Jarvis umano. Non mi stupisco più di nulla
Faccio notare ai miei amici il duetto, e Diana parte spedita pe andare a parlargli, fermata da me e James
«Ma se ci parliamo non cambiamo la storia?» chiedo «Siamo qui per fare questo» Risponde Diana
«Ma se ci presentiamo lì raccontando la nostra storia non ci crederà, poco ma sicuro» commenta James. «E poi, se lo avessimo fatto si dovrebbe ricordare di noi» aggiungo io
«Forse non ve lo ha detto perché le diremo di non farlo?» commenta Diana sarcastica
è un buon punto.
Diana riprende la camminata verso sua madre giovane. Le si para davanti e dice «Peggy, io sono Diana, sono tua figlia e vengo dal futuro»
«Diretta» commento con James, che si è messo a correre per raggiungere la sorella.
Peggy e l'uomo la fissano increduli, poi l'agente chiede «Che anno?»
«2041»
La donna apre la bocca per ribattere ma viene interrotta da Diana «È una lunga storia, non posso spiegartelo. Per favore, ascoltaci»
L'uomo mi ricorda qualcuno. Assolutamente, me lo ricordo nelle foto in bianco e nero, e... Oh
«Jarvis?» chiedo con la bocca aperta. Lui si gira e fa «Come...» senza completare la domanda
«Tu sei Jarvis, Jarvis Jarvis, quello umano. Mi sto per sentire male»
Mi sto sentendo seriamente male
«Perché, non dovrei esserlo?»
«Se vieni dal 2041 chi è il presidente?» chiede Peggy
«Non ci sono presidenti» risponde Diana
Si è raccolto una specie di campanello di gente attorno a noi, quindi Jarvis si avvicina a Peggy e dice
«Forse è meglio se continuiamo in un altro luogo, signorina Carter»
«Ma se tu sei Jarvis, dov'è nonn-Howard Stark?» chiedo sempre all'uomo, disorientata
«Credo che dovremmo passare a trovarlo, se vengono davvero dal futuro» dice Peggy, ragionando ad alta voce. Io e i piccoli Rogers seguiamo il duo, James in silenzio fissando Diana, io cercando riferimenti e la più "piccola" conversando con la madre, che continuava a chiedere informazioni sul futuro
«Peggy, hai deciso di trovarti degli apprendisti?» chiede una voce maschile, non appena entrati un una sfarzosa casa
«Signor Stark» saluta Jarvis educatamente
Poi, il possessore di quella voce decide di palesarsi
«Non proprio Howard» risponde lei.
«Sto per sentirmi male» commento con un filo di voce, in modo che nessuno mi possa sentire
Fisso mio nonno, cerco qualche somiglianza con papà e con me. Gli occhi color nocciola, i capelli scuri tenuti alla perfezione, qualunque cosa
«Come te la cavi con i viaggi nel tempo?» aggiunge l'agente.
Nonno fissa noi tre, soffermandosi a lungo su di me
«In salotto» ci invita ad entrare, senza staccarmi gli occhi di dosso, con la mia stessa espressione stupita.
Jarvis insiste per prendere le nostre giacche e ci sediamo in un salottino anni 40' incredibilmente ampio.
«Ci conosciamo?» mi chiede
«Sei mio nonno» rispondo. Non me lo aspettavo così... giovane. Le foto che ho visto lo ritraggono in età "avanzata"
«Come scusa?»
Diana inizia con lo spiegone
«Io sono Diana, lui è il mio fratellino James, siamo i figli di Peggy. Lei è Edith, sua nipote signor Stark. Veniamo dal futuro per impedire l'estinzione della razza umana.»
«Una giornata come tante» commenta Jarvis, in piedi vicino alla porta, a bassa voce.
«Come?» chiede Peggy
«Composto» dice semplicemente James «Ed ne è infetta, quando morirà si scatenerà sul mondo, e quindi Diana è tornata dal 2041, per impedire la catastrofe, e ci ha preso per strada»
«Voi da che anno venite?» chiede Howard indicando me e James
«2025»
«Jarvis, dello sherry» chiede Howard.
Finiamo la nostra storia il più velocemente e sinteticamente possibile.
Stiamo rovinando il timey wimey, ma oramai...
«Lo sapete che la vostra storia è assolutamente assurda?» Chiede infine Howard
«Io vi credo» sentenzia Peggy.
«Se posso dire la mia, la vostra storia è così incredibile che non credo sia possibile immaginarla» sopraggiunge Jarvis
«Non sei di aiuto» commenta "nonno"
«Stavo esprimendo la mia opinione signor Stark»
«Di che cosa avete bisogno?» domanda infine Peggy
«Mai sentito il siero AW-349?» chiedo speranzosa. Peggy e Howard si scambiano uno sguardo silenzioso. Poi l'agente annuncia «È stato rubato dal Rss. L'Hydra. Lo cerchiamo da un mese»
Questa non ci voleva
«E?» chiede Diana speranzosa.
«Probabilmente è situato in un magazzino fuori città, ma ll'RSS non si è mai deciso ad andarlo a prendere, lo reputano una perdita di tempo. Pensano che l'HYDRA l'abbia distrutto»
«D'accordo. Dateci il luogo preciso e togliamo il disturbo» dico io. Basta andarmene da qui, e tutto va bene
«Non è così facile, la struttura è incredibilmente sorvegliata, sono due ore di auto per arrivarci, e poi c'è bisogno di un piano» ferma il mio entusiasmo Peggy
«Abbiamo già un piano: prendiamo il siero e scappiamo.»
«Mi sto seriamente convincendo che tu sia mia nipote. Ma se ho una nipote, vuol dire che ho un figlio, chi è mio figlio?» commenta Howard
«Lo scoprirai per la strada più lunga» risponde James
Mi alzo dalla poltroncina. «Allora, vi mettete in moto?» chiedo agli altri
Diana mi fa segno di sedermi. Sento l'adrenalina scorrermi nelle vene. Siamo così vicini al siero, per una volta si palesa la vera possibiltà di sopravvivere. Questa cosa è strana.
«La signorina Carter ha ragione, abbiamo bisogno di un piano» dice Jarvis.
«E non potete andare in giro conciati così. Sembrate degli alieni» commenta nonno. Guardo la felpa con la zip blu e i jeans. Poi mi butto all'indietro, mentre l'adrenalina defluiva
«Allora? Che cosa proponete, voi geni?» pronuncio sbuffando. James mi guarda, come per dire "calma, una cosa per volta". Io rispondo con un occhiata truce. Jarvis aveva già preso una cartina, e stesa sul tavolino davanti a noi indica una stanza all'interno della struttura.
«Secondo le supposizioni del signor Stark e della signorina Carter, il siero dovrebbe essere custodito qui» indica una delle stanze più interne
«Sfondiamo la porta principale, armati di granate?» chiedo. Tutti mi guardano storto
«Non è una cattivissima idea, qualcuno distrae le guardie e gli altri si intrufolano dentro, attraverso le tubature»
Tubature, le mie migliori amiche. Prima lo Shield poi l'Hydra, non sarà così difficile
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