Capitolo 118
Pov Narratore
Chul, andando verso la porta, si sorprese trovandola aperta e con un signore davanti perciò cerco di assumere un'espressione e un tono di voce normale per poter parlare con l'uomo sconosciuto.
"Oh salve signore, scusi se la disturbo ma stavo passando per questa strada e non ho potuto fare a meno di notare la porta di casa sua aperta. Volevo che qualcuno lo sapesse per sicurezza, magari è entrato qualcuno di-" il padre di Yunho lo interruppe con un sorriso e un cenno della mano.
"Grazie mille, lei è veramente un grand'uomo" gli disse Chul come se fosse un padre normale. L'altro gli sorrise e fece un inchino che anche Chul ricambiò e poi lo sconosciuto se ne andò. Quando l'uomo ritornò davanti alla porta della cantina, sentì un rumore metallico : aveva capito che c'era qualcosa sotto perciò prese una pistola che nascondeva sempre nel vaso blu con le decorazioni floreali sulla mensola situata nel salotto e si nascose dietro l'estremità del tavolo.
In quel preciso momento vide i ragazzi uscire dalla cantina e iniziare a correre verso la porta perciò lui si alzò e sparò ad uno di loro prima che scappassero completamente.
Era ormai troppo tardi per i ragazzi siccome la pallottola era arrivata dritta al braccio di San facendolo cadere per terra senza forza e facendo cadere anche Wooyoung dato che il primo lo stava tenendo.
Quando Jongho si girò sentendo il botto dei due corpi creato dal contatto inevitabile con il pavimento e un rumore atroce nelle orecchie, non riuscì a realizzare che vide l'uomo prendere Yeosang in ostaggio e tenerlo fermo con la stessa arma usata contro di San e un braccio attorno al suo collo.
"È finita per voi" pronunciò l'uomo con una risata isterica e folle mentre stringeva sempre di più il collo del suo ostaggio che aveva portato la testa all'indietro per istinto e perché gli mancava l'aria.
In quel momento il ragazzo era completamente bloccato sul posto vedendo la persona a cui era più legato avere il viso e il collo ricoperto di sangue e un'espressione di dolore e di sconforto sulla faccia assieme a Wooyoung che imprecava e gemeva di dolore e San che iniziava a perdere sangue, più di quanto non ne avesse già perso prima.
Non sapeva cosa fare. È la fine aveva pensato..
La polizia aveva appena finito di ispezionare per bene il posto per vedere se c'erano altre tracce di armi o oggetti simili quando arrivò una chiamata dal laboratorio della centrale.
"Ispettore, dalle analisi abbiamo ricavato alcune impronte dalle prove che ci ha fornito" la voce femminile della donna era forte e precisa mentre l'interpellato aveva fatto segno a tutti di andare.
"Sai dirmi di chi sono?" gli chiese l'uomo anch'esso deciso e pronto a fare giustizia e svolgere prontamente nel miglior modo il suo lavoro.
"Sì, appartengono alla signora Song Soyun" la donna gli riferì anche l'indirizzo della casa perciò gli uomini si misero in viaggio, peccato però che il tragitto era molto lungo.
Se durante quella notte di campeggio, i guanti di Soyun non si fossero rotti, probabilmente niente sarebbe alla conclusione.
Jongho, in quell'attimo era ancora lì, ad osservare la scena che si prostrava davanti ai suoi occhi. Un senso di irrequietezza e di nervosismo unito ad una paura inspiegabile lo pervase : per alcuni attimi, tutti i momenti felici passati col suo migliore amico gli passarono davanti.
"Sei impazzito vero?".
"No, dai Yeosang nessuno lo noterà".
"No Jongho...non penso sia giusto".
"Stiamo solo marinando qualche ora, niente di che. È tutto troppo noioso e monotono qui, ti prego Sangie".
"No Jongho, no".
"Va bene vado da solo allora" il ragazzo esitò qualche secondo.
"Accidenti a te, se ci scoprono sarà tutta colpa tua sappilo".
"Non lasceresti mai il tuo migliore amico da solo, ti amo Sangie".
"Ew, non dirmi cose così smielate da ragazzine".
Quel ti amo...quel fatidico ti amo che più e più volte gli diceva ma senza dare alla parola il suo vero significato, eppure pensava che al ragazzo, quelle due semplici parole non dessero fastidio quando era finito addirittura a provare qualcosa di concreto ma allo stesso tempo di astratto, qualcosa che ti fa battere il cuore ad ogni minimo contatto o sguardo anche per solo una frazione di secondo per di più accompagnato anche da un sorriso strappato all'aria e veritiero. Un sentimento puro e forte che lui mai prima d'ora ne aveva capito il significato.
"Non dovevi prenderti la sgridata al posto mio".
"Non importa Jongho, non è la prima volta che ci copriamo a vicenda".
"Lo so ma non meriti niente di tutto questo, alcune volte mi chiedo che ci fai ancora qui al mio fianco".
Yeosang andò verso il suo migliore amico e gli alzò la testa con due dita sotto al mento mettendo poi entrambe le mani sulle sue spalle.
"Rimarrò sempre al tuo fianco, nel bene o nel male. È una promessa che ci siamo fatti da piccoli e che manterrò sempre, lo sai" Jongho gli sorrise e i suoi occhi per un attimo iniziarono a luccicare.
Quei ricordi erano di molti anni fa, ma le frasi, seppur vecchie, rimanevano lo stesso impresse sul cuore del più piccolo. In quell'istante aveva capito cosa voleva dire perdere una persona che si ama addirittura più della propria vita : aveva capito cosa voleva dire la frase "avere il cuore a mille per qualcuno" nonostante il momento cruciale. Sulla sua pelle aveva capito e provato il significato di una parola molto importante : amore.
Sentì la forza scorrergli nelle vene e non si tirò indietro.
"Lascialo immediatamente stare" gli disse Jongho assottigliando gli occhi in due piccole fessure, serrando la mascella e chiudendo le mani in due pugni.
"Ma certamente, però cosa ci ricavo io? Perdo solo a differenza tua" l'uomo continuava con il suo sorriso insano mentre Jongho piano piano si avvicinava a lui. San provò a fermarlo tenendolo per la caviglia ma la sua presa era minore della forza del ragazzo che scostò il piede immediatamente.
"No no no, fermo lì" gli disse l'uomo stringendo ancora di più la presa su Yeosang.
"Più ti avvicini più il suo tempo scade".
Kang aveva la pistola puntata alla testa e non riusciva a muoversi mentre il suo viso stava diventando sempre più rapidamente di un rosso scuro per la continua mancanza d'aria.
Jongho si fermò immediatamente ma Chul scoppiò in una risata e caricò l'arma.
"Fai buon viaggio" disse e sparò alla testa di Yeosang.
"Signore, qualcuno ha sparato" un agente della polizia disse al capo mentre stavano circondando la casa.
"Aspettate il mio segnale" parlò il più anziano preparandosi anche lui.
"Signore abbiamo rinvenuto delle figure dentro la casa" un altro agente che si era esposto vicino alla finestra aveva notato le figure di San e Wooyoung accasciate per terra con davanti quella di Jongho ma non aveva visto quelle del padre e di Yeosang.
Jongho in quel momento non aveva chiuso gli occhi ma aveva trattenuto il respiro per tutto il tempo come se avesse una mano sulla sua bocca e sul suo collo che bloccavano le sue vie respiratorie.
Yeosang aveva gli occhi chiusi e quasi quasi Jongho sarebbe svenuto da un momento all'altro mentre San purtroppo lo era per terra in una pozza di sangue derivante dal suo braccio e dalle ferite e Wooyoung aveva osservato la scena mentre soffriva, tirando un urlo acuto seguito da un "No" sempre più acuto appena esso sparò.
Jongho cadde a terra sostenendosi con le braccia e guardando il pavimento : non riusciva ancora a realizzare tutto ciò.
Le sue lacrime erano già iniziate a scendere ad una velocità smisurata quando sentì l'uomo imprecare.
"Cazzo è scarica" disse Chul buttando la pistola senza munizioni per terra e afferrando un coltello dalla tasca, lo stesso che aveva prima.
"Non sei ancora salvo, nessuno di voi lo sarà questa notte" disse l'uomo mettendo il coltello sul collo del ragazzo mentre Jongho aveva alzato lo sguardo su di loro trovando Yeosang aprire gli occhi piano piano : era vivo.
Il ragazzo però si ricredette subito perché ancora erano in pericolo tutti quanti ma in quel momento il segnale venne dato e la polizia buttò giù la porta per poi puntare la pistola contro l'uomo.
Erano in tanti e sicuramente sarebbero riusciti ad avere la meglio su di esso ma forse per Yeosang non sarebbe stato così.
"Butti via quel coltello e lasci il ragazzo" gli disse uno degli uomini ma ovviamente senza risultati positivi.
"E se prima facessi così?" Yeosang aveva già la faccia piena di ferite ma Chul non ebbe pietà e lo tagliò anche su altre ferite.
"Signore stia fermo e cerchiamo di trovare un accordo" fu il capo a parlare questa volta.
"Non ho niente da dire, solo che siete dei pezzi di merda e li ucciderò tutti" l'uomo si stava piano piano allontanando con il ragazzo fino però ad andare a sbattere contro una parete della casa. Lì, punto il coltello al cuore di Yeosang e non esitò nemmeno qualche secondo che iniziò a far entrare la punta di quella lama nella sua carne. Il poliziotto fu costretto a sparare.
"Volevi sparare alle galline sul tetto sbirro di merda?" Chul si voltò subito verso l'agente e lo fissò negli occhi mentre stava spingendo il coltello sempre più a fondo.
Questo era il ruolo della polizia : distrarre l'assassino per poi catturarlo da dietro senza farsi scoprire e infatti così fu.
Tre agenti lo bloccarono da dietro e lo allontanarono subito mentre un altro uomo andava a togliere il coltello dal petto del ragazzo e a tenerlo prima che cadesse per terra.
Chul iniziò a dimenarsi dando dei calci e altri intervennero per bloccarlo e strinsero per bene i suoi arti superiori e inferiori ammanettandolo. Due uomini entrarono dentro la casa e gli iniettarono un sonnifero anestetico molto forte che dopo qualche minuto fece subito il suo effetto e così lo portarono nella loro macchina mentre Jongho si alzava da terra e avvertiva la polizia dei ragazzi che stavano per perdere la vita da un momento all'altro.
Arrivarono varie macchine dell'ambulanza siccome non solo uno o due erano i feriti ma ben sette in quel momento.
I ragazzi vennero subito portati in ospedale senza però Jongho che venne portato in centrale da una scorta di polizia.
Era finita, finalmente quella tortura era finita. Ora mancava solo salvare la vita a sette ragazzi ormai prossimi alla morte.
***
E niente spero di avervi messo ansia siccome finalmente è finito tutto...o forse♡
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top