Troppe scartoffie per un solo mondo

Mi allontano velocemente dalla Professoressa May cadendo una seconda volta all'indietro, facendo anche una capriola.

Scappo al primo banco libero, facendo un sorriso innocente, mentre tutti gli occhi sono fissi su di me.

Melinda mi guarda con occhi assassini, e sentenzia con voce fredda
«Stark, sei in ritardo di venti minuti.»

«Lo so, signora.»

La tensione la potrei tagliare con uno dei coltelli di un nostro compagno, che, appunto, lancia coltelli con la mente.
Se fossi come lui mi avrebbero già sbattuto dentro per omicidio.

«Punzione.»

Sto per dire cose che non dovrebbero essere pensate ne pronunciate de un essere umano.

«Insieme a Rogers»

Che cosa ha combinato, cosa avrebbe mai poter fatto mister biondino, ha bevuto il latte dal cartone?

«In palestra, forza»

Una delle peggiori mattine della mia vita.
Piegamenti, corse, piegamenti, addominali, arrampicate e chi più ne ha più ne metta.

In pratica, un incubo.

Pranzo, perché sì, c'è una pausa pranzo che dura sì e no trenta minuti, ma vabbé.
C'è la mensa comune, un mucchio di gente, che suda, tanto, e puzza.
Non sapevo che gli agenti mangiassero, me li sono sempre immaginati come delle macchine in giacca e cravatta, che girano sempre con delle cartellette sotto mano.

Prendo qualunque cosa sia questa cosa marroncina-giallognola (zuppa? Cacca di tartaruga?)
E mi siedo vicino ai miei compagni, che già mangiano, voracemente.

Non ho voglia di questa roba, ma mi tocca questa, quindi... Bleah.

«Mi fa male tutto» commenta Amelia.

«Io invece sto bene» risponde Rogers ingoiando un boccone

«Supersoldato parte due, tu non hai il diritto di commentare, non sai cosa sia la fatica fisica» rispondo acida.
Se non mangio divento nervosa, se divento nervosa, sono più irritante del solito, va bene?

«Chi te lo dice?»

«Me lo dice il fatto che hai ereditato tutto da tuo padre e di conseguenza anche i poteri da supersoldato, quindi...»

Tutto il tavolo ci guarda.

«Perché avrei dovuto ereditare i suoi poteri?»

«Perché sei qui, hai gli stessi addominali e la stessa capacità nell'irritarmi.»

Sapete quando ci sono quei momenti, quando potresti tagliare la tensione con un coltello da pane?
Peccato che non avevo il mio coltellino svizzero, l'ho lasciato in aula

«Perché la starei irritando, sua signoria?»

«A cominciare dai tuoi capelli biondi ad arrivare al fatto che giocherelli con la forchetta come me, signor Rogers»

«Lei sa pronunciare tre parole senza metterci chili di sarcasmo, oppure è troppo al di sopra delle sue capacità?»

«Probabile. Il personaggio di questa settimana è Stiles, quindi...»

Lui sbatte gli occhi leggermente spaesato, mentre trattengo un sorriso.
Beccato.

«Che sarebbe?»

«Stiles...»

«SPOILER!» urla John, tappandosi le orecchie.
Voglio prendere quei capelli rossi e stacccarglieli uno ad uno, stavo vincendo!

E la pausa pranzo finisce.

E, si va con due ore di storia dei supereroi, materia noiosa, ma con il prof più simpatico che ho incontrato. Dovrebbe mettersi in pensione a giudicare dai capelli bianchi e le rughe, ma è arzillo come un quindicenne e gira sempre con un paio di occhiali da sole arancioni. Un punto per lo stile.
Le ore passano in fretta, sfortunatamente.

La campanella suona (perché sì, c'è la campanella) e io e Rogers ci avviciniamo alla cattedra.
Il professore ci da una pacca sulla spalla a testa e per poco non cadiamo a terra. Ripeto, vecchietto ma arzillo.

«Vi siete cacciati in un grosso guai, ragazzi» commenta.

«Grazie per la solidarietà, signore» risponde James, mentre io mi affogo con la mia stessa saliva andatami storta per colpa del professore.

«La professoressa May mi ha chiesto di illustravi la vostra punizione, che è diversi piani giù, seguitemi»

L'attività dello Shield non si ferma mai, nemmeno dopo il finale dell'orario scolastico.

«Ecco qui ragazzi.» il prof apre una porta, nella stanza ci sono degli schedari. Ma convertirli in file, no?

«Dovete riordinare i file in ordine alfabetico, senza guardarli, senza usarli, solo riordinare.»
Dice il prof, sospirando.
«Quando finite potete andare a casa»

Ci lascia da soli in una stanza semibuia, con un mucchio di scartoffie da riordinare.

«Io non tocco quella roba, te lo sogni» commento incrociando le braccia.

«Dai, che in due facciamo più in fretta.» risponde lui prendendo dei fascicoli.

«Ci possono essere animali!» esclamo.
Nessuno viene a fare una pulita qui!?

Prendo un fascicolo e mi metto a lavoro.
Questa non è una punizione, è una tortura!

«Ma quella è tua madre?» chiedo, dopo tanti fascicoli inutili ne trovo uno interessante, con la faccia dell'agente Carter in piena vista.

«Sì, è lei.» risponde mettendo uno dei tanti ammassi di carte a posto.

«Lavora ancora allo Shield?»

«Sì, credo di sì»

«Come "credo"?»

«Non parla molto del suo lavoro.»

«Ah, bello. Mia madre gestisce la roba che dovrebbe andare a me, ma a quanto pare sono sottosviluppata fino ai diciotto anni, quindi...»

«Ah.»

«Perché sei in punizione? Tu sei Mister patriottismo 2.0, sei irritantemente perfetto, non ha senso»

«Stesso problema»

«Sei atterrato sulla prof?»
Lo sento sorridere leggermente.

«No, ho fatto ritardo, di quindici minuti. È colpa della mia sorellina, Diana»

«Quanti anni ha per causare tutto questo ritardo, Rogers?»

«Uno e mezzo»

«I bambini mi spaventano» dovrei rimettermi a lavoro.
Nah, prendo il telefono e gioco a un gioco stupido.

«Aiutare?» chiede.

«No, grazie, passo» guardo un po' attorno, negli anfratti bui, dove potrebbe nascondersi qualsiasi cosa «Sai, ho voglia di mettermi nei guai, quindi adesso esci da quella porta e vado a vedere cosa si combina alle mie spalle, tu non seguirmi» ed esco dalla stanza.

La luce. C'è luce!
Mi sposto silenziosamente contro i muri, e mi trovo una testa bionda che cerca di tirarmi indietro.

«Sei impazzita?» chiede

«Solo annoiata.» rispondo per rimettermi a camminare.
Lui, sbuffando, mi segue.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top