CAPITOLO 11
DYANA
Mi sveglio fra le braccia di Chris, eppure ricordo perfettamente di essere andata a letto per prima e anche furibonda. Mi avrà attirata a sé mentre dormivo, quando è venuto a letto.
Lo osservo mentre dorme, il suo aspetto attuale non ha proprio i canoni della bellezza, ma non è poi così male se ci fai l'abitudine e lo guardi con altri occhi... con gli occhi dell'amore.
Cerco di scostarmi da lui senza rischiare di svegliarlo, l'impresa è ardua, però dopo vari tentativi ci riesco.
Infilo un cardigan di lana cashmere ecrù, più grande di quattro misure, mi piace ampio, così che io possa avvolgermici dentro come un abbraccio; con le maniche lunghe fino a coprire le mani e grossi bottoni.
Calzini bianchi e scendo in cucina a preparare la colazione: caffè, toast con miele, yogurt e spremuta d'arancia.
Riempio un vassoio e lo porto su in camera da Chris, che quando si sveglia, stira le braccia e mi fa un sorriso, la cosa mi lascia piacevolmente sorpresa, ricordando i risvegli delle altre mattine. Non gli chiedo nulla, mi fa piacere vedere che è di buonumore.
Chris, infila i pantaloni grigi a righe nere del pigiama, una maglia semplice bianca e va a guardarsi allo specchio, ed è allora che l'euforia svanisce di botto.
Rimane a fissare la sua immagine allo specchio per un secondo e dopo asserisce:
« Andiamo a fare colazione!»
Ridiscende la scalinata a passi lenti con aria mesta.
Mentre stiamo seduti in cucina a mangiare, gli comunico:
« La prossima settimana farai l'intervento, sei nervoso?»
« Ansioso... e preoccupato!»
« Non devi, Dick, sa fare bene il suo lavoro»
« Cosa significa, anche i luminari commettono errori!»
Esclama.
« Ti prego, non ricomincerai con la solita tiritera, non puoi trastullarti fino al giorno dell'operazione e anche dopo»
Gli asserisco con inerzia.
« No, hai ragione Dyana. Devo stare tranquillo, e poi ci sei tu che mi infondi fiducia»
La settimana prima del ricovero in ospedale, faccio distrarre Chris, conducendolo nei più svariati luoghi di divertimento, solamente dove fosse d'accordo ad andare.
I giorni scorrono sereni, all'insegna di risate, shopping e tenerezze.
Sopraggiunge il gran giorno, Chris ha già preparato il borsone con le cose da portare per il tempo previsto della degenza in ospedale.
Dopo aver fatto una doccia, si veste indossando una semplice maglia bianca a maniche corte, sopra quella, la solita felpa con il cappuccio e un paio di sbiaditi jeans, azzurro lavato e lacerati sulle ginocchia. Anche se sono nuovi, i capi d'abbigliamento non cambiano modello.
Io prediligo il semplice, maglione a collo alto rosa, jeans nero e stivaletti neri in cuoio.
Osservandolo gli domando:
« Pronto? Possiamo andare?»
« Sì, andiamo»
Proferisce silenzioso e impesierito.
Ci portiamo all'esterno, montiamo in macchina per recarci alla struttura sanitaria.
Dopo mezz'ora di strada percorsa, giungiamo sul posto, Chris, afferra il suo trolley e ci incamminiamo verso la grande porta a due ante; scorrevole, con automazione al transito.
Superata la soglia, ci apprestiamo a raggiungere il vano ascensori, entriamo premendo il tasto e arrivare al piano predestinato.
Quando l'impianto di sollevamento spalanca le ante, usciamo immettendoci nel lungo corridoio bianco lucido, quasi a specchiarsi.
Avanzando spediti, rivolgo uno sguardo a Chris, che in questo frangente non ha detto una parola. Noto che è tranquillo, per nulla agitato, gli prendo la mano intrecciando le nostre dita prima di bussare alla porta dello studio di Dick.
CHRIS
Non appena Dyana bussa alla porta del suo studio, ci viene ad aprire il medico con un grande sorriso a trentadue denti, ci accoglie calorosamente, facendoci accomodare.
Dopo aver preso posto sulla sua poltrona ci comunica:
« Allora Chris, come ti ho già informato la scorsa settimana, l'intervento avrà la durata di sette-otto ore e dovrai rimanere qui per almeno tre mesi, non potrai essere dimesso senza prima aver tolto le bende. Eseguiremo l'operazione domattina alle nove. Ho notato che oltre al viso, dobbiamo intervenire sia sul cuoio capelluto che sulla pelle della mano destra, mi pare d'aver notato che la sinistra non presenta danni. Scusa fammi dare un' altra occhiata per sicurezza»
Silenziosamente, sollevo la mano per mostrargliela, dopo averci dato uno sguardo dichiara:
« Come dicevo poc'anzi, dobbiamo operare solo su una mano, l'altra
è ok. Bene Chris, ti faccio accompagnare nella tua stanza da
un' infermiera »
Pigia un tasto, sulla strana tastiera posizionata alla sua destra e subitaneamente apre la porta un'operatrice sanitaria alla quale Dick proclama:
« Genevieve, conduca il paziente nella stanza 128. Passerò più tardi per informarti su cosa devi fare per la preparazione, Chris »
Con queste sue parole ci congeda.
L' infermiera, una donna sui quaranta, con i capelli neri raccolti in uno chignon, indossa la sua uniforme in modo impeccabile; cammina spedita avanti a noi. Dopo un lungo percorso attraverso i corridoi, dischiude una porta asserendo:
« Prego, questa è la sua stanza. Vi lascio ora, buona giornata»
Mi guardo intorno mentre rilascio l'impugnatura del mio bagaglio a mano, lentamente.
Osservando a destra e a manca, circondano l'ambiente, pareti dipinte di azzurro, il pavimento è composto da grandi piastrelle in resina. I componenti di arredo, comprendono un letto, un armadio a due ante e un tavolo; dove consumare i pasti, una sedia e un divano abbastanza confortevole. Sui comodini e sui davanzali delle finestre, poste a destra del letto, vasi colmi di fiori.
" Non mi piacciono i fiori e quelli finiranno sicuramente nella stanza da bagno".
Proferisco alla mia ragazza:
« Chiuso qui dentro, già da adesso! »
Lei abbozza un dolce sorriso asserendo:
« Ma io sono qui con te, non me ne vado via»
Avvolgo i suoi fianchi con le mie braccia e la attiro a me baciando le sue dolci labbra.
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