Ho bisogno della mia armatura. Ora

E non ho potuto fare la festa di Natale, e a capodanno sono andata a Hong Kong, non sto scherzando
Che brutte feste, e poi Pepper mi ha in pratica segregato in casa, un inferno

Così, per fare una festa magnifica ho solo il mio stramaledetto compleanno. Bene, sarà assolutamente fantastico e in pieno stile Stark. Me lo sento, sarà fantastica

«Ahio.» commento, dopo che Cas mi ha bloccato a terra. Mingherlino, ma potente, molto potente

«Stark, puoi fare di più» urla la May, da infondo la palestra. Sbuffo sonoramente, non ce la faccio più. Lo fa apposta a mettermi contro ragazzi che sono il doppio di me, queste lezioni sono insopportabili. Lo fa apposta. Mi odia, beh, non è molto difficile.

Ho bisogno di un caffè, e non posso prenderlo. Non mi sento un granché, ho bisogno di un minuto.

Il mondo gira, perché gira? e sta diventando verde, e poi nero, e ho mangiato troppo a colazione o qualcuno ha messo allucinogeni nel cappuccino?

Scappo in bagno, mi chiudo in bagno e sento risalire la colazione in gola. Vomito anche il pranzo di natale del 2009.

Che succede? Sono incinta? Nah, dai, forse sto solo morendo

Non c'era nemmeno un pizzico di residuo di quel liquido nero sui pezzi dell'armatura.
Beh, non erano nemmeno tanti pezzi...
Mi devo decidere.
Costruisco un armatura nuovo, ci metterei mesi, se non anni e per tutti questo tempo rimarrei senza protezioni, e non potrei tenere al sicuro Morgan, o piano B.
Sono troppo codarda per il piano B, quindi... Non lo so.
L'ARC è sempre lì, al centro del mio petto, luminoso, anche se sotto la tuta che usiamo per allenarci si vede più del solito.
Mi piace, mi dà un aria da supereroina.
Faccio per prendere il ciondolo e strofinarlo, come sempre quando sono tormentata da strani pensieri (vedasi le tre del mattino con Goose che ti dorme sulla pancia) ma non me lo trovo in mano.
In questi casi, cioé allenamenti random in giro per la giornata lo lascio nei miei abiti civili, per non danneggiarlo o farmi male dato che mi si potrebbe infilare in un occhio, io rimarrei ceca e dovrei mettere una benda tipo Fury.
Breve storia non molto allegra.

Psicoanalizazione del giorno: cosa mi sta succedendo? Non è la prima volta, ma di solito è più lieve, semplice giramento di testa, non questo.
Ho bisogno di risposte.

E anche di respirare, la stanza si sta restringendo attorno a me, l'aria manca e...
È una mia illusione, solo mia, ce la posso fare, non ho l'armatura, ma ce la posso fare

«Ehy, Edith?»
Chiede una voce femminile sulla porta.  Martha. 

«Tutto okay?»

«Sì, tutto okay, mi sa che i pancake sono andati a male»

Esco da quel luogo e prendo una boccata d'aria. 

Era l'ultima ora. Scappo a casa, senza salutare nessuno.  Poso la cartella con un tonfo a terra vado nel laboratorio. 

Il misuratore prende un goccio di sangue. Esce una scritta. Tossicità del sangue: 13%.

«Merda.» mormoro. 

«Friday, analizza le molecole.» Appoggio il misuratore. 

«Ingrandisci. Ecco, così.» il braccio meccanico mi porge un panino.

«Fermo tu. Ti do in beneficenza» Lui produce un rumore,come se fosse offeso

Globuli bianchi, piastrine, tutto apposto... Che cos'è questo?

«Ingradisci lì, di più... così-» afferro l'ologramma azzurro, e lo giro tra le mani. Non so cosa sia, non lo conosco allargo le mani, e vedo la sua composizione. 

«Cosa diavolo sei...» chiedo, Non è segnata sulla tavola periodica. Immagino che sia  questo che intossica il mio sangue, la porta si apre dietro di me e io chiudo la simulazione.

Guardo la testa bionda che è entrata. 

«Stai sempre qui?»
Non ho intenzione di dirglielo.
Probabilmente sto morendo, ma non ho intenzione di dirlo a nessuno.
Prima di andarmene però, voglio recuperare la mia chiavetta, l'amore della mia vita.

«Ti ho portato un frappé, e Pepper mi ha fatto entrare...» si guarda intorno a disagio.

«Che cos'è questo?» chiede, avvicinandosi a dei fili.

Gli do uno schiaffetto sulle mani.
«Prima regola, non toccare roba che non conosci»

«Spiega allora»

«No, sei noioso» prendo il frappè dalle sue mani e ne bevo un sorso, davanti a lui, per dargli fastidio.
Lui non si muove di un millimetro.

«Quelli sono progetti per...»
Guarda un paio di bozzetti.
Arrossisco e glieli tolgo da sotto il naso, posando il frappè
«Era uno scudo?»

«No» mento
Mi sento in colpa, okay? Mi sento in colpa per il coma, per non esserci stata, mi sento in colpa per tutto.
Ho scoperto che al suo compleanno facevo la bella addormentata, e quindi...

«Fa vedere» dice, provando ad afferrare i fogli.
Faccio un paio di passi indietro, continuando a tenere i bozzetti dietro la schiena.

«Privato, Rogers»

«Eddai, solo una sbirciatina» indietreggio ancora.
Questa è... La parete?
Oh

«Dai, ti prego»

«Se le vuoi prendile!» esclamo per sgusciare via.

«Che cosa hai con questa storia della scappare?» brontola.
Io mi arrampico sugli scatoloni di fili agilmente, fino a toccare il soffitto.
Forse il mio laboratorio è una delle stanze più grandi abitate della Stark Tower, anche se non si vede, dato tutti i fili, i pezzi di leghe sparsi, codini vicino al computer principale...
E una delle auto d'epoca, una Chevrolet Impala del 1967.

«Edith, scendi»

«No!» rispondo, ridendo alla sua faccia.
Faccio un passo sbagliato scivolo sullo scatolone di sotto.

Ahia.
I fogli cadono a terra.
No no no no no no no no no no no no no no no no no

«Come ho detto, uno scudo»
Con un sorriso fiero mi guarda

«Perché hai disegnato uno scudo? E poi se lo fai leggermente più piatto è anche più facile da maneggiare, così...»
Si avvicina a uno dei tavoli,e prende una matita, ritoccando il mio bozzetto

«Ehy! Ho detto che è privato, non hai il diritto di toccarlo!»

Mi rilassa i fogli.
Io sporgo dal mio comodo (ma anche no) giaciglio, fisso James diffidente a testa in giù, e poi i bozzetti, li giro, dato che era all'incontrario, e lo riguardo, senza parole

«Hai ragione» borbotto. Ha una forma più aerodinamica, ed è più maneggiabile

«Come si dice?»
Mi guarda sornione, aspettando che lo ringrazi

«Sono stata un idiota a non pensarci prima»
Adesso devo solo trovare la lega giusta, non il vibranio, è passato di moda

«No»

«Grazie» dico a bassa voce, comuni sforzo immenso.
Oltre a scusa è una delle parole quasi mai uscite dalla mia bocca
Il sangue fluisce alla testa e inizio a sentirmi male, quindi scendo.

«Perché hai creato questo scudo?»

«Come mai tu sai disegnare così bene?»

«È uno dei miei passatempi» borbotta, imbarazzato.

«Ehy, anche a me piace disegnare, solo che il massimo che si fare a matita libera è uno stiki»

Che. Risata.

Okay datti un contegno

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