Due Vite E Una Pistola pt.3
Ritorno sotto e vado alla porta dove ci sono le guardie.
"Avete visto Hongjoong?" chiedo rapidamente.
"Sopra in camera signore" mi dicono sicuri.
"Non c'è nessuno in casa cazzo" dico e rientro dentro, prendo la giacca ed esco di nuovo fuori.
"Io vado alla centrale, voi se vedete Hongjoong ritornare a casa, chiamatemi." dico e mi dirigo verso la macchina accostata qua davanti della polizia ed entro.
"Signore? Che succede signor Park?" mi chiede la mia assistente.
"Dopo poi ti spiego, Wooyoung portaci velocemente alla centrale" dico al mio collega, nonché amico e lui parte.
Appena arriviamo scendo rapidamente dalla macchina e mi dirigo all'ufficio di San.
"Sai per caso la posizione del telefono dalla quale hanno mandato questo messaggio?" dico appena entro.
"Mingi ci sta ancora lavorando. Hanno anche chiamato e il telefono ora è con lui. Il messaggio invece è arrivato subito prima di chiamarti" mi dice.
"Che cosa ha scritto precisamente nel messaggio?" chiedo prendendo un foglio e una penna.
"Ho fatto una foto, tieni" dice e mi passa il telefono.
"Da anni rapisco persone e non ve ne siete mai accorti.
Sapete perché ho ucciso quelle due donne? Semplice. A differenza degli altri inutili coglioni, loro non hanno voluto darmi quello che volevo. Le ho usate fino al loro ultimo respiro.
Ve lo sto dicendo solo per farvi capire con chi avete a che fare.
Spero tanto che questo bel bocconcino faccia il bravo o farà la stessa fine di tutti gli altri"
Sbatto la mano sul tavolo.
"Ma che cazzo vuole questo?" urlo frustrato.
Chi sono tutte le persone scomparse?
"Nella chiamata ha detto che per adesso gli bastano trecento milioni di won. Poi più avanti chiederà di più" dice il capo tranquillamente.
"Come cazzo fai a stare così calmo? Ci sono anche altre vittime e nessuno di noi ne sapeva qualcosa" urlo leggermente.
"Non fare il coglione ora Seonghwa e ragiona. Se ha fatto così anche precedentemente, perché non sappiamo niente? Quando qualcuno scompare si sente la sua assenza" continua calmo.
"E se magari non avessero genitori o parenti qui?"
"Sei o non sei un ufficiale della polizia?! I vicini sarebbero andati sicuramente a controllare o almeno avrebbero chiesto. Prima di aprire quella cazzo di bocca ragiona" l'ultima frase la pronuncia assottigliando gli occhi.
Esco dal suo ufficio e mi dirigo all'archivio.
Devo controllare se veramente non ci sono stati casi di rapimenti ormai chiusi perché non hanno trovato il rapitore.
Appena entro inizio a sfogliare i vari documenti.
In uno scaffale ci sono solo due scatole, mentre il resto di esso è vuoto.
Le prendo e le poggio su un tavolo vuoto.
Tiro fuori i vari documenti e controllo.
"Seo Changbin, omicidio compiuto a ventidue anni. Kim Jisoo, furto in banca, tentato rapina di un negozio e tentato omicidio..."
Sono tutti così.
Il mio occhio poi ricade su uno in particolare.
"Lee Seoho" guardo meglio la sua foto.
"Ha rapito sei persone e ne ha uccise quattro, condannato all'ergastolo"
Sfoglio i vari documenti che parlano di lui.
Magari c'è un collegamento.
Non trovo niente, solo informazioni sul suo aspetto fisico e sulla sua salute.
Devo andare a parlare con lui.
Esco dalla stanza con i fogli in mano e vedo Yunho passare davanti a me.
"Yunho" lo richiamo e lo fermo velocemente.
"Mi dica signor Park" si gira e mi risponde.
"Portami nella stanza di Lee Seoho" ordino.
"Ma signore quella stanza non è accessibile senza il permesso del capo" dice.
"È un caso urgente e Sa- il capo lo sa già".
Lui annuisce.
"Wooyoung vieni con noi. Andiamo signore" ordina al ragazzo ed entrambi seguiamo il più alto.
"Ma non andiamo al-" cerco di dire ma Yunho mi ferma.
"È stato richiesto di tenere il signor Lee sotto sorveglianza qui alla centrale perché più di una volta è riuscito a scappare per mano di qualcuno, si suppone qualcuno tra di noi ma questo nessuno lo deve sapere, il capo mi ucciderebbe se sapesse che ve l'ho detto" mentre parla apre una porta chiusa a chiave.
"L'ultima volta che è scappato e ritornato il giorno dopo dicendo che ora possiamo pure ucciderlo e che quello che doveva fare l'ha portato a termine, perciò lo abbiamo tenuto qui per scoprire qualcosa ma non vuole dire niente" mi spiega bene come mai si trovava alla centrale mentre scendiamo le scale.
Se ha detto così, molto probabilmente c'entra qualcosa con questo assassino.
"Yunho, quando è scappato l'ultima volta?"
"Due settimane fa, è scappato due volte in totale".
Sono sempre più convinto che tra le due cose ci sia un collegamento. Devo scoprire di più e devo parlare con lui.
Camminiamo in un lungo corridoio fino a fermarci davanti a una stanza. La numero 368.
"È qui dentro" dice Yunho.
"Guardie, potete aprire la porta? Rimanete con lui anche se l'aggressore non è un grado di fare niente" continua e le guardie annuiscono ed entrano.
Faccio per entrare anche io ma sento un braccio sulla spalla e mi giro velocemente.
"Seonghwa, non ti immischiare in situazioni che non ti riguardano". San è qui davanti a me.
"Yunho vai ad aiutare Mingi, rimarrò qui io" dice e Yunho se ne va. Rimaniamo solo io, Wooyoung e San con le guardie.
Scosto la sua mano ed entro. Potrò pure perdere il mio posto di lavoro ma devo scoprire chi è.
I due rimangono fuori e la porta viene chiusa.
"Ciao Lee Seoho" inizio.
"Sei venuto qui per uccidermi? O sei solamente una puttana che parla?"
Prendo una sedia, la giro al contrario e mi siedo mettendo le gambe ai lati di essa.
"Per tua sfortuna la seconda. Ho bisogno di sapere se complotti con qualcuno al di fuori di-" mi interrompe cercando di venire verso di me ma si blocca a causa delle catene.
"Pensi che ti dirò qualcosa?" scoppia in una risata isterica.
"Sei un coglione, uccidimi e fai prima" la sua risata si trasforma in una smorfia e abbassa la testa.
"Ascolta, hai mai sentito di Kim Hongjoong?" chiedo e lo vedo alzare la testa.
"Ma che cazzo me ne frega di questo Hongjoong" dice.
Osservo attentamente le sue espressioni facciali e sfoglio i vari fogli che ho in mano.
"Seo Changbin?".
"Se non sei venuto qua per uccidermi allora vaffanculo" dice ma io continuo.
"Conosci chi è l'uomo più ricco della Corea?"
"Vorrei averlo tra le mie mani in questo momento è spezzare il suo corpo in piccoli pezzettini".
Rimango fermo.
Continuo a dire vari nomi.
"Conosci un certo Kim.." vedo che alza lo sguardo. Sui fogli c'è scritto Jeongin.
"Kim...Jeongin?" lo osservo. Il suo volto rimane impassibile.
"Cagna non otterrai niente da me" dice con lo stesso tono di prima.
Così non va bene.
Abbasso la testa sui vari fogli ma vedo le sue punta dei piedi piegate.
Continuo con altri nomi.
"John Jun Sun?" chiedo ma non alzo la testa. Senza farmi vedere noto i suoi piedi ammorbidirsi.
Sento del liquido colare sulla mia faccia : mi ha appena sputato.
Mi alzo e annuisco alle guardie.
Esco dalla camera e trovo San con le braccia conserte appoggiato con la schiena al muro e Wooyoung davanti a lui con le mani in tasca.
"Hai scoperto qualcosa?" mi chiede il più grande.
Nego con la testa e ritorno sopra senza aspettarli.
Ritorno nell'archivio e inizio a cercare i vari Kim Jeongin presenti e le loro schede.
Ne trovo 4 in questa zona.
Mi segno il loro indirizzo civico.
"Bene, ora so dove andare" dico.
Esco dalla stanza e ordino a Yunho di chiamarmi cinque minuti dopo che avrà ricevuto un mio messaggio.
Mi dirigo alla prima casa e suono.
Un uomo di età avanzata apre la porta.
"Salve sto cercando Kim Jeongin" dico senza mostrare il mio distintivo. Non devono sapere che sono un poliziotto.
"Sono io...lei è?" mi chiede col sorriso.
"Oh beh io sono Park Seonghwa. Mi è arrivata una lettera al suo indirizzo-" una chiamata mi interrompe, quella di Yunho.
"Pronto?"
"Ah va bene grazie. Arrivederci" chiudo il telefono.
"Era il postino, mi ha detto che sistemerà lui. Scusi tantissimo il disturbo" dico.
"Ma si figuri, se vuole può accomodarsi".
Ma le persone sanno che non bisogna invitare uno sconosciuto nelle proprie case?
Sorrido pensando che anche Hongjoong ha fatto così.
"Ah no no si figuri la ringrazio per l'invito ma non voglio disturbare. Le auguro una buona giornata signore" dico e faccio un inchino.
Lui pure si inchina e io me ne vado.
Escludiamo pure quest'uomo, è vecchio e a malapena riusciva a reggersi in piedi.
Porta gli occhiali e per lui usare il telefono comporterebbe a dei danni in più non penso nemmeno sappia usarlo.
Vado al secondo indirizzo e busso.
Una donna sui quarant'anni mi apre.
"Salve, chi è?" mi chiede.
"Salve signora, io sono Park Seonghwa. Stavo cercando Kim Jeongin"
"Mio figlio? È a scuola ora, lei per caso è un suo professore?" mi chiede.
"No no, quanti anni ha?" chiedo, spero solo non mi prenda per un maniaco.
"Ne ha nove...che succede?"
"No signora stia tranquilla"
"Perché allora è qui? Se non mi dice subito perché, chiamo la polizia".
Mi arrendo e mostro il mio distintivo.
"Oh, lei è un agente della polizia? Mi scusi tanto" fa un inchino.
"Stia tranquilla, ero venuto solo per sapere chi fosse Kim Jeongin, non è nei guai. Scusi tanto il disturbo. Arrivederci" dico e mi inchino anche io e lascio la donna lì sullo stipite della porta sorpresa.
Due cancellati.
Vado al terzo indirizzo. Appena arrivo noto che è un orfanotrofio.
Entro dentro e mostro velocemente il mio istintivo se no non mi daranno le informazioni che cerco.
"Oh salve agente, di che ha bisogno" mi chiede una suora.
"C'è un ragazzo di nome Kim Jeongin?" chiedo ma mi suona il telefono.
"Dove sei?" è San.
"Sto cercando alcune persone"
"E cosa speri di trovare esattamente? Guarda le loro cartelle"
"La loro età" dico ma poi mi rendo conto di essere ridicolo.
Le cartelle hanno la loro età già scritta.
"Mi scusi il disturbo e arrivederci" dico ed esco dalla struttura.
Guardo i fogli.
La terza persona è un bambino anche lui.
La quarta persona invece è un ragazzo di ventitré anni, devo andare da lui.
"Seonghwa ci sei? Seonghwa?"
"Ti richiamo dopo" e attacco.
Vado al suo indirizzo. Appena arrivo davanti alla sua porta, prima di bussare sento delle urla.
Suono più e più volte per farmi sentire e i rumori cessano.
Un signore coi capelli arruffati e i vestiti piegati apre la porta.
"Salve sto cercando Kim Jeongin" dico.
"Non può ora" dice freddo e chiude la porta ma metto il piede e lo fermo.
Lui la riapre.
"Sono Park Seonghwa, agente della polizia e devo vedere Kim Jeongin" dico mostrando il mio distintivo.
"Ah mi scusi. Si accomodi pure, ora glielo chiamo" dice.
Appena entro l'uomo scompare e io vado nel salotto. Trovo dei pezzi di vetro per terra rotti.
Ad un tratto sento un peso fortissimo sopra di me....
...
Mi ero svegliato in una stanza buia.
Non capivo cosa stava succedendo e non vedevo niente.
Sulla bocca sentivo qualcosa, qualcosa che mi vietava di parlare. Non riuscivo nemmeno a far uscire un suono flebile che mi faceva male la testa.
Le mie mani erano legate alla sedia su cui ero seduto assieme alle mie caviglie e ogni minimo sforzo mi provocava solo un dolore atroce a tutto il corpo e alla testa.
Non riuscivo a focalizzare che cosa stava accadendo in quel momento ma mi ricordavo tutti gli attimi precedenti, i dolori subiti e il mio sangue sparso sul corpo e sul pavimento....
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