James è più iperprotettivo di una madre canguro
Come tutti qui avranno già capito, James è noioso.
E io sono un mago a distruggere la quarta parete, ma sono altri fatti.
Comunque, tornando al discorso di prima, James è noioso.
Perché? Perché ha deciso di vedere un film noioso (come lui) con me.
Si chiamava "The Imitation Game" e parlava della seconda guerra mondiale, ed era noioso.
Anche se il protagonista mi ricorda il signor Stefano Strano, ma io sono leggermente spostata. Non gli lascio il tempo di disfare le valigie e mangiare qualcosa che lo trascino al Colosseo. Infatti si poteva assistere allo strano spettacolo di me con l'audio guida e lui con un panino ripieno, mano nella mano. Lo ammetto, sono stata io intrecciare le nostre dita e lui non ha fatto storie, quindi...
Rubo un po' di panino a James dato che il mio stomaco si lamenta, mentre lui contiua a essere lento e noioso
«Allora, hai intenzione di spiegarmi perché eri per strada all'una e mezzo del mattino oppure no?» Dice James all'improvviso, mentre camminiamo in mezzo alla folla. Perché tirare fuori questi discorsi quando chiunque potrebbe ascoltare?
«No» sono a un paio di passi avanti a lui, e cerco di comprendere l'astrusa cartina della città
«Potevi morire»
«Che novità»
Afferra il mio polso, e io vado a sbattere contro il suo petto
«Non me lo aspettavo da te» sorrido, mentre lui diventa rosso
Alzo gli occhi al cielo «Sei prevedibile» commento. «Ho trovato un biglietto che mi diceva di presentami lì e quindi io l'ho fatto.» mi giro e riprendo ad osservare la cartina. Beh, New York è peggio
«Cosa?»
«Hai sentito benissimo.»
«E tu lo hai fatto? Ma sei impazzita!?»
«Credevo che ci fossi già arrivato da tempo»
«Seriamente, hai trovato un biglietto, che poteva essere stato scritto da chiunque e tu sei andata dove ti diceva di andare, senza pensare alle minime conseguenze?»
«Esatto. E non ho fatto quello che mi diceva di fare. Non ti ho portato»
«Come scusa?»
Scrollo le spalle.
La folla è diminuita, abbastanza per poter tenere una litigata decente
«Diceva "porta anche James"» imito la voce di James citando il bigliettino «E io ho bellamente ignorato quell'istruzione.»
James mi scocca uno sguardo misto tra scioccato, frustrato e arrabbiato.
«Ed, adesso noi torniamo in America e risolviamo questo problema una volta per tutte»
«No. E non riuscirai a farmi cambiare idea»
Rispondo, gettando i capelli all'indietro e riprendendo la mia camminata.
Probabilmente questa volta l'ho fatto arrabbiare davvero.
Mi rivolge la parola lo stretto necessario, sempre con voce fredda e controllata.
E fu così che gli rovesciai una bottiglietta d'acqua in testa.
Okay, non volevo stavolta.
Seriamente, l'ho aperta per bere e ho urtato James, facendo cadere la bottiglia addosso a lui e ho ottenuto un James fradicio stile pulcino.
E fu così che la smise di parlare completamente.
Cenammo in albergo, io tentavo inutili tentativi di conversazioni e lui mangiava.
Siamo a cena effettivamente, ha ragione.
M.
Mi rinchiudo in bagno e chiamo Peter
«Ehy Ed, come va?»
«James è arrabbiato, che faccio? Non sono brava con le interazioni umane»
«Ma- lasciamo perdere. Credo che gli dovresti chiedere scusa»
«Ma non è colpa mia!»
«Sei la mia migliore amica, ti conosco, di sicuro l'hai fatto arrabbiare. Hai dato fuoco alla stanza?»
«Che intendi per chiedere scusa?»
«Quando ti vuoi far perdonare chiedi scusa»
«Devo solo dire "scusa"?»
«E poi comportarti meglio. Ma sì»
«Grazie Pete, sei da sposare»
«Torna intera»
Attacco la telefonata e esco dal bagno, per poi passare dalla porta che divide le due camere.
James è steso sul suo letto ad occhi chiusi ed un espressione contratta che mi fa ridere.
Probabilmente sta dormendo
«Sei vivo?»
Chiedo. Nessuna risposta
«Okay, vuol dire che potrei disegnarti la barba»
Ancora nessuna risposta. Sbuffo irritata
«James, credo di doverti delle scuse»
Ma è morto davvero? Perché non funziona!?
«Peter aveva detto che doveva andare in modo diverso...» borbotto tra me e me.
Giocherello a disagio con le mie dita
«Non ho mai creduto di dirlo ma scusa. Sono stupida, ho un pessimo carattere, ti prendo in giro, ti tratto di merda perché mi va quando tu sei sempre vicino a me, sempre pronto ad aiutarmi» sento delle lacrime pizzicarmi gli occhi «Hai deciso di mettere sottosopra il timey-wimey per me, e anche se non te lo posso permettere è una cosa bella da parte tua, soprattutto perché non ne valgo la pena»
Respiro velocemente per poi riprendere a parlare a vanvera «Mi dispiace se non ti ho detto prima del biglietto, ma non volevo che ti preoccupassi più di quanto tu non lo sia già, ti comporti come se potessi andare morire da un momento all'altro cosa vera, sei sempre premuroso e gentile, anche se non me lo merito, sei dolce, sei coraggioso, sei leale, e non so perché adesso ti stia rinfacciando tutte le tue qualità, dato che immagino tu le conosca già, e probabilmente stai dormendo, quindi ho fatti questo discorso inutile e adesso me ne vado» mi alzo dal letto come se scottasse, e finalmente apre gli occhi e io mi perdo nelle sue iridi blu, ma con un pizzico di verde, che lo rende solo più assurdamente bello
«Mi devo arrabbiare più spesso con te» commenta
Inizio a ridere
Mi risiedo sul letto dato che credo di star per svenire
«Hai davvero detto tutto quello?» si tira su, e io osservo i suoi lineamenti perfetti
«E ti sei scusata?»
«Sì, credo di sì» per la prima volta in vita mia sto arrosendo, almeno credo.
Le mie guance sono diventate forni a ventole
James titubante aggiusta una delle mie ciocche dietro l'orecchio, probabilmente per paura che gli stacchi la mano, mi ripeto diverse volte che devo respirare prima di puntare le labbra rosee del ragazzo d'oro d'America.
«Hai detto una cosa sbagliata» interrompe il silenzio a un tratto «Ne vale assolutamente la pena di distruggere il timey wimey per te. Ed, io... Ti amo»
Okay, se fossimo in un film dovrei tipo baciarlo no?
Ah, no, mi ha preceduto.
Avvolgo le mie mai attorno al suo collo e lo tiro più vicino.
Non ho mai provato tante emozioni tutte assieme, lo stomaco sta peggio di quando sono andata sulle montagne russe dopo tre chili di zucchero filato e-
«Muori per un anno e trovi tua figlia a limonare con il figlio del tuo migliore amico.
Certo che la vita è strana»
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