti diventano demoni Infernali e raggiungono il regno delle Tenebre di Lucifer.
Superata l'età che sto vivendo io è severamente vietato agli angeli incontrare i demoni, mentre ora è quasi inevitabile. La maggior parte dei luoghi che frequentiamo in questa dimensione tra cielo e terra in cui studiamo, chiamata Città Sospesa, sono frequentati anche da loro. Basta guardarsi attorno e si riescono a vedere seduti ai tavoli della biblioteca ragazzi con dei sorrisetti maliziosi e beffardi dipinti sul volto. Si può riuscire tranquillamente a capire che sono demoni senza guardare di che colore hanno le ali o se posseggono corni rossi.
«Dovresti prenderla più sul serio, Rachel. Dici sempre di aspirare a diventare un Serafino» mi riprende la mia amica dandomi un buffetto sulla guancia come una sorella maggiore, facendomi sorridere amareggiata. Il mio sogno da quando sono nata dalla Luce è diventare come Michael, benché io sappia che rimarrà soltanto un sogno. Non faccio parte della sua stessa gerarchia e Dio non si fiderebbe mai ciecamente di me.
«Dai Elisheva, lo sappiamo tutti che io e Rachel finiremo a fare gli angeli custodi per l'eternità, mentre tu ci darai ordini a bacchetta da bravo Principato quale sarai» afferma Amos appena arrivato, sedendosi accanto a me e poggiandomi un braccio sulle spalle, con un sorrisetto talmente beffardo dipinto sul volto da farlo quasi scambiare per un demone. Non a caso, io ed Elisheva crediamo fermamente che Amos sia nato dalla parte sbagliata, che la Luce l'abbia fatto nascere consapevole del fatto che un giorno si stuferà di rispettare i vincoli e verrà tramutato in demone. Probabilmente gli ha anche dato una folta chioma rossa per questo, così da poterla abbinare ad un bel paio di corna dello stesso colore.
«Guardate che anche io volevo nascere nella seconda gerarchia e diventare Virtù, ma purtroppo per voi la Luce mi ha incastrata qui con voi due probabili, per non dire certi, futuri peccatori!»
La nostra amica ci riprende come una madre guardandoci in cagnesco, provocando una risatina a me e Amos che proprio non riusciamo a prenderla sul serio quando fa così. Siamo amici da quando ho memoria, benché non sappia dire con esattezza perché siamo amici. Io ed Amos siamo quanto di più opposto ad Elisheva esista, ma in qualche modo ci diamo forza a vicenda. Scherziamo sulla nostra condizione nella terza gerarchia, ma tutti soffriamo allo stesso modo per non poter essere chi desideriamo sul serio: Amos un Cherubino, io un Serafino ed Elisheva una Virtù. Forse ci siamo sempre aiutati vicendevolmente, in qualche modo.
«Sei invidiosa delle Virtù? L'invidia è un peccato capitale, se continui così non diventerai nemmeno un Principato» scherzo io, iniziando a ridacchiare assieme ad Amos. Quando quest'ultimo però smette di ridere mi induce a bloccarmi, facendomi puntate gli occhi su di lui confusa. Di solito ride sempre, quando prendo in giro Eli. Seguo la traiettoria del suo sguardo, raggiungendo l'entrata della biblioteca.
Demoni. Per l'esattezza, demoni che hanno voglia di fare casino.
«Buonasera a tutti!» urla una dei tre demoni che sono entrati, attirandosi addosso le occhiatacce degli angeli seduti, che vogliono solamente studiare. Tutti gli altri demoni presenti nella stanza si ravvivano alla vista di quei tre, iniziando a dare spettacolo assieme a loro con l'accompagnamento di risatine e gestacci. È questo il loro obbiettivo: portarci a commettere peccato, renderci iracondi. Credo che metterci a contatto con loro durante l'età dell'apprendimento sia un qualche modo malato per testare la nostra forza d'animo. Amos sbuffa, portando lo sguardo sul tavolo e stringendo i pugni. Per poco le sue guance non si tingono di rosso per la rabbia, ma per fortuna riesce a calmarsi.
«Non guardateli, magari se ne vanno.»
Poco prima che possa distogliere lo sguardo dal patetico teatrino che hanno allestito questi demoni da quattro soldi, uno di loro incastra gli occhi nei miei. Sembra sorpreso e forse un po' lo sono anche io, ma non appena i miei occhi azzurri provano a staccarsi dai suoi rossi, sento di non riuscire a farlo. La cicatrice che gli attraversa l'occhio destro, dal sopracciglio fino a metà della guancia, funge da incantatore per me. Non riesco a guardare altro, se non quello sfregio che rovina la perfetta simmetria del suo volto.
Il demone dai capelli neri, tenuti legati in una mezza coda dietro la nuca, si avvicina velocemente al tavolo dove siamo io e i miei amici, per poi poggiarmi le mani sulle spalle. Quel contatto mi irrita e mi fa sentire sporca, tanto che stringo i pugni come Amos poco prima quando le mie narici entrano in contatto con la sua puzza di fumo e zolfo. Sbarro gli occhi e prendo coraggio, scrollandomi di dosso il suo tocco. Lui toglie le mani, ma non accenna a spostarsi.
«Ti piace quello che vedi, angioletto?» mi chiede malizioso, avvicinando sempre di più la sua bocca al mio orecchio. Deglutisco, voltando lo sguardo verso di lui e ritrovandomi troppo vicina alle sue labbra demoniache. Scorgo i suoi canini leggermente appuntiti, tipico dei demoni, che spuntano fuori dalla bocca che tiene aperta in un sorriso. Crede forse di conquistarmi? Non mi faccio di certo piegare dal suo fascino da teppista con le corna.
«L'angioletto ha un nome ed è Rachel» dico fissandolo dritto negli occhi, con un pizzico di sarcasmo nella voce, facendolo solo sorridere ancora di più. Suppongo non si aspettasse di trovare qualcuno che gli tenesse testa e la cosa deve divertirlo parecchio.
«Che noia con questi nomi che finiscono in el! Michael, Rafael, Gabriel...» elenca il demone allontanandosi finalmente da me, liberandomi dal suo odore sgradevole. Va a sedersi sulla sedia di fronte alla mia, poggiando i piedi sul tavolo e portandosi le braccia al petto.
«I tuoi genitori demoni hanno scelto un nome più originale per te, invece?» chiedo, imitando il suo gesto e mettendo i piedi sul tavolo, portando le braccia al petto proprio come lui. Sembra quasi sorpreso, in senso positivo. Sento gli sguardi gelidi di Elisheva ed Amos addosso, non curandomi dei loro avvertimenti telepatici con cui mi intimano di mettere i piedi giù. Il demone davanti a me scoppia a ridere dopo un lungo momento fatto di sguardi silenziosi.
«Non credevo che gli angioletti non rispettassero le buone maniere!» si fa sfuggire il ragazzo dai capelli corvini, guardandomi con quel sorriso malizioso stampato sul volto. Tipico di quelli come lui.
«Non c'è scritto da nessuna parte che solo i diavoletti possono mettere le scarpe sul tavolo, sai?» lo lascio senza parole per un secondo, dopodiché uno dei suoi amici lo richiama facendogli segno con la mano.
«Flaw, vieni! Rivka ha detto che si è rotta di questi angioletti mosci!» gli urla un suo amico dai capelli blu. Quest'ultimo punta gli occhi gialli sulla mia amica per un attimo, diventando impercettibilmente rosso e distogliendo lo sguardo appena se ne accorge. I demoni arrossiscono?
«Muoviti!» al secondo richiamo, questa volta della Rivka in questione, il demone che sembra chiamarsi Flaw annuisce e lo scaccia con un gesto veloce della mano.
«Ora arrivo, Legolas, che palle!» si lamenta il demone. Mi guarda senza distogliere per un secondo lo sguardo, mentre si alza dalla sedia, posando poi una mano sulle mie gambe per farmele poggiare di nuovo a terra. Qualcosa mi dice che non riuscirò a togliermi di dosso la sensazione delle sue mani demoniache su di me nemmeno dopo ore di bagni caldi. Si piega sul mio volto, non poggiando le labbra sul mio orecchio solo per qualche millimetro.
«Sei troppo bella per fingerti maleducata» mi sussurra, andandosene via con un occhiolino e lasciandomi a bocca aperta. Ma chi si crede di essere, questo maledetto pallone gonfiato? Lo seguo con lo sguardo fino all'uscita, vedendolo scomparire dietro la porta d'ingresso senza mai voltarsi. Finalmente tutti gli angeli e i demoni nella biblioteca riprendono a fare quello che stavano facendo prima, come se non fosse accaduto nulla.
«Rachel, anche la lussuria è uno dei sette peccati capitali» sento dire da Elisheva.
«Aggravata, se nei confronti di un demone» conclude Amos. Alzo gli occhi al cielo alle parole dei miei amici, facendo cadere la testa sul tavolo con un tonfo che immagino infastidisca ancora gli angeli nella biblioteca. Probabilmente più di quanto non abbiano fatto quei tre demoni.
«Mi hanno bocciata all'esame sui peccati capitali.»
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