CAPITOLO 1-DYANA BRISTOL

"Guidare per queste strade boschive e con questo tempo, non è proprio il massimo.
Non riesco quasi a vedere la strada,
nonostante il tergicristallo sia in funzione da ore.
E quest' autostrada, sembra interminabile, per non parlare della strada sterrata; che mi attende nei pressi del mio chalet.
Ho scelto di vivere in montagna per avere una qualità del sonno migliore e per non essere disturbata da rumori molesti e dal traffico urbano.
Menomale che sono quasi arrivata.
Giunta sul vialetto, parcheggio e scendo dalla macchina in fretta, portando con me la mia ventiquattrore.
Sotto il portico di casa, dove sono al riparo dalla pioggia, posso tranquillamente chiudere l'auto con il comando a distanza.
Lestamente dischiudo la porta
dell' ingresso, mentre inserisco la chiave nella toppa, avverto uno strano fruscìo alle mie spalle, mi giro di scatto ma non vedo nessuno; pensando che potesse essere un lupo, giro la chiave nella serratura in fretta, disserro la porta fiondandomi all' interno.
Rasente all' uscio, di spalle, emettendo un sospiro di sollievo, ripeto:
« Casa dolce casa! Adesso mi sento più al sicuro! »

Distanziandomi dalla porta, ho solo un desiderio, rilassarmi nella mia Iacuzzi, con un bel calice di prosecco in mano e l' ambiente illuminato dalla fioca luce ambrata delle candele profumate; mentre ascolto la mia melodia preferita.
Ma prima devo fare le coccole al mio amore e farmi perdonare per averlo lasciato da solo tutto il giorno.
Emetto un fischio di richiamo per Bigs il mio border collie, dal manto bianco a chiazze nere.
Ma non lo vedo arrivare.
« Mi chiedo dove diavolo sia finito?
Di solito arriva subito quando lo chiamo! Bigs dove sei? »
Ma lui non appare.
Per una buona mezz' ora non ci penso, ascendo le scale per entrare nella stanza da bagno, riempio la vasca di acqua, verso il bagnoschiuma al muschio bianco ( la mia fragranza preferita) mi libero di tutti gli indumenti e mi ci fiondo dentro.
Facendomi avvolgere da quella schiuma, nel contempo mi immergo nei ricordi:
" Quando ero bambina, eravamo soliti passare il natale con tutta la famiglia in questo chalet.
Anni dopo, mi sono laureata in psicologia e da allora mi sono trasferita per motivi di lavoro.

Mentre dimoro nella vasca, ripenso alla giornatina" niente male" avuta oggi.
Prima quell' uomo che nonostante l' età, giocava acora con le bambole alle quali tagliava i capelli, persistendo sul fatto che tutte fossero la madre e poi... quella povera donna; caduta in una depressione apatica dopo la morte della figlia. Non voleva nemmeno sedersi quando ha fatto ingresso nel mio studio e ha preso posto sedendosi dinnanzi a me, ho capito da subito che doveva aver passato un brutto momento... Povera donna, non posso sapere cosa si provi a perdere un figlio e neppure immaginarlo... e poi in quel modo orrendo.
Certamente nella mia professione di psicologa, ne sento e ne sentirò tante, ma non posso rimanere indifferente a certe situazioni.
Chiedo al mio assistente vocale del cellulare di far andare la mia playlist di melodie, di uno dei miei artisti preferiti "Steve Morgan".
Nella mia "bath room" le piastrelle sono in ceramica azzurre e bianche con la stampa di un cigno. il pavimento azzurro, il corredo in spugna bianco comprensivi di tappeti, Ognuno di loro richiama lo stesso motivo ricamato del bellissimo cigno.
Dopo un po' mi accingo a uscire dalla vasca prima che i miei polpastrelli mi si raggrinziscano.
Poso un piede sul tappeto e subito dopo anche l' altro, mi approssimo allo specchio per pettinare i miei capelli biondi fino alle spalle, e asciugarli.

Con i piedi ancora umidi, cammino per tutta la stanza.
Mi fermo per guardare fuori dalla finestra scostando la tenda mi accorgo che ha smesso di piovere, ma il buio che regna all' esterno è inquietante.
Raggiunta la camera da letto, dischiudo il cassetto del comò, dirimpetto al letto a due piazze e mezzo) " mi piace padroneggiare nel mio letto" tiro fuori un paio di mutandine di pizzo rosa, un top bianco e un paio di pantaloncini blu.
Quando mi sono vestita, discendo velocemente le scale, raggiungendo la cucina, in stile americano provvista di penisola nera e bianca.
Il lavandino e il piano cottura al centro stanza, circondata dal top in marmo bianco madreperlato con schizzi neri.
A sinistra una portafinestra e il resto dei suppellettili a ridosso alla parete bianca, correlati di elettrodomestici.
Mi viene fame, scelgo di prepararmi due toast con una fetta di prosciutto cotto una di provola affumicata, una foglia di insalata e due fette di pomodoro, li depongo all' interno di un piatto che trascino con me in salotto.
Portantomi nel vano, avverto dei brividi, mi appresto ad accendere il camino pensando -" Cazzo! Anche se siamo a maggio fa ancora freddo da queste parti".
Pronunciando " Brrr" mi rimetto alla ricerca del mio cane.
« Bigs! Ti decidi a venir fuori sì o no?! Guarda che stavolta non la passi liscia! Conto fino a tre, dopodiché vado a dormire e se domattina trovo dei tuoi " ricordini" saranno guai seri per te!»
Rimango silente e immobile, in attesa di vederlo comparire, ma quando ciò non accade nervosamente batto i piedi per terra indispettita richiamandolo.
« BIGS!»

Aspettando che il fuoco si alimenti per riscaldarmi, siedo sul divano in pelle scamosciata bianco ocre, metto il PC sulle gambe scrutando su Facebook e rispondere ad alcuni messaggi ricevuti.
Mi accorgo anche di avere dodici richieste di amicizia, incuriosita vedo chi sono e se li conosco.
« Mi spiace, ma non ti conosco e dalla foto anche se sei carino, si intuisce essere un profilo fake. Eliminiamo! Vediamo gli altri... okay... tu va bene e...» fisso lo schermo e quel nome... il suo!
Jace! " Cosa vuole! Non ha capito che non lo perdonerò mai! È inutile che mi mandi la richiesta... Con lui ho chiuso! Non l' ho bloccato perché a differenza sua, io mi ritengo essere più matura".
« Già la giornata è stata di merda, non poteva non concludersi che con uno stronzo! »
Per deviare il pensiero, rispondo a qualcuno che conosco personalmente.
Ma quando inizio ad avvertire gli occhi pesanti e che pizzicano, intuisco che è giunta l' ora di andare a nanna.

Abbasso il coperchio del PC,
lo appoggio sul ripiano in vetro satinato del tavolino basso affiancato al sofà.
Ascendo le scale per raggiungere la mia camera e andarmene a dormire.
«Bigs, stasera ha scelto di starsene per i fatti suoi, sì ma dove? Sinceramente ho troppo sonno per andarlo a cercare adesso!»
Mi fiondo sul letto di pancia con il braccio teso fuori del giaciglio.
Morfeo non mi ha ancora accolta tra le sue braccia.
Con gli occhi dormienti sento le forze abbandonarmi, riesco a percepire per un attimo dei movimenti sotto il letto.
« Ecco... dove eri... brutto birb...»

Mi sveglio nel cuore della notte con una mano sulla bocca e un uomo sopra di me, le sue gambe bloccano i miei movimenti dal bacino in giù.
Ancora intontita dal sonno non percepisco subitanea se quello che sta avvenendo e incubo o realtà.
Realizzando che purtroppo è orrendamente reale, cerco di divincolarmi dalla sua presa dimenandomi.
Ma lo sconosciuto è decisamente più forte, non riesco a muovermi.
Con una mano mi tappa la bocca impedendomi di urlare, penso tristemente a Bigs:
" L' avrà sicuramente ucciso, questo bastardo! Altrimenti sarebbe accorso in mio aiuto!
Mentre le lacrime solcano le mie guance, noto che l'uomo ha un coltello nell'altra mano e me lo sta puntando alla gola.
Il terrore si impossessa di me, vorrei urlare, scappare, ma non posso muovermi e nemmeno gridare.
Poi mi chiedo:
" A che servirebbe urlare? Nessuno mi sentirebbe quassù, in questo posto sperduto, ci vivo solo io. Vivo qui da tre anni e non ho visto nessuno da queste parti!"
L' uomo si piega ancora un pò su di me.
Capisco che porta una maschera perché il suo viso quando si muove, nel buio della stanza, emette dei bagliori.

" Una maschera? Ma chi sarà? Come avrà fatto a entrare? E cosa vuole da me?

Grazie a chi mi ha sostenuto e continua a farlo❤❤❤

( COMPLETA)

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