Pepper mi farà a pezzi

«Io devo andare»
Commento dopo aver bevuto l'ultimo sorso. infilo le mani in tasca per tirare fuori i soldi e lei mi ferma dicendo «Offre la casa, i fa sempre piacere fare conversazione con un amica»

«Allora ci si rivede»

«Ciao»

Esco dal locale. Nonostante lo strano sole (in pieno Novembre, a New York, sottolinerei) ho i brividi di freddo. La cosa è strana, molto strana. Se Luna avesse un fratello io lo saprei, e anche da parecchio. Ma perché mi faccio questi problemi? Perché sono una paranoica con manie egocentriche, un cervello troppo grosso per la società e vado a una scuola che forma la gente con ogni tipo di strane abilità. Probabile. Ma adesso la devo smettere di farmi paranoie, e vedere di trovare un costume che mi vada. Pomeriggio di shopping, ma anche no.

Chi è l'idiota che ha girato mezza New York da sola, a piedi, perché ha deciso di rifarsi l'armadio per le sue manie di egocentrismo?

Esatto, questa idiota qui.
Risparmatevi gli applausi, prego.
Devo completare l'armatura, ma no, sprechiamo il pomeriggio tra i negozi, dai!

È peggio dei compiti, peggio di qualunque cosa.
Non riesco a concentrarmi su di lei, se fosse stato un progetto normale lo avrei finito non so quanto tempo fa, avrei ripulito la mia meravigliosa officina e iniziato a lavorare su qualcosa di nuovo. Invece ogni volta che tocco quei pezzi di ferro color fuoco le mani mi tremano. Non lo finirò mai, tanto vale riprendere una di quelle vecchie di mio padre e finirla qui, ma no, non posso nemmeno avvicinarmi, Pepper mi trancia le mani. Pepper, vero, devo dirle della festa. Perché non farlo ora?

«Ehy, mamma, domani posso tenere una festa in piscina?» esordisco appena arrivata in soggiorno, cercando di fare una coda.

«Che cosa hai fatto?»

«Ho invitato i miei compagni a una festa domani, qui, useremo o la piscina interna al quarantesimo piano o quella sul tetto, non lo so, devo decidere»

Lei posa i fogli che stava leggendo e mi guarda. 

«Mi aspettavo che me lo chiedessi molto prima» commenta. 

«Nessuno morirà.» rispondo per rassicurarla. Ottengo solo uno sbuffo.

«Ne verrà mutilato, o mandato all'ospedale o...»

«Chi sono gli invitati?»

«I miei compagni, nessun'altro, credo» questo è come una specie di avvertimento, solo l'inizio per quello che sto progettando per il mio compleanno...

«Se ti dico di sì la smetti di dar fastidio?»

«Certamente»

«Allora permesso accordato» sì!

Torno in camera. Ho vinto, e senza distruggere il soggiorno. Prendo il telefono e fisso lo sfondo di sblocco. Poi scrivo a Peter.

Maratona di Star Wars. Ora

Dopo pochissimo ricevo una risposta 

Fai i pop corn

«Friday, fai dei pop corn e prepara la sala cinema per vedere La minaccia fantasma»

Non mi delude mai. Eravamo amici prima dello schiocco di Thanos, ma poi entrambi siamo diventati mucchietti di polvere. Eravamo in gita scolastica, almeno stavamo andando in gita, non mi ricordo nemmeno dove, e allora questa gigantesca ciambella sorvola la città. Io mi butto nell'azione mentre lui rimane a guardia dei nostri compagni, mi chiedo ancora come non abbiamo notato la mia assenza, ma forse una astronave a forma di ciambella è più importante di me.

No, ma passiamo oltre, incontro lo stregone e gli idioti che si fanno chiamare "guardiani della galassia" (potevano prendere un nome migliore, giusto per dire) e poi finisco polverizzata su un pianeta alieno, tra le braccia di mio padre. Che schifo di fine, le mie ultime parole sono state "ho bisogno di cioccolato", non molto dignitoso.

Poi dopo cinque anni, puf, di nuovo in piedi. Lo stregone ci dice qualcosa sulla prugna e apre un portale gigante, entrata in grande stile, reincontro pure Peter, e mio padre, finalmente. Riesco ad ottenere un abbraccio e poi inizio a distruggere chitauri per compensare quello che non ho fatto nel 2012 a New York. L'armatura già a pezzi e cadente viene distrutta completamente e poi papà schiocca le dita. Non sono stata molto dignitosa per il resto della battaglia, ho pianto, parecchio, sono riuscita a dirgli un "ti voglio bene" e poi nulla, la scintilla nei sui occhi se n'è andata, per sempre. A malapena sono riuscita ad andare al funerale senza crollare, dovevo aiutare Morgan, che dopo quattro anni di vita ha scoperto di avere una sorella. Volevo darle un buon esempio. Poi non ce l'ho più fatta, semplicemente mi sono ridotta a mangiare, bere, dormire e respirare, non andavo nemmeno a scuola quando è ricominciata. Poi mi sono detta "basta" ho ripreso i pezzi di me stessa, li ho riattaccati con il mio grande genio e li tengo insieme con il sarcasmo e l'egocentrismo. Ho ricominciato a parlare, a vedere gente, ad avere una vita "normale", per quanto possa una Stark. I paparazzi mi fermano ancora, di tanto in tanto. Di più mia madre, anche se lei non esce mai a piedi, sempre con la macchina, e sempre con l'autista. Io invece tendo a muovermi volando, se devo proprio, prendo l'audi A7 in garage, o una delle ferrari. Di tanto in tanto prendo anche una delle macchine d'epoca, se ho voglia. Dipende dall'umore, dal ciclo lunare, dal colore delle scarpe e dalle occhiaie, è variabile. Vero, i pop corn hanno smesso di scoppiettare, li vado a prendere e torno in camera, e sento il rumore di qualcuno che si appiccica alla finestra, e che entra dalla parte più alta, che lascio sempre aperta. se nel caso scoppiasse un incendio nell'officina e dovessi scappare la uso come uscita di emergenza

«Ed, sono qui» si annuncia Spider boy.

«Pensavo che a spiaccicarsi sulla mia finestra fosse stato un missile, ma va bene comunque»

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