Secondo test (ma a chi è venuta questa idea)

«Pronti?» chiede la professoressa May.

Ho l'istinto di urlare "NO" ma non voglio finire come l'ultima volta.

Sesta settimana, venerdì.

Il primo test, beh, è stato facilissimo.

Solo mentale, stranamente, un tema sui propri poteri, ed io, che ne sono priva, ho lasciato il foglio in bianco e canticchiato Higway to hell per tutta l'ora, e adesso non posso perdere, sennò sono fuori dalla scuola.
Non è colpa mia se non sono come gli altri, okay?

L'armatura è quasi integra, quasi.
Okay, no.
Devo rimettere appunto il circuito più difficile, quello attorno all'ARC, volevo iniziare oggi pomeriggio, ma devo vedere se ci arrivo.
Sam è forte, innegabilmente. È molto più grosso di me, ma, in compenso, sono agile.
E non si possono usare poteri, il che aiuta me.
E poi, ma non ci sono regole sulla divisione dei sessi negli sport? No?

«Via!» urla la prof, e io devo schivare il destro di Sam. Questa settimana è una prova fisica, un torneo.
Perderò, sicuro, quindi posso dire addio alla scuola.
Un altro pugno, ed un altro, ed un altro ancora.
Mi dicono di usare i gomiti, ma come? Come?

Sfruttiamo la mia irritante bassezza (dai, non sono nemmeno cortissima) e vinciamo.
Mi metto vicino alle corde del ring, e Sam carica un gancio.
Mi abbasso con una velocità che da me non credevo possibile e lui colpisce la corda e si sbilancia cadendo, la corda si piega sotto il suo peso, ovviamente, per poi rispedirlo all'indietro, dall'altro lato opposto del ring.

Ehy, ho vinto il primo round! Sono arrivata al secondo girone!
Forse non mi sbattono fuori, ma credo di dover resistere almeno altri due round, che è appena iniziato.

Uccidetemi.

Adesso mi tocca Martha.
La mia "migliore amica".
Okay, forse non posso definirla migliore amica, ma lai mi piace, è quella meno irritante qui.

E si passa di un altro livello.
Ho battuto Martha, wow, non me lo aspettavo.
John sta iniziando a scommettere, mi piace questo ragazzo.
Okay, terzo round, non posso morire? No? E ci ho sperato.
È troppo presto per organizzare dei combattimenti, non ho nemmeno preso un caffé (clandestinamente)

John è il mio avversario.
È più o meno della mia taglia, è molto più piccolo rispetto agli altri ragazzi qui, ma è molto più veloce.

Ce la posso fare, dai. Attacco per prima, e per poco non finisco faccia a terra.
Me lo trovo davanti e subito dopo la prof fischia.
Fallo, ha usato i suoi poteri, infatti è dietro di me adesso, immagino perché mi volesse attaccare alle spalle.
Eliminato!
Peccato, mi piaceva il ragazzo.
Suona la campana, per segnare la fine dell'ultimo combattimento (Rogers e Dean) e pranzo. Ne avevo bisogno, anche se sembra che siano tutti morti.

«Davvero molto loquaci, ragazzi» commento, mangiando il cibo della mensa. Mi sento... Felice? Serena? Bah.

Ma sto bene, stranamente.
E ho voglia di festa, quindi...

«Domani sera, alle otto, all'Avenger Tower, festa in piscina, tutti invitati, se non venite mi offendo e portate il costume.» concludo con un sorriso

Amelia fa cadere la forchetta nel piatto, e tutti mi guardano straniti.

«Che c'è? Voglio fare festa.»

Rispondo.

«Ops, il pranzo è finito.» commento.
«Perfetto, nessuno si oppone alla mia idea, non osate mancare, ho delle ottime capacità da stalker.» e mi alzo, per tornare alla tortura.

Oh, merda. Il mio prossimo avversario è James.
Addio tutti, vi ho voluto bene, non è vero, adesso devo salire sul ring, uccidetemi.
Ma ripeto, non c'è qualcosa sulle categorie di peso, maschile e femminile, nada? No, perché mi pare un po' strano, ma con la professoressa May non si discute, non voglio fare la fine del ripostiglio di un paio di settimane fa.

Indovinate chi ha vinto? Forza, dieci dollari a chi ce la fa.
Esatto, James, e non solo ha battuto me, ha vinto il torneo.
Mi ha schiacciato, è stata l'esperienza più umiliante della mia vita e adesso ho bisogno di un frappé, o di un caffé, o anche un gelato a cinque gusti e panna va bene.

Un giorno mi rifarò, poco ma sicuro, ma per ora voglio solo tornare a casa.

Devo avvertire mia madre della festa. Oh, vero. E devo tornare a recuperare la chiavetta.

Un adolescente è sempre così pieno di impegni!

Inforco gli occhiali da sole e vado da Luna. Ah, e devo vedere di comprare un costume...

Il negozio è chiuso.
Che sta succedendo?
Provo a sbirciare tra le serrande, e vedo la chioma castana di Luna, a quanto pare sta discutendo con qualcuno, ma non capisco chi...
Una giacca nera.
Men in black? Okay, sta per uscire, ritirata, ritirata...
Mi infilo nel primo vicolo che trovo, e sbircio da lì
Non riesco a vederlo in faccia, ma è biondo ed assomiglia a un man in black.
Perfetto, più o meno tutta New York è vestita così...

Luna apre il bar, e guarda il mio vicolo. Fa che non mi ha vista, fa che non mi ha vista...
Rientra nel locale. Fiuuuu
Mi sistemo i vestiti, e entro da Luna.

«Sei sempre la prima» commenta quando mi vede.

«Sempre e comunque» rispondo, mentre scivolo con la sedia davanti a lei

«Posso avere il mio frappé quotidiano?» chiedo, e lei ride leggermente e va in cucina a creare la mia ordinazione.

A quest'ora c'è abbastanza gente, per non parlare dei camerieri, oltre a Luna c'è un ragazzo afro americano molto simpatico e sempre con il sorriso sulle labbra, un altra non molto simpatica, di nome... Le ho mai chiesto il nome? Probabilmente no.

Faccio ruotare la sedia su se stessa, per cercare innocentemente tracce del tipo di prima, e nulla, neanche di sfuggita.

La cosa si fa sempre più strana.

«Ecco a te» Luna torna da me con due frappé, me ne passa uno e beve l'altro.

«Che c'è?» la stavo guardando in modo strano, una delle mie abilità.
«Ho tutto il diritto di bere uno dei miei frappé!» esclama.
«Certo» rispondo mogia.

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