Filo rosso o filo blu?

La mia prima reazione è di spostarlo lontano e dargli uno schiaffo, sono leggermente scioccata. Ma giusto leggermente, eh. Ne ho viste di peggio, ci ha provato quello stronzo di Flash, e io ovviamente l'ho buttato nel porto (lunga storia), devo vedere se voglio fare la stessa cosa con James, ma no, dai, alla fin fine...

«Ahio» commenta, tenendosi la guancia «Non doveva finire così, almeno così ha detto Peter...»

«Cosa ti è saltato in mente?»

«Io...»

«Senti, mettiamo le cose in chiaro. Queste» indico le mie labbra «Sono off-limits»

"Per ora" 

«Edith, io ti volevo dire che mi piaci»
Mi guarda speranzoso.
Ecco perché cerca di distruggere il continuum spazio temporale

«Io piaccio a tutti, è nel mio DNA» rispondo.
«Sono una Stark»

«Ma io intendo che...»

D'accordo, la situazione è imbarazzante.
Tanto.

«Lo so cosa intendi»

«E perché mi hai schiaffeggiato?»

«Perché... Perché per baciare la persona che ti piace, c'è bisogno dell'atmosfera»

Signor Stefano Strano, mi prestereste la gemma del tempo per cancellare quello che ho detto? No?
Okay, mi arrangio

«Cosa?»

«L'atmosfera, e le luci, e... La cosa si fa imbarazzante. Ma Steve e Peggy non hanno detto nulla sul fatto che tu sia rimasto qui?»

«No. Credono che mi debba integrare»

«Non è la tua epoca. Vero»
Rimango un po'a fissare il panorama
«Com'era... Prima?»
Chiedo con voce vellutata.

«Fantastico» gli manca.
Gli manca il suo tempo.
Certo, non credo che sia il massimo essere trascinati nel futuro totalmente a random, abbandonando chiunque, e ritrovandosi in un altro mondo, ma ognuno ha i suoi problemi.

«Ma io non c'ero!» esclamo, per tirarlo su di morale e per il mio ego impazzito, la festa di ieri ne è una prova evidente.

Il panorama è fantastico, semplicemente bellissimo.

«Oggi è sabato, giusto?»
Chiedo a me stessa più che a lui, facendo diversi calcoli mentali

«Sì?»

«Tu prendi le particelle Pym, io cerco di aggiustare quello che rimane dell'attrezzatura ritorno al futuro time»
Mi fissa incredulo, prima che lo abbandono sulla terrazza

D'accordo, dove siete resti preistorici?
Ah, eccovi qui, nella cantina.
Una delle tante stanze nel quale vanno a finire i resti distrutti di esperimenti e robe saltate in aria, fatte esplodere da me personalmente e da papà.

Inizio a lavorarci su, sarà molto lunga.
Non sono nemmeno sicura dell'orario quando Peter mi scrive dicendo "Ho bisogno di parlarti"

"Se è per MJ non ti preoccupare, sii te stesso"

"Tra dieci minuti, da me. Dalla finestra"

"Peter mi spaventi"

Un minuto, nulla. Due minuti, nulla, tre minuti.
Non risponde più

Ho paura per lui. Attivo l'armatura e in battibaleno sono sotto casa sua.
Spengo tutto e mi faccio le scale.
Suono il campanello, come se fossi il fattorino della pizza.

Qualcuno la apre. Non è Peter e non è zia May, quindi per prima cosa un pugno in piena faccia e poi attivo il guanto, puntandolo in fronte allo sconosciuto.

O meglio, sconosciuta.
Non così tanto, aggiungerei.

Anne, è vestita come quando causò il blackout, all'Avenger Tower

«Dov'è Peter?»

«Ciao Edith. Quanto tempo che non ci si vede eh? Ieri sera sembra lontanissima.»

I miei sospetti erano fondati.
Calma, calma, calma.

«Dov'è Peter?»

«Dai, possiamo parlare un po'tra ragazze, che ne dici?
Ma giusto, probabilmente non ti ricordi nemmeno il mio nome, non è vero? Voi Stark siete sempre concentrati su voi stessi, non calcolate il dolore causato dalle vostre azioni»
Vedo la rabbia nei suoi occhi, rabbia e voglia di vendetta.
Non ha nemmeno la mia età, non dovrebbe essere così arrabbiata con il mondo

«Ti ho chiesto dov'è Peter.»

«A proposito, come va con il composto Y? Sai, era nella torre e tu non lo sapevi.
Che peccato, l'ho dovuto sprecare con te.
Ma tanto, ho già risolto il mio problema.»

«Sì, adesso ti metti a spiegare il monologo da cattiva eccetera eccetera. Perché lo stai facendo? Siamo compagne di classe infondo»

«Non sono stupida, Edith.»

«Mah, su questo non ci scommetterei»
Fa per muoversi ma io carico il guanto.
Apro completamente la porta e mi guardo intorno
«Non muoverti, dobbiamo finire un discorso» intimo a Anne.

Peter è in soggiorno, svenuto. Zia May non è qui, e do una piccola scossetta al castano e quello spalanca due i suoi occhioni.

«Cosa- Edith?»

Mi giro e non trovo più Anne, naturalmente.
Ovvio, poteva essere facile.

«Sì, sono la fantastica Edith Stark, al tuo servizio. Una nostra compagna di scuola ti ha tramortito e mi ha fatto venire qui, per...»
Faccio girare lo sguardo alla ricerca di motivi

«Io non sto capendo, ero in camera mia con le cuffie e poi tutto è diventato nero, zia May è fuori..»
Gli faccio segno di tacere.

Un nitido "tic tac" si diffonde nell'aria.

«Merda» sussurro, per poi andare alla ricerca dell'origine di questo suono.
Peter afferra al volo e inizia a rovistare la cucina con me.

Una cosa nera, una scatola, un po' più grande del mio palmo.

Lo apro, freneticamente e con il respiro pesante, ma non prima di aver visto il display luminoso

Un minuto all'impatto

«Houdson, abbiamo un problema» commento, per poi mettermi a smantellarla con Peter.

Due geni, ti pare che non riusciamo a disinnescare una bomba? Sì

Filo blu o filo rosso?
Ma che siamo, in un film?

«E se la facessi esplodere prima dell'esplosione?»

Peter mi guarda come se mi fossi bevuta il cervello

«Dimentica, non ha senso»

«Aspetta un attimo»
Dice, per poi lasciarmi

Trenta secondi.

Torna correndo, insieme a una custodia per gli occhiali.
La apre e li prende, mentre gli occhiali dicono «Bentornato signor Parker»

«Edith» salto alla pronuncia del mio nome
«Filo rosso o filo blu?»
Un raggio azzurrino scannerizza la bomba

«Filo blu» dice infine "Edith" e io lo stacco con un taglio netto, fatto da un coltellino da burro preso da mobile

Due secondi.

Respiro, di nuovo

_Spazio me_

E nulla.
Odio la mia vita.
Volevo dire che se tipo escono i capitoli chiamati "Boh *numero*" sono io che sono un ignorante e pubblico o capitoli per sbaglio.
Mio fratello si guarda il collegio, aiuto

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