Capitolo 123

Pov Narratore

Seonghwa avrebbe messo fine a tutto.
Non voleva agire ma doveva parlare e dirgli tutto quello che pensava.
"Seonghwa cosa intendi? Non abbiamo nessuna questione in sospeso" Hongjoong invece era il contrario, non voleva chiarire e voleva lasciare le cose così com'erano perché aveva paura di fare una mossa sbagliata.
"Ma perché devi fare così? Lo sai che ferisci solo le persone? Sembra un rifiuto. Se non vuoi dillo e basta, non dirmi che mi vuoi dare del tempo e altra roba inutile" lui invece sentendo le parole di Hongjoong sbottò e si mise davanti al ragazzo che era rimasto sbigottito dalla reazione del ragazzo e dal suo tono di voce.
"Non è così" Hongjoong gli rispose dopo attimi di silenzio abbassando la testa e cercando di prendere forza per parlare.
"Cosa non è così Hongjoong?" gli chiese l'altro.
"Non è così Seonghwa, non è quello che credi, se no non mi sarei fatto sparare ad una gamba perché morivo dalla preoccupazione per te" anche Hongjoong in quel momento alzò la voce, forse anche più di Seonghwa.
"E allora cosa? Perché continui a rifiutarmi?" gli chiese arreso l'altro.

Hongjoong rimase in silenzio, non sapeva cosa dire, o meglio, lo sapeva ma non riusciva a far uscire dalla bocca delle frasi di senso compiuto oltre a dei sussurri.
"Ho capito" il ragazzo si allontanò e Hongjoong alzò la testa verso di lui.
"Ho capito Hongjoong. Ci vediamo quando sarai uscito da qui".
Seonghwa stava andando troppo velocemente e lo sapeva, ma conoscendo l'altro, sarebbe arrivato al suo obiettivo.
Stava per uscire dalla stanza quando sentì una voce fermarlo.

"Ho paura" disse Hongjoong mentre Seonghwa continuava a rimanere davanti alla porta.
"Ho paura ok? Ho paura di quello che potrebbe accadere in futuro" continuò il ragazzo sul letto.
"Non capisco il perché" gli rispose l'altro a bassa voce.
"Ho paura e basta, non c'è un perché. Tu non hai paura?" gli chiese Hongjoong con la speranza che l'altro si girasse per guardarlo e quello infatti fece Seonghwa.
"Tutti abbiamo paura Hongjoong ma bisogna guardare anche i lati positivi se no si rischia di perdere tutto" rispose il ragazzo in piedi.
"E se fallisco?" continuò con le domande l'altro.
"Falliamo insieme" disse semplicemente Seonghwa.
"E se sbaglio? Se faccio un errore?".
"Non cambierà niente, dovrai solo capire i tuoi errori e io i miei quando sbaglierò" il ragazzo si stava avvicinando piano piano a Hongjoong.
"Ma se ad un tratto decidessi di allontanarti perché magari non mi ami più o non mi sopporti più, cosa faccio io?".
"Ti rendi conto di quello che stai dicendo?" Seonghwa si era avvicinato di più.
"Sì, rispondi e basta" Hongjoong però voleva una risposta concreta.
"Se accadrà allora dovrai picchiarmi" gli rispose con un tono deciso.
"Picchiarti? Che razza di risposta è mai questa?".
"Sì, picchiarmi. Ma sono sicuro che non accadrà mai, sei tu quello che lo deve capire Hongjoong" Seonghwa sperava che il ragazzo accettasse.
"Rimarrai sempre con me?".
"Sì Hongjoong, te lo prometto".
Il più piccolo era nettamente incerto ma sapeva che se avesse continuato a rifiutare alla fine non sarebbe arrivato a nulla, anzi, avrebbe perso tutto e ci sarebbe rimasto male.

Hongjoong annuì con la testa e Seonghwa andò davanti a lui.
"Quindi è un si?" non riusciva ancora a realizzare, era arrivato al suo obiettivo ed era euforico.
"Sì" Hongjoong continuò ad annuire e Seonghwa spalancò gli occhi.
Bene non sapeva quel "Sì" per cosa fosse ma sapeva che adesso aveva la possibilità di averlo per sé.

Seonghwa non esitò nemmeno un secondo che abbracciò Hongjoong. Quest'ultimo non capiva ancora a cosa aveva portato quella sua risposta ma era felice. L'altro si staccò e iniziò a guardarlo negli occhi per poi fiondarsi sulle sue labbra mentre gli accarezzava i capelli.
Quella mattina per i due diventò speciale...

Jongho intanto stava cercando di far mangiare Yeosang che però si rifiutava con la scusa del "Fa schifo, tu non l'hai assaggiato per saperlo" e quindi l'altro finiva per ridere.

"Avanti Yeo, vuoi rimanere qui per sempre?" gli chiese Jongho.
"A sto punto sì. Ti prego, non potresti prendermi qualcosa da fuori?" Yeosang lo stava supplicando sia con le mani che con gli occhi ma Jongho ovviamente non cessava.
"Palesemente no. Se vuoi chiamo i tuoi genitori e glielo dico, voglio vedere se loro non riescono a farti mangiare" Jongho lo stava minacciando anche con uno sguardo furbo, ma doveva ammetterlo : quella situazione gli piaceva e non voleva smettere.
"Sei uno stronzo e io non sono un bambino che ha bisogno dei suoi per mangiare" l'altro incrociò le braccia e guardò a destra proprio come un bambino.
"No, io sono Jongho piacere" invece il più piccolo si stava divertendo.
"Dove c'è scritto che ti chiami Jongho? Per me sei stronzo e basta" Yeosang non sapeva come interpretare quella situazione, cercava di evitare e di scacciare via ogni tipo di sentimento ma non ci riusciva per il semplice fatto che Jongho rendeva le cose sempre più difficili.

Ad un tratto il più piccolo tornò serio, era preoccupato.
"Yeosang devi mangiare se no le medicine che prendi avranno un brutto effetto su di te. Non puoi stare a stomaco vuoto" il suo volto era quello di un padre severo ma gentile. Insomma, Yeosang non riusciva a continuare a ribattere perciò aprì semplicemente la bocca arreso e Jongho lo imboccò.
Quel cibo a Yeosang, sì, faceva schifo, ma il fatto che fosse Jongho a farlo mangiare e a rimanere con lui lo rendeva un po' meno schifoso.

Quando finì di mangiare decise di fare una domanda, una che lo faceva battere forte il cuore.
"Perché fai così?" chiese semplicemente. Si maledì per il fatto che non era quella la richiesta che voleva fare siccome era già a conoscenza della risposta, nonché il fatto di essere migliori amici e quindi girò la testa di nuovo verso il lato opposto a quello del più piccolo e sbuffò.
"Quando sarai fuori da qui ti sarà tutto più chiaro" il ragazzo sapeva dove voleva mirare Yeosang e quest'ultimo sentendo la risposta del suo amico, percepì qualcosa dentro di lui che lo rese felice e speranzoso senza un vero motivo.

Si girò verso Jongho e quando lui gli sorrise, la sua piccola stella di speranza si illuminò e gli sorrise anche lui.





Un sorriso da Mingi

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