Blackout

«... e la luce si è spenta» completo la frase.
Sento la paura trasparire dalla mia voce, devo calmarmi.

«C'è qualche rumore? Qualcosa di preoccupante a parte questo

«Silenzio, troppo. Di solito c'è rumore, e esplosioni, e gente con i tacchi che cammina nei corridoi, invece non c'è nulla.»

Clicco sul reattore ARC e un guanto compare.
Potrei uscire dalla finestra, ma solo gli stivali non reggerebbero il mio peso, l'armatura non è completa, maledizione...

«Hai provato a chiamare qualcun'altro

«Eri il primo numero in lista! E a proposito, da quando sai usare un telefono?»

«Vedi se riesci a chiamare tua madre, ti richiamo tra pochissimo»

«Ehy! Non osare...» il rumore della linea staccata esce dalle casse del telefono «...Abbandonarmi» mormoro.
Chiamo Pepper. Uno squillo, due squilli, tre squilli... Niente, nessuna risposta.
E Morgan? Come sta Morgan? Devo uscire.
Concentro la potenza del guanto sulla porta, ma quella non si fa un graffio.
Ovvio, perché io devi progettare la mia camera, d quindi metto la porta super rinforzata in acciaio e un pizzico di vibranio, che non serve con il raggio... E se cambiassi la conformazione del raggio? Una molecola di azoto qui, una di idrogeno qui... Dai, ce la posso fare.
Il telefono squilla di nuovo, e stavolta è James.

«Aggiornamenti

«Sono ancora in camera, provo a distruggere la porta senza risultati e non ho una carta di credito con cui scassinarla... Ma che sto dicendo, certo che ce l'ho!» esclamo.
La prendo dal portafogli a quadrettoni rosso e la infilo nella fessura. «Jem mi fai venire sempre ottime idee, forse perché parlando con te capisco che il mio cervello è superiore e allora...»

«Ho avvertito mio padre. Tutta l'Avenger Tower è senza elettricità, si vede da qui»

«Che succede?»

«Non ne ho idea. Sta arrivando, credo che anche gli altri Avengers si stiano chiedendo cosa sta succedendo, tra un poco tutti gli eroi più forti della terra piomberanno in casa tua»

«Non ne sono così sicura, che ne dici di venire tu al posto loro? Se nel caso prendono te e mi lasciano stare...»
Posso immaginarlo sorridere per la brutta battuta «... E poi tu non eri il tipo d'altri tempi? Bene, ti tocca sgobbare per salvare la principessa»

«Non mi sembri una principessa»

«Chi te lo dice? Sono attraente, divertente, intelligente, e poi ho molto più carattere di Cenerentola o di Biancaneve...»

Ed eccomi qui, a tenere una conversazione sulle principesse Disney mentre cerco di aprire la porta della mia stessa camera e cerco di contenere il panico che inizia a dilagare in giro per il mio cervello.
Dai, ho affrontato cose peggiori, come Loki a dodici anni (e sono stata buttata in caduta libera giù da questa torre per aver cercato di aiutare, non una bella storia) e Ultron, poi il Capitano nella guerra civile (mi sono schierata con papà, anche se Steve non aveva esattamente torto), Thanos, due volte, e il panico arriva ora.

Ora.

Imprecherei se non fossi in collegamento diretto con James.
Anzi, metto il resto dell'armatura su, almeno quello che funziona, si vede ancora la mia maglia verde, ma fa nulla

«Che ne dici di diventare il mio "partner in crime"?».

«Edith, che vuoi fare?»

«Niente, solo andare alla ricerca del motivo dell'assenza di luce qui e picchiarlo con la mazza da baseball»
No, sul serio, ho una mazza da baseball, anzi, tutto il set, che non tocco da parecchio tempo, da Thanos in realtà.
Può servire.
E continuo ad armeggiare con la porta.
La carissima porta in questione è una di quelle scorrevoli, che si aprono quando ti ci metti davanti. Quindi non posso nemmeno scassinare il lucchetto, dato che se la voglio chiudere lo devo fare elettronicamente, e l'elettricità è andata a farsi fottere.
Quindi la mia unica speranza è di riuscire a infilare la carta in una fessura e far leva, cosa che non sono ancora riuscita a fare
Chiunque sia stato deve aver disattivato il reattore ARC, e se... Oh, no.

Non è un furto, vero?

«Sei uscita

«Non è colpa mia se la porta va a corrente e non ci sono maniglie da scassinare» borbotto.
Butto la carta per terra dalla frustazione.

«Idee?»

«Non lo so»

«Non ti userei mai come complice in una rapina» sbuffo. Chi potrebbe avere abbastanza conoscenze in campo scientifico per disattivare il reattore, non credo nemmeno che si possa, ma se lo hanno fatto vuol dire di sì, me lo devo studiare meglio, e se il mio si distrugge? Non saprei come aggiustarlo, non morirei, dato che non è come quello di Tony, non ho scheggie nel petto grazie al cielo, ma alimenta ed è il fondamento dell'armatura, che è rotta e quindi ci mancano pezzi di essa attorno al reattore, ma funziona, più o meno

Divago troppo. Devo rimanere concentrata

«James dove sei finito?»

«Sono qui, Diana piangeva, mi hanno chiesto di badarle dato che mamma è andata allo Shield»

«Grazie, io sono bloccata dentro la mia stanza, cerco di non rannicchiarmi in un angolo e piangere per un attacco di panico e tu badi a tua sorella!?»

Rumori di bambina ridente raggiungono le mie orecchie.

«Ottimo amico» mormoro. Anche io farei di tutto, e dico di tutto per Morgan, forse sono stata un po' dura con lui...

«C'è qualcuno lì?»
una voce dal corridoio.
Io la conosco già...
Rispondo o no, rispondo o no, rispondo o no...

«Sì, chi sei?»

«Spostati dalla porta»

Urla. L'ho sentito da qualche parte, quando ero piccola, non ho il tempo per aprire i cassetti della memoria stile Sherlock, questa persona era importante, ma in senso negativo... Auch, adesso ricordo

«Cerbiatto?»

«Perspicace, piccoletta» commenta.

«Se hai intenzione di prendere a pugnalate la porta mi dispiace deluderti ma non ci riuscirai»

«Secondo te io vengo con questo piano?»

«Sei stato tu?»

«Ne parliamo dopo»

Nella porta si apre un buco. Un buco, uno rotondo, e dall'altra parte c'è il cerbiatto

Mi butto nel buco della porta e Loki lo richiude.
Era una delle sue illusioni?
Probabilmente.

«È passato tanto tempo» commenta il dio.

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