Epilogo
«Chi sa fare un iniezione?» chiede nonno, dopo che ci siamo riuniti con Peggy e Jarvis.
Loro sono interi.
Siamo tornati nel laboratorio di Howard, che ha in mano una siringa, agitandola in modo inquetante
Jarvis alza la mano, nessuno chiede spiegazioni.
Non do nemmeno peso al fatto che l'ago sia troppo grande per i miei gusti, mi iniettano quel siero e basta, penso solo a Diana.
Sapeva che sarebbe morta, almeno quella versione di lei. Eppure lo ha fatto lo stesso, cavolo, lo ha fatto lo stesso
Sapete quando di abbassa la luminosità del telefono, e non ce ne si accorge, ma poi la si rialza e puf, si vede tutto benissimo?
È come mi sento io.
Pessima analogia ma lì stiamo
Rimettiamo le tute da viaggio nel tempo e salutiamo i fantastici tre.
Abbraccio nonno, dato che non avrò mai più la possibilità di farlo in futuro, esattamente come faccio con Jarvis.
Con Peggy mi limito a una stretta di mano, non è la tipa da abbracci.
«Peggy, ricordati, quando noi verremo nel futuro a chiederti informazioni devi dire che è andato tutto bruciato» mi ricordo delle parole di Diana.
La donna annuisce, e sulle montagne russe quantistiche di nuovo.
Arrivo integra a tolgo il casco, per guardarmi attorno.
Non trovo James.
Ma Diana.
_Spazio me_
Siamo alla fine.
Sul serio, non ci posso credere, ho scritto 35 capitoli senza morire a mezza strada.
Addio, ciurma
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