scuse al gusto cioccolato

Dean stringe la mano attorno a quella di Castiel.

«Non sto provando a rubarti il fidanzato, è solo un modo per chiedere scusa. Adesso venite entrmbi prima che io cambi idea»
Me li trascinerei ma sono un po' pesanti, quindi mi tocca usare uno dei miei migliori sorrisi adulatori.
«Andiamo?» chiedo per poi prendere la strada per il miglior frappé di tutta New York.

Un po' di camminata, lo ammetto, ma è un bel posticino.
Avete presente quei vecchi bar, anni sessanta, tipo come Pop's in Riverdale, perfetto per le coppie o per il padre e la sua figlia che vogliono un po' di pace, lontano dai paparazzi e dei nordici pazzi che vogliono conquistare la terra per prugne viola.
E in più conosco benissimo la proprietaria, Luna. Cioé, il primo proprietario, il signor Mark, è andato in pensione, lasciando alla figlia l'attività di famiglia.

Faccio la mia entrata in grande stile, come sempre, con tanto di occhiali da sole.
Prima regola: avere sempre gli occhiali da sole a portata di mano.
Luna mi guarda, come una seconda madre.
«Hai amici?»

«Una specie.»

«Il solito?»

La indico con un dito
«Mi conosci troppo bene, anche per loro, grazie»

È come una madre.
Anzi, mi ha fatto più da madre che mia madre adottiva.
Luna scompare in cucina a fare i tre frappé e noi prendiamo posto in un tavolino. Luna ci da i frappé e io pago per tutti e tre (missione frappé di scuse: completata)

«Quanto tempo è che state insieme?» chiedo facendoli strozzare entrambi con il corrispettivo liquido marrone (fun fact: ho scoperto che gli piace il frappé al cioccolato, come a me)

«Tre mesi» risponde rosso Cas.

«Felice per voi ragazzi» commento.

«Come conosci questo posto?» chiede Dean dopo lunghi sorsi.

«Mio padre mi portava sempre qui. Era il nostro posto, in un certo senso. E Luna in pratica è mia madre, in un certo senso. Forse più migliore amica. Adesso che ci penso abbiamo dimenticato Sam» commento.

«È tornato a casa, gli ho scritto prima».
Risponde Dean.

«Che mi potete dire degli altri? Intendo in classe. Potrei usare le mie straordinarie abilità da stalker, ma ho intenzione di passare il pomeriggio a magiare guardando Star Wars, e stalkerare la gente è lungo...»

«A parte Sam, non abbiamo mai visto nessuno. E te al telegiornale.»
Ah, perfetto. Dovrò chiedere a qualcun'altro, solo un imprevisto.

«Come funziona per la precisione, il tuo potere, Cas? Va bene se ti chiamo Cas? Certo che va bene»
Appunto mentale: tenere a freno la lingua

«Quando entro in contatto telepatico con qualcuno, leggo i suoi ricordi, i suoi pensieri, i suoi sentimenti. E tu hai troppe cose nel tuo cervello»

«Me lo hanno già detto che penso troppo.»

Iniziammo una conversazione sulla musica, Dean ha degli ottimi gusti, Castiel non è da meno.

Bel pomeriggio tutto sommato.
Devo tornare all'avenger Tower, e come faccio? Ma volando ovviamente, anche se mi tocca entrare in modo normale.
Che tristezza.

Due settimane.
Due.
Una ai test.
Due settimane di lezioni, e lezioni, e lezioni, e ricerca di qualcosa da fare nella vita e lezioni.

Ho dimenticato le lezioni?

Oggi è sabato.
Alleluia, non ho niente da fare e posso stare ad armeggiare con un pezzo di motore di auto guardando New York dall'alto della mia stanza, anche se dovrei aggiustare l'armatura. Un anno, e non l'ho ancora completata, se non contiamo i mesi in stato catatonico che ho passato dopo la morte di papà, cioé sei mesi.

È divertente in fondo, sto smontando il pezzo per la quarta volta, al posto di fare qualcosa di produttivo e intelligente, ma Friday dice che c'è qualcuno che vuole vedermi


«Friday apri la porta» e l'intelligenza artificiale obbedisce.
Mi giro lentamente come in quelle scene dei film di gangster, quando si rivela il cattivo, e mi trovo Bucky davanti.

«Ciao Braccio di lattina»

«Eri in classe. Ed hai fatto una telefonata.»

«No, per la precisione ero nel bagno.»

«Perché sei qui ad arrabbiarti solo ora?»

«Sono stato occupato.»
Interessante, devo indagare.

«Con cosa?»

«Niente che ti interessi. Devo dire a Pepper della tua chiamata?»

«Può rimanere il nostro segreto?»

«Solo se provi ad avvicinarti a James.»

Il sorriso che avevo dipinto in faccia scompare più veloce dei cookie quando Morgan è in giro.

«Ferro da Stiro, non ho intenzione di avere a che fare con quel ragazzo»

«Perché no?»

«Ha respirato.»

«Sii seria»

«Potrebbe cadere vittima del mio fascino, e poi dovrei spezzargli il cuore e sai, non sono così cattiva»

Lui scuote la testa da destra a sinistra con uno sbuffo
«Sei impossibile»

«Uno dei miei pregi. Adesso mi lasci al mio rewatch di Sherlock? Devo andare a corrompere Moffat, ho bisogno di nuove stagioni, accidenti!»

Bucky lascia la stanza, borbottando maledizioni sottovoce.
Io sorrido al poster di Doctor Who gigante appeso al muro.

Non ho idea di perché lo tratto così male.
È nel sangue? Mi annoio? Dovrei smetterla?
Nah.

Dato che sono una persona di parola, faccio un rewatch di Sherlock, e mi addormento davanti alla TV.
Indovinate come lo so? Mi risveglio sul pouf con della bava sulla guancia e tutto dolorante.
Oh, e anche un post it attaccato in fronte.

"I pancake sono nel microonde

Morgan"

Ma che ore... Oh, merda.

Doccia in tempo di record, cado sul pavimento e distruggo mezzo bagno, mangio i pancake mentre infilo la maglia e i jeans, mi lavo i denti come Flash e nel giro di dieci minuti volo verso la scuola, rifacendo l'entrata dell'altro giorno

Stavolta atterrando su Melinda May.

Perché la sveglia non suona mai?


_Spazio me_
Sorry per il capitolo di passaggio, al prossimo le cose si faranno più interessanti, giuro sullo Stige

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