i viaggi nel tempo mi bruciano il cervello

L'agente ci punta la pistola contro. Siamo io Diana e James, con le mani al cielo.
James ha una smorfia di dolore in volto.
Siamo nella merda

Qualche ora prima

Abbiamo finito di fare il nostro piano di azione.
I due Rogers, nonno e io ci intrufoliamo dentro (dato che nessuno di noi tre aveva la più pallida idea di come sia fatto questo siero, c'è bisogno di nonno) dopo che Peggy e Jarvis avrebbero distratto le guardie. Come decisione tattica abbiamo deciso di colpire grazie alle tenebre, così da avere il vantaggio del buio.
Ci volevano tre ragazzini da futuro per far muovere questi tre.

Otteniamo dei cambi puliti, alla moda attuale (cioé, degli anni quaranta, lasciamo stare)
Mi lamento pesantemente della scomodità di questi pantaloni mentre Diana borbotta un «Questi giovani d'oggi» e James mi fissa imbambolato.

Così, si fa una gita in auto in famiglia.

Peggy, Jarvis e James in una, mentre nonno-che-non-è-ancora-mio-nonno guida e io e Diana dietro.
Ecco perché esistono i furgoncini, ci entrano pochissime persone nelle automobili...

«Com'è la situazione nel 2041?» chiedo tanto per iniziare una conversazione.
Se questa missione fa a termine vuol dire che quel futuro non sarà mai esistito, quindi posso farmi dire qualunque cosa.
Ma se quel futuro non sarà mai esistito.

«Te l'ho già detto»

«Io sono morta, James è morto. Pete? Morgan? Qualunque altro?»

Sono sicura che James stia ascoltando, l'ho visto muoversi sommessamente per ascoltare meglio. E nonno... Beh, nonno probabilmente non sta capendo nulla, ma non ho intenzione di spiegarglielo,  sono già abbastanza a disagio così.

«Peter è uno dell'assemblea americana, che governa sulla popolazione di tutte e due le Americhe, quelli rimasti, radunati in Florida» respira profondamente prima di riprendere il discorso
«Morgan è stata infettata. È mutata per il siero. Uno dei migliori, a dire la verità. È viva, e cerca di distruggere gli umani»
Sento un brivido sulla schiena. Mi immagino la mia sorellina adulta, con gli occhi rossi che combatte contro Diana.
E poi il sangue.
Scaccio l'immagine dalla mente.

«Bello» commento.

Poi Howard inizia a chiedere un po' del futuro, domande random, alle quali rispondiamo in modo vago. Non so cosa rivelare, perché se rivelo troppo rischio di rovinare il futuro, ma allo stesso tempo se non dico nulla rischio di rovinarlo allo stesso tempo, perché nessuno mi dice che il futuro non è stato creato perché abbiamo rivelato specifiche cose. Odio questi problemi.

Abbandoniamo le auto e dopo un ultimo augurio di buona fortuna, Peggy e Jarvis iniziano a farsi inseguire dalle guardie, le più possibili. Noi sileziosi, per quanto possibile, entriamo furtivamente. Alla fine l'idea delle tubature l'abbiamo evitata, dato che nonno non ci passa e sono incredibilmente sporchi. Siamo arrivati nella stanza giusta e naturalmente ci siamo messi a cercare il siero. è troppo semplice. Poi, un rumore di pistola e il sibilo di un proiettile squarcia l'aria

Ora

«Che ci fanno tre ragazzini qui?» chiede l'uomo. Mi sembrava troppo semplice.

Nonno è nascosto dietro un qualcosa non ben identificato coperto di bianco, fortunatamente non l'ha notato.

«Siamo degli ispettori sanitari» sputo fuori

«A quest'ora di notte? Da soli?» risponde a tono.

«Problemi?» regge il gioco James.

«Sì»

Fisso la pistola sperando che scompaia, o di scoprire di avere dei poteri da Jedi, ma non succede. Tentar non nuoce, infondo. Nonno, forza, appari e salvaci.

«La domanda è cosa ci fa lei qui» chiede Diana. Howard sguscia dietro i teli bianchi, per arrivare alle spalle dell'uomo

«Ci lavoro» a giudicare dal camice bianco è un dottore

Non appena finisce di parlare nonno usa la tattica dell'attacco dello scoiattolo volante. L'uomo dal nome sconosciuto borbotta una mezza imprecazione spaventato, e cerca di togliersi nonno da dosso. Poi tutto va a rallentatore, vedo il proiettile uscire dalla canna, indirizzato verso James. Sono troppo lontana, non arriverò mai in tempo. Il proiettile si avvicina sempre di più.

E poi Diana si mette davanti a suo fratello, come scudo umano. Viene colpita in pieno, e il tempo riprende a scorrere normalmente. Da fuori si sentono degli spari, l'uomo è riverso a terra, mentre Howard si è rialzato mezzo ammaccato. L'altro è morto, forse un altro colpo è partito dalla pistola. Diana è a terra, mentre James provava a tamponare il sangue.

«Me lo dovevo immaginare» commenta lei.

Howard dice «Cerco un kit medico» Diana lo ferma.

«Fa nulla. Morirò lo stesso, quando cambierete il futuro. Almeno sono stata utile.»

La macchia rossa all'altezza dello stomaco si allarga momento per momento

Non ci avevo pensato. Se cambiamo il futuro questa Diana non esiste, ma allo stesso tempo se questa Diana non esiste non può tornare indietro e...

Mi avvicino ai due, e lei mi guarda, dicendo «Prenditi cura di lui. Senza di me non sa allacciarsi le scarpe»

Annuisco, sentendo le lacrime pizzicarmi gli occhi.

Si rivolge a James «Fammi un favore. Non morire»

«Certo» risponde lui con voce rotta. «Non ti preoccupare» continua.
Apre di nuovo la bocca per aggiungere qualcosa, senza riuscirci.

E la luce nei suoi occhi scomparve definivamente.

James non lo comprende subito. Probabilmente le lacrime gli offuscano la vista a tal punto.
Howard  si avvicina a me e dice
«Mi dispiace»

«Lo so» rispondo.
Mi abbasso all'altezza di James, che stringe il corpo di Diana senza vita.

Lo costringo a guardarmi negli occhi «Piangiamo tra cinque minuti, okay?»
Lui annuisce e si alza.

Howard prende un siero, o meglio, diverse provette di colore rossastro/arancio, tipo succo di ace.

«Fuori di qui» consiglio.
Gli spari si sono calmati fuori, probabilmente le guardi entreranno qui tra pochissimo.
Peggy e Jarvis?

«Ma il suo corpo?» chiede James, guardando dove era il corpo della sorella.

Il quale sta scomparendo.
No, seriamente, sta scomparendo lentamente, è sempre più trasparente

«Stiamo cambiando il tempo. Ha detto che sarebbe scomparsa comunque» ragiona ad alta voce nonno.

«Lasciamo questo posto, in fretta»

_Spazio me_

Meno un capitolo

Vado a suicidarmi addio

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